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“LE CORSE DI FEDERICO”, Al VIA LA 2^ TAPPA DI TARGA PUGLIA

(30/4/2019) – Far conoscere la Puglia più bella, ricca di storia e tradizioni, coniugandola con la passione per le auto d’epoca: ecco il progetto di Targa Puglia, la rievocazione dello storico giro automobilistico della regione che nel 1931 richiamò 40 partenti (solo sei all’arrivo!) per 750 km. Ebbene, dopo la prima tappa “Gargano: un nostro Patrimonio”, svoltasi lo scorso ottobre, ora tocca a “Le corse di Federico” che dal 3 al 5 maggio prossimi porterà 25 equipaggi provenienti da tutta Italia (20% pugliesi) e non solo, a bordo di splendide auto d’epoca almeno trentennali, sulle orme di uno dei più affascinanti personaggi della storia pugliese: Federico II di Svevia. Top secret sui nomi, ma è certa la partecipazione di Ariella Mannucci, vedova del grande campione rally vincitore del Montecarlo, celeberrima “vivandiera” delle gare su sterrato. La parola d’ordine delle Corse di Federico è “lento tour”: come ha ben spiegato l’organizzatore Michele Perla dell’ASD Targa Puglia, nulla di competitivo bensì un “concorso d’eleganza dinamico” che non supererà la media di 40 km/h. L’intento precipuo è infatti quello di proporre la riscoperta delle bellezze paesaggistiche e culturali di Puglia, di privilegiare “un turismo silenzioso e di nicchia, dove la lentezza valorizza appieno territori e natura, cibo, storia e cultura”. Non per niente, il FAI-Fondo Ambiente Italiano sarà parte integrante dell’evento e, in particolare, ha curato la tappa di Altamura. 

LA PRESENTAZIONE DE “LE CORSE DI FEDERICO”
IL PROGRAMMA – Si parte venerdì 3 maggio con un primo raduno e le verifiche tecniche nei pressi di Castel del Monte; a seguire, gli equipaggi partiranno alla volta di Trani, con una breve visita al centro storico e, ancora, alla volta di Barletta, che, grazie alla proficua collaborazione dell’Amministrazione Comunale, ospiterà i partecipanti permettendo loro di trascorrere la serata di sabato 4 maggio all’interno del Castello, nel quale sarà anche allestita la Cena di Gala per la premiazione degli equipaggi. Previste, ancora, le tappe di Altamura, con la visita alla Cattedrale e l’esposizione delle auto storiche e di Canne della Battaglia, con il suo suggestivo sito archeologico. A patrocinare l’iniziativa, oltre ai Comuni di Barletta, Trani e Altamura, la Regione Puglia-AgenziaPuglia promozione, ACI Bari-Bat, ACI Storico, il Museo dell’Auto di Torino, il FAI e il Touring Club.Italiano.  Le Corse di Federico rappresenta il compimento della prima metà dell’ambizioso giro della regione progettato da Targa Puglia: la successiva tappa,CeleBRiTA’ si svolgerà nell’area geografica di Brindisi e Taranto e, a seguire, SA(di)LENTO concluderà il tour spingendosi nella parte più a Sud della Regione: il Salento.

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GP BARI 2019, RIEVOCAZIONE GRANDI NUMERI. Le foto

(29/4/2019) – Tre giorni di festa dei motori, sport, convivialità: il bilancio della sesta edizione della rievocazione del Gran Premio di Bari, organizzata da Old Cars Club, è ancora una volta positivo e qui troverete tante foto. Dopo la suggestiva prova notturna del sabato, a ricordo della 6 Ore del 1955 riservata alle vetture Sport e vinta da Cesare Perdisa, l’esposizione di Porsche e Ferrari e la parata Ducati, sono stati 46 i bolidi provenienti da tutta Italia impegnati nelle tre manches disputate a partire dalle 9.30 di domenica dopo l’apertura con l’inno nazionale sotto la Tribuna d’Onore allestita in Piazza Prefettura.
Per la cronaca, ad aggiudicarsi la gara di regolarità è stato l’abruzzese Mauro Giansante alla guida di una Ermini 1100 Sport del 1946: con una penalità di valore 57, è stato lui a rispettare maggiormente i tempi di ogni giro – 6 in totale per ogni macchina, da percorrere in 4’20” -registrati dai pressostati e dai giudici di gara. Secondo classificato il leccese Pietro De Marco con una Jaguar C-Type del 1962, mentre la terza piazza del podio è stata conquistata da Raffaele Barletta, di Forlì, con una Monaci Bimotore 8C del 1952 Tra le diverse e bellissime macchine d’epoca che hanno sfrecciato sul circuito appositamente allestito, che in parte ricalca quello che tra il 1947 e il 1956 è stato il teatro della gara internazionale di F1 barese, c’erano Maserati, CisitaliaStanguelliniAbarthErminiMonaci e molte altre. Il cronometro ha sancito la classifica, ma il vero termometro della manifestazione è stato l’entusiasmo della folla sapientemente “animata” dallo ormai storico speaker ufficiale Luca Loiacono, insieme a Giuseppe Joe Gelonese che ha assicurato il racconto della manifestazione in inglese. Starter e testimonial speciale è stato Cesare Fiorio, ex direttore sportivo della Ferrari nel periodo immediatamente successivo la scomparsa del Drake, che oltre a sventolare la bandiera a scacchi si è cimentato anche in una sessione al simulatore.



CURIOSITA’ – Il pilota “eminenza grigia” della gara? Il teatino Fernando Di Felice, 81 primavere portate splendidamente, a bordo di una fiammante FIAT Abarth Sport del 1968 (21^ in graduatoria). Folta la rappresentanza femminile: da Noicattaro: Emma Chicco, 20 anni,  su Formula Monza del 1966 (25^ in graduatoria), uno splendido bolide gialloblu che è stata la prima auto ufficiale di un giovanissimo Michele Alboreto. In pista anche le 23enni Valentina Chicco e Giorgia Settanni a bordo di una Triumph Moss Monaco del 1964 (15^ in graduatoria). Tra gli altri baresi in gara, Raimondo Roseto, su una Stanguellini Formula del 1956 e Giuseppe Baldassarre su una De La Rose De Blanc del 1959. «È stato davvero un evento dei record che speriamo possa proseguire sempre per portare il sano sport e la più calda passione automobilistica nella città di Bari – ha concluso uno sfinito ma felice Antonio Durso, Presidente di Old Cars Club – ringrazio tutti coloro che hanno deciso ancora una volta di sostenerci e di contribuire alla perfetta realizzazione della nostra iniziativa». L’appuntamento, biennale, è dunque al 2021!


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POST AZERBAIJAN GP / MERCEDES MONSTRE, LA FERRARI ORA DEVE RISCHIARE

(29/4/2019) – Al termine del Gran Premio di Azerbaijan, ancora a caldo, il DT e TP della Ferrari Mattia Binotto ha detto una cosa importante: “Dovremo fare delle scelte. Essere più aggressivi”. In sostanza, dopo quattro gare e quattro doppiette Mercedes, all’uomo di Maranello è chiaro che le frecce d’argento sono ancora una volta superiori e che non c’è già più tempo da perdere per invertire il trend. Occorre rischiare e cioè anticipare gli sviluppi della SF90 e oltrepassare i limiti tecnici oltre i quali l’affidabilità diventa precaria. Fermo restando, inoltre, che è altrettanto urgente lavorare molto sul miglior sfruttamento degli pneumatici Pirelli 2019. A tal proposito, Vettel – anche lui – non poteva essere più chiaro: “Abbiamo una buona macchina ma non riusciamo a metterla in condizione di ottenere i risultati che può raggiungere. È come un cubo di Rubik, bisogna mettere insieme tutto”. Siamo dunque molto distanti dai risultati e dai toni ottimisti dei test collettivi di febbraio a Barcellona dove a questo punto è lapalissiano che la Mercedes si è nascosta. Un po’ come fa nei turni di prove libere, quando lascia spazio agli exploit altrui per poi piazzare la zampata che conta in Q3: sì perché partire davanti, nonostante nuove regole e piste più o meno facili dal punto di vista dei sorpassi, resta sempre pressoché decisivo, come si è potuto rilevare anche a Baku. In questo quadro ferrarista abbastanza fosco si dirà: e Leclerc allora? Il monegasco, in effetti, fa sperare. Il muro in qualifica –vabbè succede, ma non diventi una regola – ha vanificato una probabile pole position e in gara, francamente, il ragazzo sembra averne di più del blasonato compagno di squadra quattro volte campione del mondo. Anche se fosse partito davanti, per la verità, non credo avrebbe potuto resistere alle due mostruose Mercedes ma il terzo gradino del podio era suo. Si può contare molto su di lui.

 

HAMILTON VS BOTTAS: E’ “GUERRA” – Giochi fatti, dunque? Beh, calma. Come ha sottolineato Hamilton, per loro è il miglior avvìo di stagione, ma è presto per archiviare il campionato. Come detto, la Ferrari è pronta a rischiare (e non dimentichiamo che in Barhain dominava), la Red Bull molto probabilmente alzerà l’asticella delle sue prestazioni e infine non si sottovaluti che in Mercedes è in atto una “guerra” tra i suoi due pimpanti portacolori. Bottas quest’anno è davvero un altro, sicuro ed egoista come si richiede ad un pilota di F1 vincente, segno che i penalizzanti ordini di scuderia del 2018 lo hanno scosso nel profondo. Hamilton, però, è Hamilton… Ora si combatte di fioretto ma molto presto si potrebbe passare alla clava, cosa d’altronde successa persino con l’(ex) amicone Nico Rosberg. L’inglese ha a portata di mano il sesto titolo mondiale e molti record intermedi (vittorie, pole positions) e nonostante dichiari di non pensarci troppo in realtà e ferocemente dedicato ad agguantare tutto il possibile. E’ anti-sportivo ma ora come ora a Barcellona, prossima tappa del mondiale, più che a battere le W09 gli altri possono solo “sperare” che accada quel che Lewis e Nico combinarono nel 2016…
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TOYOTA, NEL 2009 L’ULTIMO ANNO IN F1. IDEA RITORNO?

(26/4/2019) – Dieci anni fa la Toyota correva in Formula 1 e al Gran Premio del Barhain, il 23 aprile 2009, addirittura monopolizzò tutta la prima fila con Jarno Trulli in pole position e il suo compagno Timo Glock al fianco. Il preludio della definitiva affermazione? No, il canto del cigno. Al termine di quella stagione, infatti, la Casa giapponese decise di abbandonare la massima formula nonostante il progetto già pronto della nuova monoposto 2010. Quel giorno, sul circuito “desertico” di Shakir, la grande performance in qualifica fu resa vana da una poco comprensibile strategia di gara che prevedeva al primo pit stop il passaggio agli pneumatici duri. Jenson Button, sulla sorprendente BownGp, ringraziò e, forte anche di un primo stint più lungo, sopravanzò tutti e vinse la gara. Ci pensò Trulli a limitare i danni con un terzo Posto dal sapore di beffa. Nel prosieguo di stagione la Toyota RVX-09 accusò un calo prestazionale e a nulla valsero i secondi posti di Glock a Singapore e di Trulli a Suzuka (pista dove in qualifica Glock ebbe un incidente, sostituito da Kobayashi). I vertici dagli occhi a mandorla decisero che l’avventura cominciata con enormi aspettative nel 2002 con Salo e Mc Nish – anche come fornitore di motore alla Williams 2007 – finiva lì.
Diversi podi certamente, ma nessuna vittoria e per una Casa di tal blasone il bilancio non poteva essere più giustificabile. Peccato per la F1, peccato soprattutto per Trulli che da lì cominciò la sua fase discendente di carriera chiusa alla Lotus poi Catheram. Idee di ritorno? Pare di no, la Toyota ora è impegnata nel WEC (che però va a cambiare) e nel Mondiale Rally ma molto dipende dalle nuove regole 2021 (tecnica e costi) della F1. Dopo aver centrato la 24 Ore di Le Mans, il desiderio di imporre la propria supremazia sul massimo palcoscenico mondiale ci sarebbe…
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GRAN PREMIO DI BARI 2019, PROGRAMMA E NOVITA’

(24/4/2019) – La macchina organizzativa della 6^ edizione della rievocazione del Gran Premio di Bari, in programma da venerdì 26 a domenica 28 aprile a cura dell’Old Cars Club presieduto da Antonio Durso, è partita e tutto lascia pensare che sarà un’altra grande festa. Dei motori e della città di Bari, ormai abituata a questo appuntamento biennale con la gara di regolarità per auto d’epoca che riporta a galla tanti ricordi del periodo 1947-1956: anni di rinascita, di personaggi illuminati, di grandi campioni del volante, da Ascari a Fangio, da Moss a Nuvolari, e grandi Case automobilistiche (Ferrari, Alfa Romeo, Maserati, Talbot) che scelsero la gara internazionale di F1 non titolata in riva all’Adriatico per riaffermare la loro gloria. Tra le gloriose partecipanti di quest’anno segnaliamo la Maserati 6CM che fu di Villoresi, Taruffi e Ascari, la Taraschi Urania 750 Sport appartenuta alla prima pilota donna di F1, Maria Teresa De Filippis, la Stanguellini Junior, la Cisitalia D46 e la Monaci Bimotore 8C.


PROGRAMMA E NOVITA’ – Ma veniamo al programma 2019, che presenta tante belle novità. Intanto, la manifestazione si avvarrà di un testimonial d’eccezione e cioè quel Cesare Fiorio, ex pluri-vincente DS Ferrari e Lancia, che non abbisogna di tante presentazioni. Un grande colpo che amplia la dimensione ormai ultra-nazionale dell’evento barese “lanciato” nei mesi scorsi sia alla BIT di Milano che alla Fiera di Berlino per cui si spera di vedere molti turisti e appassionati in più. Tra gli eventi collaterali, giovedì 25 aprile il Mini Gran Premio di Bari in collaborazione con l’Unicef (ci sarà il Direttore Generale Paolo Rozera): la gara per bambini dai 4 ai 10 anni che alla sua seconda edizione entra a far parte del circuito della solidarietà che prevede 10 tappe nazionali con Bari a fare da gara non competitiva d’esordio. Nella seconda giornata, sabato 27 aprile, a partire dalle ore 21 fino alle 23.30, andrà in scena la suggestiva Gara notturna di regolarità che vuole rievocare la 6 Ore del 1955 che si disputò appunto senza la luce del sole. La vicinanza con Matera e la “storica” partecipazione all’evento delle Ferrovie Appuro Lucane ha infine prodotto l’idea di portare in treno tutti i partecipanti, venerdì 26 aprile, a visitare la Capitale Europeadella Cultura 2019 per un gemellaggio di grande valore e sicuro interesse.

OGGI IL PROLOGO Il prologo avverrà oggi 24 aprile con l’evento: “L’Auto è di moda” by Top Fashion model di Carmen Martorana, durante la quale la fashion designer Maria Pina Eramo presenterà due capsule di abiti e Miss and Lady by Giulio Lovero una collezione ispirata agli anni ’50 alla presenza si due auto appena restaurate dalla collezione ReMarketing. Venerdì 26 aprile il posizionamento delle auto storiche in zona Paddock (di fronte la Prefettura) dalle ore 9.00 mentre sabato 27 è prevista la mostra statica di auto e moto storiche del club in Corso Vittorio Emanuele (tra Via Cairoli e Corso Cavour). A seguire: sfilata dei mezzi in parata e, dalle 19, esibizione Ducati Italia sia MotoGp sia moto storiche (’47-’56). Il clou, domenica 28 aprile con la rievocazione a partire dalle ore 9.30 e al termine la premiazione in zona paddock. “Sono contento e orgoglioso di questo programma nel mio primo anno di presidenza dell’Old Cars Club – dice Antonio Durso – e siamo tutti carichi di adrenalina perché abbraccerà tanti ambiti, dallo sport alla moda, alla beneficenza”. Allacciate le cinture, si parte!

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MIRACOLO A IMOLA: IL 23 APRILE 1989 L’INCIDENTE DI BERGER

(23/4/2019) – Terzo giro del Gran Premio di San Marino, Imola, 23 aprile 1989, che incidente 30 anni fa esatti! La Ferrari 640di Gerhard Berger affronta la temibile curva del Tamburello ma invece di piegare decisamente a sinistra fila dritta come un missile verso il muretto. Ad una velocità stimata di circa 290 km/h la Rossa di Maranello impatta tremendamente e dopo alcune piroette prende fuoco. Fiamme alte e feroci. Sembra finita per l’austriaco che nemmeno si intravede né dimostra di poter uscire dall’abitacolo. Dopo alcuni interminabili secondi, la salvezza: sul relitto piombano i “Leoni” della CEA che in pochi istanti domano le fiamme e tirano fuori il pilota. Sono attimi di angoscia, il telecronista RAI Mario Poltronieri descrive come può la tragedia in atto. Fortunatamente Berger, cosciente, dà segni di vita. Trasportato in ospedale, si salverà. Trasferito poi in un ospedale austriaco, se la cavò con una costola rotta e ustioni non gravi.
 
Questa la cronaca essenziale di quanto accadde quel pomeriggio che stava per trasformarsi da giorno di festa a notte dello sport automobilistico. La Ferrari veniva dalla grande e sorprendente vittoria con Nigel Mansell nel gran premio inaugurale della stagione, in Brasile. La nuova monoposto firmata da John Barnard aveva stupito tutti, prima affermazione per una monoposto dotata di cambio al volante, la grande novità tecnica 1989. A Imola, l’inglese partì in seconda fila, dietro solo le fortissime MC Laren-Honda di Senna e Prost, e l’austriaco in terza col quinto tempo. Nel fatidico terzo giro, però, la sua Ferrari – come si vide bene dalle immagini TV – perse un pezzo dall’ala anteriore. Senza più direzionalità e ad altissima velocità, il risultato è stato quello descritto e, davvero, solo per miracolo Berger può raccontarla ancora oggi. La gara venne sospesa e poi ripresa: per la cronaca, il DS Fiorio prese la sofferta decisione di fermare l’altra Ferrari di Mansell a fronte dell’incertezza tecnica sulle cause dell’incidente e vinse Senna davanti a Prost – terzo Nannini – che però lo accusò di non aver rispettato i patti alla partenza. Solo l’inizio di un dissidio insanabile che troverà il suo culmine a Suzuka, in ottobre…

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HAPPY BIRTHDAY / ANTHONY DAVIDSON 40 ANNI, SEMPRE A UN PASSO DALLA GRANDE F1

(18/4/2019) – C’è un che di sfortuna nella carriera di Anthony Davidsonche oggi compie 40 anni. Happy birthday!. Al pilota inglese sono sempre state riconosciute, già a partire dagli esordi in kart e in F. Ford e poi in F3, ottime doti di collaudatore e di velocità pura, ma la F1, suo naturale obiettivo, gli è sempre sfuggita. Le sue qualità gli hanno permesso comunque di laurearsi campione del mondo endurance nel WEC 2014, con la Toyota. Le gare di durata sono il suo attuale impegno in seno al Team Dragon Speed di Jacky Chan. Questa, in estrema sintesi la sua carriera. La F1, dicevo. Già collaudatore e terzo pilota BAR, l’esordio è avvenuto nel 2002 con la Minardi anche se solo per sostituire temporaneamente Yoong. Alla trasformazione BAR in Honda lui c’era, guadagnandosi il rispetto dei giapponesi che gli ha consentito di approdare finalmente nel 2006 alla “consorella jap” SuperAguri con un volante fisso. Ma, vedi sfortuna, nonostante tante speranze nel 2007 butta male e nel 2008 il team in crisi finanziaria addirittura si ritira dopo il GP di Spagna! Nel 2009 la storia è nota: la Honda si trasforma in BrawnGp e vince il mondiale con Anthony terzo pilota… Tramontato il sole della F1 (nel 2013 è comunque terzo pilota Mercedes)  avviene la conversione sulla via dell’endurance ed è in questa categoria, con i colori Toyota, che si prende le sue soddisfazioni con tante vittorie e il titolo 2014, e anche qualche grosso spavento come nel 2012 alla 24 Ore di Le Mans – due volte sul podio ma mai la vittoria nella classica francese – vedi decollo e rovinoso schianto dopo una incomprensione con una Ferrari GT. Dal 2018 è con la LMP2 della DragonSpeed ma il mondo della amata F1 lo comprende ancora: nel contempo è commentatore Sky.


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JODY SCHECKTER IN VISITA A MARANELLO, 40 ANNI DOPO IL TITOLO MONDIALE

(16 aprile 2019)Jody Scheckter, che l’anno prossimo compirà 70 anni, è tornato a Maranello: il campione del mondo Ferrari 1979 ha varcato ieri i cancelli della fabbrica a distanza di 40 anni dai giorni felici della conquista del suo unico titolo di F1. Era il 9 settembre 1979 quando il sudafricano si laureò matematicamente a Monza con la Ferrari 412 T4 dopo una gara impeccabile e anche grazie all’aiuto del compagno di squadra Gilles Villeneuve che pensò a stoppare l’avversaria Ligier di Jacques Laffite. Ad accogliere Scheckter nello storico ingresso di via Abetone 4 è stato il Vicepresidente, Piero Ferrari che ha sempre espresso grande stima e simpatia per il pilota di East London. Jody ha visitato l’azienda iniziando dalle aree dedicate alla produzione delle auto di serie – le linee di assemblaggio delle vetture V8 e V12, la Nuova meccanica e il dipartimento Ferrari Classiche – concludendo poi la giornata in Gestione Sportiva. Non è mancata la puntata alla pista di Fiorano – quanti giri di prova qui! – dove è entrato nel garage di F1 Clienti, per ammirare un numero record di monoposto Ferrari che qui vengono tenute in custodia e manutenute dai meccanici di Corse Clienti. Alla fine, è stato nel reparto a lui congeniale, quello F1, insieme al Team Principal e Managing Director della Scuderia Mattia Binotto. I due, accompagnati ancora da Piero Ferrari, hanno visitato le aree nelle quali le Rosse di Formula 1 vengono ideate e progettate fino a prendere forma e ad essere assemblate prima di scendere in pista. Prima di lasciare l’azienda, Scheckter ha fatto il proprio in bocca al lupo a tutta la squadra che già guarda al quarto appuntamento della stagione, il Gran Premio dell’Azerbaigian a Baku.
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HAPPY BIRTHDAY / CHRISTIJAN ALBERS 40 ANNI, L’ALTRO OLANDESE

(16/4/2019)Piloti olandesi, prima di Verstappen ci hanno provato in molti: tra il 2005 e il 2007 fu la volta di Christijan Albers che oggi compie 40 anni, auguri! Minardi, Midland, Spyker: questi i team con i quali ha invano tentato di mettersi in luce, lui che poteva vantare un brillante curriculum. In pista dal 1997, aveva vinto il campionato nazionale kart e quelli di F. Ford (anche in Belgio). Suo anche il campionato tedesco di F3 1999. Subito tester Minardi nel 2001, è nel DTM che si mette in grande luce fino a diventare vice campione nel 2003 col team HWA (l’anno successivo sarà terzo). E’ la svolta: contratto con la Minardi, dopo un test anche con la Jordan, ma un difficile campionato 2005 nel quale riesce a conquistare un quinto posto a Indianapolis, ma è il famoso gran premio boicottato dai team in difficoltà gommati Michelin.  Nel 2006 tenta con la Midland che ha rilevato la Jordan ma l’avventura è di corto respiro poiché il progetto viene abiurato. Quell’anno a Imola si ricorda un capottamento a seguito di un contatto con la Super Aguri di Ide. Nel 2007 subentra la Spyker ma dopo un grave errore al Gp di Francia alla ripartenza dai box durante il rifornimento, il rapporto si interrompe bruscamente dopo il Gran Premio di Gran Bretagna, ufficialmente, per la fine dei versamenti dello sponsor personale di Christian. Qui finisce l’avventura in F1, minata dalla scarsa competitività delle vetture che non hanno dato modo di tastare sul serio le qualità di questo giovane poi tornato in DTM e impegnato anche in ALMS ed ELMS con l’Audi by Kolles, e alla 24 Ore di Le Mans (rookie of the year 2009), fino a diventare nel 2014, per breve tempo, Amministratore Delegato della Catheram in declino. Oggi segue con interesse la F1.

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L’ULTIMA VITTORIA DELLA FERRARI 312 T3 ALLA RACE OF CHAMPIONS 1979


(15/4/2019) – Un Gilles Villeneuve in forma strepitosa 40 anni fa esatti portava per l’ultima volta in gara e alla vittoria la Ferrari 312 T3: accadde il 15 aprile 1979 a Brands Hatch ma non era una gara di campionato F1 bensì la Race of Champions, appuntamento fuori calendario classico in quegli anni sebbene ormai agli sgoccioli. Il canadese era reduce dal trionfo di Long Beach che bissava l’altro successo in Sudafrica, le due gare nelle quali la Scuderia di Maranello, dopo i primi appuntamenti sudamericani di inizio stagione, aveva messo finalmente in pista la T4 destinata a pensionare la monoposto che nel 1978 potè ben poco contro lo strapotere della full wing car Lotus 79 di Mario Andretti. In Inghilterra, però, grazie soprattutto alla potenza del formidabile 12 cilindri e a un Gilles decisamente in palla, trovò lo spunto per battere proprio la vettura di Chapman – alle prese con le bizze della rivoluzionaria Lotus 80 – a sua volta sul traguardo dietro anche al sempre più rampante giovane Nelson Piquet su Brabham (Lauda compagno di squadra solo quinto). Per la cronaca, quarto fu Jochen Mass (Arrows) e sesto De Angelis (Shadow).

La Ferrari 312 T3 va ricordata come una buona monoposto dell’era Forghieri. Nel 1978, Carlos Reutemann si classificò al terzo posto solo dietro le imbattibili Lotus 79 di Andretti e Peterson, grazie a tre vittorie (Long Beach, Brands Hatch e Watkins Glen) e tre terzi posti. Villeneuve vinse il suo primo GP in Canada, in casa. Nel 1979 fu impiegata solo in Argentina e infine Brasile dove Villeneuve e Scheckter si classificarono quinto e sesto, poi venne il momento della T4 da mondiale e del suo onorevole canto del cigno alla Race of Champions.

Sulla griglia inglese – solo sette le F1 ufficiali, compresa la Mc Laren di Watson, ritirato – c’erano anche le monoposto della Formula Aurora in corsa per il loro campionato alternativo con le F1 pensionate. Al volante, tra gli altri, Desirè  Wilson su Tyrrell 008, Emilio Villota su Lotus 78 e un certo Giacomo Agostini (alla fine 11°) su Williams FW06!