(4/9/2018) – La mezza débâcle Ferrari a Monza continua tenere banco. Le riunioni post-gp del lunedì a Maranello sono state spesso infuocate. Con il Drake c’era da tremare. Montezemolo strillava parecchio. Marchionne arrivava al dunque in pochi secondi. Non so come è andata dopo la frittata di domenica ma i grandi capi del Cavallino devono riflettere molto su quanto accaduto e soprattutto sul da farsi, a sette gare dal termine del campionato e a 30 pesantissimi punti dall’attuale leader Hamilton. Forse, in prospettiva, ripristinare la figura classica del Direttore Sportivo. Vediamo.
Ora le decisioni da prendere sono: 1) confermare o no Kimi Raikkonen anche per il 2019? Nel primo caso, il gioco di squadra – leggi Kimi in aiuto a Vettel – freddamente messo in atto dai rivali della Mercedes sul circuito brianzolo può e deve diventare obbligatorio nelle restanti gare, nonostante Arrivabene pensi che i piloti non siano maggiordomi. Dice giusto, infatti non lo sono, ma l‘obbiettivo che il Team Principal di Maranello è tenuto a perseguire è quello della vittoria del titolo piloti nonchè Costruttori e una delle sue armi a disposizione sono proprio gli ordini di scuderia che, ricordiamo, sono ammessi. Ma non voglio sembrare categorico. Arrivabene non è un fesso e infatti a Monza ha precisato che certe operazioni si possono fare ma è meglio attendere l’andamento della gara. Monza ha però dimostrato che non è il caso di usare il fioretto ma la sciabola.
CI VUOLE UN DIRETTORE SPORTIVO EX PILOTA – L’altra decisione da prendere è, soprattutto se il finlandese non venisse confermato e quindi, secondo la tesi portata avanti da Jarno Trulli, diventerebbe difficile ottenere obbedienza: 2) responsabilizzare i piloti stessi che, ricordiamo anche qui, sono pur sempre dipendenti della Ferrari e tenuti a lavorare per il bene ultimo dell’”Azienda” che li stipendia abbastanza profumatamente. Magari i due, visto che Vettel non perde occasione per sottolineare quanto si trovi bene con Raikkonen, dovrebbero parlarsi, spiegarsi, capirsi, per un finale di campionato che faccia sognare e non avere incubi ai costernati tifosi della Rossa.
Ma forse al muretto box della Ferrari manca una figura diversa, un direttore sportivo magari ex pilota ferrarista che possa comprendere certe dinamiche/diatribe, che sappia leggere le gare in tutte le sue sfaccettature e gestire con cognizione di causa le aspettative legittime (o no) dei piloti che sono pur sempre uomini, a volte fragili come dimostrano gli errori del tedesco Vettel. Quindi ok Arrivabene Team Principal supervisore e detentore dell’ultima parola, ma che ne dite di avere una figura come descritta sopra che risponda, per esempio, a uno dei nomi sotto con qualche possibilità di effettiva disponibilità?
Chi scegliereste come DS tra:
PATRICK TAMBAY – GERHARD BERGER – IVAN CAPELLI – EDDIE IRVINE