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SPA 2009: INCUBO BADOER, GRANDE FISICHELLA

(30/8/2019) – Spa Francorchamps, 30 agosto 2009: dieci anni fa sul circuito delle Ardenne in prima fila partono Gianfranco Fisichella, autore di una formidabile pole position al volante della Force India, e Jarno Trulli, alfiere della Toyota. Grande Italia, ma, un momento, in ultima fila c’è una Ferrari, quella di Luca Badoer chiamato a sostituire per la seconda volta il povero Felipe Massa messo ko da una molla volante all’Hungaroring.  Per lo storico pilota collaudatore del Cavallino, il momento tanto atteso, sognato, bramato si stava però trasformando in un autentico incubo. Dopo l’esordio a dir poco travagliato a Valencia – ultimo in qualifica, penultimo in gara –  il trevigiano denunciava con tutta evidenza la sua (inaspettata) inadeguatezza a condurre in maniera competitiva la difficile Ferrari F60 di quell’anno.  

Dopo l’incidente del brasiliano titolare, Montezemolo aveva pensato al colpaccio: il clamoroso rientro di Michael Schumacher. Il tedesco, a sua volta, aveva accarezzato l’idea ma i test al Mugello si erano conclusi con un amaro responso: troppo forti i dolori al collo, eredità di un brutto incidente in moto del tedescone che dunque rinuncia. Così, via libera finalmente al trevigiano che aveva patito la scelta di Salo al tempo dell’incidente di Schumi a Silverstone, nel 1999. Come detto, purtroppo, gli esiti furono a dir poco disastrosi e anche in Belgio Badoer, autore di un fuori pista in qualifica, partì in ultima fila per classificarsi alla fine ultimo, più lento di tre secondi al giro rispetto al compagno di squadra Raikkonen vincitore, piccolo particolare, della gara davanti a Fisichella. Proprio il romano, dal GP seguente a Monza, prese il posto – per la verità senza acuti – dello stordito Badoer la cui avventura a Maranello, praticamente, finì in una triste domenica di fine agosto…

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SPA, IL WEEK END SPECIALE DI ALBON E BOTTAS

(30/8/2019) – Spa, comincia il fine settimana di Albon e Bottas. Sì, sono i piloti che scendono in pista dotati di un boost chiamato entusiasmo: l’anglo-thailandese, 23 anni, esordisce al volante della Red Bull dopo il defenestramento di Gasly, retrocesso in Toro Rosso, mentre il boscaiolo finlandese, fresco 30enne e rinfrancato dalla quarta conferma in Mercedes, torna all’attacco dell’amico-nemico Hamilton. Buon per loro, ma ogni promozione o conferma comprende nuove e gravose responsabilità e l’orizzonte sereno di oggi potrebbe velocemente trasformarsi in scenario…da incubo. Vediamo perché.


ALBON conosce bene le ferree regole di Helmut Marko. Naturalmente non poteva certo sottrarsi alla chiamata a Milton Keynes e questa sfida lo eccita come avverrebbe per ogni pilota degno di questo appellativo. Ma dovrà darsi molto da fare e, forse, tirare fuori quello che ancora non ha, con tutti i rischi del caso. A Gasly è stato rimproverato di dare poca battaglia nei corpo-a-corpo e di non riuscire a stare a ridosso, non al suo maxi compagno Verstappen, ma alle rivali Mercedes. Marko vuole insidiare maggiormente le frecce d’argento – la Ferrari è diventata terza forza… – e pretende più punti per la classifica Costruttori (che son soldoni). Quindi gli obbiettivi affidatigli sono chiari: riuscirà nell’impresa? A che punto è la sua esperienza? Ha certamente fatto bene finora e può essere considerato una bella rivelazione ma la Red Bull è più performante e sofisticata della Toro Rosso e la pressione è molto alta, quindi Alexander dovrà fare gli straordinari. La sua è una prova senza appello: lì, o si sfonda o si affonda (tanto è vero che Kvyat aspetta la sua opportunità). Ne sanno qualcosa gli ancora esterrefatti Alguersuari, Buemi, Vergne, lo stesso Kvyat ora tornato in auge (ma ha avuto la chance Ferrari a risollevarlo), liquidati senza complimenti. Dunque, forza e coraggio Albon.

 
BOTTAS ha ottenuto l’agognato rinnovo, pur se sempre annuale, e ha “sconfitto” la concorrenza interna ed ingombrante di Ocon, passato dal 2020 alla Renault (dunque aveva ragione la copertina profetica di Auto Hebdo). Può dunque concentrarsi al 100% nella rincorsa a quel titolo che dice sempre di poter raggiungere e nella sfida (sportiva) personale contro il blasonato compagno di squadra Lewis Hamilton, che dice sempre di poter battere. E’ il momento di farlo, se davvero può. Messo in saccoccia il contratto 2020, dopo aver migliorato le prestazioni nella prima parte di campionato, come ha tenuto a precisare Toto Wolff, ora deve migliorarsi ancora. E cioè dimostrare di poter mettere dietro l’inglese in classifica finale (difficile quest’anno, il challenge è l’anno prossimo) per guadagnarsi i galloni di Capitano e strappare un’ulteriore conferma alla vigilia di una stagione, quella 2021, dove si rimescolerà tutta la F1, dalle nuove monoposto, al Patto della Concordia, al mercato piloti. Hamilton dovrà decidere se restare o tentare l’avventura in Ferrari, a Stoccarda si caldeggia un pilota tedesco (Vettel? Magari dopo un anno sabbatico out Ferrari?). Se per allora le quotazioni del finlandese non saranno alte potrebbe rimanere “vittima” di un tourbillon che si annuncia frenetico perché, inoltre, dopo aver liberato Ocon, è chiaro che a Brackley si è scelto George Russell quale pilota del futuro Mercedes.
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MERZARIO, 76 ANNI, IN PISTA A IMOLA!

(28/8/2019) – Un week end speciale a Imola perché, nel campionato italiano TCR DSG Endurance, sul circuito del Santerno scende in pista un pilota leggendario che risponde al nome di Arturo Merzario, con la piccolissima postilla della sua età: 76 anni. L’eterno pilota di Civenna correrà in coppia con Mariano Costamagna, con il quale ha già condiviso diverse avventure. I due saranno al volante di un’Audi CR RS3 LMS con cambio DSG del team RS+A.
Che dire, se non dell’ammirazione incrollabile per questo appassionato assoluto delle corse – 8 stagioni disputate in F1 e decine di affermazioni in tante categorie, dai rally ai prototipi, dal turismo al campionato della montagna – un talento innato che non passò inosservato a tipi come Enzo Ferrari e Frank Williams, oltre che a Colin Chapman alle cui lusinghe però l’Arturo non cedette per le note voci che riguardavano le nere e (fin troppo) leggere Lotus. Ora una nuova sfida: quella con l’Audi TCR. “Il TCR DSG Endurance è uno dei campionati italiani più validi, può diventare un DTM all’italiana, e l’invito a partecipare è stato subito super-accettato: con tre gambe sono già lì” – scherza lui che impugnerà il volante dell’Audi per la prima volta nelle prove libere del weekend imolese. Sono curioso di provarla, è una macchina moderna, con tante innovazioni supertecnologiche, elettroniche, che da una parte io odio, perché io sono per il manuale, ma il mondo va avanti…”.

L’Endurance, del resto, è una delle passioni di Merzario. Nel 1972 al volante della Ferrari 312PB ha permesso alla Casa di Maranello di conquistare l’ultimo Mondiale Marche della sua storia grazie ai trionfi alla 1.000 km di Spa (con Brian Redman) e alla Targa Florio (con Sandro Munari). Quello stesso anno vinse anche la 500 km di Imola e la 9 Ore di Kyalami (con Clay Regazzoni). “Sono nato con le gare turismo negli anni Sessanta, e lì la gara più corte era di 4 ore. I team privati schieravano un pilota per tutta la gara, e solo le Case riuscivano a farne alternare due. E’ bello perché ti lascia il tempo per recuperare ad un errore, magari anche non tuo. Se quando dai il cambio al tuo compagno ti rimangono 15 minuti non c’è più storia…” ricorda. Imola, poi, è un posto sempre speciale. “La prima volta che ci corsi era il 1964 con Millino Abarth, e vinsi la gara. Vinsi anche nel 1967, quando purtroppo morì Bandini… e poi a Imola ho fatto tante gare di Endurance…” Per un pilota del suo calibro, gli obiettivi sono alti. “Vogliamo ben figurare, fare un buon risultato. Poi si sa, le gare sono gare e può succedere anche che pronti via si spegne la macchina. Arrivare sul podio sarebbe un mega-risultato, al di là che sia il terzo o il primo gradino”, spiega Merzario.
A dividere l’Audi del team RS+A con l’ex ferrarista sarà Mariano Costamagna, fondatore di BRC. “Io sono lì per divertirmi e dare sfogo alla passione – dice l’imprenditore piemontese – e farò del mio meglio per non far sfigurare Arturo. Ci sono dei giovani campioni che vanno veramente forte, hanno le reazioni giuste alla giusta velocità… io ho quasi 70 anni e sono conscio delle mie possibilità di classifica, ma spero di mantenere questa passione nel futuro, come Arturo”.
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HAPPY BIRTHDAY / GERHARD BERGER, I 60 ANNI DELL’ETERNO RAGAZZO DELLA F1

(27/8/2019) – Ebbene sì, sembra incredibile ma oggi Gerhard Berger compie 60 anni! Buon compleanno!Perché incredibile? Ma perché, a dispetto dei capelli persi, l’ex pilota austriaco di F1 dà sempre l’impressione di essere un eterno ragazzone (con 4 figlie): spilungone, è stato ed è tuttora scanzonato, gioviale, disponibile, discreto tombeur des femmes, sorridente, “leggero” nell’affrontare al meglio possibile le situazioni della vita e delle corse, alle quali resta fortemente legato. Come lo resta nei confronti della Ferrari dove avrebbe tanto voluto in qualche modo ripetere le gesta dell’eroico connazionale Niki Lauda ma purtroppo è capitato a Maranello in anni non proprio felici e competitivi. Per tutto questo è un personaggio amatissimo nell’ambiente dove ora cerca di mettere a frutto le sue qualità organizzative nel DTM per il cui rilancio, è vero, ha mancato dopo tanto insistente corteggiamento il coinvolgimento dell’Alfa Romeo ma è riuscito ad attirare un marchio iconico come Aston Martin.
Ma la F1, la categoria regina, lo annovera tra le sue pagine storiche pur non essendo riuscito a laurearsi campione del mondo e avendo vinto 10 gran premi su 210 disputati. I motivi sono presto elencati:

MEXICO 1986, PRIMA VITTORIA SUA E DELLA BENETTON
MONZA 1988, PRIMA VITTORIA POST DRAKE
LA GRANDE AMICIZIA CON SENNA
L’ULTIMA VITTORIA: GERMANIA 1997
 

  1. Ha vinto il suo primo gran premio in Messico nel 1986 a 27 anni regalando nel contempo la prima vittoria alla Benetton

 

  1. Ha legato il suo nome alla mitica Ferrari, cosa non da tutti, per ben due cicli dal 1987 al 1989 e dal 1993 al 1995. Cinque, in totale, le vittorie al volante della Rossa: da ricordare la rinfrancante doppietta di fine ’87 a Suzuka e Adelaide simili a due provvidenziali colpi di fibrillatore per il Cavallino fiacco di allora. Come dimenticare, poi, la entusiasmante vittoria di Monza nel 1988 ad un mese dalla morte del Drake.

 

  1. Sempre con la Ferrari è stato altresì protagonista di un bruttissimo incidente a Imola nel 1989 quando la sua “papera” progettata da Barnard filò dritta contro il muro del Tamburello dopo aver perso un pezzo di ala. L’impatto terribile, le fiamme, il pilota intontito imprigionato nell’abitacolo, l’intervento dei Leoni della CEA, il trasporto all’ospedale, la salvezza.

 

  1. C’era anche lui, con la figlioletta, nel giugno 1988, ad attendere Papa Giovanni Paolo II in visita storica a Fiorano.

 

  1. Il legame con Ayrton Senna, del quale fu compagno di squadra alla Mc Laren dal 1990 al 1992 (3 vittorie alla corte di Ron Dennis), è uno dei migliori esempi di amicizia e lealtà mai visti sui nell’ambito della F1. Del brasiliano fu solido dioscuro in pista e impareggiabile amicone nella vita, autore degli scherzi più inenarrabili che sapevano donare sorrisi sinceri al serioso brasiliano.

 

  1. Il momento di profonda afflizione del 1994 che vide soprattutto lui alle soglie del ritiro dopo la morte a Imola proprio di Senna e dell’amico connazionale Roland Ratzenbeger. Si riprese e rispose alla grande vincendo il GP di Germania interrompendo tra l’altro il digiuno della Ferrari che durava da quattro anni!

 

  1. Era lui il grande capo della Toro Rosso 2008, frutto di un complesso accordo con il boss Red Bull Mateschitz, che in quell’anno ottenne a Monza la prima, storica e unica vittoria della sua storia con al volante un certo giovin Sebastian Vettel.

 

  1. La sua carriera decollò, come detto, con la prima vittoria al volante della Benetton nel 1986 e terminò nel con l’ultima vittoria…al volante della Benetton nel 1997, sempre nella a lui idonea Hockenheim.
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FLASHBACK / GP OLANDA 1979. VILLENEUVE SHOW A ZANDVOORT 40 ANNI FA

(26/8/2019) – Il 26 agosto 1979, 40 anni fa, è una data storica per la leggenda di Gilles Villeneuve. Al Gran Premio d’Olanda, il pilota della Ferrari fu protagonista del “celebre” intero giro di pista su tre ruote, a velocità piuttosto elevata tra l’altro! Cosa successe? In quella gara, che precedeva di poco la prova di Monza, il canadese sapeva di giocarsi carte decisive per la conquista del titolo mondiale. La Ferrari T4 era competitiva, anche se Renault e Williams dimostravano ormai temibili punti di forza, e il compagno di squadra Scheckter, più regolare, era in vantaggio nella corsa all’iride. A Zandvoort, i due partirono dalla terza fila, preceduti da Arnoux, Jones, Regazzoni e Jabouille. Il francese e il ticinese si fecero fuori alla prima curva mentre Gilles azzeccò una super partenza che lo pose subito alle spalle di Jones mentre Scheckter patì uno start davvero infelice che lo costrinse a una continua rincorsa.
Come detto, Gilles voleva e poteva solo vincere e, come al solito, gettò il cuore oltre la staccionata. La Williams di allora era forte ma lui sopravanzò l’attonito australiano con un sorpasso indomito all’esterno alla curva Tarzan: bellissimo. Sembrava potersi involare verso il successo ma nei giri seguenti, Jones ricominciò a marcarlo da vicino, sempre più vicino, fino a quando, con le gomme in crisi, Villeneuve incappò in un testacoda alla chicane che costrinse l’alfiere della Williams ad una brusca frenata ma che gli consenti comunque di riprendere stabilmente la testa della corsa. Con lo pneumatico posteriore sinistro sgonfio, il canadese proseguì ma alla prima curva, con la carcassa ormai distrutta, finì lungo. Fine dei giochi? Per niente: innestata la retromarcia tornò in pista e su tre ruote, con una monoposto dondolante, si diresse assai spedito verso i box. Era convinto di poter riprendere ma i meccanici dovettero quasi intimargli che non c’era verso di riparare il danno, che si era esteso alla sospensione. Ci aveva provato, come sempre, senza calcoli e senza paura. A Monza non gli rimase altro che “scortare” lealmente il compagno Jody verso il trionfo.
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FERRARI IN MOSTRA PER I SUOI 90 ANNI

(21/8/2019) – I tifosi Ferrari non possono entusiasmarsi per i risultati in pista ma la passione rossa è inscalfibile e per mantenerla viva nell’anno del 90° della Scuderia di Maranello sono in programma diverse mostre e iniziative di forte richiamo. Le attenzioni sono già tutte per mercoledì 4 settembre dalle ore 18.00 quando in Piazza Duomo a Milano, l’ACIfesteggerà la novantesima edizione del Gran Premio d’Italia all’Autodromo Nazionale di Monza e, nell’occasione, la Ferrari, ricorderà l’anniversario dalla propria fondazione.


4 SETTEMBRE IN PIAZZA DUOMO A MILANO – Il “menù” della festa non è ancora del tutto svelato ma si potranno ammirare vetture di ogni epoca, alcune delle quali protagoniste di una spettacolare parata che prenderà il via da Piazza Cordusio. Tra queste l’Alfa Romeo 8C di Tazio Nuvolari, primo pilota a vincere una corsa per il team di Enzo Ferrari, l’Auto Avio Costruzioni del 1940, vettura inaugurale costruita da Ferrari dopo la fine del rapporto con la Casa di Arese, ma anche la 312 F1 di Chris Amon, la 312 T di Niki Lauda, la 126 CK di Gilles Villeneuve e la F2002 di Michael Schumacher.
Sarà possibile ammirare anche la 488 GTE vincitrice della 24 Ore di Le Mans 2019, il prototipo IndyCar del 1986 e meravigliose Ferrari stradali. E i piloti che hanno contribuito a fare la storia della Rossa? Molti saranno ospiti a Milano per abbracciare i tifosi e ricordare le pagine più belle della loro carriera nel GP d’Italia e con il Cavallino Rampante. Si incroceranno il passato in rosso con il futuro degli allievi della Ferrari Driver Academy, sette ragazzi di indubbio talento impegnati in alcuni dei campionati più impegnativi come Formula 2 (Mick Schumacher, Callum Ilott e Giuliano Alesi) e Formula 3 (Robert Shwartzman e Marcus Armstrong). Immancabili a questa parata di stelle, porteranno le loro storie anche il Vicepresidente Piero Ferrari, il Team Principal della Scuderia, Mattia Binotto, e i piloti titolari Sebastian Vettel e Charles Leclerc.


UNIVERSO FERRARI – Non è tutto:Universo Ferrari”, la prima esposizione dedicata al mondo Ferrari creata appositamente nei pressi della pista di Fiorano, si apriranno per un programma di visita inedito ed esclusivo per i loro visitatori nei fine settimana del 21 e 22 settembre e del 28 e 29 settembre. All’interno della struttura sarà possibile accedere alle aree dedicate a tutte le attività dell’azienda, dalle Classiche al mondo GT alle corse fino alla Scuderia Ferrari. Altra sorpresa sarà la possibilità di ammirare in esclusiva gli ultimi modelli Ferrari. È possibile leggere maggiori informazioni e prenotare una visita esclusiva, fino a esaurimento posti, sui siti dei Musei Ferrari www.musei.ferrari.com.



MUSEO FERRARI DI MARANELLO – Fino al maggio 2020, al Museo Ferrari di Maranello resteranno inoltre aperte due mostre che celebreranno l’Anniversario del 90°.

Le auto esposte nella mostra chiamata appunto “90 anni” testimoniano una storia gloriosa, a partire dall’Alfa Romeo 8C 2300 Spider che fu la prima a portare il Cavallino Rampante sulla sua livrea nel 1932 alla 24 Ore di Spa, fino alla SF71H, la monoposto con cui lo scorso anno hanno gareggiato Sebastian Vettel e Kimi Räikkönen. La mostra rende naturalmente omaggio anche alle vittorie conquistate nei campionati a ruote coperte. Nelle sale sono esposte ad esempio la 166 MM, protagonista del primo successo alla 24 Ore di Le Mans arrivata proprio 70 anni fa, cui seguirono i trionfi alla 24 Ore di Spa e alla Mille Miglia, e la 275 P che dominò la 12 Ore di Sebring nel 1964, per poi conquistare la 1000 km del Nürburgring e la 24 Ore di Le Mans.



La mostra “Hypercars” è invece dedicata alle Ferrari che hanno svolto un ruolo di apripista nell’evoluzione tecnologica della Casa. Queste vetture sono prodotte in serie limitata e sono figlie di una delle prerogative di Enzo Ferrari: l’ambizione di realizzare la miglior auto possibile per quel momento.  Apre la serie la GTO del 1984, poi la F40, la F50, la Ferrari Enzo del 2002, hypercar dedicata al fondatore e sviluppata con la consulenza di Michael Schumacher, LaFerrari, svelata nel 2013 e LaFerrari Aperta. La mostra presenta inoltre il modello di stile della Ferrari P80/C, l’ultima nata del programma One-Off che consente di realizzare esemplari unici di vettura, secondo i desideri del cliente. Proseguendo questo percorso di esclusività dell’offerta Ferrari, il visitatore è chiamato a scoprire il programma “Tailor Made”, espressione dell’anima del brand più votata al lusso. Una sala del Museo è stata allestita come l’area del Centro Stile Ferrari, dove il cliente più esigente personalizza la sua vettura.
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MERCATO PILOTI, BOTTAS, GASLY E VETTEL SULLE SPINE…

(11/8/2019) – Per il mercato piloti F1 la sosta estiva potrebbe far da preludio ad un importante rimescolamento in seno alle squadre, anche se, va detto subito, i fuochi d’artificio si vedranno solo fra un anno quando molti contratti dei big saranno in scadenza e dal 2021 si ripartirà su nuove e si spera avvincenti basi tecniche e regolamentari. La miccia la ha accesa Toto Wolff che in Ungheria ha candidamente dichiarato che in questi giorni valuterà la promozione del terzo pilota Ocon al posto del nervoso Bottas. Toto va capito: crede in Ocon e sa che tenerlo in naftalina un altro anno potrebbe essere deleterio. Basti pensare a Giovinazzi che ha ammesso di aver pagato la vacatio pistaiola nei tempi di adattamento all’Alfa Romeo. Nello stesso tempo, anche il finlandese è uomo di Wolff ma in due anni è stato sempre abbastanza sonoramente battuto da Hamilton anche se, di contro, troppo spesso ha patito ordini box per lui penalizzanti. Valtteri ha capito da tempo l’antifona e infatti si è già offerto alla Ferrari alla quale è già stato vicinissimo ma lì tutto dipende dalla sempre vaga possibilità che Vettel si ritiri a fine anno, cosa comunque che scatenerebbe un giro di valzer ben più grande e altresì smentita con decisione a Maranello. Dunque? 

Il sedile di un certo livello disponibile potrebbe essere quello della Renault di Hulkenberg, in scadenza di contratto, che però si mostra abbastanza fiducioso nel rinnovo. L’altro sedile “caldo” è quello di Gasly. Il francese è in forte pericolo e se nei prossimi due-tre gran premi non dovesse elevare il suo rendimento e soprattutto, come ha fatto notare Horner in Ungheria, marcare da vicino la Mercedesa favore del lanciatissimo compagno di squadra Verstappen, non è affatto da escludere che le ultime gare vedano un passaggio di consegne con uno dei due galletti della Toro Rosso, e cioè Kvyat o Albon da valutare in ottica promozione 2020 (ma chissà se anche Bottas, depositario dei segreti Mercedes non possa far gola anche se non rientra nella filiera RB). La mina vagante, chiamiamola così, resta sempre Fernando Alonso che continua a guardarsi intorno (Formula E?). Ovviamente il suo ritorno in F1 avverrebbe solo in presenza di un’offerta di un top team e, al momento, la cosa pare difficile tanto che si parla delle seguenti formazioni di…transizione: Hamilton-Ocon (Mercedes), Verstappen-Albon (RB) e Leclerc-Ricciardo (Ferrari). Ma Liberty Media sta lavorando sodo per confezionare una F1 2021 al fulmicotone e piace parecchio questa oggi pazza idea: Hamilton alla Ferrari, Vettel o Alonso alla Mercedes (e se una buona volta la Renaultdovesse mettersi ad andare…).

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ARRIVA LA PRIMA AUTO DA CORSA ELETTRICA HYUNDAI

(8/8/2019) –  Sarà svelata il 10 settembre, durante la giornata stampa inaugurale del Salone di Francoforte (IAA), la prima auto da corsa elettrica realizzata da Hyundai Motorsport che, dicono dal quartier generale della casa sudcoreana, inaugurerà una nuova era del motorsport per l’azienda”. I primi assaggi della nuova vettura sono visibili nei video pubblicati sui canali social di Hyundai Motorsport, dando un primo indizio di quello che accadrà alla presentazione ufficiale del prossimo mese.
La vettura, progettata e costruita presso la sede di Alzenau, in Germania, costituisce l’approdo all’elettrico di pari passo con la crescita di Hyundai Motorsport, dopo lo sbarco nei rally e nelle corse su pista sin dal 2012. La squadra che gareggia nel Mondiale WRC, nel pieno della sua sesta stagione, ha già collezionato numerosi successi ed è attualmente in vetta a un combattuto campionato costruttori.Hyundai Motorsport vanta anche una divisione Customer Racing di successo, fondata a settembre 2015, che ha sviluppato le competitive i20 R5, i30 N TCR e Veloster N TCR che hanno ottenuto vittorie e campionati nelle serie motoristiche di tutto il mondo: tra queste spicca il Mondiale WTCR 2018 conquistato da Gabriele Tarquini.
“Una nuova era sta nascendo in Hyundai Motorsport. – dice  Andrea Adamo, Team Director – Per molti mesi, il nostro team di Alzenau ha lavorato duramente su un entusiasmante veicolo elettrico e presto saremo in grado di condividere i frutti di questo lavoro. Il progetto promette di essere un nuovo capitolo per la nostra azienda, un’estensione naturale delle nostre attività nel Motorsport, che si collega strettamente alle attuali tendenze e alle innovazioni nel più ampio settore automobilistico. Non c’è molto da aspettare; tutto sarà svelato al Salone di Francoforte di settembre”.

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POST HUNGARIAN GP / MERCEDES IS BACK, MA COMPLIMENTI A SAINZ

(5/8/2019) –  Complimenti a Hamilton e a tutta la Mercedes: non era facile riprendersi subito dalla scoppola di Hockenheim e invece, con una prova di globale superiorità, il Gran Premio d’Ungheria ha ristabilito le gerarchie. La mesta e finanche cupa nota è che in tale quadro la Ferrariscivola a terza forza del campionato con la Red Bull del coriaceo e sempre più maturo Verstappen ormai sola capace di insidiare fino in fondo le frecce d’argento. Vettel, terzo, è salito sul podio e Leclerc si è classificato quarto ma i distacchi abissali rispetto al duo sopra citato fanno davvero tristezza. Ritrovarsi a questo punto del campionato con distanze dai primi simili, anzi peggiori, di quelle riscontrate nell’alba amara di Melbourne è qualcosa che deve far riflettere. Non è possibile, a tre mesi dalla fine della contesa 2019, doversi chiedere come mai manca downforce, come mai gli pneumatici si degradano troppo in fretta, come mai il motore Honda d’un botto pare più potente. No, davvero: non è possibile. Adesso arrivano piste come Spa e soprattutto Monza dove probabilmente la Rossa spenderà qualche “gettone” speciale per sfruttare gli allunghi di cui i due storici circuiti dispongono ma come ha già saggiamente anticipato Vettel gli altri, che sono avanti, non dormiranno sugli allori. Dunque, a Maranello c’è molto da rivedere in fatto di organizzazione, di responsabilità, di quality check dei pezzi e forse – Seb è molto pensieroso… – anche di piloti. Le attenzioni, giustamente, sono già molto rivolte al progetto 2020 perché, diciamolo, la SF90H purtroppo ha fallito. Dall’altra parte, invece, la strategia millesimale Mercedes ha semplicemente consentito ad Hamilton di vincere senza ingaggiare un duello troppo rischioso con Verstappen che, a sua volta, si è “accontentato” di un secondo posto e punto del giro più veloce anche se l’Hungaroring è pista di quelle assolutamente congeniali alla Red Bull. Li rivedremo a Spa dove l’olandese potrà contare su un mega supporto dei tifosi che notoriamente si presentano in massa sul circuito delle Ardenne ma, nel contempo, un rinfrancato Hamilton – che ha dato forse la batosta definitiva al compagno di squadra Bottas, veloce in qualifica ma sfortunato o arrendevole in gara – pare deciso a chiudere al più presto la partita.

Carlos Sainz e la Mc Laren sono i migliori dell’”altro campionato”. Lo spagnolo si è classificato quinto e si sta dimostrando davvero bravo: molto concentrato, molto serio, molto veloce e maturo. Il motivo per il quale, finora, non è stato così l’ha ben spiegato lui: per la prima volta il figlio d’arte può contare su una prospettiva stabile e le performances confermano quanto questo incida psicologicamente su un pilota. Bene ha fatto dunque Zak Brown a confermarlo con anticipo, come pure Lando Norris un po’ più in difficoltà a Budapest ma sempre positivo. Un’altra certezza è Kimi Raikkonen che continua ad assicurare all’Alfa Romeo Racing un costante afflusso di punti d’oro ai fini della classifica Costruttori. La gioventù è una bella cosa ma è l’esperienza in grado di perseguire un programma. Tutti aspettavano una nuova fiammata della Toro Rosso e di Kvyat a podio in Germania, ma questa volta i due galletti di Tost hanno lottato più che altro tra di loro con un punto comunque conquistato da Albon. Chi non si risolleva è la Renault – altro progetto monoposto assai deficitario – la cui situazione sta diventando davvero imbarazzante se si pensa per esempio a come va la Mc Laren con lo stesso motore. Se alla Ferrari non ridono, in Francia c’è davvero da piangere con un Ricciardo in difficoltà per tutto il week end nonostante gli sforzi e le sue proverbiali staccate. A proposito di delusioni, anche la Haas – Grosjean ritirato – proprio non riesce a fare punti stabilmente e la Racing Point guarda con nostalgia a quando era la quarta forza del campionato. Piano piano, infine, la Williams disdice l’abbonamento alle ultime piazze con Russell che stimola il desiderio di vederlo presto su una monoposto ben più competitiva. Appuntamento l’1 settembre, a Spa!

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GRAN PREMIO D’UNGHERIA, IL RECORD E’ DI GIOVINAZZI

(2/8/2019) – Le prime due sessioni di prove libere del Gran Premio d’Ungheria sono state condizionate dalle condizioni meteo variabili. In FP1 si è imposto Hamilton col tempo di 1’17”233; nelle FP2 è svettato il buon Gasly col tempo di 1’17”854. Resta imbattuto, in sostanza, il record della pista che appartiene ad Antonio Giovinazzi! Sì, proprio il pilota pugliese dell’Alfa Romeo Racing è il detentore del record assoluto dell’Hungaroring, e cioè 1’15”648, fatto segnare l’anno scorso in qualità di collaudatore Ferrari al volante della SF71H nel corso dell’ultima sessione 2018 di test collettivi prima della pausa estiva.
Quel giorno Giovinazzi concludeva una prima parte di stagione davvero tesa e delicata. Dopo aver “perso” il sedile della costituenda Alfa Romeo Sauber, dove era stato ingaggiato Leclerc, l’ex kartista aveva effettuato un test in Formula E a Marrakesh, si era diviso tra Ferrari e Sauber nei collaudi e al simulatore, addirittura aveva preso parte alla 24 Ore di le Mans e infine, come tutti, aveva subito il colpo basso della scomparsa del Presidente Ferrari Sergio Marchionne. Fu proprio subito dopo la ferale notizia che Antonio scese in pista in Ungheria e assestò quel colpo emozionale in tutti i sensi. Il tempo è ufficioso ma la performance di Antonio fu strepitosa e questo lascia ben sperare per la qualifica e la gara di domani e domenica. L’unico italiano in F1 ha fatto segnare il 16° tempo in FP1 (1’19”488) ma subito un ben più confortante nono tempo (1’18”909) in FP2 caratterizzata per tutti da un asfalto sensibile al meteo. Le Alfa Romeo sembrano reagire bene alle varie sollecitazioni e alle novità che sempre arrivano sulla monoposto bianco-rossa. Tutto sembra in fase di costante miglioramento e con la direzione del nuovo DT Jean Monchaux e l’arrivo, dal 19 agosto, del nuovo capo dell’aerodinamica Alessandro Cinelli le cose per Raikkonen e il nostro portacolori potrebbero farsi interessanti con Spa e Monza in vista….