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Mese: Marzo 2018
(30/3/2018) – Auguri di buon compleanno (e buona Pasqua) a Eddie Jordan che oggi compie 70 anni! Che dire di questo eclettico irlandese di Dublino che da pilota di kart, evidentemente non troppo talentuoso, è presto passato dall’altra parte, al muretto? Per mutuare la descrizione che Enzo Ferrari fece di Clay Regazzoni (la ricordate?) direi: buon viveur, scaltro businessman, brillante musicista, super animatore, charity fundraiser e, a tempo, perso, team manager. Il Team ha certamente ottenuto ottimi risultati, dalla British F3 alla F.3000 (campione nel 1988 e 1989), alla F1 (dal 1991 al 2005 quattro vittorie, nel 1999 in lotta per il titolo!) ma col tempo è prevalsa la sua spiccata indole affaristica che ha fatto la fortuna sua e di molti piloti ma per altri ha anche significato perdite di tempo e cocenti quanto amare delusioni (vero, Pantano?). Piloti lanciati (la maggioranza)? Eccone alcuni: Michael Schumacher, Damon Hill, Alesi, Barrichello, Irvine, Brundle e scusate se è poco. Le difficoltà crescenti, gli scarsi risultati lo indussero a fine 2005 a cedere il materiale al magnate Alex Schneider che iscrisse la Midland F1, di brevissima durata. La Jordan divenne quindi Spyker e poi Force India. Eddie Jordan, invece, è sempre lo stesso: gaudente e istrione è rimasto nell’ambiente e lo vediamo salire sui podi della F1 o sentiamo commentare ai microfoni TV risultati e protagonisti di quel mondo di cui è stato grande, inimitabile attore.
(28/3/2018) – La vittoria nel Gran Premio del Brasile, il 28 marzo 1993, fu uno dei capolavori di Ayrton Senna quell’anno. Il pilota brasiliano, ai ferri corti con Ron Dennis, trovò in extremis l’accordo con la Mc Laren per disputare “a gettone” quella stagione durante la quale, nonostante la manifesta inferiorità della monoposto bianco-rossa motorizzata Honda (all’addio) rispetto alla iper-tecnologica Williams-Renault, riuscì a spesso sbaragliare il campo, compreso il super rivale Prost che, al rientro dopo l’anno sabbatico, gli aveva sottratto ogni possibilità di correre per Sir Frank. La gara alla quale teneva di più, quella di casa a Interlagos (seconda di campionato), dimostrò una volta di più la sua grandezza unita ad una determinazione senza pari.
LA GARA – Ayrton, re delle qualifiche, nulla potè il sabato contro lo strapotere delle due Williams di Prost e Damon Hill che si assicurarono la prima fila, uniche a scendere sotto l’1’17”. Il paulista, terzo, era seguito dall’arrembante Schumacher su Benetton-Ford e dal compagno di squadra Michael Andretti. Dopo il via, (che incidente tra Andretti e Berger!) il compito di Senna diventò più gravoso a causa di uno stop-and-go inflittogli per un sorpasso in regime di bandiera gialla. Poi comincia il caos-pioggia, ma per Ayrton non è un problema, anzi: Katayama e Suzuki scivolano fuori pista, Schumacher pasticcia al pit-stop e Alesi becca una penalità. Ma soprattutto è Prost a perdere il controllo della sua Williams alla fine del rettilineo di partenza: ritiro. La partita, a questo punto, è tra Hill e Senna, con il brasiliano che sulla pista ancora viscida infila senza pietà il timoroso inglese andando a vincere alla grande il Gp di casa. A distanza di 15 giorni, Ayrton avrebbe compiuto un’impresa ancora più grande, a Donington…
(27/3/2018) – Fu una doppietta inaspettata ma fantastica quella della Mc Laren al Gran Premio Usa West del 27 marzo 1983: sul traguardo di Long Beach sfrecciarono primo John Watson e secondo Niki Lauda. La particolarità che aumentò la festa sta nel fatto che i due piloti di Ron Dennis erano partiti, rispettivamente, dalla 22^ e 23^ posizione in griglia: per la Mc Laren, modello MP4/1C si trattò dell’unica vittoria stagionale e per l’irlandese Watson dell’ultima della sua carriera, da ricordare perché nessuno ha mai vinto prendendo il via così indietro nello schieramento di partenza. La monoposto motorizzata Ford-Cosworth altro non era che un evoluzione della rivoluzionaria creatura in fibra di carbonio del 1981 di John Barnard ma davanti alla progressiva predominanza dei motori turbo dimostrava ormai la sua inadeguatezza. Già a fine di quella stagione sarebbe arrivato il Turbo TAG Porsche voluto da Monseur Ojjeh e che avrebbe dato molte più soddisfazioni.
LA GARA – In pole a Long Beach c’erano le due Ferrari 126/C3 di Tambay – la prima per il francese – e di Arnoux seguiti dalle Williams aspirate del campione del mondo in carica Keke Rosberg e di Laffite e quindi da De Angelis (Lotus-Renault), Warwick (Toleman-Hart), Prost (Renault) e Alboreto (Tyrrell). Le due Mc Laren pagarono circa 4 secondi dal miglior tempo di qualifica! L’evento-clou fu l’attacco di Rosberg ai danni di Tambay che, colpito, si intraversò dovendo poi ritirarsi. Non andò meglio al finlandese che fu subito attaccato dalla Ligier di Jarier col risultato che entrambi riportarono danni tali da essere costretti al ritiro. Problemi di gomme (era una calda domenica californiana) con diversi pit-stop e ben 13 ritiri complessivi (tra cui Warwick, De Angelis, Piquet, Cheever, Jones) premiarono i due della Mc Laren che invece procedettero di conserva, con Watson che sopravanzò Lauda al secondo anno di rientro in F1, fino alla zampata finale, con il ferrarista Arnoux ultimo componente del podio.
(26/3/2018) – ELIO DE ANGELIS WOULD HAVE BEEN 60 TODAY. Oggi Elio De Angelis avrebbe compiuto 60 anni. Il campione romano, di sport e di stile, manca a tutti, a distanza di quasi 32 anni da quell’infame incidente a Le Castellet. Motor Chicche lo ricorda ripescando nel suo rilucente palmares l’anniversario, 40 anni fa, della grande vittoria al Gran Premio F3 di Monaco. Reduce dalla vittoria del campionato italiano, nel 1978 Elio era già nelle mire della Ferrari – il Drake era convinto del suo talento – ed era sbarcato in F2 con la Ralt spinta dal motore modenese. Un connubio però difficile, avaro di risultati quando ecco prospettarsi l’opportunità di correre la prestigiosa gara di contorno al Gran Premio di Montecarlo. Vincere lì, allora, significava ottenere il pass alla F1 ed Elio vinse. Di forza, quasi di prepotenza: il sorpasso decisivo avvenne al Lowe con un contatto tra la sua Chevron-Toyota e quella del francese Gaillard che volò sul guard-rail. I commissari non punirono il romano – che differenza rispetto ad oggi… – che trionfò e il suo nome finì sui taccuini dei team principal, folgorati da tanta determinazione. L’anno dopo debuttò in F1 con la Shadow.
(26/3/2018) – WHAT AUSTRALIA GP SAYS. Quali spunti suggerisce la vittoria numero 48 di Vettel (9 con il Cavallino) e, più in generale, il risultato del GP di Australia? La prima gara della stagione 2018 ha emesso i suoi verdetti e oggi sorride la Ferrari mentre probabilmente vola qualche “straccetto” nel Team Mercedes, con Hamilton rabbuiato dalla “umiliazione” inflittagli che sicuramente dopo la pole numero 73 non pensava di dover subire. A Melbourne, tutti hanno dovuto scoprire le carte e quindi, telemetria alla mano, i tecnici avranno modo di scoprire punti di forza e debolezze alle quali mettere mano in vista del secondo round dell’8 aprile, in Barhein. Ma cosa ha detto chiaramente o tra le righe la classifica del primo appuntamento?
>> HA DETTO che una rondine non fa primavera e Vettel e la Ferrari faranno bene a sviluppare velocemente la SF 71H per attaccare a fondo l’armata d’argento. Come ha confessato il tedesco, la fortuna ha giocato una parte importante ma è anche vero che, ormai, in questa F1 va massimizzata ogni occasione per sbaragliare il campo e sopravanzare l’avversario. E a Melbourne la Ferrari e il suo pilota di punta hanno dimostrato di saperlo fare (con Raikkonen sornione ma almeno a podio).
>> HA DETTO che, alla fine, nessuno è imbattibile – leggi Mercedes stellare – soprattutto se ci si affida a software e algoritmi. L’errore umano di Bottas in qualifica è poi un’altra variabile non considerata che ha prodotto conseguenze negative in termini di punti Costruttori e soprattutto di strategia di appoggio alla preventivata cavalcata solitaria di Hamilton. Toto Wolff & C. hanno di che riflettere.
>> HA DETTO che per tre anni – 3 anni! – la F 1 ha dovuto fare a meno di un campione come Alonso, sacrificato sull’altare della Honda, mai pervenuta. Certo, lo spagnolo, quinto, è il primo dei secondi e anche con un certo distacco, ma la strada sembra finalmente in discesa e inoltre pare che alla Mc Laren stiano approntando una monoposto B, migliore, già per la Cina. L ’entusiasmo è un potente additivo e probabilmente farà la sua parte nella “rinascita” del Team inglese e del due volte campione del mondo.
>> HA DETTO che la Red Bull non è ancora a livello di Mercedes e Ferrari, come qualcuno aveva azzardato dopo i test di Barcellona. Intendiamoci, non è nemmeno lontanissima ma c’è un mix di fattori che possono penalizzarne le prestazioni. Quali? Il gap di potenza del motore Renault, la solita “esuberanza” di Verstappen che può vanificare gli sforzi (vedi testa-coda) e il nervosismo di Ricciardo, veloce ma impossibilitato a superare Raikkonen, che a fine gara ancora recriminava acidamente sulla penalizzazione in griglia. Il suo contratto in scadenza, poi, non aiuta di certo a rasserenare il Team che, a sua volta, entro maggio dovrà comunicare o meno l’intenzione di proseguire con la power unit francese.
>> HA DETTO che Renault ha fatto un passo in avanti (con Hulkenberg davanti a Sainz in qualifica e in gara) e Force India uno indietro (con Perez sempre migliore dell’ambizioso compagno di squadra Ocon). Che la Haas può contare su piloti tosti e una monoposto molto buona (i telai Dallara non hanno mai fallito e il motore Ferrari è una garanzia) ma l’organizzazione di squadra non può incappare in quel disastroso doppio infortunio ai box che tutti hanno visto (compresi Steiner mani nei capelli e meccanici imbufaliti… ma con chi??). Che Stroll ha capitalizzato l’anno di esperienza – uno scotto che invece paga Sirotkin – ma che la Williams ha comunque davvero molto da lavorare per essere più competitiva e non annoverare una scialba annata. Che la Toro Rosso avrà il suo bel da fare per ottenere dal motore Honda quel che la Mc Laren ha solo inutilmente sperato per tre anni: Markko e Tost hanno voluto giocare questa carta in prospettiva Red Bull 2019 e ora tocca gestire la situazione che può divenire molto frustrante. Che, infine, la Sauber con i colori Alfa Romeo riparte dai problemi dello scorso anno, anche se Vasseur aveva predetto che il miglioramento – leggi più soldi dagli sponsor e motore ultima versione – avrebbe avuto bisogno di tempo per essere metabolizzato da una squadra che da tempo conviveva con ristrettezze e ruolo da comprimario. Le prestazioni di Leclerc, in chiara difficoltà al debutto, e di Ericsson, forse già al massimo, non aiutano.
(23/3/2018) – PLEASE KIMI RAIKKONEN, RETURN TO WIN! In Australia la scena è tutta per Hamilton e Vettel, famelici a caccia del quinto titolo, ma per tanti motivi a Melbourne merita un “focus” anche Kimi Raikkonen che giusto oggi “festeggia” i 15 anni dalla sua prima vittoria in F1, con la Mc Laren, al Gran Premio di Malesia 2003. Ancora una volta, è un anno decisivo per il finlandese, ultimo ferrarista iridato nel 2007, 39 anni il prossimo 17 ottobre. Il contratto con il Cavallino scade a fine stagione ed è già ripartito il tormentone sul suo futuro, sulla riconferma o meno (Ricciardo e Leclerc stanno alla finestra), sul desiderio di dedicarsi a moglie e figli (Robin 3 anni, la piccola Rianna Angelia Milana nata lo scorso 17 maggio), sulla voglia di tornare ai rally o di provare col Rallycross.
LE SUE VITTORIE – La vittoria gli manca dal Gran Premio di Australia 2013, al volante della Lotus. Troppo per un campione come lui. Con la Ferrari, il successo non arriva addirittura dal Gran Premio del Belgio 2009 (alla fine di quel campionato venne giubilato per far posto ad Alonso). Bello, poi, pensare all’eccezionale debutto vincente al volante della Rossa nel 2007, proprio alGran Premio di Australia. La sua situazione è riassunta tutta qui. Conteranno le vittorie, la costanza del suo impegno, gli exploit dei pretendenti all’ambito volante made in Maranello. Il Presidente Marchionne lo apprezza – e lui gode dell’appoggio pressochè incondizionato di tantissimi fans, tanto che è sbarcato addirittura su Instagram – ma non è notoriamente uno paziente. E c’è pure un nuovo campanello d’allarme: l’appoggio di Vettel, finora suo “sostenitore” interno e forte di tre anni di contratto, sembra venir meno. Riferito a Daniel Ricciardo, dopo tanto diniego sull’argomento, il tedesco ha infatti dichiarato in press conference: “Non mi dispiacerebbe tornare ad averlo come compagno di squadra in futuro”. Ahiahiai, Kimi…
(21/3/2018) – Un giorno di primavera eccezionale per Nigel Mansell, 25 anni fa: il 21 marzo 1993 il fresco campione del mondo di F1 con la Williams, non riconfermato, vinse la gara inaugurale a Surfers Paradise del campionato americano CART al volante di una Lola T9300 – Ford. Il pilota inglese, che si era accordato con il Team Newman-Haas Racing, strabiliò tutti: all’esordio nella serie Indy Car e su un ostico circuito cittadino ottenne infatti pole position e vittoria, eguagliando l’exploit di Graham Hill nel 1966. Successo rivelatore: con altre quattro vittorie Mansell si laureò anche campione yankee, autentico Rookie of the year.
A fine 1992, Mansell aveva dovuto rinunciare alla amata F1, estromesso dalla contesa senza esclusione di colpi del volante Williams tra Prost e Senna. La sua notorietà era comunque alle stelle e la pista del Queensland australiano registrò il pieno di spettatori e media incuriositi dalla sfida dei due mondi del campione di F1. Avvincente la gara, caratterizzata dal duello con un altro transfuga della massima formula, Emerson Fittipaldi. Nigel – che aveva come compagno di squadra Mario Andretti – partì male ma diede sfoggio del suo stile di guida irruente, senza comporomessi e ben presto si portò alle calcagna del brasiliano che infilò a ruote fumanti ma in regime di bandiera gialla! Scontato il penalty che lo ricacciò in quarta posizione, il Leone d’Inghilterra puntò di nuovo Emerson avendone facilmente la meglio e conquistando un entusiasmante primo score pieno, preludio della marcia trionfale che gli assicurò il titolo e nuovi succulenti introiti!
(20/3/2018) – PORSCHE 70, CELEBRATION AND PROGRAM. Entrano nel vivo le celebrazioni del 70° anniversario Porsche: era l’8 giugno 1948 quando dalla creatività di Ferry Porsche nacque il primo prototipo ufficiale, la Roadster denominata 356-001. Il programma è lungo. Da oggi fino al 31 maggio la Casa di Stoccarda si festeggia con una esibizione dal titolo “70 anni di auto sportive Porsche” in programma presso lo spazio “Drive. Volkswagen Group Forum” di Berlino – ingresso gratuito – dove la storia Porsche potrà essere approfondita attraverso la declinazione di dieci temi legati allo sviluppo del costruttore tedesco negli ultimi 70 anni. Ad “accogliere” i visitatori, subito una Porsche 356 “No.1″, simbolo dell’origine della “specie”, fino all’auto del futuro con la Mission E, che arriverà sul mercato solo nel 2019 come prima vettura del brand a propulsione puramente elettrica. Ma sono veramente tante le fantastiche vetture su questo ideale percorso: dalla Boxster, che fu in grado di riportare al successo la Porsche AG in difficoltà finanziarie, alla leggendaria ed estrema 917/20 da corsa nella sezione “Motor Sport” o ancora, nella gamma “Sport cars today”, alla Panamera Turbo S E-Hybrid Sport Turismo che dimostrerà le odierne potenzialità della tecnologia a propulsione alternativa, in una realtà virtuale. “Vogliamo mostrare – spiega Achim Stejskal, Direttore del Museo Porsche – lo spirito di innovazione, che in oltre 70 anni ha reso Porsche uno dei produttori automobilistici più redditizi al mondo. Esso continuerà a guidare l’esperienza del marchio nel futuro”.
Per Porsche, che nel 2017 ha registrato pure il record assoluto di vendite nel nuovo con 246mila esemplari, è un anno denso di eventi. Già il 3 febbraio è stata inaugurata la mostra “The Porsche Effect” presso il Petersen Museum di Los Angeles e solo pochi giorni fa, al Salone dell’auto di Ginevra, è stata presentata in anteprima la nuova 911 GT3 RS, la sua più potente sportiva stradale con motore aspirato 4 litri di 520 cavalli. Il museo Porsche di Stoccarda a partire dal 9 giugno ricorderà con un vernissage questi decenni, e lo stesso giorno, i fans sono invitati all’evento “Sports Car Together Day”, in programma presso tutte le sue sedi. Infine la festa ufficiale del marchio il 16 e il 17 giugno all’interno e attorno al Museo Porsche di Stoccarda. Porsche sarà inoltre presente ad appuntamenti come il “Festival of Speed” che si terrà presso il circuito automobilistico di Goodwood dal 12 al 15 luglio, e la “Rennsport Reunion” in California dal 27 al 30 settembre. I festeggiamenti dell’anniversario si concluderanno il 13 ottobre con la “Notte dei suoni”. che si terrà per la prima volta alla Porsche Arena di Stoccarda. (Ulteriori informazioni su www.porsche.de/museum. Il libro ufficiale per l’anniversario con il titolo “70 anni di vetture sportive Porsche” è stato pubblicato da Delius Klasing Verlag).
(20/3/2018) – E’ la vigilia di un evento tutto da seguire: dal 22 al 24 marzo torna la Coppa Milano-Sanremo, rievocazione storica della gara più antica d’Italia, inserita per la prima volta nel Trofeo Superclassica ACI. Il profumo di leggenda classica è in questo dato: la prima edizione si tenne nel 1906! Il nuovo percorso, dalla Brianza alla Riviera dei Fiori, toccherà Lombardia, Piemonte e Liguria per una percorrenza totale di oltre 600 chilometri e comprenderà più di 60 prove: 52 speciali e 6 di media (con rilevamenti intermedi).
LE AUTO – L’organizzazione ha selezionato oltre 70 vetture di grande prestigio e valore storico – numerosi gli equipaggi stranieri –costruite tra il 1906 e il 1976. Tra le auto in gara, veterana tra le veterane sarà la Fiat 509S del 1926, guidata da S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, accompagnata da altri capolavori come la Maserati A6GCS-53 Berlinetta Pininfarina del 1953 (della collezione Matteo Panini), una Bugatti Stelvio del 1939, un’ Aston Martin DB2 e una DB4rispettivamente del 1952 e 1960, una Ermini 1100 Sport International del 1954, una O.S.C.A. MT4 1100 Sport del 1954, un’Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este del 1951 e un’Alfa Giulia TZ1 del 1964, un’ACE Bristol Roadster del 1957 e una Porsche 356 A 1600 Speedster del 1957.Concorrente storica e grande ritorno sarà la Fiat carrozzata Colli, che già nel lontano 1948 partecipò alla 12a edizione storica della gara.
L’ITINERARIO – Tutto è pronto, secondo un itinerario affascinante: dopo il raduno e le prove tecniche e sportive nel giorno precedente alla partenza, all’interno dell’Autodromo di Monza, le auto sfileranno per il centro di Monza per poi raggiungere Milano con un vero e proprio “defilè” nel cuore del Quadrilatero della moda, passando da via Montenapoleone fino ad arrivare all’ombra della Madonnina, e poi in Piazza Castello dove verranno ufficialmente presentate al pubblico. Venerdì 23 marzo, gli equipaggi ripartiranno sempre da piazza Castellola e la prima sosta è prevista nella storica cornice del Villa Sparina Resort nei pressi di Gavi. Da lì, ad attenderli gli straordinari paesaggi dell’entroterra ligure, fino a raggiungere a sera Rapallo dove, al porto Carlo Riva presso lo Yatch Club si terrà la Cena di Gala a tema nautico. Sabato 24 marzo è il giorno decisivo in cui gli equipaggi dovranno affrontare le ultime prove speciali: da Rapallo sfioreranno La Superba, sosteranno nell’incantevole Villa Ottolenghi di Acqui Terme, appartenuta all’omonimo Conte vincitore della gara nel 1929, e percorrendo le montagne dell’appenino ligure, attraverseranno le insidiose curve del Passo del Faiallo, Passo del Bric Berton, Colle del Melogno, Colle Scravaion, Colle San Bartolomeo per poi scendere infine verso Sanremo in vista del traguardo che la prima macchina dovrebbe tagliare tra le 19.00 e le 20.00.
PREMI ED EVENTI – L’edizione 2018 prevede ben 20 titoli d’onore che……
premieranno i primi 10 equipaggi della classifica generale, i primi 3 classificati per ciascuna categoria, i primi 3 classificati nelle prove di media, la prima scuderia, il primo equipaggio under 30. Come da tradizione verrà anche premiato il primo equipaggio femminile ch,e oltre al titolo assoluto, potrà gareggiare per l’ambito premio “Coppa delle Dame”. Già nel 1929 erano ben 5 gli equipaggi femminili che concorrevano per il titolo anche chiamato “La perla di Sanremo”. A questi si aggiunge poi un premio di speciale valore simbolico. Si tratta del “Trofeo degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia” il titolo che la Real Casa conferirà all’equipaggio che saprà distinguersi per fair play e cavalleria, istituito per rendere omaggio al celebre antenato Adalberto di Savoia che nel 1933 vinse la gara. L’evento vedrà inoltre protagonisti personaggi illustri del “jet set dell’automotive” tra i quali Prisca Taruffi, che durante la premiazione finale nella città di Sanremo presenterà la seconda edizione del “Volpe Argentata Event” a trent’anni dalla scomparsa del padre, l’insuperabile pilota Piero Taruffi.
L’edizione 2018 della Coppa vanta inoltre partner d’eccezione come Maserati, main sponsor official car della manifestazione e promotore della “gara nella gara” Tributo Maserati, IWC Schaffahausen official timekeeper, Pirelli, Bosch e Ermenegildo Zegna, come partner di eleganza.
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CHI CONTROLLA CHI IN F1
(19/3/2018) – WHO CONTROLS WHO IN F1. Ai nastri di partenza della F1 2018 ci saranno monoposto espressione di quattro Case costruttrici, Ferrari, Mercedes, Renault e Mc Laren, e due title sponsor automotive, Alfa Romeo con la Sauber e Aston Martin con la Red Bull. E’ interessante notare, tra le stesse Case che si contendono la supremazia in pista, l’esistenza di intrecci industriali di rilevante portata strategica. Allora, chi controlla chi in F1?
Prendiamo per esempio Daimler, leggi Mercedes, e Renault: dal 2010 sono legate da un importante accordo di interscambio produttivo e tecnologico che garantisce loro economie di scala pari a 2 miliardi di euro ciascuno. La formula magica sta nello scambio azionario che ha portato Daimler a possedere il 3,1% di Renault e di Nissan e quest’ultime, rispettivamente, l’1,55% del capitale tedesco. E’ poi recente l’ingresso nel capitale Daimler della cinese Geely (proprietaria di Volvo) per cui il suo attuale azionariato è così composto: primo azionista Geely 9,69%, poi Fondo sovrano del Kuwait 6,8%, Renault-Nissan 3,1%, Fondo pensionistico Norvegia 2,5%. I francesi, a loro volta, sono da poco passati alla triplice alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi che li proietta al vertice della capacità produttiva automobilistica mondiale. Lo stato francese è ancora comproprietario della Renault col 15% mentre dal 1999 l’alleanza con i giapponesi di Nissan è fondata dall’interscambio azionario per cui Renault ha il 44.3% di Nissan e questi ultimi il 15% del capitale transalpino.
Aston Martin, che nutre dichiaratamente velleità di divenire fornitore di un propulsore in F1, è di proprietà di Investindustria che possiede il 37,5% del capitale della casa inglese, in cui figurano anche Kuwait Investment, Dar Adeem Investment e…Daimler (JV con AMG) col 5%. Il settore F1 della Mc Laren fa parte di Mc Laren Technology Group che, insieme a Mc Laren Automotive, costituiscono il Mc Laren Group dal capitale tutto medio orientale, suddiviso tra lo storico Mansour Ojjeh e il Fondo sovrano del Barhain Mumtalakat. La Ferrari , infine, il 13 ottobre 2014 a Wall Street si è aperta per il 10% al mercato (dal 4 gennaio 2016 alla Borsa di Milano); il resto è suddiviso tra l’80% della Exor (cassaforte finanziaria degli Agnelli) e il 10% di Piero Ferrari. Presto novità per quanto riguarda Alfa Romeo!