(26/10/2017) – 20 YEARS AGO, JEREZ 1997: CRASH SCHUMACHER – VILLENEUVE . Vi dice niente questa data? Venti anni fa? E’ il giorno del crash Schumacher – Jacques Villeneuve, quando i piloti della Ferrari e della Williams arrivarono a giocarsi il titolo mondiale 1997 all’ultima gara, il Gran Premio d’Europa a Jerez. Staccati di un solo punto in classifica: 78 a 77 per il ferrarista. Entrambi in prima fila con lo stesso tempo! Al culmine di un week end ad alta tensione, il fattaccio: al 47° giro il tentato sorpasso del figlio di Gilles alla curva Dry Sac con una mega-staccata, la reazione sconsiderata di Schumi che rifila una ruotata all’impertinente avversario col risultato di finire impantanato nella sabbia. Lui ritirato, il canadese, seppur con qualche danno, libero di involarsi verso un terzo posto sufficiente per farlo entrare nella storia (e passi l’accusa di combine con i piloti Mc Laren Hakkinen e Coulthard che si classificarono primo e secondo). Il Cavallino, invece, dovette molto amaramente rinviare ancora una volta i propositi di interrompere il digiuno che durava dal 1979.
L’ERRORE DI SCHUMACHER – A distanza di tanto tempo, la narrazione della fenomenale carriera di Kaiser Schumi ancora si inceppa su questo sgradevole episodio che molti aggiungono al contatto che mise fuori gara Damon Hill ad Adelaide nel 1994 e addirittura a certe pratiche similari attuate ai tempi della F3 (Macao). Torniamo a quel tempo. Inizialmente, Schumacher respinse ogni addebito circa la volontarietà dell’atto. “Lo rifarei”, “Mi è venuto addosso: senza di me sarebbe finito fuori”, disse. I commissari di percorso relazionarono su un normale incidente di gara. Apriti cielo: nelle ore successive le immagini (soprattutto la camera-car) sollevarono uno tsunami di riprovazione da parte dell’opinione pubblica, dei media (anche tedeschi!) e di qualche collega. La Ferrari (leggi Montezemolo) corse ai ripari organizzando in fretta e furia una conferenza stampa a Maranello che fu l’inizio di una lunga operazione di recupero dell’immagine del suo pilota di punta, troppo arroccato sulle sue posizioni francamente insostenibili e in deficit di rapporti con la stampa italiana (continuava a parlare solo inglese).
La FIA, allora presieduta da Max Mosley, analizzati i fatti, fu invece dura: pilota colpevole e cancellati tutti i punti conquistati da Schumacher (validi invece per la classifica costruttori) anche se venne respinta la soluzione squalifica per il 1998 riconoscendo come “istintivo e non premeditato” il gesto. Schumacher ammise “l’errore” e inoltre fu “invitato” a partecipare una campagna pubblicitaria istituzionale per la sicurezza sulle strade. Anni dopo, lo stesso Schumacher confessò: “Tornassi indietro non mi comporterei allo steso modo. Non sempre sono capace di analizzare le situazioni a caldo”. I grandi successi degli anni 2000 contribuirono poi a sfumare gli effetti dell’increscioso episodio che resterà nella storia della F1 e che ancora fa discutere i tifosi e gli appassionati.