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HAPPY BIRTHDAY / MIKA HAKKINEN 50 ANNI, PERCHE’ E’ STATO GRANDE

(28/9/2018) – Oggi Mika Hakkinen compie 50 anni: buon compleanno! Un campione fortissimo, corretto, il più rispettato dal ferrarista Michael Schumacher del quale è stato fiero rivale tra la fine degli anni ’90 e l’inizio di quelli 2000. I due campionati del mondo vinti da questo simpatico pilota finlandese, nel 1998 e 1999, per quanto meritati e importanti, da soli non rendono tutta la sua grandezza che, oltre l’innegabile talento, è stata anche mentale. Possedeva infatti la forma mentis vincente, caratteristica dei predestinati, dote dei grandi. Aveva cominciato a 5 anni sui kart, ha chiuso con 2 titoli mondiali e 20 vittorie e 26 pole. Ecco qualche chiaro esempio, sulla base di sue dichiarazioni e cronache del tempo:

1) Debuttò nel 1991 con la Lotus-Judd a Phoenix: quel giorno in attesa del via sulla griglia – 13° tempo, settima fila… – era convinto di poter vincere la gara (per la cronaca lo tradì il motore).
2) Cominciò la sua lunga e feconda avventura con la Mc Laren nel 1993, sostituendo il contestato Michael Andretti proprio quando il figlio d’arte colse il primo (e unico) podio in F1 a Monza. In una situazione oggettivamente difficile – la monoposto era inferiore alla Williams e Senna stava per lasciare la scuderia di Ron Dennis – Mika in Portogallo si qualificò davanti al blasonato brasiliano (!) e in Giappone salì già sul terzo gradino del podio. Senna capì subito la caratura del nuovo compagno di squadra e non gli concesse mai confidenza.
3) Solo una enorme forza di volontà gli consentì di riprendersi relativamente in fretta dal brutto incidente patito nel 1995 in prova ad Adelaide, dove a causa di uno pneumatico sgonfio si schiantò rovinosamente sulle barriere. La gravità delle ferite riportate per le quali entrò in coma – trauma cranico, frattura zigomo, lesioni alla lingua, denti rotti – sembrava addirittura aver compromesso il prosieguo della carriera ma in pochi mesi tornò più forte che mai (un altro spavento lo prese al Gp di Germania 1999 per l’esplosione di uno pneumatico).

4) Grande padronanza della vettura, solida fiducia nelle proprie capacità: Hakkinen resterà nella storia per l’incredibile sorpasso effettuato ai danni di Michael Schumacher nel corso del Gran Premio del Belgio 2000. Il ferrarista, in difficoltà, rintuzzava bene gli ultimi attacchi del finlandese che però colse al balzo un’occasione unica ma rischiosa: il doppiaggio di Zonta. Ebbene, Michael lo passò regolarmente a sinistra ma il finlandese inventò un doppiaggio da brivido a destra che annichilì il ferrarista.

Una dote, si è detto, ma nello stesso tempo proprio la sua capacità di concentrazione, di autoanalisi, di elaborazione dei dati, di ricerca incessante del miglioramento lo ha talmente logorato – ricordate il pianto dopo il ritiro al Gran Premio di  Monza 1999 ? – da indurlo ad appendere il casco al chiodo al termine della stagione 2001. Nonostante le offerte di Bar e Williams di riaverlo con loro nella stagione 2005, preferì il DTM dove con la Mercedes si tolse le ultime soddisfazioni.

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