(27/8/2018) – BELGIAN GP. VETTEL, ALL ENGINE POWER AND…SAFETY CAR. Spa: quando Vettelrisponde alle domande dei giornalisti in italiano e Hamilton lo fa invece con monosillabi e in maniera piuttosto stizzita significa che c’è qualcosa di nuovo. Di grande per uno (il ferrarista) e di inspiegabile per l’altro (l’uomo Mercedes). Ebbene sì, in Belgio Sebastian si è preso la rivincita rispetto allo scorso anno quando dovette accontentarsi del secondo posto proprio dietro il solito rivale inglese che aveva rintuzzato con molta arguzia l’attacco finale dell’alfiere del Cavallino sferrato dopo il Radillon. E che rivincita. Questa volta lo scenario è stato lo stesso ma l’esito ben diverso: pronti-via, Hamilton sfrutta la pole e si mantiene davanti, Vettel gli è subito in scia, aspetta il Radillon, prende la scia e con un inaspettato scatto ulteriore brucia, anzi annichilisce the Hammer e da quel momento vola via verso il trionfo che riduce a 17 i punti di svantaggio in classifica e lo porta a quota 52 successi complessivi superando Alain Prost.
Oltre al “trucco speciale” – così lo ha definito sornione e malizioso Hamilton – di cui dispone la SF7-H, la vittoria di Spa si è giocata anche per qualche secondo. Come si è visto, lo start ha riservato una paurosa bolgia di monoposto impazzite, innescata dall’incredibile – per un pilota esperto come lui – frenata ritardata di Hulkenberg che ha mandato ruote all’aria la Mc Laren di Alonso con tutto quello che ne è conseguito (Leclerc out, Ricciardo senza alettone, Raikkonen con pneumatico posteriore destro forato). Se la direzione gara avesse disposto subito l’ingresso della Safety Car, come prevedibile dati i pezzi disseminati in pista e le carcasse delle auto a lato, a Vettel non avrebbe avuto altro da fare che accodarsi ad Hamilton rimandando l’attacco a sorpresa che non sarebbe più stato tale. Invece Charlie White ha atteso quei secondi in più che hanno consentito l’evolversi decisivo della gara sul Kemmel mentre sugli schermi tv appariva la scritta “yellow flag” alla prima curva.
MONZA, MOTORE E PASSIONE – Detto questo, comunque, va rilevato che il motore Evo della Ferrari ha superato con profitto l’esame mentre dalle parti di Brackley, come d’altronde ha rimarcato lo stesso Hamilton, “c’è da lavorare”. In Belgio Lewis ha davvero dato tutto pur di non lasciar fuggire il ferrarista ma ogni diavoleria – ha smanettato parecchio sul volante – non ha accorciato le distanze. Si torna in pista già domenica prossima, in quella Monza dove l’anno scorso la Mercedes fece doppietta – 1° Hamilton, 2° Bottas – cominciando a far ammainare le bandiere rosse. “Il nostro motore è migliore di quello Ferrari”, disse allora Lewis. La situazione sembra ribaltata e la gara di casa potrebbe dare un nuovo e corroborante responso positivo agli uomini di Binotto. Maurizio Arrivabene dà già l’appuntamento e chiama a raccolta: “Adesso arriva Monza, e già da mercoledì potremo avvicinarci al nostro pubblico, durante l’evento alla Darsena di Milano. Sono sicuro che potremo contare sull’appoggio di tutti i tifosi, per continuare anche insieme a loro questo campionato che si fa via via più interessante; con la speranza, a fine anno, di poter regalare a tutti un grande sorriso”.