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Mese: Febbraio 2019
(28/2/2019) – Buon compleanno/anniversaire a Sebastien Olivier Bourdais, il pilota di Le Mans che oggi compie 40 anni: campionissimo in America, il francese non è stato altrettanto fortunato in F1dove nel 2008 e 2009 con la Toro Rosso ha avuto il compito di rappresentare la tradizione transalpina nella massima formula prima (da solo poi insieme a Grosjean). Un settimo e un ottavo posto, come migliori risultati, poi addirittura il “defenestramento” a stagione in corso, dopo il Gp di Germania, per far posto a Jaime Alguersuari. Molti ritiri, diverse gare anonime, qualche errore di troppo, un carattere, così si dice, particolare: un mix che alla corte di Franz Tost non poteva avere seguito. Peccato, le aspettative erano grandi, era sostenuto da Nicolas Todt: Sebastien veniva da un’esperienza americana più che esaltante dati i quattro titoli consecutivi in Champ Car, unico a infilare un filotto del genere.
Oltre Oceano aveva trovato l’humus adatto alle sue qualità di guida nonchè la scuderia giusta, la celeberrima Newman-Haas. D’altronde non era l’ultimo arrivato: campione di F3000 nel 2002, dopo una trafila a base di kart, F. Campus, F. Renault, F3, test F1 con Arrows e Renault e varie partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans, la classicissima della sua città natale e fatale, nel senso che ha determinato il suo destino. Fu lì, nel 1989, sull’Alain Prost Circuit, che il piccolo Seb provò per la prima volta il kart avuto in regalo da papà Patrick, suo primo mentore. Non ha più smesso e a 40 anni è di casa negli Stati Uniti (Dragon Racing, KVSH Racing) dove lo attendono altre sfide: con la 24 Ore sempre nel mirino, l’obiettivo principe è però la 500 Miglia di Indianapolis. Sul catino dell’Indiana l’anno scorso è stato vittima di un terrificante incidente in prova (VEDI LINK SOTTO) che gli ha causato fratture varie ma tre mesi dopo era già in pista.
Quest’anno, sempre con la Dallara del Dale Coyne Racing, è di nuovo indomito a caccia grossa, Alonso o non Alonso! Auguri!
(27/2/2019) – Al prossimo Salone di Ginevra, dal 7 al 17 marzo, la mitica Abarth celebra il suo 70esimo anniversario dalla fondazione con due novità: la nuova Abarth 595 esseesse e la limited edition Abarth 124 Rally Tribute, entrambe espressione autentica dell’anima racing del brand e del suo glorioso passato nel motorsport. In particolare, la prima vettura rende omaggio al leggendario kit di elaborazione degli anni Sessanta, ripresentato con successo nel 2009 sulla Abarth 500, mentre la seconda anteprima mondiale è un tributo all’Abarth 124 rally che, dopo una stagione ricca di successi, culminati con la conquista della Coppa FIA R-GT, del Campionato Europeo Rally e più di 40 successi di categoria in 12 diversi campionati nazionali, nel 2019 punta a rimanere protagonista e difendere i titoli conquistati.
Realizzata in edizione limitata a soli 124 esemplari, la nuova Abarth124 Rally è un autentico “pezzo da collezione” grazie ai suoi contenuti esclusivi “certificati” dal badge celebrativo specifico sui parafanghi e, all’interno dell’abitacolo, la targhetta metallica numerata che ne certifica l’esclusività. Prestazioni, cura artigianale ed eccellenza tecnica: come la 124Spider da cui deriva, la nuova Abarth124 Rally Tribute vanta un dinamismo e un’agilità eccezionali, grazie soprattutto all’adozione del differenziale autobloccante meccanico – tra le poche vetture a offrirlo nel segmento – e alle masse concentrate all’interno del passo. Il peso contenuto in soli 1.060 kg garantisce un’agilità elevata con un ottimo rapporto peso potenza di 6,2 kg/CV.
Il motore è un potente turbo a quattro cilindri da 1,4 litri con tecnologia MultiAir. Omologato Euro6/D, che eroga 170 CV (ovvero circa 124 cavalli per litro) e 250 Nm di coppia, per una velocità massima di 232 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,8 secondi con cambio manuale a sei marce. Le sospensioni, infine, utilizzano uno schema a quadrilatero alto all’anteriore e una architettura multilink a 5 bracci al posteriore.
Il mondo racing è il suo humus: la nuova Abarth124 Rally Tribute propone il leggendario scarico Record Monza con sistema dual mode che permette di variare il percorso dei gas di scarico al variare del regime del motore e di garantire un’erogazione sempre lineare, generando inoltre un suono intenso e profondo. Poi i freni sviluppati e prodotti da Brembo e i cerchi OZ in lega ultraleggera da 17″ in finitura Bianco Racing, che vantano una riduzione del peso di 4 kg, a tutto vantaggio di una migliore maneggevolezza e di un design ancora più sportivo.
La nuova Abarth124 Rally Tribute è disponibile in due colori di carrozzeria, Rosso Costa Brava e Bianco Turini, entrambi abbinati al cofano nero opaco, richiamo alla storica Abarth 124 Rally che adottava questa soluzione per ridurre i riflessi del sole sul pilota. Inoltre…
le calotte specchio e il DAM sono in tinta canna di fucile con livrea Rosso Costa Brava oppure Rosso Corsa in caso di carrozzeria bianca Turini. Di serie anche preziosi contenuti che contribuiscono al massimo comfort, come i sedili riscaldati in pelle, il Kit in alcantara, i tappetini Abarth e il Pack Radio Plus. Questo pacchetto comprende il sistema d’infotainment integrato, gestibile attraverso una manopola ergonomica e intuitiva sul tunnel centrale. Include un touchscreen a colori da 7 pollici, sintonizzatore digitale DAB, due prese USB, ingresso AUX e connettività Bluetooth. È abbinato a un sistema Hi-Fi Bose con 9 altoparlanti di cui 4 integrati nei poggiatesta. Il pack include inoltre il climatizzatore automatico.
Tra gli Authentic Accessories disponibili a catalogo Mopar per l’Abarth 124 spider spicca l’hard top in fibra di carbonio: tecnico, leggero e sicuro, conferisce alla vettura uno stile da coupé, ferme restando tutta l’emozione e la gioia di guidare che solo un’autentica roadster può offrire. La barra duomi maggiorata garantisce maggiore rigidità torsionale a beneficio dell’handling. Infine una serie di accessori, come il kit porta bevande con anelli silver e il bicchiere in alluminio con logo 124 Spider contribuiscono a rendere gli interni ancora più esclusivi, mentre la retina con logo Mopar per il bagagliaio ottimizza l’organizzazione del carico, per la massima libertà sulla strada.
Tra gli Authentic Accessories disponibili a catalogo Mopar per l’Abarth 124 spider spicca l’hard top in fibra di carbonio: tecnico, leggero e sicuro, conferisce alla vettura uno stile da coupé, ferme restando tutta l’emozione e la gioia di guidare che solo un’autentica roadster può offrire. La barra duomi maggiorata garantisce maggiore rigidità torsionale a beneficio dell’handling. Infine una serie di accessori, come il kit porta bevande con anelli silver e il bicchiere in alluminio con logo 124 Spider contribuiscono a rendere gli interni ancora più esclusivi, mentre la retina con logo Mopar per il bagagliaio ottimizza l’organizzazione del carico, per la massima libertà sulla strada.
(26/2/2019) – Ferrari attenta al trio Wolff-Hamilton-Bottas, non ci cascare! Mi riferisco non già alla competitività delle Mercedes che stanno, a giusto merito, monopolizzando l’era ibrida della F1 ma alla sempre più accentuata moda e/o tendenza del suddetto gruppetto di concentrarsi molto sulle faccende di Maranello e di silenziare al massimo le proprie. E’ una bella tattica che in Italia, dove ha trovato la sua apoteosi, potremmo ribattezzare “strategia della tensione”. Insinuare, riferirsi a, accennare, evocare: da Brackley negli ultimi tempi è tutto un fiorire di attenzioni nei confronti della rivale rossa che, va detto subito, non fa mancare gli argomenti sui quali tessere maliziosamente. Ma qui siamo quasi al menagramo.
Prendi Toto Wolff, un vero marpione. Sa bene di avere monoposto impeccabili, riserve infinite, risposte ad ogni attacco eppure non fa altro che magnificare a mesto capo chino il “mezzo secondo di vantaggio della Ferrari” in questi test collettivi di Barcellona, quasi fosse a capo della Williams. Non pago, ha da tempo cominciato a gettare benzina sul rapporto Vettel-Leclerc definendo l’accoppiata ”un problema di lusso” come l’anno scorso aveva stigmatizzato il benservito della Ferrari a Raikkonen a favore del monegasco, cosa che, sempre secondo l’ineffabile Team Principal, “può trasformarsi in uno svantaggio”. Sua, tra l’altro, la tattica l’anno scorso di fingere inesistenti pit-stop e il bello è che alla Ferrari hanno abboccato spesso e volentieri! Il capo ha inzuppato alla grande ma Hamilton non scherza: dai fattacci di Baku 2017 (dove aveva ragione) gioca con Vettel come il gatto col topo salvo poi, a titolo in tasca, chiedere rispetto per l’avversario. Infine il buon Bottas che, volente o nolente, il ruolo di “guastatore” lo ha egregiamente svolto in pista, fino alla immolazione massima (vedi GP di Russia). Almeno il finlandese, comunque, rimane verbalmente sulle sue: sarà perché le voci circa una “simpatia” della Ferrari per lui non si sono mai sopite? O perché il fiato lo spreca per mettere sull’avviso proprio Wolff: “Quest’anno si parte da zero”. Ocon è lì che tesse, tesse, tesse… (che faccio, insinuo anche io??!!??)
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NIKI LAUDA 70 ANNI (E 7 VITE)
(22/2/2019) – E’ un vero peccato che Niki Lauda non possa celebrare oggi i suoi 70 anni dove è naturale: in pista, con le cuffie alle orecchie come ieri con il casco in testa. Oltre 45 anni di passione pura trascorsi non invano: quando dici Lauda dici F1. Niki è storia. Niki è leggenda. Niki è competenza e serietà. Come è noto, il pilota austriaco, tre volte campione del mondo di F1, ex ferrarista e attualmente presidente non esecutivo di Mercedes AMG F1, è tuttora in cura a seguito del trapianto di polmone al quale è stato sottoposto in estate al General Hospital di Vienna. Il decorso post-operatorio, segnato da un’influenza che ha riportato un po’ indietro le cose, è ancora lungo e delicato e proprio l’altro ieri il secondo figlio Matthias (Lucas il primo) ha dato le ultime notizie: “le cose stanno migliorando” e lui, come sempre, “lotta come un leone” ma ci vuole tempo affinchè il “corpo riacquisti le vecchie forze”. Molto difficilmente, come auspicava lui stesso, sarà in Australia per il gran premio inaugurale della stagione 2019 ma sarebbe fantastico rivederlo nel paddock nel corso dell’anno, senza fretta. Lo vogliono tutti: è l’esperto di settore, l’amico prodigo di consigli.
Lauda, come tutti i giovani e ambiziosi piloti, è stato duro, egoista, finanche spietato con ogni possibile avversario sulla strada del successo e dell’autodeterminazione, da colui che l’aveva segnalato a Maranello, e cioè Clay Regazzoni, fino alle sue donne Mariella Reininghaus e poi Marlene Knaus. Oggi è felicemente unito a Birgit Wetzinger, la donna che nel 2005 gli donò un rene (e poi i gemelli Max e Mia). Lo chiamavano il pilota-computer ma non è stato perfetto – Forghieri ritiene Clay miglior collaudatore, il drammatico incidente del Nurburgring gli viene imputato – bensì capace come pochi di massimizzare ogni opportunità fidando nelle sue superiori capacità di elaborazione delle situazioni. Discorso valido, per quanto possa ancora bruciare, anche in relazione al famoso abbandono del Fuji nel 1976. Ha lasciato improvvisamente la mitica Ferrari, sorprendendo anche un navigato patron come il Drake. Ha avuto un altro grande amore: gli aerei, il volo che non gli hanno impedito di tornare a correre, nel 1982, e di fare il tris iridato nel 1984. Per raggiungere il top, sono ricorsi alle sue doti manageriali, seppur con alterni risultati, la Ferrari, la Jaguar, infine la Mercedes (anche per il test dell’alce…). Un cappellino pubblicitario sulla sua testa vale ancora molto. Perché Lauda è un’icona, è infinito. Perché a 70 anni Lauda è sette vite (ad maiora), ECCOLE:
1975 – CAMPIONE DEL MONDO CON LA FERRARI, IL PRIMO TITOLO PER LUI. LA CONSACRAZIONE DEL PILOTA-COMPUTER, DA UN SOLO ANNO ALLA CORTE DI MARANELLO >>
1976 – IL TERRIBILE INCIDENTE AL NURBURGRING: TRA LA VITA E LA MORTE. 40 GIORNI DOPO SARÀ IN PISTA A MONZA >>
1976 – IL CORAGGIO DELLA PAURA AL FUJI: “LA VITA È PIÙ IMPORTANTE DI UN TITOLO MONDIALE” >>
1977 – BIS MONDIALE, MA IL RAPPORTO CON LA FERRARI È ROTTO: SI ACCORDA CON LA BRABHAM MA SI RITIRERÀ A FINE 1979 >>
1982 – TORNA CON LA MC LAREN E VINCE DUE GRAN PREMI: LONG BEACH E BRANDS HATCH. E’ SEMPRE LUI >>
(20/2/2019)– Massimo 100 vetture, come sempre, per la nona edizione del “Terre di Canossa” 2019, l’International Classic Car Challenge in programma quest’anno dall’11 al 14 aprile lungo le incantevoli strade di Emilia, Liguria e Toscana. Il segreto del suo successo? Anche qui, la solita, irresistibile miscela di auto storiche, sport, passione, paesaggi, cultura e serate indimenticabili tra Città d’arte, paesaggi meravigliosi, antichi castelli, dolci colline e impegnativi passi di montagna. Il massimo.
IL PROGRAMMA – La gara si svolge su un percorso di circa 600 km e prevede 6 prove di media e 60 impegnative prove a cronometro, studiate anche nel rispetto delle auto meno recenti e meno manovrabili e di chi compete col vecchio cronometro meccanico.
Nella giornata di giovedì 11 aprile i partecipanti si ritroveranno a Salsomaggiore Terme per le verifiche sportive e tecniche e per la cena di gala firmata dallo chef stellato Massimo Spigaroli che si svolgerà nel Salone Moresco, gioiello liberty. Il via alla gara verrà dato venerdì 12 aprile, quando le auto partiranno dal centro Salsomaggiore Terme e si dirigeranno verso l’Autodromo di Varano de’ Melegari per un gruppo di prove a cronometro sul famoso circuito. Da lì, lungo le strade dell’Appennino attraverso il Passo della Cisa, giungeranno a Borgo Val di Taro e attraverso il Passo della Cappelleta, svalicheranno sino a giungere a Massa e al suo suggestivo Castello Malaspina. Il pernottamento è sempre previsto nei più begli hotel di Forte dei Marmi.
Dopo la partenza dalla centrale Piazza Marconi, il percorso di sabato 13 sarà dedicato alla Toscana, con gli spettacolari passaggi in alcune delle città d’arte più famose d’Italia. Suggestiva la sfilata nel cuore di Pisa, il passaggio nel centro di Lucca e la sfilata sulle antiche mura. Si percorreranno poi le spettacolari e sfidanti strade della Garfagnana e, attraverso il Passo del Vestito, si giungerà nel centro di Carrara per finire poi la tappa a Forte dei Marmi, perla della Versilia, dove la serata avrà come sempre il suo culmine a partire dal tramonto all’imperdibile Beach Party con musica dal vivo sulla spiaggia del Bambaissa, per una notte indimenticabile.
Domenica 14 i partecipanti affronteranno le sfidanti strade delle Alpi Apuane e, dopo il passaggio nel centro di Sarzana, guideranno sugli impegnativi tornanti del Passo del Cerreto. L’arrivo finale sarà in Piazza del Duomo a Reggio Emilia, mentre il pranzo e le premiazioni si svolgeranno in una location legata alla passione per le auto classiche: Ruote da Sogno.
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MC LAREN, NON SOLO LIVREA
(19/2/2019) – La Mc Laren è all’ennesimo anno zero: quello del post-Alonso. Evaporato anche Vandoorne, per il 2019 Zack Brown ha affidato l’ennesima ripartenza a due giovani rampanti: Sainz e il rookie Norris. I due hanno dichiarato di sentire il peso di tale eredità e responsabilità ma, nel contempo, la piena fiducia riposta in loro li motiva al massimo. Auguri. Il team che fu di Teddy Mayer e Ron Dennis e di Revson, Hulme, Fittipaldi, Hunt, Lauda, Prost, Senna, Hakkinen ecc. , dovrà pur tirarsi fuori dalle secche dove la partnership con la Honda – che sia “colpa” dell’uno o dell’altro – l’ha tirata. Giubilato il motore giapponese, neanche il Renault ha consentito l’anno scorso ad Alonso di rinverdire i fasti. Quest’anno si riprova, fidando in qualche cavallo in più e in un progetto, la MCL234, migliore.
E’ interesse della F1 non vivere un altro drammatico declino di una grande, come quello che sta invece attraversando la povera Williams neanche oggi in pista a Barcellona. Tyrrell, Brabham, Lotus ed altri gloriosi team sono spariti dai radar da tempo e, francamente, era difficile immaginare una simile dissipazione di back-ground da parte di altri giganti che hanno contribuito alla storia del Circus. Ma così è e per loro non resta che impegnarsi al massimo. La Mc Laren dal 2017 è tornata alla colorazione papaya del fondatore Bruce. Sapremo che è tornata grande quando un grande sponsor occuperà le fiancate, dopo le epopee Yardley, Marlboro, West e Vodafone. Sì, sarà la livrea a dire che la Mc Laren è tornata grande.
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(18/2/2019) – ALFA ROMEO RACING, A NEW START. Di buona mattina, a Barcellona, si è svelata la novità più ghiotta e suggestiva della stagione F1 2019: l’Alfa Romeo Racing C38. Un tempo Sauber, ma struttura, proprietà e gestione rimangono gli stessi. Cambia il nome e, si spera, la resa in pista. I piloti, Raikkonen e Giovinazzi, sono ovviamente gasati al massimo e il marketing ha assegnato loro, rispettivamente, la monoposto numero 7 Stelvio e la numero 99 Giulia. La livrea abbonda di rosso e il Biscione è più stilizzato ma sempre ben visibile. E’ un evento storico per la F1 e per l’Alfa, ecco i commenti:
Frédéric Vasseur, Team Principal Alfa Romeo Racing e Amministratore delegato Sauber Motorsport AG: “Siamo orgogliosi di presentare l’Alfa Romeo Racing C38, una vettura che è il risultato del grande lavoro svolto da ogni membro del nostro team, sia in Svizzera che in pista. La nuova livrea esalta le caratteristiche dello scorso anno in maniera più decisa e audace. Siamo orgogliosi di esporre su queste vetture i loghi dei partner che si sono uniti a noi nell’ambito dell’espansione delle nostre attività commerciali. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno lavorato alla realizzazione di questa vettura per il costante entusiasmo per la mission del team e il nostro sport: ci attendono grandi progressi e miriamo a ottenere grandi risultati nel prossimo campionato”.
Simone Resta, Direttore tecnico Alfa Romeo Racing: “Da quando sono entrato a far parte del team, lo scorso anno, ho visto una crescita continua su tutti i fronti e sono davvero felice di vedere il risultato del duro lavoro svolto questo inverno: la nostra vettura per la nuova stagion 2019 di Formula 1, la nuova Alfa Romeo Racing C38. Tutti i reparti hanno collaborato in modo ottimale e tutto il team si è impegnato nella stessa direzione. Ci siamo prefissati obiettivi ambiziosi per questa stagione, che vede un cambiamento significativo dei regolamenti, soprattutto per quanto riguarda l’aerodinamica. Abbiamo un’ottima squadra di piloti e siamo curiosi di ricevere il loro feedback nelle prossime due settimane di test, in preparazione del primo Gran Premio di Melbourne”.
Kimi Räikkönen:“La macchina ha un look straordinario, il design della livrea è fantastico. Molti partner hanno unito le forze per questo team: è un fatto positivo e li ringraziamo per aver creduto in noi. Non vedo l’ora di scendere in pista per le prossime due settimane di test e di conoscere meglio la C38”.
Antonio Giovinazzi “Penso che sia un’auto meravigliosa: il design della livrea è fantastico, molto pulito e con colori che mi piacciono molto. È la mia prima auto in Formula 1 e, per me, è davvero speciale. Tanti grandi sponsor ci sostengono e siamo molto grati per la fiducia che accordano al nostro team. Non vedo l’ora di salire a bordo della C38 per la prima volta questa settimana”.
(15/2/2019) – La nuova Ferrari SF90 – 65^ monoposto realizzata a Maranello per il campionato del mondo di F1 – è realtà. Di certo, la sesta Rossa (rosso più opaco) dell’era ibrida, la cui sigla omaggia i 90 anni dalla costituzione della Scuderia Ferrari nel 1929, ricorda molto la precedente SF71H (VEDI FOTO RAFFRONTO) ma, come sempre, le novità, innovazioni ed estremizzazioni sono nascoste e sono quelle che daranno (o no) lo sprint necessario per battere la Mercedes.
I nuovi regolamenti hanno ovviamente imposto modifiche all’ala anteriore, più larga e semplice, e a quella posteriore, più larga e alta; i deviatori di flusso sulle fiancate sono stati ridotti in altezza, mentre le prese d’aria dei freni anteriori risultano semplificate. Il peso complessivo della vettura sale a 743 chilogrammi, con il pilota e suo equipaggiamento che devono obbligatoriamente pesarne 80 mentre la quantità di carburante disponibile per la gara è salita da 105 a 110 kg. Poi si nota un grande lavoro aerodinamico: i bargeboard, che hanno fatto scuola per tutte le altre monoposto, hanno visto da regolamento ridotti gli spazi di applicazione con l’altezza limite scesa da 475 millimetri a 350 rispetto al piano di riferimento. Fiancate e cofano motore appaiono ulteriormente rastremati, segno di un grande lavoro di miniaturizzazione e riallocazione delle componenti della power unit che a quanto pare, vista la diminuita apertura dell’airbox (tipo monoposto 2016), non abbisogna di grandissimo raffreddamento.
Infine, riguardo la power unit sigla 064 che all’inizio dello scorso anno era superiore a quella in dotazione alle Frecce d’argento, è stata ulteriormente migliorata l’efficienza, sia termica che meccanica lavorando sul processo di combustione del motore, sul sistema di recupero di energia e sullo sviluppo dei fluidi. Si è inoltre lavorato sul pacco batteria per ridurne peso ed ingombri. Da lunedì a Barcellona parte la sfida 2019.
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SF90 |
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SF71H |
DATI TECNICI
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Telaio in materiale composito a nido d’ape in fibra di carbonio con protezione halo per l’abitacolo.
- Cambio longitudinale Ferrari a 8 marce più retro.
- Comando semiautomatico sequenziale a controllo elettronico con cambiata veloce.
- Differenziale autobloccante a controllo idraulico.
- Freni a disco auto ventilanti in carbonio Brembo (anteriore e posteriore) e sistema di controllo elettronico sui freni posteriori.
- Sospensioni posteriori a puntone (schema push-rod). Sospensioni posteriori a tirante (schema pull-rod).
- Peso con acqua, olio e pilota: 743 kg
- Ruote OZ anteriori a posteriori 13”
Motore
Cilindrata 1600cc
Giri massimi 15000
Sovralimentazione Turbo singolo
Portata benzina 100 kg/hr max
Quantità benzina per gara 110 kg
Configurazione V6 90°
Alesaggio 80 mm
Corsa 53 mm
Valvole 4 per cilindro
Iniezione Diretta, max 500 bar
Cilindrata 1600cc
Giri massimi 15000
Sovralimentazione Turbo singolo
Portata benzina 100 kg/hr max
Quantità benzina per gara 110 kg
Configurazione V6 90°
Alesaggio 80 mm
Corsa 53 mm
Valvole 4 per cilindro
Iniezione Diretta, max 500 bar
Sistema ERS
Energia batteria 4 MJ
Potenza MGU-K 120 kW
Giri max MGU-K 50.000
Giri max MGU-H 125.000
Energia batteria 4 MJ
Potenza MGU-K 120 kW
Giri max MGU-K 50.000
Giri max MGU-H 125.000
(14/2/2019) – Antonio Giovinazzi in Formula 1, che bello. Una storia, una favola come la sua merita di essere raccontata in un libro (ebook e cartaceo), il primo a lui dedicato, ed è quello che il vostro Blogger ha fatto. “Giovinazzi: dalla Valle d’Itria alla F1. Cronaca di un sogno divenuto realtà” è il titolo del sintetico resoconto giornalistico, anno dopo anno, categoria dopo categoria, di un viaggio breve e insieme lunghissimo, cominciato in un kartodromo del Sud Italia, a Martina Franca, e giunto a compimento con l’ingaggio dell’Alfa Romeo Racing. Un nuovo inizio.
Il libro, se volete, lo trovate sul web così: amazon.it/ebooks-kindle >> sport >> motori … poi sfoglia le pagine
Un’avventura, quella di Giovinazzi, incredibile, sportiva e umana. L’affetto della famiglia, il talento innato, la ferrea determinazione: con questi “strumenti” ha scalato l’Everest dell’automobilismo, la F 1. Così ha realizzato il sogno di bambino, cullato fin dall’età di tre anni, quando un mini kart avuto in regalo accese la miccia della passione poi deflagrata grazie alle esaltanti imprese del suo idolo Michael Schumacher su Ferrari.
Il libro è una mia iniziativa indipendente, realizzata grazie al servizio Kindle Direct Publishing di Amazon e al supporto/apporto di veri amici. Perdonate eventuali imperfezioni. L’ho fatto perché riavere un pilota italiano in F1 è una grande notizia, perché Antonio è pugliese come me, perché la sua storia è magnifica e può servire da esempio, perché l’ho conosciuto e seguito fin dai tempi della F. Abarth in Cina e voglio testimoniare quanto sia un ragazzo serio e persona amabile, oltre che un pilota dalle doti immense.
Perché, infine, anche io avevo il suo stesso sogno, diventare un pilota, ma quando ho realizzato di non riuscirci, l’ho trasformato nell’anelito di scrivere da giornalista sulla F1. Fino a questo primo libro, dedicato ai miei genitori che ora non ci sono più.
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FERRARI ALLA PROVA DEL (201)9
(14/2/2019) – La Ferrari non arriva serena alla data di presentazione della nuova rossa 2019, domani alle ore 10.45 (diretta streaming sul sito web della Ferrari e unveiling sui profili social della Scuderia). L’appuntamento servirà comunque a rinserrare le fila, dopo mesi di bradisismo. Fenomeno frequente a Maranello, che si accentua dopo la scomparsa dei timonieri di rango. Fu così dopo la morte di Enzo Ferrari, è stato così dopo l’improvvisa perdita di Sergio Marchionne. Alla fine ne ha fatto le spese il Team Principal Maurizio Arrivabene, che fino a non molto tempo fa assicurava sulla sua permanenza, e sembrava dovesse trarne le conseguenze addirittura il molto neo Amministratore Delegato Louis Carey. E’ dovuto intervenire direttamente il Presidente John Elkann – anche lui neo – per quanto meno sopire la ridda di voci che stavano generando un caos inenarrabile. Con la promozione di Binotto, che è TP e anche Managing Director, le acque si sono calmate (anche se a livello di tecnici il sommovimento è in corso) mentre è già partito il tormentone che interesserà costantemente i piloti.
Sistemata l’armata del Simulatore (Pascal Wehrlein, 24 anni, Brendon Hartley, 29, Antonio Fuoco, 22, e Davide Rigon, 32), preoccupa Vettel (13 successi con il team di Maranello, il terzo più vincente con la Ferrari dopo Schumacher e Lauda), dipinto dalla stampa come in bilico. Ha perso l’amico fidato Raikkonen, sente il fiato sul collo dell’ambizioso Leclerc, Mick Schumacher è già in casa, si pone interrogativi sul suo comportamento futuro se ancora una volta la Mercedes non dovesse la sciare scampo o, in altre parole, se la nuova Ferrari non fosse superlativa, e per tutta la stagione (come ha rimarcato l’anno scorso). Il gran ballo delle ipotesi già rilancia sul clamoroso scambio Vettel-Hamilton (con quest’ultimo sicuramente interessato alla Rossa) o sull’altrettanto clamoroso ritorno alla Red Bull (Marko non lo vede fattibile, però). Guardiamo i volti di domani, valutiamo cosa dice l’asfalto dei test di Barcellona, infine ascoltiamo l’ultima parola di Melbourne. Agli antipodi potrebbe fare già molto, molto caldo…