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NUOVO GOA PICK UP PLUS MAHINDRA: INFATICABILE

 
(27/6/2019) – Chi cerca un pick-up robusto, affidabile e infaticabile, con un motore che spinge forte fin dai bassi regimi e non si stanca mai, ha trovato il suo compagno di lavoro perfetto: il nuovo GOA Pik-Up Plus, il veicolo commerciale della Mahindra ora nel mercato europeo, oggetto di ben 51 modifiche rispetto al modello precedente.
Le versioni a quattro ruote motrici con ridotte consentono di affrontare ogni terreno. Il vano di carico offre uno spazio davvero ampio, versatile e facilmente accessibile, perfetto anche per carichi voluminosi e pesanti, con una portata utile che va dai 995kg (4×4, doppia cabina) ai 1.195kg (4×2, singola cabina). Tutto con un occhio attento alla qualità di vita a bordo e al comfort degli occupanti, grazie ad interni molto curati spaziosi ed ergonomici. Il moderno propulsore turbo-diesel 2.2 eroga 140CV con una coppia max di 330Nm e regala a Mahindra GOA Pik-Up Plus tutta la potenza necessaria per accelerazioni rapide e per affrontare in scioltezza i percorsi più accidentati e le salite più impegnative, anche a pieno carico. Offerto in due allestimenti, S6 e S10, due versioni, singola e doppia cabina, tutte 4×2 o 4×4, Mahindra GOA Pik-Up Plus è in grado di soddisfare ogni esigenza e con gli allestimenti speciali estende ancora di più il suo raggio d’azione: mezzo antincendio, veicolo per la protezione civile ed il pronto intervento, soccorso stradale, etc…Tra i suoi punti di forza, un indovinato e personale restyling che lo rende ancora più accattivante e grintoso, un motore cresciuto in coppia e potenza e una massa rimorchiabile di ben 3.000 kg, il nuovo cambio manuale a sei marce con innesti morbidi e precisi, i dispositivi di assistenza in discesa e per le partenze in salita. I modelli a trazione integrale inseribile elettricamente sono l’ideale su qualsiasi tipo di terreno, in tutte le stagioni, e nelle situazioni più difficili, dove è richiesta un’ottima motricità. Proprio per questo GOA Pik-Up Plus è stato scelto da numerosi enti e organizzazioni pubbliche e private che operano nell’ambito della sicurezza e del pubblico soccorso.
 
Il settore dei veicoli commerciali è strategico per Mahindra e l’impegno dell’azienda indiana è totale. GOA Pik-Up Plusoffre il meglio della tecnologia Mahindra e si propone con un ottimo rapporto qualità/prezzo, tanto più importante se si pensa che oltre alla convenienza immediata, grazie alla sua leggendaria affidabilità GOA Pik-Up Pluscontinua a far risparmiare nella manutenzione, offrendo al tempo stesso praticità, qualità e tanta concretezza.
 


 




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FLASHBACK / GP FRANCIA 1999. BARRICHELLO – STEWART, PRIMA POLE A MAGNY COURS

(26/6/2019) – Un sabato da leoni per Rubens Barrichello e la Stewart, quel 26 giugno del 1999 al Gran Premio di Francia, venti anni fa. Nel corso del terzo anno di impegno, la scuderia fondata dall’omonimo grande ex pilota scozzese – 80 anni pochi giorni fa – cominciava finalmente a bazzicare le zone alte della classifica. Complici anche le bizzarre condizioni meteo, il brasiliano già in odore di Ferrari, riuscì a piazzare la sua zampata in quel di Magny Cours conquistando una emozionante pole position precedendo gli altrettanto sagaci Alesi su Sauber e Panis su Prost. Grande la gioia al box per i protagonisti di questa avventura che però ebbe vita breve. Come in gara, tutta o quasi sul bagnato. Scattato in testa, Barrichello dovette battagliare con vari piloti, safety car e pit-stop, date le condizioni della pista molto variabili tra asciutto e nuovi insidiosi scrosci di pioggia. Niente male, dopotutto, il terzo posto finale dietro Frentzen su Jordan-Mugen Honda e Hakkinen su Mc Laren – Mercedes ma prima delle due Ferrari di Schumacher e Irvine (5° e 6°)! Il 1999 fu l’annata migliore della Stewart e infatti qualche mese fu l’altro pilota della Scuderia, Johnny Herbert, a regalare l’unica vittoria al GP d’Europa al Nurburgring. Nel 2000, la Jaguar (leggi Ford) rilevò il tutto ma senza successi maggiori.
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HAPPY BIRTHDAY / PATRICK TAMBAY 70 ANNI, CUORE FERRARI

(25/6/2019) – Domenica scorsa si è corso al Paul Ricard, circuito inaugurato nel 1970: quel giorno c’era anche un giovane parigino amante dello sci, tal Patrick Tambay,  e fu allora che scoccò il colpo di fulmine per l’automobilismo. Oggi l’ex pilota ed ex ferrarista compie 70 anni: buon compleanno! Tambay, ritiratosi dalla F1 nel 1986 dopo 114 GP disputati, resta uno dei piloti più amati dal popolo del Cavallino: simpatico, calmo e con uno stile di guida molto pulito, ha legato il suo nome alla Scuderia di Maranello in uno dei suoi momenti più drammatici. Dopo il debutto con la Surtees nel 1978, il successivo ingaggio da parte della Mc Laren e una stagione 1981 tribolata tra Theodore e Ligier, la morte di Gilles Villeneuve a Zolder l’8 maggio 1982 gli aprì le porte della Ferrari. Il Drake pensò a lui per sostituire a partire dal GP di Olanda l’amatissimo canadese del quale, tra l’altro, Patrick era grande amico. Quando Gilles si trasferì in Europa, a Montecarlo, trovò proprio in Patrick un amico fidato e di lingua comune per sistemare al meglio la famiglia composta anche da Joanna e dai figli Jacques e Melanie. Tambay, poi, vinse la prima gara al volante della Rossa in Germania, nel terrificante week end che spezzò le gambe e la carriera di Didier Pironi. Lo ricordiamo tutti sventolare la bandiera sul podio con un sorriso triste, anche lui incredulo davanti a tanta amara realtà.

In quella stagione, con una 126 C2 formidabile, Tambay potè perfino accarezzare il sogno di vincere il titolo, ma erano vetture ad effetto suolo estreme – forze centrifughe pazzesche – e il francese ne pagò il prezzo procurandosi dolorosi problemi ad una spalla che lo costrinsero a saltare il Gp di Svizzera e l’ultimo Gp di Las Vegas. Storica e indimenticabile, poi, la vittoria al Gran Premio di San Marino 1983, sempre nel nome di Gilles. Fu il suo ultimo anno alla corte del Drake che lo dipinse come uno con il “complesso del semaforo” alludendo alle sue costanti brutte partenze che vanificavano gli sforzi in qualifica. L’addio, per la verità, fu brusco e al suo posto arrivò di nuovo un italiano, Michele Alboreto, ma Patrick non polemizzò da gran signore qual era ed è. Lo attendeva la Renault ma qualche podio in due anni servì solo a far decidere il ritiro dalla F1 alla Regie. Inutile il finale di carriera alla Lola. Il cuore di Tambay è restato alla Ferrari e lui risponde ad ogni chiamata dall’Emilia per rinverdire quei due anni così brevi ma così intensi e perciò indimenticabili (l’ultima ad aprile, quando è intervenuto ad una festa in onore di Mauro Forghieri a Pozza di Maranello).

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POST FRENCH GP / HAMILTON MEGA HAMMER, VETTEL MISSING, LECLERC E RICCIARDO SHOW

(24/6/2019) – C’è qualcuno che può “salvare” questo campionato? La domanda è d’obbligo dopo l’ennesima vittoria solitaria di Lewis Hamilton al Gran Premio di Francia. Il fatto è che anche la risposta sembra obbligata: no. Ieri non ci è riuscito l’unico altro a disporre di quell’arma micidiale che è la Mercedes W09 e cioè Valtteri Bottas, completamente annichilito dall’inglese. Né, dopo la bella prova di Montreal, ci è riuscita la Ferrari che se la cava con uno stantio refrain: “Non era una pista favorevole a noi”… Dunque? Dunque tanta noia, come si è visto ieri su un circuito storico ma snaturato da chicane – addio rettilineo del Mistral duro e puro – e colate di asfalto ovunque. Ho detto storico ma snaturato: un po’ come si è ridotta questa F1 sonnolenta e senz’anima. Si salvano il solito Ricciardo che, certo, ha un po’ esagerato ma che assurdamente, dopo aver subito disattenzioni alla Red Bull, ora guida una monoposto non ancora competitiva (ah, Ferrari cosa ti sei fatta sfuggire!), e poi Leclerc. Il ferrarista non può rimproverarsi nulla: al massimo sia in prova che in gara, coronata da un buon terzo posto finale con attacco a Bottas fino all’ultima curva. La sua verve fa da contraltare alla gara-ombra del compagno di squadra Vettel che nel week end francese non ha mai trovato il giusto feeling con la SF90 e si deve accontentare del quinto posto dietro il solito “guastafeste” Verstappen (anche lui in ribasso però). Il fatto che, nella fase calda del campionato, il giovane Charles sopravanzi nettamente in qualifica e in gara il quattro volte campione del mondo deve far riflettere. Vettel ha compromesso tutto il sabato, sebbene anche lui non avrebbe potuto ambire più del terzo gradino del podio, come in Canada ha rovinato tutto con l’uscita di pista sotto pressione di Hamilton. C’è sempre qualcosa che non va nel tedesco e questo è abbastanza sconcertante e inoltre così si perdono punti pesanti da capitalizzare nella sia pur remotissima ipotesi di un calo delle frecce d’argento o di un possibile harakiri interno tra Hamilton e Bottas. Quest’ultimo, sia pur frastornato dalla prepotenza dell’inglese, ha dichiarato – meno male – che non demorde e che Lewis non è imbattibile. Lo provi.


Il campionato degli altri ha visto la conferma della ritrovata competitività della Mc Laren ora quarta forza tra i Costruttori: complimenti a Sainz, molto concreto, e a Norris. Detto di Ricciardo, la Renault, che correva in casa, non ha fatto una bella figura a dimostrazione che c’è ancora un po’ di confusione dalle parti di Abiteboul e Prost. C’era da aspettarsi una gara matura da parte di Raikkonen e così è stato: dietro il compagno di squadra Giovinazzi in qualifica, ha poi inquadrato alla grande la gara ed è stato ancora lui a portare punti all’Alfa Romeo alla vigilia del 109° compleanno della Casa del Biscione. Senza punti ma non senza coraggio la prova della Toro Rosso e soprattutto dei suoi due piloti Kvyat e Albon, autori di bei sorpassi. Decisamente in ribasso le azioni della Racing Point e della Haas che nonostante un pacchetto tecnico di tutto rispetto pagano carenze varie che andrebbero analizzate meglio e risolte. Russell e Kubica, al solito, se la vedono tra di loro e, al solito, l’inglese tiene dietro il polacco… Vabbè, qualche giorno e si corre in Austria. Ai bei tempi l’appuntamento con Zeltweg era ad agosto e sovente la pioggia rendeva emozionate la gara. Vien da sperare che qualche goccia arrivi anche a giugno altrimenti…buonanotte a tutti!!!

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PARCO VALENTINO, IL PROGRAMMA SHOW DI TORINO

(18/6/2019) – A poche ore dal taglio del nastro della 5ª edizione di Parco Valentino, il Motor Show di Torino che si svolgerà dal 19 al 23 giugno, si svelano i modelli esposti che spaziano dalle ultime tecnologie in fatto di motorizzazione, con una folta rappresentanza di auto elettriche e ibride plug-in, ai modelli iconici e classici dei brand, alle novità e anteprime presentate per la prima volta al pubblico italiano.

Le meraviglie del Cortile del Castello del Valentino

Uno spettacolo che comincia dal Cortile del Castello del Valentino, cuore pulsante della manifestazione dove per 5 giorni saranno esposti modelli speciali visibili al pubblico in possesso del biglietto elettronico gratuito scaricabile su www.parcovalentino.com: le 5 Pagani della Zonda Collection che celebra i 20 anni del modello, alcuni tra i 12 cilindri Ferrari più esclusivi, come la Ferrari F40, F50, Enzo e FXX K, due tra i modelli più iconici di Lamborghini, una Miura e la Countach appartenuta a Nuccio Bertone, e la serie completa delle Porsche 911 dal 1963 a oggi, alle one-off Pininfarina Ferrari Sergio, alla Zerouno di Italdesign, Sybilla e Kangaroo di Giorgetto e Fabrizio Giugiaro, la Fiat Abarth 750 Record, la Bizzarrini P538, la Delta Futurista di Amos, Cisitalia 202, Bugatti Chiron 110 ans, Studiotorino Porsche Moncenisio, Ferrari Daytona Plaxiglass, Fenyr di W Motors, Chevrolet Ramarro e Ferrari Rainbow della collezione ASI-Bertone, Dallara Stradale, Giannini 350GP4, Bac Mono, New Stratos, Osca MT4 1450, Lancia Rally 037 EVO2, Jannarelly Design 1.

Grande soddisfazione da parte del presidente Andrea Levy: “Si tratta di un’edizione speciale di Parco Valentino, alla quale hanno creduto 54 brand che porteranno anteprime e novità di prodotto. Un’edizione da record, con la Parata di Formula 1 e la parata dei Presidenti come momenti più emozionali, e di anniversari che saranno celebrati, come quello dei 20 anni di Pagani, 110 anni di Bugatti, i 100 anni di Citroen, i 70 anni di Abarth, 60 anni di MINI, i 30 anni di Mazda MX-5, 25 anni di Fiat Coupè”.

Motorsport Paddock Formula 1 e Focus Auto Elettriche

Un posto speciale nell’esposizione lungo i viali del parco lo avranno l’anima racing e quella green di Parco Valentino 2019. Davanti al Cortile del Castello troverà spazio la pit lane riservata alle regine del motorsport che apriranno la President Parade di mercoledì 19 giugno alle ore 20: Ferrari Formula 1 126 C del 1984, March 761 del 1976, Tecno PA 123/3 del 1972 e Tecno PA 123B del 1973, Cooper-BRM del 1968, Surtees F5000 del 1971, Lamborghini Huracan GT3. Menzione speciale per un’altra monoposto, quella ospitata nello stand di Autoppassionati: la Formula 1 Alfa Romeo Racing di Giovinazzi e Raikkonen.

 

Il mondo della motorizzazione elettrica viene approfondito con il Focus Auto Elettriche che, rispetto alle precedenti edizioni, si sposta all’interno del Parco del Valentino e sarà realizzato in collaborazione con Enel X e Motor1. Queste le automobili esposte che saranno raccontate ai visitatori che potranno visionarle e provarle su strada sabato 22 e domenica 23 giugno: Audi e-tron, Nuova BMWi3, Jaguar I-Pace, Nissan Leaf, Kia e-Soul, Renault ZOE, DR3 EV, Hyundai Kona Electric, smart EQ fortwo, Volkswagen ID.3 1st, Mitsubishi Outlander PHEV, Hyundai Ioniq plug-in, Toyota Corolla full hybrid e Toyota Mirai.

 

Il vademecum dei modelli esposti negli stand

Il pubblico potrà visitare gli stand di Parco Valentino 2019 entrando dai tre ingressi ufficiali, Villoresi, Nuvolari e Ascari, e anche in quest’edizione è confermato l’orario prolungato fino alle 24, da mercoledì 19 a domenica 23 giugno. Scegliendo idealmente il portale Ascari come punto di partenza della passeggiata si troveranno:
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Battista di Automobili Pininfarina, DaVinci di Italdesign, Jaguar I-Pace Car of the Year, Nuova Renault Clio, Dacia Duster Techroad, Ford GT e Ranger Raptor (anteprima nazionale), Nissan Leaf Nismo, Spice-X SX1 F, Almas di Mole Automobiles, IEV 7S e IEV 6E di XEV, Škoda Superb iV plug-in (anteprima nazionale), Škoda Scala, Škoda Kodiaq RS, SEAT Tarraco e SEAT Ateca, SEAT Arona nello stand Motor1, Alfa Romeo Giulia nello stand dei Carabinieri, Alfa Romeo Tonale (anteprima nazionale) e Alfa Romeo Stelvio, Jeep Renegade Hybrid plug-in (anteprima internazionale), Compass e Mopar Wrangler Rubicon 1941, Lancia Ypsilon Black and Noir, Fiat 120 (anteprima nazionale), Fiat 500 X e Fiat Tipo Sport, Abarth 124 e Abarth 595, New Range Rover Evoque, Suzuki Jimny GAN (anteprima nazionale) e Suzuki Vitara Katana (anteprima nazionale), Pagani Huayra One Off, McLaren GT (anteprima nazionale), Bentley Continental GT Convertible, Porsche 718 Cayman GTS, Porsche 992 4S Cabrio, Porsche Cayenne Coupé, Bugatti Divo, Aston Martin Vantage, Mercedes Benz Nuova Classe B e E300 EQ-Power, BMW M850i Cabrio, Tesla Model 3, Chevrolet Corvette C7 Stingray, Militem Ferox, Ferrari 488 Pista nello stand di Al Volante, Peugeot 508 SW Plug-in Hybrid (anteprima nazionale), Citroën C5 Aircross, Opel Grandland X, Toyota Corolla Hybrid, Lexus UX Hybrid, Mazda CX-30 (anteprima nazionale), KIA Stinger e KIA e-Niro, DR 0 DR 3, Dir 4, Dir Evo 5 e Dr 6 , Honda CR-V Hybrid, Honda HR-V Sport e le moto X-ADV, CB650R, CB1000R e Africa Twin di Honda, Yamaha Niken e Yamaha 3CT, Quadro Qooder e Quadro Oxygen, Mitsubishi Outlander PHEV e Mitsubishi Eclipse Cross Knight, SsangYong Tivoli e SsangYong New Korando. La passeggiata si conclude con lo yacht Titanium 40 di Nadir, presentato in anteprima mondiale a Parco Valentino.

Completano l’esposizione gli stand di media ed espositori: Tuttosport, Corriere dello Sport, AM e Autosprint, Motortrend, Automoto, Iqos, Quattroruote, MotoriTV, Mak, Automobile Club Torino, L’Automobile, Coyote, La mia auto, Grace, Politecnico di Torino, McWatt, ATTS, Esercito italiano e Protezione Civile.

 

I grandi appuntamenti da non perdere

Aprirà il salone dinamico l’esibizione di Formula 1 mercoledì 19 giugno alle 20, la sfilata di race car che accenderà di passione Torino sfilando nel circuito cittadino chiuso al traffico, tra via Roma, piazza San Carlo e piazza Castello. Il via di questo spettacolare antipasto lo darà la Ferrari Formula 1 di Michele Alboreto, a seguire le altre regine del motorsport e poi la President Parade, la Journalist e la Supercar


Night Parade, quest’ultima appuntamento imperdibile per i 300 collezionisti iscritti e provenienti da tutta Italia. Giovedì 20 giugno sarà il giorno della celebrazione del 70° anniversario di Abarth, con alcune delle auto dello Scorpione riunite e in mostra in piazza Vittorio Veneto.

Sabato 22 giugno le candeline da spegnere saranno 100, quelle della festa di compleanno di Citroën che sarà festeggiata con il raduno delle 100 più belle e rappresentative auto del marchio. 100 Citroën per 100 anni è l’evento organizzato al quale parteciperanno tutti i club italiani che, con le loro auto da collezione, coloreranno i Murazzi sul Po prima di partire per la Palazzina di Caccia di Stupinigi e percorrere il circuito cittadino, tra le strade del centro. La sera sarà l’emozione della Mole Antonelliana illuminata per l’occasione, dedicata alla celebrazione di un marchio che ha fatto la storia e la cultura dell’automobilismo mondiale. Festa in grande stile anche per il 30° anniversario della mitica Mazda MX-5. Per il Mazda MX-5 Icon’s Day sabato 22 giugno arriveranno a Torino da tutta Italia i proprietari della roadster più venduta al mondo, per un grande raduno a Parco Dora dove incontreranno Tom Matano, il designer di fama mondiale e uno dei padri del progetto originale della Mazda MX-5, e l’ingegnere Nobuhiro Yamamoto, che ha dedicato oltre 20 anni della sua vita professionale allo sviluppo della roadster. Dulcis in fundo, il raduno delle MINI che celebrano i 60 anni del brand con un meeting in Lungo Po Armando Diaz e con una sfilata per il centro cittadino.

La più ricca edizione del Salone diffuso di Parco Valentino

Icone, modelli storici, celebrazioni di competizioni storiche: il Salone diffuso Parco Valentino non è mai stato tanto ricco, racconta di raduni e meeting imperdibili e se ne vedranno delle belle per le strade di Torino, dal 19 al 23 giugno. Come le auto iconiche del Petrolicious rally che ricalcheranno i successi dei raduni negli USA. Gli appassionati di Fiat Coupè, che festeggia il suo 25° anniversario, arriveranno da tutta Europa e coloreranno piazza Vittorio Veneto con tutti gli allestimenti del modello disegnato da Pininfarina.

Anche Ruzza Torino si occuperà di auto iconiche con la seconda edizione della 457 Stupinigi Experience: una selezione di Fiat 500 di ogni era partirà dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi, che della 500 fu sede natia e oggi casa del progetto 457. Le 500 sfileranno nel centro di Torino per poi raggiungere piazza Bodoni dove rimarranno in car display per la gioia del pubblico. I registri Porsche classic 356, 911-912, 914, 924-944-928-968 s’incontreranno al Parco Valentino lungo i viali del parco e si incontreranno con lo yacht Nadir, grande appuntamento.

Appuntamenti di passione anche quelli che riguardano Alfa Romeo e Lancia. A celebrarli torneranno i Biscioni Torino e i loro modelli che sfileranno in centro prima di arrivare al Cortile del Castello. E tornerà anche il Lancia Club che riporterà in vita la magia del marchio all’interno del Cortile del Castello del Valentino. E poi il 124° anniversario della più antica corsa di auto a motore, la Torino-Asti-Torino, che si è svolta nel 1895 e che a Parco Valentino vedrà una celebrazione organizzata da RACI, in collaborazione con ASI: veicoli ultracentenari saranno in esposizione in piazza Vittorio Veneto venerdì 21 giugno, per poi partecipare alla rievocazione storica della gara sabato, e concludere con la sfilata per il centro domenica 23. Parco Valentino e Autobianchi festeggiano insieme il 50° anniversario delle A111 e A112. Durante la giornata di sabato 22 giugno, in piazza Vittorio Veneto, sarà possibile ammirare da vicino esemplari dei due modelli richiamati per la festa e provenienti da tutta Italia.

Premi e riconoscimenti in nome del car design e dei grandi collezionisti

Mercoledì 19 giugno ci sarà spazio per i premi dedicati al car design. Si comincia con il Car Design Award, l’ambito riconoscimento internazionale pensato e organizzato dalla rivista Auto&Design, che vedrà l’elezione del miglior design di prodotto, miglior design di concept car e miglior brand design language.

Una grande novità di questa 5ª edizione sarà il Collector’s Award, il premio che i più grandi car designer italiani, membri del Comitato d’Onore Parco Valentino, conferiranno ai collezionisti internazionali che si sono fatti tedofori della propria passione per l’auto, condividendo i propri gioielli da collezione nei più grandi eventi automobilistici del mondo. A seguire il Parco Valentino Designer Award, premio dedicato al fiore all’occhiello di Parco Valentino, il car design. I riconoscimenti saranno consegnati ad Alfredo Stola che festeggia i cent’anni della famiglia Stola per l’automobile, e a Giovanna Scaglione, figlia di Franco Scaglione, dalla cui matita sono nate leggende come l’Alfa Romeo 33 Stradale e la 750 Record Bertone Abarth. Un omaggio al design sarà il riconoscimento che la Fondazione Claudio Nobis, nata per volontà di Elena Croce, con l’obiettivo di sviluppare la cultura, in particolare tra i giovani, attraverso ogni forma di approfondimento e di formazione, consegnerà a Umberto Palermo di Mole Automobiles quale promessa del car design.

Parco Valentino Classic, la passerella delle auto classiche

La 5ª edizione della manifestazione terrà a battesimo l’esordio di Parco Valentino Classic, concorso di eleganza per vetture storiche di prestigio organizzato da Auto Classic e Between che si svolgerà sabato 22 giugno. Si tratta di modelli unici, di collezionisti appassionati che si daranno appuntamento in Piazza Vittorio Veneto da dove partiranno per la sfilata a loro riservata, che prevede un passaggio in via Roma prima di arrivare al Cortile del Castello del Valentino, dove sarà premiata la Best in Show con un premio esclusivo realizzato da GFG Style di Giorgetto e Fabrizio Giugiaro.

Elettrico e futuro, la visione del Politecnico di Torino

Elettrico e futuro saranno protagonisti del MoveTo, MoveTo: un’idea di mobilità nuova arriva per la prima volta dalla pista al centro di Torino con IDRAkronos, il prototipo ad idrogeno da più di 3000 km/L e con XAM il veicolo cittadino con motore ibrido già pronto per le strade di domani. Dal 2007 infatti il Team H2politO del Politecnico di Torino sviluppa e realizza veicoli ad alta efficienza con sistemi propulsivi alternativi per la Shell Eco-marathon, competizione internazionale in cui vince il veicolo che consuma meno. Con questo evento gli studenti del Team mostreranno, con un evento dinamico, come la tecnologia sviluppata per le competizioni di oggi possa essere la base per una mobilità cittadina futura, diversa ed eco-sostenibile.

Il momento del Gran Premio Parco Valentino

Domenica 23 giugno sarà tempo del Gran Premio Parco Valentino, l’evento dinamico fiore all’occhiello di Parco Valentino, organizzato insieme all’Automobile Club Torino.

I collezionisti partiranno da piazza Vittorio Veneto per il percorso di 40 chilometri che attraverserà Via Roma e Piazza San Carlo e che li porterà fino alla Reggia di Venaria, lungo i tornanti della collina torinese, ammirando la vista da Superga e salutando la splendida via Mensa, accolti dalle istituzioni della Città di Venaria Reale, che ha patrocinato l’evento, e dal Corpo musicale “Giuseppe Verdi” della città.

Torneranno anche il Tesla Club Italy, i cui collezionisti sfileranno lungo le strade del circuito dinamico cittadino, fino ad arrivare al Parco del Valentino, e i muscle appassionati dell’USA Cars Meeting che si daranno appuntamento a Parco Dora e percorreranno le vie della città, attraversando diversi quartieri torinesi portando il rombo a stelle e strisce.
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FLASHBACK / GP CANADA 1989. LA PRIMA VITTORIA (BAGNATA) IN F1 DI THIERRY BOUTSEN

(18/6/2019) – E venne la prima vittoria di Thierry Boutsen: 18 giugno 1989, Gran Premio del Canada, trent’anni fa! Una gara bagnata, con molti colpi di scena, certo con un po’ di fortuna ma il pilota belga della Williams-Renault – all’epoca 31 anni – meritava il successo dopo essersi fatto notare fin dal suo esordio nel 1983 in F1 con la non eccelsa Arrows e poi nei due anni (1987-1988) al volante della più competitiva Benetton. Ma quelli erano gli anni della super Mc Laren e, in particolare del dualismo Senna-Prost. Proprio i due galletti di Ron Dennis monopolizzarono anche la prima fila di Montreal ma le condizioni meteo (pista bagnata) e, per una volta, la precaria affidabilità delle monoposto bianco-rosse ed altri colpi di scena regalarono la gioia del gradino più alto del podio ad uno degli eredi della grande tradizione belga dell’automobilismo. Boutsen si ripeterà a fine stagione, in Australia, ancora su pista bagnata.

LA GARA – Gomme da asciutto o da bagnato? Questo il dilemma di tutti sulla griglia di partenza del Gran Premio del Canada che vedeva Boutsen in terza fila col sesto tempo mentre il compagno di squadra Patrese aveva spuntato il terzo tempo, dietro le due imprendibili Mc Laren, subito in testa. Altrettanto rapidamente, però, si dovette ritirare uno dei protagonisti, Prost, con una sospensione rotta e da quel momento il valzer dei cambi gomma caratterizzò la gara, resa imprevedibile dagli scrosci di pioggia che si susseguivano. A ritrovarsi in testa con un buon vantaggio fu Patrese che ritardò il pit-stop mentre Senna cominciò a recuperare dalle retrovie fiutando il colpaccio in assenza dell’arci-rivale francese. Il cambio gomme di Patrese costò la prima posizione, rilevata dal brasiliano che sembrava potersi così avviare facilmente verso la vittoria ma a tre giri dal termine il cedimento del motore Honda riservò un altro colpo di scena. E qui venne fuori Boutsen che, accorto e preciso sull’asfalto viscido, si ritrovò primo davanti a Patrese e De Cesaris (primo podio per la Dallara)  regalandosi un’emozione che non dimenticherà.
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FERRARI – FIAT, 50 ANNI FA L’ACCORDO

(17/6/2019) – Il 18 giugno 1969 è una data importante della storia Ferrari. Cinquanta anni fa, il Drake, accompagnato dal fido Franco Gozzi, salì all’ottavo piano della sede Fiat a Torino, in Corso Marconi, per un colloquio con l’avvocato Gianni Agnelli. Da quell’incontro, lo storico accordo – annunciato il 21 giugno e poi perfezionato legalmente l’1 agosto – in base al quale la Fiat diveniva azionista al 50% della Ferrari con la “postilla” imprescindibile della totale autonomia del Drake per quanto riguarda la Gestione Sportiva.Da un lato, Enzo Ferrari assicurò un solido futuro all’azienda (e ai suoi dipendenti), da quel momento parte di un conglomerato industriale tale da consentire adeguati piani di sviluppo in un contesto mondiale sempre più competitivo; dall’altro ottenne la rassicurazione alla quale più teneva e cioè, la completa di libertà in fatto di controllo di tutta l’attività sportiva. Lui si sentiva un Costruttore e tale voleva rimanere. Agnelli, in maniera lungimirante e rispettosa, non fece una piega contrariamente a quanto avvenne sei anni prima, quando un similare accordo con la Ford saltò bruscamente all’ultimo secondo proprio perché il Drake non ravvisò nelle carte analoga disponibilità da parte dei vertici americani. Affare fatto, dunque, diversamente da quanto accadde circa 50 anni prima: un giovanissimo Enzo Ferrari, reduce di guerra con in mano una lettera di referenze del Comandante del suo reggimento, si presentò nella sede di Corso Dante a Torino pieno di speranze ma venne congedato dall’ingegner Soria senza ottenere l’agognato impiego. Le celeberrime memorie del Drake narrano di calde lacrime su una gelida panchina del Parco Valentino in attesa del riscatto…

 

L’accordo del giugno 1969 rappresentava l’atto finale di un percorso avviato già dal 1965. L’anno prima la Ferrari si era laureata campione del mondo di F1 con Surtees e in quel periodo spopolava nel Mondiale Marche. Fiat propose al Drake lo studio di un motore sportivo che poi avrebbe prodotto in almeno 500 unità per le auto torinesi. L’accordo aveva duplice valenza in quanto valse la possibilità di motorizzare vetture di F2 in base al regolamento della Commissione Sportiva Internazionale che  richiedeva per l’adozione proprio quel numero minimo di vetture di serie. Quelle vetture vennero chiamate Dino. Anche il rapporto con l’Avvocato non era nuovo per quanto non profondo. I due “giganti” si erano conosciuti 20 anni prima e incontrato quattro volte, oltre ad una puntata a Maranello per il ritiro di un prototipo carrozzato Pininfarina e, da suo desiderio, guida centrale. I due si stimavano e rispettavano per cui quel 18 giugno 1969 l’accordo venne facile, quasi naturale. Nel 1937, le memorie di Ferrari riportano a galla un altro accordo però sfumato. L’allora ambizioso Presidente della Scuderia Ferrari propose al professor Valletta un’alleanza tricolore, la Scuderia Italia, che comprendeva anche l’Alfa Romeo – allora gestita dal reparto corse di Maranello – per fronteggiare lo strapotere tedesco. Prima dell’esclusiva Fiat, analoga situazione naufragò per problemi legati all’Alfa, in quel momento già Autodelta per quanto riguarda le corse. Ma tant’è, Fiat-Ferrari, tra alti e bassi, ha funzionato e siamo alle nozze d’oro. “A Maranello – scrisse Ferrari – io ho dato il nome di una fabbrica di automobili. La Fiat ha realizzato una vera fabbrica di automobili”.
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LA F1 E’ MALATA. AIUTATELA

(16/6/2019) – F1 IS SICK. PLEASE, HELP THEM. Comincia la settimana del Gran Premio di Francia ma la F1 è ancora scossa dai fatti del Canada. la penalizzazione di vettel, reo di condotta pericolosa, e la conseguente mancata vittoria della Ferrari ha fatto saltare i freni inibitori. Sissignore, la F1 è malata e stravolgere in questo modo il responso della pista ha scatenato il dibattito, soprattutto in vista delle nuove regole che dovranno governare il Circus dal 2021. ma c’è sofferenza e insofferenza: troppe regole, troppi artifici, troppi blocchi e divieti. Di contro: poca concorrenza, pochi grandi assi, poca attratività, tifosi perplessi. Si predica il contenimento dei costi mentre tutti gli addetti ai lavori affermano che non si contiene un bel nulla. Come in ogni cosa che si vuole sviluppare, occorre liberare dai lacci, consentire l’accesso agevolato, aprire a più fornitori, dare spazio a piloti formati. Sotto potete leggere le ultime dichiarazioni che evidenziano il malessere, Liberty media non può non tenerne conto. Va bene, vediamo di goderci la Francia ma la china intrapresa è di quelle brutte. Il momento per un ravvedimento generale è adesso o non sarà certo un gran premio ad Hanoi a riportare in vita questa che era una palestra di ardimento e di sport. Con la S maiuscola.

VETTEL (Ferrari): “Questo non è più lo sport di cui mi sono innamorato quando lo guardavo alla TV”. 

ABITEBOUL (Renault): “Se quello che è accaduto è un problema dovremmo sederci attorno ad un tavolo e discuterne”.

BROWN (F1) – “Nessuno di coloro che assume il ruolo di steward ogni week end ha un’agenda segreta, i fan possono starne certi”.

STEINER (Haas): “Gli pneumatici? Ogni volta c’è qualcosa di nuovo. Quello che impari in un weekend non significa che potrai applicarlo al 100% nel successivo. Questo è difficile. Ogni volta è una nuova sorpresa, come il Kinder Sorpresa: cosa troverai dentro?“.

HAMILTON (Mercedes) – “La F1 dovrebbe essere molto difficile a livello fisico, invece i giovani arrivano e si adattano presto. Liberty Media ha preso il comando della F1 da un paio d’anni ma i problemi sono sempre gli stessi. La gente vorrebbe vedere più spettacolo ma il divario tra i primi team e gli altri è ancora molto grande”.

VERSTAPPEN (Red Bull): “Se vuoi solo correre sempre più veloce potresti mettere un robot in macchina. C’è così tanta politica, dovrebbe esserci una sola persona, della FIA o della FOM, che dica: sarà così. Sarebbe positivo se i regolamenti restassero gli stessi per molto tempo”.

WOLFF (Mercedes) – “C’è solo un modo per rendere le gare migliori ed evitare un divario eccessivo tra top team e le scuderie più piccole: non modificare le regole”.

J. VILLENEUVE(Sky): E’ una F.1 senza anima e invece di darne una, si prosegue nella strada sbagliata, ovvero limitarla sempre più”.

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HAPPY BIRTHDAY / JACKIE STEWART 80 ANNI, ICONA DELLA GOLDEN F1

(11/6/2019) – In tempi così algidi per il mondo delle corse, celebrare gli 80 anni di Jackie Stewart è un sollievo, una goduria. Ebbene sì, oggi il grande ex pilota scozzesefesteggia il compleanno nel 50° anniversario del suo primo, dei tre, campionati del mondo di F1 vinti: quello del 1969 al volante della Matra gestita dal mentore Ken Tyrrell che poi l’avrebbe coinvolto nella sua avventura da costruttore, dopo un anno di “purgatorio” con una March, regalando ad entrambi altri due titoli, nel 1971 ed nel 1973 tanto da guadagnarsi l’appellativo di campione degli anni dispari. Dopo la morte di Surtees e più recentemente di Lauda, Stewart è l’unico iridato della massima formula in vita e rappresenta come meglio non si potrebbe la F1, la sua essenza, almeno. Eccellente nel tiro al piattello, Stewart non ci mise molto a scoprire le auto dato che in famiglia padre e fratello erano dediti alle corse e ci mise ancor meno a dimostrare il suo talento innato. Da Tyrrell stesso a Bruce Mc Laren, a Colin Chapman, tutti furono impressionati sin dai primi brucianti chilometri percorsi da questo giovane tanto veloce quanto avveduto. Le offerte fioccarono, infatti, ma lui pensò bene di non bruciare i tempi e di compiere un percorso graduale: F3, F2 e F1 dove esordì nel 1965 su BRM ottenendo subito una vittoria a Monza. Nel 1966 fu eletto Rookie of the Year a Indianapolis, mica noccioline.
CARRIERA, BUSINESS E SICUREZZA – Poi la storia è nota: altri due titoli, 27 vittorie, la rivalità con Fittipaldi e la Lotus, il ritiro a fine 1973 già deciso ma reso amarissimo dalla tragica morte a Watkins Glen del fidato compagno di squadra Francois Cevert. L’incidente avvenne durante le prove e Jackie decise di non correre quell’ultimo gran premio che sarebbe stato il 100° della carriera. Era davvero abbastanza, ne aveva sopportati troppi di morti ed egli stesso se la vide brutta a Spa nel 1966 quando rimase intrappolato nella sua vettura con la tuta inzuppata di benzina con soccorsi pressoché inesistenti. “Corriamo in bare ambulanti”, disse una volta. Si impegnò come pochi sul tema sicurezza e con la sua influenza riuscì a far apportare miglioramenti netti ai circuiti e, tra i colleghi, impose la scelta del casco integrale e delle cinture di sicurezza. Nello stesso tempo, è stato abilissimo nel “commercializzare” la sua immagine da copertina, il primo vero business driver con i suoi occhiali e il cappello simboli di un’epoca irripetibile. Poi, nella sua storia, la bellissima moglie Helen, l’amato figlio Paul e anche la fondazione in stretta collaborazione con la Ford del team di F1 che portava il suo nome: dal 1997 al 1999 una sola vittoria con Johnny Herbert al GP d’Europa nel ’99. Stewart oggi è ancora parte integrante del Circus: nessuno vuole rinunciare al suo apporto, ai suoi consigli, al suo essere Jackie Stewart. Thank you Sir!

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POST CANADIAN GP / VETTEL – HAMILTON, COSI’ PERDE LA F1

(10/6/2019) – La penalitàinflitta al GP del Canada a Vettel, che è costata la vittoria alla Ferrari, è un autogol clamoroso. Hamilton gode, ma… Solo qualche giorno fa, Sean Bratches, responsabile commerciale della F1, lamentava il drastico calo di ascolti tv, ormai quasi tutta pay. Ebbene, ieri i commissari che hanno sanzionato la manovra di rientro del tedesco dopo il lungo sull’erba, hanno inflitto un altro duro colpo agli appassionati che vogliono solo vedere spettacolo e non battaglie legali. Il penalty non ci stava, lo direi anche se si trattasse delle due Williams. Vettel ha spiegato così: “Dove altro sarei dovuto andare? Ho solo cercato di controllare la vettura”. Ineccepibile, a vedere e rivedere il video, ma i solerti commissari legulei hanno colto un imperdonabile fallo d’ostruzione e definito pericoloso il rientro in pista. Se è per questo, è stato più pericoloso il rientro di Grosjean alla prima Curva 1 ma lì non si lottava per la vittoria…. Inoltre, peccato che, come ha subito e impietosamente mostrato durante la diretta Sky, nel 2016 proprio Hamilton a Montecarlo fu protagonista di un analogo comportamento ai danni del povero Ricciardo e nulla venne addebitato al malizioso inglese che andò a vincere. Insomma, ieri si è sbagliato due volte: nel mortificare l’impegno di un pilota – e chissà, forse Vettel sarebbe ugualmente stato superato e allora chapeau – e nel darsi una zappa sui piedi dimostrando al mondo che non esiste una linea decisionale unica. Dipende dall’umidità dell’area, direbbe Giacomo, il comico del trio Aldo e Giacomo. Ridiamo per non piangere.

Toto Wolff, ai microfoni, nel ricordare che in casi come quello in questione bisogna lasciare lo spazio di una macchina, ha tuonato: “Le regole sono regole. Se non va bene così, cambiamole”. E’ un tedesco napoletano: dall’alto della sua superiorità la Mercedes dovrebbe essere meno arrogante ma da quelle parti vige, sempre Wolff docet, la ferrea massima: “Non si fanno prigionieri”. E’ valso l’anno scorso per Bottas a Sochi, invitato senza complimenti a lasciare strada ad Hamilton, vale in Canada davanti all’evidenza. Hamilton, e dispiace dirlo, si è allineato ma se in Russia come in Canada gradisce salire sul primo gradino del podio subissato da fischi e buuu, affari suoi. Rimarrà nella storia della sua carriera, come Montecarlo 2016 e come il rientro in pista senza squalifica al GP d’Europa 2007 dopo essere stato sollevato da una gru! La Ferrari cerca di fare buon viso a cattivo gioco. Secondi a Montecarlo, a Montreal, su una pista comunque favorevole, sono stati confermati i progressi. Quello che preoccupa, e qui torno e chiudo sull’argomento, è l’evidente alleggerito peso “politico” della Scuderia di Maranello. Immaginate la reazione di Montezemolo a fronte dei fatti di ieri: fuoco e fiamme! Il ricorso contro la decisione di ieri è il minimo che si possa fare. Urge una presa di posizione dura e forte dell’AD Camilleri e del Presidente Elkann, la Ferrari deve difendersi di più e meglio, soprattutto ne ha gli argomenti. Altrimenti la Stella non tramonterà mai…