
(1/7/2019) – Questa F1 è pazza, a volte isterica, e il Gran Premio d’Austria ne ha fornito moltissime prove. Prima i fatti, poi le considerazioni. Ha vinto Verstappen, riportando la Honda sul gradino più alto del podio, dopo una partenza-flop che dalla prima fila l’aveva ricacciato in sesta posizione e il sorpasso decisivo e messo sotto investigazione a due giri dal termine ai danni del dominatore – fino ad allora – dell’intero week end, Charles Leclerc su Ferrari. Sette giorni fa, in Francia, la Mercedes era sotto accusa per aver “ammazzato” il campionato dall’alto della sua superiorità, ieri invece le Frecce d’argento sono state insolitamente anonime, nonostante il terzo posto di Bottas. La Mc Laren, motorizzata Renault, si conferma quarta forza del lotto, con un Norris sempre più forte, mentre la Renault…motorizzata Renault continua ad arrancare in maniera abbastanza penosa. La Red Bull esalta la Honda mortificata dalla Mc Laren che a sua volta “umilia” la Casa madre che tra l’altro dispone di due piloti di superiore esperienza come Ricciardo – oggi 30 anni, auguri! – e Hulkenberg. Vettel? Ha fatto quel che poteva – alla fine quarto – dopo i guai in qualifica ma le distanze dalla vetta rimangono troppo grandi. Se l’allievo Gasly continua a pagare distacchi esagerati dal capo squadra – chissà cosa pensa Helmut Marko – in casa Ferrari l’allievo Leclerc continua a dare la paga al 4 volte campione del mondo. Mah! Ah, infine, applausi all’Alfa Romeo Racing con la quale Raikkonen si sta divertendo un mondo e finalmente Giovinazzi ha messo in saccoccia il primo punto della sua carriera nella massima formula che dovrebbe ulteriormente sbloccarlo psicologicamente.

REGOLAMENTI A LA CARTE – Ok, fatto il riassuntino veniamo all’analisi…medica. F1 da pazzi, dicevo, ed ecco il perché (fermo restando che ognuno la può ovviamente vedere a modo suo). Il clima di festa per l’assenza della Mercedes – un po’ come quando a scuola mancava la prof di matematica – è stato rovinato dalla polemica sul sorpasso Verstappen-Leclerc. Di prammatica la diversa visione delle cose tra i due piloti, non così dovrebbe essere da parte della Commissione giudicante, regole alla mano. Ora, sono il primo a dire che è ora di finirla con l’indagare col microscopio ogni duello ma finchè, appunto, le regole rimangono, per esempio, quelle del Canada, quelle bisogna applicare. Lo direi anche se fossero coinvolte le due Williams. Nessuno, nei sorpassi, è più determinato e bravo di Max ma l’olandese ha scavalcato il monegasco della Ferrari dandogli pure un colpettino e, come si può ben vedere dal camera car, pur avendolo affianco non ha sterzato verso l’interno ma, anzi, ha lasciato scivolare la sua Red Bull verso la Rossa costretta ad allargare e a togliere gas. Cioè non ha lasciato spazio, come prevede il regolamento. Ripeto: in altri tempi avrei detto di lasciar andare la cosa, soprattutto pensando a quanto fecero Villeneuve e Arnoux giusto 40 anni fa a Digione- ricordate, vero? – ma se alla fine Verstappen dichiara: “Sono le corse, altrimenti la F1 è finita” e poi la famosa Commissione giudicante è d’accordo, francamente non si capisce perché non fossero “le corse, altrimenti la F1 è finita” in Canada, e perché lì Vettel è stato condannato per un crimine atroce come quello di aver tentato di controllare la sua Ferrari dopo l’uscita di pista. Si dirà: proprio dopo quell’episodio è stato deciso di essere di adottare una politica di manica larga e inoltre posso capire che un’altro sovvertimento dell’ordine di arrivo e del podio getterebbe parecchio discredito sul concetto di sport in F1 ma, in ogni caso, capite anche voi che qui rischia di finire in barzelletta. Insomma, ci si è infilati in un tunnel senza uscita. Un pasticcio.

ONORE A LECLERC – Bravo, bravissimo comunque Leclerc che ora deve essere forte oltre che in pista anche psicologicamente. Il giovane pilota di Maranello ha infatti già subito delle “mazzate” non da poco: la delusione del Barhein, la super beffa di Montecarlo e ora l’ingiustizia di Spielberg. Presto vincerà il suo primo GP ma è piuttosto imbarazzante come sia lui e non Vettel a portare ai massimi livelli la SF90 che denota confortanti progressi. Alla Ferrari ne stanno succedendo di tutti i colori e non si può mai stare tranquilli: dagli exploit del “rookie” che mette in ombra il “kaiser”, al “piccolo problema” che ha impedito a Vettel di giocarsi la pole position in Austria, dalla scelta di partire con le soft – che non ha pagato, come non aveva pagato sull’Alfa di Giovinazzi al Paul Ricard – al primo caotico cambio gomme del tedesco. La Ferrari ha un gran motore, il migliore del lotto, ed è migliorata in downforce ma ha perso il gran premio semplicemente per gli pneumatici più degradati rispetto a quelli di Verstappen. Il Cavallino ha giocato la carta dell’aggressività ma per 10 chilometri di troppo ha perso. Poteva far meglio? Ormai non lo sapremo mai, piuttosto è già tempo di pensare a Silverstone dove Hamilton di solito impazza. In Inghilterra il campionato potrebbe tornare sui soliti binari e le Mercedes dare il ben servito a tutti in estate. A questo punto, Max Verstappen permettendo.