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IL FUTURO DI GIOVINAZZI SI CHIAMA FERRARI (NEL BENE E NEL MALE)

(10/12/2017) – C’è voluto qualche giorno per metabolizzare il fatto che, al valzer-mercato piloti della F1 2018, non ha partecipato Antonio Giovinazzi. E ora la temibile domanda è ovvia: quale futuro aspetta il driver di Martina Franca che giovedì compie 24 anni? C’è amarezza perché l’enorme occasione per rivedere finalmente un italiano nella massima formula c’è stata e, tra l’altro, creata proprio da quel Sergio Marchionne, Presidente Ferrari, che l’aveva coraggiosamente chiamato a far parte, un anno fa, della famiglia di Maranello in veste di terzo pilota. “Non l’ho voluto perché è italiano, ma perchè è bravo”, disse. Ebbene, l’operazione Alfa Romeo Sauber è un suo progetto portato a termine con grande risonanza mediatica e, secondo gli accordi, con previsti ritorni tecnico-commerciali. Fin qui tutto ok, o quasi. I piloti: una settimana fa, sul palcoscenico di Arese, si sono palesati Leclerc ed Ericsson, i prescelti. Uno fresco campione di F2, anch’egli della famiglia Ferrari via FDA, l’altro legato alla Sauber da solidi vincoli con gli effettivi proprietari del Team svizzero. Per il pilota pugliese, invece, si prospetta un altro anno in panchina, condito da non meglio utili test (Steiner docet). Fin qui la cronaca dei fatti, in base ai quali interessa ora valutare l’esito che potranno avere sulla carriera di Antonio. Non è difficile  capire che la sua situazione si è un tantino (eufemismo?) complicata.


PERCHE’ LECLERC HA BRUCIATO GIOVINAZZI? – Intanto va dato atto che Marchionne ha provato il colpo doppio: piazzare alla Sauber sia Leclerc, sicuro talento, sia Giovinazzi, sua personale scommessa non azzardata. Il manager FCA ha però dovuto capitolare alle esigenze della Langbow Finance che ha acquisito il team svizzero dallo storico fondatore Peter Sauber, di fatto salvandolo dal naufragio, e che ha in Ericsson l’uomo-pilota di riferimento per le proprie manovre di marketing. La domanda sorge spontanea: comprensibile la “ragion di stato” per Marcus, ma perché allora privilegiare Leclerc a scapito di Giovinazzi? Perché non prevedere per il monegasco lo stesso percorso dell’italiano che, oltre i test  test Haas e simulatore Ferrari, ha anche corso due gare occasionali con la Sauber? E qui calano i veli del mistero. Quel che è certo è che Leclerc è stato seguito molto bene dal suo manager che è Nicolas Todt, figlio del gran presidente FIA. Giovinazzi, di scena al Motor Show di Bologna, non ha fatto commenti ma ha saggiamente confermato il suo entusiasmo per la tuta rossa che comunque continuerà a rivestire nel 2018.


TUTTI I CONCORRENTI AL POSTO DI RAIKKONEN – Antonio e il suo manager “Zanna” Zanarini, a questo punto, devono continuare a puntare sul…Rosso. Stavolta, infatti, sarà ben difficile che Kimi Raikkonen venga riconfermato (anche se…mai dire mai…) ormai 38enne e quindi si libererà il posto più ambito da tutti. Il problema è proprio questo: da tutti. L’ho già scritto: sull’uscio di Maranello già stazionano fior di campioni in scadenza di contratto, da Ricciardo a Bottas, o altri che non esiterebbero a stracciarlo, da Perez a Grosjean. Ho l’impressione, inoltre, che in agguato vi siano anche altri nomi ora impensabili ma disponibili… La concorrenza, dunque, è enorme e anche portatrice di introiti. Di conseguenza, per il brav’Antonio il rischio “Valsecchi” è purtroppo grande. Ricordate? Dopo un anno da tester alla Lotus, svanita l’occasione di scendere in pista in sostituzione dell’infortunato Raikkonen (l’ex TM Bouillier preferì dare fiducia mal ripagata a Kovalainen), il pilota comasco perse tutti i treni e uscì definitivamente dal giro. La F1 è così: brucia senza pietà benzina, olio e piloti con le loro legittime ambizioni o addirittura le loro accertate virtù; la soglia di debutto, inoltre, si è paurosamente abbassata dopo l’irruzione di baby-fenomeni come Verstappen e Ocon. Se penso alla forza politica della Ferrari, al fatto che il fornitore di pneumatici è l’italiana Pirelli (anche se di proprietà cinese) e che l’appena nominato Vice Presidente mondiale Sport FIA è Angelo Sticchi Damiani davvero mi chiedo come sia possibile che non ci sia ancora posto in F1 per un pilota italiano (tra l’altro bravissimo). Qualcuno dorme sapendo di dormire. 

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