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GP AZERBAIJAN. HAMILTON VINCITOR SORNIONE. FERRARI, GIA’ SINDROME NEGATIVA? VERSTAPPEN-RICCIARDO: IL VERO COLPEVOLE E’ IL MURETTO RED BULL

(30/4/2018) – AZERBAIJAN GP ANALYSIS. E due. In Azerbaijan la Ferrari,la monoposto più competitiva in questo avvio di stagione, ha gettato alle ortiche la seconda possibile, anzi quasi certa vittoria dopo il flop in Cina. Pole position di Vettel sia a Shanghai che a Baku ma se nel primo caso ci aveva pensato il solito Verstappen (oltre a noie alle gomme) a mettere fuori causa il tedesco, ieri Sebastian ha perso tutto ad una manciata di chilometri dalla fine fallendo l’attacco decisivo a Bottas. La frenatona con relativo spiattellamento gli è costata due posizioni a favore di Raikkonen e di Perez nonchè la mancata soddisfazione, almeno, del podio. “C’era la possibilità e ci ho provato”, ha detto il pilota del Cavallino che ha ceduto la leadership di campionato al vincitor sornione Hamilton. Che dire? Vettel ha guidato e sta guidando ottimamente ma, come gli accade spesso, a volte non pondera fino in fondo l’economia delle sue azioni. Forse viene fuori quel suo “carattere emozionale” e un po’ “meridionale” che il Presidente Marchionne aveva messo in evidenza in sede di considerazioni finali dello scorso campionato (ricordate proprio a Baku la ruotata malandrina ad Hamilton che gli costò la vittoria?). Ma il problema non è del singolo, le corse possono essere così e d’altronde anche nel 2017 il GP di Azerbaijan era stato assai pirotecnico. Il fatto è che la Ferrari, per quanto il secondo posto di Raikkonen vada accolto con molto favore, sembra già nel pieno di quella sua sorta di sindrome negativa in cui spesso ricade nelle seconde parti di campionato. Come dimenticare certi acuti maranelliani come per esempio le “notti tragiche” di Singapore 2017 (scontro Seb-Kimi in partenza e bye-bye campionato) o peggio di Abu Dhabi 2010 (Alonso piantato dietro Petrov), se non proprio Singapore 2009 (Massa fermo in corsia box col tubo di rifornimento). Insomma, quando sembra o deve andare tutto liscio, ecco che capita il patatrac, l’imprevisto, l’errore marchiano, l’incidente. E si deve ricucire, rincorrere, ricominciare daccapo. Col fiatone. Serve dunque grande calma e forza psicologica ma a questo punto…anche uno stregone anti voodo!

RED BULL CRASH! – Nel dare una pacca sulla spalla allo sfortunatissimo Bottas, l’analisi del Gran Premio di Azerbaijan non può non prendere in considerazione l’incidente tra Verstappen e Ricciardo. Giro dopo giro, con le Red Bull dei due galli sempre vicine, era veramente difficile, in un circuito come quello azero, non pensare che sarebbe andata a finire più o meno proprio come è effettivamente andata a finire. Evidentemente non lo pensava così Chris Horner che dal muretto ha lasciato fare. Ma si è sbagliato. Infatti, una volta che Ricciardo è riuscito a divincolarsi dalla marcatura dello scomodo compagno di squadra ha immediatamente preso un certo vantaggio, a dimostrazione che ne aveva di più. Messaggio non recepito dal box. Dopo il pit-stop, ritrovarsi dietro l’olandese ha innescato l’imbarazzante incidente sul rettilineo di partenza. Anche qui, che dire? Verstappen sotto attacco continua a chiudere porte a destra a e sinistra infrangendo il regolamento e creando parecchi pericoli (in Ungheria con Raikkonen fece la stessa cosa) ma a quanto pare a Charlie Whiting che continua a dire “la sicurezza prima di tutto” questo non interessa. Mah! Alla Red Bull sono recidivi: in Turchia Vettel e Webber si misero fuori gioco allo stesso modo! Contenti loro…

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