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POST GERMAN GP / VERSTAPPEN SULLA CRESTA DELL’HONDA, FERRARI SALVA L’ONORE, MERCEDES IN TILT

(30/7/2019) –  Quando capitano pazze gare bagnate come il Gran Premio di Germania di ieri non è facile decidere da dove cominciare. Intanto, onore ai vincitori Max Verstappene la ormai ritrovata Honda; poi chapeau anche alla Ferrari e a Seb Vettel, da ultimo a secondo; infine un bravo a Danil Kvyat, il russo di Roma, nonchè neo papà di Penelope, di nuovo sul podio (terzo) da Shanghai 2016 (battibecco con Vettel, ricordate?). Detto questo, se sabato nel box Ferrari si respirava aria pesante, ieri in quello Mercedes vigeva il coprifuoco. Una simile debacle delle frecce d’argento – Hamilton nelle retrovie, Bottas a muro – non succedeva da molto tempo e il fatto che si sia verificata nel gp di casa, sotto gli occhi del nuovo Boss della Stella, in occasione del 125° della loro storia nel motorsport ha reso il ko particolarmente umiliante. Vorrei aggiungere subito: peccato per Leclerc – fuoripista mentre era in grande rimonta – vittima del suo giustificabile ardore giovanile e peccato per Hulkenberg – anche lui a muro – che proprio in casa poteva finalmente salire per la prima volta in carriera sul podio e far sorridere gli uomini Renault. Un bravo se lo merita anche Lance Stroll che stavolta ha dato la paga al teammate Perez grazie ad una prova coraggiosa e “tosta” che gli è valso il quarto posto. Di nuovo a punti entrambe le Alfa Romeo poi decurtati ma in attesa di appello, con un Kimi Raikkonen davvero su di giri e a momenti quasi in testa alla gara!

 

Ma torniamo a sabato. Quello che è successo alla Ferrari durante la fase calda delle qualifiche – problemi al turbo per Vettel, alla pompa della benzina per Leclerc – è chiaramente inaccettabile. Jean Todt, in diretta TV, scuoteva la testa incredulo. Intoppi non troppo gravi poi risolti, come si è visto in gara, ma che hanno costretto i piloti a rinunciare ad una prima, massimo seconda fila del tutto alla portata. Di più: se a Montecarlo fu Leclerc a subire una delusione a causa di un macroscopico errore strategico del muretto, stavolta i guai tecnici si sono accaniti sul pilota di casa, Seb, tra l’altro già in crisi psicologica, costretto a partire per ultimo. Niente male come aiuto. La SF90 cresce ma si è detto: bisogna verificare la fase di lavorazione dei pezzi. E’ la stessa cosa che successe e si disse ai tempi di Marchionne che dopo il ko di Vettel per una candela da 59 euro nel Gp del Giappone 2017 volle un responsabile qualità dei pezzi forniti. Insomma, la verità è che la Ferrari continua a pagare lo scotto di troppe, continue riorganizzazioni interne, con l’aggravante della perdita di un Presidente esigente e molto presente come era Marchionne. Binotto, che ha avvicendato Arrivabene, sta ancora scegliendo i suoi uomini; Resta è andato alla Sauber/Alfa Romeo e ora torna per pensare alla monoposto 2020. Mai visti tanti errori nei pit-stop del Cavallino. Serve, a tutti i livelli, un gruppo stabile, rassicurato, cementato. La pressione è tanta, serve un clima più sereno, Servono inoltre vertici competenti e “politicamente” pesanti in vista, tra l’altro, delle definizione delle regole future. Cesare Fiorio ancora non si capacita  di come la Ferrari abbia potuto accettare – aveva potere di veto – il varo dell’era ibrida non avendo, a differenza della Mercedes, esperienza nel campo. Non bisogna ripetere lo stesso errore ma ora, tornando alla pista, una bella prova a Budapest, prima della pausa estiva e dell’uno-due prestigioso di Spa e Monza, potrebbe davvero rimettere in sesto una stagione e un morale fin qui al di sotto delle aspettative e dei tacchi.

 

Non bisogna mai consolarsi con i guai altrui ma la disfatta della Mercedes fa capire che neanche una macchina da guerra così oliata e perfetta come quella di base a Brackley è imbattibile ed esente da momenti di impazzimento. Come succede spesso, quando le variabili diventano multiple e il muretto non gli fornisce il giusto coordinamento – incredibile la “crisi” al box durante uno dei pit stop – il pole man Hamilton perde la rotta e affonda. Le slick, in particolare, non hanno funzionato ma è andato tutto storto e, nel caos, nessuno è stato capace d ergersi a lucido salvatore della giornata. Hanno detto che dovranno riflettere e dovrà riflettere anche Bottas. Ancora battuto in qualifica da Hamilton, con il suo errore alla prima curva il finlandese ha incredibilmente gettato alle ortiche punti pesanti che gli avrebbero consentito di riavvicinare Lewis in classifica e, contemporaneamente, di allontanare la sempre più ingombrante presenza di Ocon in odore di promozione a pilota titolare. L’arrabbiatura di Toto Wolff in veste di Neubauer è di quelle che devono preoccupare (non per niente Valtteri si è già ri-offerto alla Ferrari…).

A Budapest, ora: dopo lo show di Silverstone e i fuochi d’artificio di Hockenheim sarebbe bello vedere una nuova avvincente tappa. Lì, come noto, non si supera ma andatelo a dire a Max e Charles: non sarebbero molto d’accordo!

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