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POST BARHAIN GP / LECLERC DA SOGNO, FERRARI DA INCUBO. E HAMILTON GODE

(1/4/2019) – Charles Leclerc, 21 anni, è stato grande, straordinario, imponente. Il vincitore morale del Gp del Barhain. Ma quello che è successo alla Ferrarinumero 16 è stato grave. Un problema di combustione su un cilindro ha tolto sia potenza al motore di Maranello e sia la gioia della prima vittoria al monegasco. Leclerc l’aveva voluta e meritata fortissimamente fin dalle prove libere, anzi fin dal giorno dopo l’Australia quando sentiva di non aver potuto esprimere il suo enorme potenziale. Nessuno, compreso il compagno di squadra sulla stessa monoposto, è riuscito a destituirlo da tale proposito, tranne l’affidabilità. Incredibile: quella affidabilità che era stata cercata e trovata nei test di Barcellona, che comunque non era mancata a Melbourne e che, infine, è venuta meno proprio nel giorno del riscatto e  in fase di dominio. Ripeto: per un team come la Ferrari è grave e d’altronde, a caldo, il Team Principal Mattia Binotto non ha sminuito l’accaduto: “In qualche modo – ha detto – questo non è accettabile”. Si indagherà sul propulsore di ritorno a Maranello ma forse la ritrovata, netta superiorità delle Rosse dopo i balbettii australiani, ha presentato subito il conto. O forse, è questo sarebbe ancora più grave, ancora una volta si è trattato di un pezzo difettoso, un mancato controllo di qualità che all’epoca del Gp di Malesia 2017 indusse l’allora presidente Marchionne a una decisa riorganizzazione interna.


VETTEL DA RIVEDERE – Ormai è andata e almeno il terzo posto, più il punto giro più veloce mitigano un po’ l’amarezza. Ciò non vale però per Sebastian Vettel che è in un momento difficile. In Barhain è stato surclassato dal giovane Leclerc alla seconda gara in un top team ma soprattutto il tedesco – “la vettura era estremamente difficile da guidare” – ha nuovamente “perso” il duello con il rivale di sempre e cioè Lewis Hamilton. La lotta è stata bella ma il testa-coda di Seb – che ha ammesso di aver sbagliato – è ancora una volta qualcosa che non ti aspetti da un quattro volte campione del mondo. Nel corpo-a-corpo c’è ancora qualcosa che non va dopo gli errori e i contatti dello scorso anno. Il quinto posto, con una ritrovata SF90, è davvero poca cosa e infatti sempre Binotto ha parlato di “doppietta mancata”. Insomma, a Maranello c’è da essere soddisfatti per l’immediata reazione ma anche da correre immediatamente ai ripari in fatto di affidabilità e di tenuta psicologica dei suoi piloti.

Complimenti, infine, a Lewis Hamilton arrivato alla sua 74^ vittoria. Sapeva fin da venerdì di dover pagare dazio rispetto alle Ferrari in fatto di prestazione complessiva ma non ha mai mollato. E’ stata la sua forza. La strategia di gara, con l’undercut che gli ha rimesso le Pirelli red, sembrava sbagliata e invece gli ha consentito di non essere mai troppo staccato da Vettel e quindi, dopo aver domato di prepotenza il Cavallino tedesco, di poter approfittare di una eventuale defaillance dell’imprendibile Leclerc. Cosa che è puntualmente avvenuta e che, insieme al “ridimensionamento” post-australiano del compagno Bottas, lo pongono come sempre al top dei favori per il campionato mondiale.

Un bravo lo meritano, infine, Norris che ormai è una felice certezza come pure la Mc Laren rispetto al low standard al quale aveva abituato, Raikkonen che a quasi 40 anni si diverte come un ragazzino e garantisce punti all’Alfa Romeo Racing, al volitivo Albon che ha conquistato i primi punti in carriera come pure il finora sfortunato Gasly e, infine, al sempre utile Perez che dona consistenza alla Racing Point. Degli altri, ne riparleremo.

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