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SORPASSI E HALO IN F1, DAL WEB DUE SPUNTI PER RIFLETTERE

(3/11/2017) – Il web, nella sua immensa permeabilità all’oblio, offre due “flashback” sulla F1 in grado di proiettarci nel passato e…nel futuro dandoci modo di riflettere, a freddo, su situazioni accadute e decisioni prese. In questi due casi, mi riferisco al sorpasso sanzionato di Max Verstappen ai danni di Kimi Raikkonen all’ultimo giro del Gp USA a Austin e alla prossima adozione dell’Halo, la struttura pensata per offrire riparo alla testa dei piloti, obbligatoria a partire dal campionato 2018.


SORPASSI, CROCE E DELIZIA –  Ebbene, nella foto SOPRA che risale al 1974 si vede il grande Ronnie Peterson su Lotus impegnato in un sorpasso molto deciso ai danni del pur coriaceo Clay Regazzoni su Ferrari (quell’anno in lizza per il titolo mondiale). Il circuito mi pare proprio quello cittadino del Montjuic, in Spagna. Spazi angusti, guard-rail a fil di pista, asfalto sconnesso: insomma la F1 dei tempi eroici (e del coraggio estremo). Come si vede dall’istantanea, lo svedese compie la sua azione di sorpasso salendo con tre ruote sul cordolo e molto probabilmente, nel prosieguo, ci sale con tutte e quattro. Credo proprio di poter dire che nessuna sanzione venne comminata: era la normalità quando i piloti contavano molto alla guida di quelle rudi monoposto e non potevano certo avvalersi, che so, dell’apertura dell’ala mobile posteriore. Ora, tornando al terzo posto mancato di Verstappen va ribadito che la decisione degli steward è stata formalmente ineccepibile, regolamento alla mano, ma quanta nostalgia per tempi così ardimentosi!

HALO Sì HALO NO – Le altre foto riguardano uno studio molto ben fatto da parte dell’olandese Andries van Overbeeke che, già qualche anno fa, si era cimentato nella realizzazione grafica di concepts car di F1 –nelle due foto con livrea Mc Laren – che prevedevano l’integrale copertura del cockpit. Mi sembra un lavoro davvero molto ben riuscito, dal punto di vista estetico ed aerodinamico. Il cupolino è stato effettivamente preso in considerazione dai vertici della F1 ma l’idea è stata accantonata per il solito problema della uscita rapida del pilota in caso di incidenti o altro.  Come noto, alla fine la FIA ha imposto l’Halo anche se questa struttura obiettivamente non garantisce la protezione del capo del pilota in caso di oggetti volanti di piccole e medie dimensioni (vedi molla della Brown di Barrichello sulla testa di Massa in Ungheria). Di contro, è indubbio (o quasi) che pneumatici o pezzi di grosse dimensioni volanti non potrebbero avere l’esito nefasto che è toccato ai poveri Justin Wilson e il figlio di John Surtees. Sulla sicurezza non si può lesinare. E’ un accettabile primo passo che riguarda quella specifica parte della monoposto e il 7 novembre prossimo, in occasione del previsto Strategy Group, probabilmente verrà decisa una nuova denominazione dell’Halo.




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