(23/12/2018) – Nel 2019 la Honda si rilancia in F1 e fornirà i motori alla Red Bull. Nel 2008, era dicembre di dieci anni fa, invece l’improvvisa quanto clamorosa decisione del ritiro e dalle sue…ceneri nacque la BrownGp che vinse il mondiale! Ma andiamo con ordine.
Dopo un 2008 alquanto deludente, tutto era già pianificato per affrontare la stagione successiva ma davanti alla crisi economica globale dell’epoca – era il tempo della catastrofe dei crediti deteriorati subprime – i vertici nipponici non esitarono a tagliare la voce di costo “F1” e a calare in fretta e furia la saracinesca dando il benservito a piloti, tecnici e sbigottiti meccanici della sede di Brackley. I miseri risultati della Ra108 avevano però indotto il Team Principal Ross Brawn a rivolgere da tempo tutte le attenzioni al progetto 2009 che, dunque, era bello e pronto: ma chi poteva portarlo avanti? Ci pensò proprio lo scaltro tecnico di Birmigham. L’ex ferrarista, oggi dirigente Liberty Media, rilevò tutto per una somma simbolica, fece un accordo per avvalersi dei motori V8 Mercedes, confermò i piloti Button e Barrichello et voilà ecco a voi la BrownGp , un caso unico. Quella che doveva essere la Ra 109 venne denominata Bgp 001 e si rivelò subito stupefacente. D’altronde il Team si avvaleva di gente di esperienza come Nick Fry, il Direttore Tecnico Joerg Zander, l’aerodinamico Loic Bigois. Qual era il suo segreto? Muso prominente, pacchi radianti ridotti, bocche delle fiancate molto alte, rinuncia al KERS – unica monoposto 2009 senza il dispositivo di recupero dell’energia cinetica – ma soprattutto il discusso diffusore doppio (il double decker), fonte di aspre polemiche regolamentari. I tempi sul giro fatti segnare nel corso dei test collettivi pre-campionato non lasciavano dubbi: la Brown Gp era, a sorpresa, la lepre da inseguire. Così fu fin dal debutto in Australia finchè la concorrenza non si adeguò al nuovo dettame aerodinamico. Troppo tardi però: Jenson Button fu il campione 2009! (…e dalle sue ceneri la Mercedes di oggi!)