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POLITICAL F1: DENTRO L’ALFA ROMEO, FUORI LA FERRARI? I SEGRETI DELL’ACCORDO

(2/12/2017) – POLITICAL F1: ALFA ROMEO IN, FERRARI OUT? Con l’operazione Alfa Romeo Sauber, la F1 ha, per così dire, una nuova coppia di fatto ma l’accordo porta in grembo altri segreti e potrebbe riservare altre sorprese. Oggi presso il Museo Alfa Romeo ad Arese i vertici di Ferrari e Sauber (più quelli della F1, FIA e Exor) hanno infatti scoperto, oltre alla livrea bianco-rossa della futura monoposto (in mostra fino al 10 dicembre tutti i giorni dalle ore 10 alle 18), altre carte dell’affaire ritorno Alfa Romeo che da prettamente tecnica-commerciale e di marketing rivela ora anche un risvolto politico.

FERRARI O ALFA ROMEO NELLA F1 DEL FUTURO? – Il Presidente Sergio Marchionne, come già noto, è in rotta di collisione con i nuovi padroni della F1. Le regole (vedi power unit), finora messe sul tavolo e discusse, che dovranno governare la massima formula alla scadenza del Patto della Concordia, e cioè dal 2021, non incontrano il gradimento del Cavallino che ne fa un punto di non ritorno. La minaccia o ferma intenzione che dir si voglia di lasciare la F1, se Carey & Brown dovessero andare avanti senza tenere conto degli interessi Ferrari, è “seria” ed è stata ribadita oggi dall’uomo forte della FCA. Che faccia sul serio lo aveva notato e rimarcato anche Chris Horner, Team Principal Red Bull, invitando praticamente le parti a non scherzare col fuoco. Già, col fuoco: impensabile una F1 senza Ferrari, incalcolabile il danno di immagine e di mancati introiti che una simile scelta comporterebbe. A conferma dell’intento, Marchionne ha tratteggiato un piano B che per la F1 sarebbe comunque un ripiego, ma qui sta la novità. Segnatevi questa frase:     “L’accordo con Sauber prevede che nel 2020-21 Alfa Romeo possa andare da sola“. Nel caso le cose precipitassero davvero, cioè, la Ferrari uscirebbe clamorosamente dal Circus ma il Gruppo vi manterrebbe un piede trasformando l’annunciata partnership con Sauber in qualcosa di più. 

MARCHIONNE STANCO DELLA F1 O DI NON VINCERE? – A fronte di tanta determinazione sorge spontanea una domanda che è anche un sospetto: Marchionne si è stancato della F1? Oppure soprattutto si è stancato di non vincere? Il Cavallino non vince il titolo piloti da 10 anni e quello Costruttori da 9. Per limitarsi alla gestione Marchionne, beh lui le prende di santa ragione dalla Mercedes fin dal suo insediamento post Montezemolo (cioè dal 2015) e conoscendo il tipo la cosa sta cominciando a scocciarlo molto. Non per niente dopo l’amaro Gp d’Italia sbottò: “Mi girano le balle, va tolto il sorriso dalla faccia di quelli lì”.  Era convinto di poter vincere subito ma monoposto sbagliate ed errori vari hanno minato i suoi progetti e, forse, la sua motivazione. Ricordate le sue dichiarazioni ad inizio stagione 2015? La Ferrari era pronta per sbaragliare gli avversari e vincere il mondiale. Le cose hanno preso un’altra piega. E’ cominciata allora una vera e propria trasformazione strutturale della GES Ferrari (valorizzazioni interne) che è ancora in corso con naturali incognite, ma è decisiva per il futuro. L’uomo è così: risultati? Si va avanti e premi per tutti (o quasi). Niente risultati? Si taglia. Vedremo.
P.S. Oggi ad Arese c’erano i due piloti titolari che avranno l’onore di legare per sempre i loro nomi al rientro dell’Alfa Romeo in F1, 33 anni dopo l’ultima apparizione. Sono il monegasco Charles Leclerc e lo svedese Marcus Ericsson. Fuori dai giochi Antonio Giovinazzi (terzo pilota). Su questo deludente esito mi riservo di tornare in un prossimo post. 

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