Va aggiunta infine un’altra considerazione relativa ai “toni” alti di questa polemica che coinvolge, guarda caso, due piloti non nuovi ad atteggiamenti “border line”. Prendiamo Ocon, già malizioso protagonista di spigolosi confronti con il suo compagno di squadra Perez (altro tipetto…), e la sua condotta di gara a Montecarlo dove diede strada senza lottare a Lewis Hamilton. Giustificazione: “Io sono un pilota Mercedes”. E’ chiaro che da allora, e soprattutto in questo momento difficile per il prosieguo della sua carriera che dipende totalmente dalla Mercedes, aleggia il sospetto che le sue azioni siano improntate ad attirare le benemerenze del Team tedesco… Marko nelle dichiarazioni post-gp lo ha fatto intendere chiaramente. Poi Verstappen. Va bene: è forte, è veloce, è determinato. Però, francamente, c’è qualcosa che non va se ogni volta che qualcuno entra nel suo raggio di azione con altissima probabilità rischia di pagare un prezzo molto alto (alettone divelto o ritiro). Magari si può capire una lotta spasmodica negli ultimissimi giri (vedi Villeneuve-Arnoux a Digione 1979) ma, insomma, tutti gli altri piloti dimostrano di rendersi ragionevolmente conto di quando è possibile resistere ad un attacco o viceversa se sussistono le condizioni per attaccare mentre con lui sembra vigere una (inammissibile) regola ferrea: io o nessuno. E’ corretto così?