(12/7/2019) – Silverstone, tempo di ricorrenze per la Williams. Lo so: pensando ad oggi sembra quasi incredibile che sullo storico circuito inglese l’altrettanto storica Scuderia – 7 titoli piloti, 9 costruttori – abbia vinto 8 volte. Quest’anno celebra il 40° anniversario della prima vittoria. Il 14 luglio del 1979 fu Clay Regazzoni a regalare a Sir Frank l’emozione unica del podio più alto, dopo anni e anni di sacrifici e di infinita passione. Lo svizzero, che quell’anno faceva coppia con Alan Jones, ci era andato vicino già a Montecarlo arrivando praticamente nei tubi di scarico della Ferrari di Scheckter. A Silverstone, partito in seconda fila, fu fortunato ad ereditare la leadership dal compagno di squadra che dovette ritirarsi per problemi al motore e tocco a lui festeggiare sul podio ma senza champagne, per onorare l’accordo con i munifici sponsor sauditi. Dopo l’esordio di una Williams – in realtà una March affidata a Patrick neve – nel 1977 e un 1978 soddisfacente, la monoposto FW07 disegnata da Patrick Head, la prima wing car Williams, stava crescendo e nel 1980 avrebbe sbaragliato il campo. I formidabili connubi Williams prima con la Honda e poi con la Renault consentono alla scuderia inglese oggi in acque davvero melmose di conservare la terza piazza assoluta per successi nel ranking generale della F1.
Detto questo, sembra veramente incredibile dover constatare la situazione attuale. Per quest’anno è andata ma cosa c’è nel futuro? La fallimentare FW42 è ormai solo un laboratorio per testare soluzioni per il 2020 e i due piloti Russell e Kubica hanno il loro da fare per domare una vettura a loro dire inspiegabile. Il DT Paddy Lowe ne ha tratto le conseguenze e si è ritirato mentre è tornato sulla scena in veste di super consulente niente meno che Patrick Head ma sono in corso contatti per ingaggiare un nuovo DT. Si lavora molto per l’anno prossimo: dopo voci di un ritorno di fiamma del motorista Renault, Claire Williams ha chiarito che il rapporto con Mercedes è solido e continuerà. Russell è giovane e ovviamente ambisce a qualcosa di meglio di vincere la partita in famiglia con Kubica: è pilota Mercedes e sembra avere buone carte in mano (anche se dovrà vedersela con Ocon…) . Diverso il discorso per il pilota polacco legato al main sponsor Rokit: l’ esperienza è certamente utile ma è stato surclassato dal giovane team mate e la sua permanenza non è sicura, con il canadese Latifi che ha già messo nel mirino il suo sedile.