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HAPPY BIRTHDAY / THIERRY TASSIN, I 60 ANNI DI UN RE DELLA 24 ORE DI SPA

(11/1/2019) – Auguri di buon compleanno a Thierry Tassin, oggi 60 anni, uno dei grandi piloti della tradizione belga, quattro volte vincitore della 24 Ore di Spa tutte al volante di una BMW.

Per un appassionato di motori, nato a Bruxelles, i trionfi nella maratona endurance di Spa valgono doppio, triplo e, tra l’altro, era proprio il sogno di Thierry ragazzo che assisteva tra il pubblico a questa grande classica internazionale.

Alle vittorie, in 19 partecipazioni,  vanno aggiunti 8 podi e solo il connazionale Eric Van de Poele gli ha “scippato” il record di vittorie, con cinque centri.


Attualmente, Tassin è Direttore Sportivo Audi Club Team Belgio WRT nel Blancpain GT Series ma è l’epilogo di una lunga carriera che decollò con il secondo posto nel British F3 del 1981.

Il percorso proseguì con le  monoposto di F2 – grande crash proprio a Spa, fortunatamente senza conseguenze – e F.3000, dove gareggiò anche per l’Eddie Jordan Racing Team, per poi dedicarsi alle vetture Turismo con le quali, come detto, si dimostrò grande interprete (con una puntata Nascar!) per poi dare un’impronta di vincente serietà anche al Team da lui ora diretto.
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L’ADDIO DI ARRIVABENE, LE SPINE DI BINOTTO: RIVOLUZIONE FERRARI

(8/1/2019) – Parte dunque l’era Mattia Binotto nuovo Team Principal Ferrari. Maurizio Arrivabene “lascia” la testa della Gestione Sportiva allo svizzero-reggiano o, come preferite, il reggiano-elvetico, elevato due anni fa da Sergio Marchionne dalle sale motori – è stato allievo di Martinelli e Marmorini – a Direttore Tecnico. Assume un compito molto ingrato negli ultimi tempi a Maranello, auguri davvero, ne ha bisogno. Dopo Jean Todt, l’incarico sembra infatti non regalare pace e ne sanno qualcosa il bistrattato e rimpianto Stefano Domenicali e poi il vituperato Marco Mattiacci, fino al quadriennio zero tituli – Mourinho docet – del bresciano di scuola Philip Morris. Quella che stava diventando la strana coppia, nel senso che la visione strategica dei due era ormai nettamente differente e l’ambizione quanto mai simile, è scoppiata e ha vinto l’hombre orizzontale voluto dal manager italo-canadese deciso, in ottica non più verticistica, a pescare dalla squadra a disposizione piuttosto che a puntare sui grandi nomi stranieri.

Ecco il comunicato ufficiale Ferrari:
Maranello (Italia), 7 gennaio 2019 – Dopo quattro anni di impegno e instancabile dedizione Maurizio Arrivabene lascia la Scuderia. La decisone è stata presa di comune accordo con i vertici dell’azienda dopo una profonda riflessione in relazione alle esigenze personali di Maurizio e a quelle della Scuderia.
A Maurizio vanno i ringraziamenti da parte di tutta la Ferrari per il lavoro svolto e per aver contributo a riportare la squadra a livelli estremamente competitivi. A lui vanno migliori auguri per il suo futuro e le prossime sfide professionali.
A  far data da oggi Mattia Binotto assume il ruolo di Team Principal della Scuderia Ferrari. A Mattia continueranno a rispondere tutte le funzioni tecniche.



Ma pare che da quelle parti i fuochi d’artificio, a poco più di due mesi dall’inizio del campionato e quasi uno dalla presentazione della nuova monoposto 2019 (il 15 febbraio) e dei primi test collettivi a Barcellona, non siano finiti: anche la carica di CEO, affidata nei giorni febbrili post scomparsa di Marchionne all’enigmatico Louis Camilleri, richieda qualche aggiustamento. Vedremo. Saranno assorbite in questo lasso di tempo simili scosse di terremoto? Come reagiranno, anche psicologicamente, tecnici e piloti? Lo tsunami, devastante, sarebbe rappresentato da una stagione difficile, tutta dietro le solite Mercedes (e ora con l’incognita Red Bull – Honda). Ma diamo tempo (poco) al tempo: l’anno scorso la SF71H si è dimostrata più competitiva per molto tempo per poi naufragare neanche tanto dolcemente nel mare delle improvvise carenze tecniche, delle incomprensioni e degli errori. 

ERRORI E/O OMISSIONI, LE VERITA’ DI BURTI – Arrivabene paga forse anche quelli di Vettel ma indubbiamente qualche grossa pecca l’ha commessa anche lui. Forse a metterle in evidenza è stato l’ex pilota collaudatore brasiliano della Ferrari Luciano Burti (a suo tempo consigliato a Maranello dall’amico Barrichello). Da attuale commentatore di TV Globo ha analizzato la situazione Ferrari dopo il noto errore di Vettel ad Hockenheim che ha destabilizzato l’ambiente, oltre ad aver aperto le porte della vittoria al grande rivale Hamilton. Ebbene, per Burti la situazione fu gestita malamente. Sentite: Credo che Seb si sia sentito solo dopo quello sbaglio. In un’occasione del genere qualcuno come Todt lo avrebbe aiutato nella maniera migliore e riportato sulla strada della fiducia. Una volta che hai addosso la pressione, se sei un pilota e pensi: ‘Non posso fare un errore il prossimo giro o alla prossima curva’ , di sicuro lo fai. Se lo pensi, succederà. Anche se è un grande campione, è molto sensibile e quando hai quelle sensazioni non può venirne nulla di buono, ma non è normale vedere un quattro volte iridato sbagliare così tanto“. Poi la stilettata più profonda e dolorosa: Conosco un po’ Arrivabene perché era con Phillip Morris e, a mio avviso, non era un buon leader, perché non era solidale e comprensivo, né simpatico. Era molto distante da noi e non ho mai capito perché“. Sorbole, direbbero a Bologna! Infine un’ultima sua notazione: “Ho lavorato con Domenicali ed era davvero un bravo uomo. Pur non conoscendo il livello della squadra di  allora, posso dire che a Maranello dal suo abbandono non hanno più avuto il ritmo precedente“.

https://motor-chicche.blogspot.com/2018/09/un-direttore-sportivo-per-la-ferrari.html

Che dire. Con il suo stile e le sue competenze Arrivabene ce l’ha messa senza dubbio tutta. Motor Chicche aveva però già dopo Monza evidenziato – VEDI LINK SOPRA – che al timone della Ferrari mancava l’ esperienza racing come c’è per esempio alla Mercedes con Wolff e Lauda, alla Red Bull con Horner e Marko e ora alla Mc Laren (De Ferran). Binotto è un tecnico ma viene facile il possibile parallelismo con Ross Brown che ha saputo gestire alla grande la BrownGp, ha gettato le basi dell’attuale grandezza Mercedes e ora è dirigente Liberty Media. I ranghi Ferrari sono di ottimo livello: vanno incentivati e motivati a dovere; Binotto dovrà rendere vincente il mix tra la sua nota brillantezza ingegneristica e il freddo raziocinio di chi ha il compito di decidere tutto e bene. Ri-auguri!

P.S.: Arrivabene, grande amico di Andrea Agnelli, andrà a ricoprire un ruolo operativo alla Juventus?
          Stefania Bocchi, moglie di Arrivabene e portavoce Ferrari, resterà a Maranello?

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HAPPY BIRTHDAY / HAMILTON 34 ANNI, IL PRIMO AVVERSARIO E’ HAMILTON STESSO

(7/1/2019) – Buon compleannoa Lewis Hamilton, oggi 34 anni. Già cinque volte campione del mondo di F1, come Fangio, è il pilota che più di tutti può insidiare i record assoluti detenuti da Michael Schumacher. Può assolutamente riuscirci, il suo più grande avversario è infatti Hamilton stesso. Certo, vedremo se la Ferrari riuscirà a mettere in pista, come chiede Vettel, una monoposto buona anche nella seconda parte della stagione ma l’impressione è che la Mercedes continuerà comunque a restare…freccia d’argento e che Lewis possa evolversi ulteriormente dopo un’annata, quella appena trascorsa, nella quale a detta di tutti ha raggiunto la più alta vetta di maturità (e di furbizia). Allora, il vero rischio sulla strada della supremazia è costituito da Hamilton stesso.

 

Il talento c’è, si sa, ma per effettuare il successivo passo evolutivo l’inglese ha altresì bisogno di stimoli. E’ stato così un po’ in tutta la sua vita: da quando frequentava le scuole, alle prese con i bulli o con le materie più ostiche, alle prime armi sui kart, ambiente dove il colore della sua pelle non passava inosservato. Dalle affollate formule propedeutiche alla contrapposizione in F1 con blasonati avversari, compagni di squadra e non, ai quali ha portato rispetto ma mai reverenza (Alonso, Rosberg, Vettel). E’ nella sua indole più profonda la capacità di reagire, la determinazione ad arrivare, l’ambizione (la certezza?) di primeggiare. Ma per fare questo, nel migliore modo possibile, gli occorre la “spinta”, l’evento contrario, l’obbiettivo della risalita. Lo ha sempre detto: “Le avversità mi rendono più forte”. Insomma, il “ricrearsi” costantemente e nella maniera più gloriosa è la sua grande forza che, d’altronde, pervade anche la sua vita privata. Non ha ancora deciso cosa fare dopo le corse (Ferrari nel mirino, intanto) e non ha ancora concesso definitivamente il suo cuore ad una donna, ma intanto vince e se la spassa. Alla grande, come sempre. Auguri!
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SCHUMACHER 50, NEVER GIVE UP

(3/1/2019) – Al Museo Ferrari di Maranello c’è la calca dei momenti importanti: l’inaugurazione della mostra “Michael 50”,allestita in occasione del compleanno del campione tedesco, ha richiamato tantissimi tifosi e rappresentanti degli Scuderia Ferrari Club di tutta Europa. L’omaggio al sette volte campione del mondo di F1, organizzato in collaborazione con la Fondazione Keep Fighting, è un racconto della sua carriera, dei suoi record (91 vittorie, 155 podi), delle monoposto Ferrari più importanti tra quelle guidate nei suoi undici anni con la Scuderia.
Nella testa di tutti, le ultime “esternazioni” che, finalmente, danno l’immagine di un uomo in ripresa dopo l’incidente sugli sci di 5 anni fa. Dalla famiglia abbiamo appreso che il ferreo riserbo sulle sue condizioni è una volontà espressa proprio da Michael, per il quale si sta facendo “tutto ciò che è umanamente possibile”; nel contempo parole di speranza sono arrivate da Jean Todt, che è la persona più presente nella sua vita dopo i familiari, e da Luca Cordero di Montezemolo. I visitatori avranno modo di scoprire anche un lato meno conosciuto di Schumacher, quello di sviluppatore. Dopo avere lasciato la Formula 1, infatti, il campione di Kerpen rimase in Ferrari non solo per aiutare la Scuderia ma anche per contribuire alla messa a punto di alcune vetture stradali, come la 430 Scuderia del 2007 e la Ferrari California del 2008.

E’ dunque un giorno lieto e di speranza. Per ricordare Schumacher, e anche il suo eterno dualismo con Senna, riporto le considerazioni dei suoi primi tre compagni di squadra: da Andrea De Cesaris che se lo vide affiancare all’improvviso in Jordan al GP del Belgio 1991 in sostituzione di Ghacot a Nelson Piquet, a sua volta affiancato dopo il blitz di Briatore che lo portò immediatamente alla Benetton defenestrando senza tanti complimenti Moreno, infine A Martin Brundle che nel 1992 è stato il primo team mate di una stagione completa, sempre alla Benetton.

ANDREA DE CESARIS – “Ho impresso il ricordo di quando esordì con la Jordan F1 al mio fianco. Il mio ingegnere elettronico mi venne vicino e mi chiese perché non facevo in pieno “l’Eau Rouge”, una delle curve più difficili di tutto il Mondiale. Io gli chiesi perché mi facesse quella domanda dopo solo una sessione di prove libere, perché volevo prendere più confidenza con quella curva micidiale, e la risposta fu: “Michael la fa piena”! Questo fu il suo esordio in Formula 1….”.

NELSON PIQUET – “Schumacher ha avuto la capacità di vincere con la Benetton e poi il coraggio di passare alla Ferrari che nel 1996 non era competitiva. E lui l’ha riportata alla conquista del mondiale vincendone poi tre in fila. Senna invece ha sempre corso con le migliori macchine e quando decise di lasciare la McLaren firmò per la Williams che già era al top”.

MARTIN BRUNDLE – “Ho visto molti piloti talentuosi anche se diversi fra loro. Ma non ho ancora visto un altro Ayrton. Probabilmente Michael Schumacher è stato uno di quelli che si è avvicinato di più a lui. Ma Schumacher guidava con la testa, Senna con il cuore. Schumacher è stato uno dei piloti più completi, Senna era più naturale. Stiamo parlando sempre di piccoli particolari. Entrambi sono stati due dei migliori piloti visti in F1”.

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BUON ANNO 2019, IL CALENDARIO RACING DI GENNAIO

(1/1/2019) – Buon 2019 a tutti gli appassionati, ma attenzione il semaforo racing sta già per dare il via alla nuova stagione e sotto potete vedere il calendario del mese di gennaio! Tra premiazioni, gare, mostre ed expo, presentazioni e altro ancora c’è davvero da stare contenti (per gli impazienti). Poi verrà il mese delle nuove F1 ma per ora accontentiamoci di questo e ancora BUON ANNO A TUTTI VOI!
3/1 >> Inaugurazione mostra Museo Ferrari dedicata a Michael Schumacher nel suo 50° compleanno. Maranello
4-6/1 >> Roar before Rolex 24. Ultimi test prima della 24 Ore di Daytona
6-20/1 >> Dakar. Perù
8-11/1 >> Consumer Electronics Show. Las Vegas (numerose novità del mondo auto)
10-13/1 >> The Racing Car Show Autosport International. Birmingham
10/1 >> Presentazione nuovo campionato italiano TCR DSG. Autodromo di Monza
11-12/1 >> 24 Ore Dubai
11-12/1 >> Trofeo Andros. Isola 2000
12-13/1 >> F3 Asian Championship. Winter Series. Buriram (Thailandia)
12/1 >> Formula E. Marrakech
14-27/1 >> NAIAS Detroit
17-20/1 >> Motor Bike Expo. Fiera Verona
18/1 >> Presentazione nuova Ducati MotoGp
19-20/1 >> Trofeo Andros. Serre Chevalier
19-20/1 >> Race of Champions. Città del Messico
19-27/1 >> BrusselsMotor Show
20/1 >> F3 Asian Championship. Winter Series. Sepang (Malesia)
23/1 >> Presentazione nuova Honda MotoGp. Madrid
24-27/1 >> Rally di Montecarlo. First round WRC
24-28/1 >>Selezioni piloti W Series. Melk (Polonia)
25-26/1 >> Trofeo Andros. Lans en Vercors
26-27/1 >> 24 Ore Daytona. First round IMSA SCCA
26/1 >> Formula E. Santiago del Cile
27-28/1 >> Test Superbike. Portimao (Portogallo)
30/1 – 6/2 >> Rally Montecarlo Historique
31/1 – 3/2 >> Auto Moto Retrò. Torino