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HAPPY BIRTHDAY / GERHARD BERGER, I 60 ANNI DELL’ETERNO RAGAZZO DELLA F1

(27/8/2019) – Ebbene sì, sembra incredibile ma oggi Gerhard Berger compie 60 anni! Buon compleanno!Perché incredibile? Ma perché, a dispetto dei capelli persi, l’ex pilota austriaco di F1 dà sempre l’impressione di essere un eterno ragazzone (con 4 figlie): spilungone, è stato ed è tuttora scanzonato, gioviale, disponibile, discreto tombeur des femmes, sorridente, “leggero” nell’affrontare al meglio possibile le situazioni della vita e delle corse, alle quali resta fortemente legato. Come lo resta nei confronti della Ferrari dove avrebbe tanto voluto in qualche modo ripetere le gesta dell’eroico connazionale Niki Lauda ma purtroppo è capitato a Maranello in anni non proprio felici e competitivi. Per tutto questo è un personaggio amatissimo nell’ambiente dove ora cerca di mettere a frutto le sue qualità organizzative nel DTM per il cui rilancio, è vero, ha mancato dopo tanto insistente corteggiamento il coinvolgimento dell’Alfa Romeo ma è riuscito ad attirare un marchio iconico come Aston Martin.
Ma la F1, la categoria regina, lo annovera tra le sue pagine storiche pur non essendo riuscito a laurearsi campione del mondo e avendo vinto 10 gran premi su 210 disputati. I motivi sono presto elencati:

MEXICO 1986, PRIMA VITTORIA SUA E DELLA BENETTON
MONZA 1988, PRIMA VITTORIA POST DRAKE
LA GRANDE AMICIZIA CON SENNA
L’ULTIMA VITTORIA: GERMANIA 1997
 

  1. Ha vinto il suo primo gran premio in Messico nel 1986 a 27 anni regalando nel contempo la prima vittoria alla Benetton

 

  1. Ha legato il suo nome alla mitica Ferrari, cosa non da tutti, per ben due cicli dal 1987 al 1989 e dal 1993 al 1995. Cinque, in totale, le vittorie al volante della Rossa: da ricordare la rinfrancante doppietta di fine ’87 a Suzuka e Adelaide simili a due provvidenziali colpi di fibrillatore per il Cavallino fiacco di allora. Come dimenticare, poi, la entusiasmante vittoria di Monza nel 1988 ad un mese dalla morte del Drake.

 

  1. Sempre con la Ferrari è stato altresì protagonista di un bruttissimo incidente a Imola nel 1989 quando la sua “papera” progettata da Barnard filò dritta contro il muro del Tamburello dopo aver perso un pezzo di ala. L’impatto terribile, le fiamme, il pilota intontito imprigionato nell’abitacolo, l’intervento dei Leoni della CEA, il trasporto all’ospedale, la salvezza.

 

  1. C’era anche lui, con la figlioletta, nel giugno 1988, ad attendere Papa Giovanni Paolo II in visita storica a Fiorano.

 

  1. Il legame con Ayrton Senna, del quale fu compagno di squadra alla Mc Laren dal 1990 al 1992 (3 vittorie alla corte di Ron Dennis), è uno dei migliori esempi di amicizia e lealtà mai visti sui nell’ambito della F1. Del brasiliano fu solido dioscuro in pista e impareggiabile amicone nella vita, autore degli scherzi più inenarrabili che sapevano donare sorrisi sinceri al serioso brasiliano.

 

  1. Il momento di profonda afflizione del 1994 che vide soprattutto lui alle soglie del ritiro dopo la morte a Imola proprio di Senna e dell’amico connazionale Roland Ratzenbeger. Si riprese e rispose alla grande vincendo il GP di Germania interrompendo tra l’altro il digiuno della Ferrari che durava da quattro anni!

 

  1. Era lui il grande capo della Toro Rosso 2008, frutto di un complesso accordo con il boss Red Bull Mateschitz, che in quell’anno ottenne a Monza la prima, storica e unica vittoria della sua storia con al volante un certo giovin Sebastian Vettel.

 

  1. La sua carriera decollò, come detto, con la prima vittoria al volante della Benetton nel 1986 e terminò nel con l’ultima vittoria…al volante della Benetton nel 1997, sempre nella a lui idonea Hockenheim.

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