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COSA HA DETTO IL GRAN PREMIO DI AUSTRALIA

(26/3/2018) – WHAT AUSTRALIA GP SAYS. Quali spunti suggerisce la vittoria numero 48 di Vettel (9 con il Cavallino) e, più in generale, il risultato del GP di Australia? La prima gara della stagione 2018 ha emesso i suoi verdetti e oggi sorride la Ferrari mentre probabilmente vola qualche “straccetto” nel Team Mercedes, con Hamilton rabbuiato dalla “umiliazione” inflittagli che sicuramente dopo la pole numero 73 non pensava di dover subire. A Melbourne, tutti hanno dovuto scoprire le carte e quindi, telemetria alla mano, i tecnici avranno modo di scoprire punti di forza e debolezze alle quali mettere mano in vista del secondo round dell’8 aprile, in Barhein. Ma cosa ha detto chiaramente o tra le righe la classifica del primo appuntamento?
>> HA DETTO che una rondine non fa primavera e Vettel e la Ferrari faranno bene a sviluppare velocemente la SF71H per attaccare a fondo l’armata d’argento. Come ha confessato il tedesco, la fortuna ha giocato una parte importante ma è anche vero che, ormai, in questa F1 va massimizzata ogni occasione per sbaragliare il campo e sopravanzare l’avversario. E a Melbourne la Ferrari e il suo pilota di punta hanno dimostrato di saperlo fare (con Raikkonen sornione ma almeno a podio).
>> HA DETTO che, alla fine, nessuno è imbattibile – leggi Mercedes stellare – soprattutto se ci si affida a software e algoritmi. L’errore umano di Bottas in qualifica è poi un’altra variabile non considerata che ha prodotto conseguenze negative in termini di punti Costruttori e soprattutto di strategia di appoggio alla preventivata cavalcata solitaria di Hamilton. Toto Wolff & C. hanno di che riflettere.

>> HA DETTO che per tre anni – 3 anni! – la F1 ha dovuto fare a meno di un campione come Alonso, sacrificato sull’altare della Honda, mai pervenuta. Certo, lo spagnolo, quinto, è il primo dei secondi e anche con un certo distacco, ma la strada sembra finalmente in discesa e inoltre pare che alla Mc Laren stiano approntando una monoposto B, migliore, già per la Cina. L’entusiasmo è un potente additivo e probabilmente farà la sua parte nella “rinascita” del Team inglese e del due volte campione del mondo.
>> HA DETTO che la Red Bull non è ancora a livello di Mercedes e Ferrari, come qualcuno aveva azzardato dopo i test di Barcellona. Intendiamoci, non è nemmeno lontanissima ma c’è un mix di fattori che possono penalizzarne le prestazioni. Quali? Il gap di potenza del motore Renault, la solita “esuberanza” di Verstappen che può vanificare gli sforzi (vedi testa-coda) e il nervosismo di Ricciardo, veloce ma impossibilitato a superare Raikkonen, che a fine gara ancora recriminava acidamente sulla penalizzazione in griglia. Il suo contratto in scadenza, poi, non aiuta di certo a rasserenare il Team che, a sua volta, entro maggio dovrà comunicare o meno l’intenzione di proseguire con la power unit francese.
>> HA DETTO che Renault ha fatto un passo in avanti (con Hulkenberg davanti a Sainz in qualifica e in gara) e Force India uno indietro (con Perez sempre migliore dell’ambizioso compagno di squadra Ocon). Che la Haaspuò contare su piloti tosti e una monoposto molto buona (i telai Dallara non hanno mai fallito e il motore Ferrari è una garanzia) ma l’organizzazione di squadra non può incappare in quel disastroso doppio infortunio ai box che tutti hanno visto (compresi Steiner mani nei capelli e meccanici imbufaliti… ma con chi??). Che Stroll ha capitalizzato l’anno di esperienza – uno scotto che invece paga Sirotkin – ma che la Williams ha comunque davvero molto da lavorare per essere più competitiva e non annoverare una scialba annata. Che la Toro Rosso avrà il suo bel da fare per ottenere dal motore Honda quel che la Mc Laren ha solo inutilmente sperato per tre anni: Markko e Tost hanno voluto giocare questa carta in prospettiva Red Bull 2019 e ora tocca gestire la situazione che può divenire molto frustrante. Che, infine, la Sauber con i colori Alfa Romeo riparte dai problemi dello scorso anno, anche se Vasseur aveva predetto che il miglioramento – leggi più soldi dagli sponsor e motore ultima versione – avrebbe avuto bisogno di tempo per essere metabolizzato da una squadra che da tempo conviveva con ristrettezze e ruolo da comprimario. Le prestazioni di Leclerc, in chiara difficoltà al debutto, e di Ericsson, forse già al massimo, non aiutano.

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