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BRITISH GP / 1. 1977, A SILVERSTONE IL DEBUTTO DI UNA STELLA: GILLES VILLENEUVE

(12/7/2017) SILVERSTONE 1977, FIRST RACE OF GILLES VILLENUVE. A Silverstone, Gran Premio d’Inghilterra del 16 luglio 1977, nacque una stella della F1: Gilles Villeneuve. Fu lì che avvenne il debutto del canadese ex pilota di motoslitte e campione incontrastato di Canadian F. Atlantic nel 1976 e 1977. Era  al volante di una Mc Laren M23 con il numero 40, e impressionò subito tutti. Enzo Ferrari compreso. La stoffa di un pilota si vede subito e quel novellino minuto, di poche parole ma tremendamente veloce dimostrò tutto il suo talento. Fece segnare il nono tempo in qualifica (1.19.32), quinta fila, davanti, per dire, a Jochen Mass che guidava una nuova Mc Laren M26 (1.19.55) e a Reutemann su Ferrari. Nel warm up, sorpresa delle sorprese, miglior tempo! Partenza e, con uno scatto felino, subito quinto. La sua Mc Laren era vecchia e un problema tecnico lo costrinse ad una sosta ai box, finendo per classificarsi undicesimo col il quinto miglior tempo in gara. Ma era riuscito nell’impresa di farsi notare. Eccome se ci era riuscito! D’altronde la F1 era il suo sogno e il suo obiettivo. Nel settembre 1976, in una gara dimostrativa di F. Atlantic sul circuito canadese di Trois Riviere, alla quale presero parte piloti titolati come Hunt, Jones, Brambilla, Laffite, Depailler, Gilles stracciò letteralmente tutti, vincendo con 15” di vantaggio. Si era poi presentato nei box del Gran Premio del Canada dove Ecclestone, allora titolare della Brabham, gli fece intravedere qualche possibilità. Chris Amon era un suo mentore. Lo stesso Hunt, memore della scoppola, ne raccontò meraviglie a Teddy Mayer e il patron Mc Laren gli fornì la chance di debuttare a Silverstone, opzione compresa per altre gare e il 1978. Il resto della storia è nota: in estate Lauda ruppe con la Ferrari e il Drake volle clamorosamente scommettere sul giovane e sconosciuto canadese che corse tutte le restanti gare della sua carriera per il Cavallino diventando l’idolo delle folle.
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WILLIAMS STORY, IL FILM

(11/7/2017) WILLIAMS STORY, A FILM. E’ un Gran Premio d’Inghilterraspeciale per il team Williams. La squadra di Grove avrà modo di festeggiare in patria, nel corso di un vero week end di gara, l’anniversario dei 40 anni di vita. Questa sera c’è un bel prologo: al Curzon Mayfair di Londra verrà proiettato in anteprima il film documentario “Williams”, the incredible true story of Formula One’s greatest family, come recita testualmente la locandina. Insieme ai vertici del Team, saranno presenti piloti di ieri e di oggi oltre a molti storici addetti ai lavori. 
IL FILM – La pellicola, per la regia di Morgan Matthew, è basata sul libro della moglie del fondatore Sir Frank, e cioè Virginia, “A different kind of life”, ed è un vivido omaggio alla storia di uno Team più titolati della F1.  Clair Williams, la figlia e attuale Team Principal, descrive il lavoro cinematografico come una testimonianza della enorme passione del padre per le corse ma anche del grande rapporto tra marito e moglie – purtroppo scomparsa nel 2013 – che ha consentito, nei naturali periodi di alti e bassi, di perseverare uniti e coerenti. E’ stata, se ci pensate, la grande forza della Williams. Una unione dalla quale Frank Williams ha tratto decisivo beneficio umano e morale e “motivo di ispirazione”, ha detto lui, nonostante le avversità. Il grafico di un quarantennio va dagli esordi in sordina con una March, al decollo grazie anche agli sponsor arabi, al primo titolo mondiale nel 1980, agli anni d’oro con i motori Honda e poi Renault, all’incidente invalidante di Frank, alla disgrazia di Senna, al periodo di regressione tecnica e sportiva. Un film appassionante di un mondo divorante, visto da dietro le quinte, in maniera intima. Ci sono interviste a storici personaggi come Patrick Head, Jackie stewart, Nigel Mansell e Nelson Piquet.  “Spero che i tifosi possano godere il film tanto quanto ho apprezzato io essere parte delle corse automobilistiche. Sono contento di come sia la gente dietro la squadra e la mia famiglia ad uscire come i veri eroi della storia”. Il film sarà in tutte le sale del Regno Unito dal 4 agosto e quindi disponibile in DVD e Blu-Ray.
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BOTTAS E RAIKKONEN, L’IMPORTANZA DEI SECONDI

(10/7/2017) – Complimenti a Valtteri Bottas che in Austria ha vinto il suo secondo gran premio. Una pacca sulla spalla a Kimi Raikkonen, quinto, che non è riuscito a salire sul podio pur con una Ferrari molto competitiva. Due finlandesi, due piloti partiti, anche se non ufficialmente, in subordine ai loro quotati e arrembanti compagni di squadra, Hamilton e Vettel, che invece stanno diventando decisivi nell’economia del campionato e dell’aspro duello di vertice. Per un motivo e per un altro. Ecco perché.
BOTTAS –  Il ragazzo ci sta prendendo gusto. Con una monoposto super tutto quello di buono che era stato detto di lui, fino a farlo diventare serio candidato al sedile di una Ferrari, trova puntuale realizzazione. Sbaglia poco ed è molto veloce. Il suo apprendistato all’Università Mercedes si è concluso molto rapidamente e ormai ogni gara è buona per arricchire il suo palmares. A Spielberg ha gestito ottimamente il finale di gara, come d’altronde aveva fatto a Sochi, alle prese con un rimontante Vettel. E questo aumenta la sua autostima e la carica agonistica – si sa, l’appetito vien mangiando – tanto da fargli dichiarare a fine gara: “Mi sento pienamente in corsa per il titolo mondiale”. Oihbò, Hamilton dovrà vedersela quindi anche con lui? E in che modo gestiranno Toto Wolff e Niki Lauda questa situazione? Come affermano molti addetti ai lavori una cosa è sicura: se Lewis non batte colpo, Bottas c’è. Ma gli rovinerà la festa domenica prossima a casa sua?

RAIKKONEN – Il povero Iceman, invece, a metà stagione non può essere e non ha soddisfatto. E ricomincia ad attendere notizie da Maranello riguardo il rinnovo del suo contratto. Vorrei però dire subito una cosa. In Austria il Presidente Marchionne ha detto che per lui il campionato Costruttori vale più di quello piloti. Ora, Kimi è stato finora indubbiamente autore di alcune prove scialbe ma non è certamente con strategie come quella applicata ieri alla sua gara che può portare più punti alla Scuderia. Il pit-stop molto ritardato, a differenza di quello protettivo di Vettel, è sembrato avere una sola e principale giustificazione: lasciare Kimi in testa a ritardare il più possibile il passo degli avversari di Vettel. Cosa non riuscita, visto che il finlandese ha patito altri problemini, e quindi alla fine ci ha rimesso lui. Figuriamoci se nel dopo gara poteva dire altro che: “La strategia? Non so, dal box hanno tutti i dati per una visione migliore della gara”. A Montecarlo era un po’ più arrabbiato, evidentemente ha capito come deve “girare la ruota”.

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ICKX CON I CINQUE FIGLI ALLA 25 ORE DI SPA VW FUN CUP

(7/7/2017) – Questo fine settimana ci sarà anche Jacky Ickx alla 25 Ore di Spa riservata ai Maggiolini del VW Fun Cup Europe. Ma l’equipaggio sarà davvero speciale: il grande pilota belga correrà infatti insieme ai cinque figli, Vanina – vera ispiratrice di questa iniziativa e la più “corsaiola” di loro – Larissa, Romain, Clément e Joy. 
“Per me è un’opportunità incredibile da vivere e ricordare insieme. Sarà una grande esperienza”, ha detto, certo un po’ commosso. La vettura dalla livrea scura sarà riconoscibile grazie alla grande X rossa stampata sugli sportelli e sul cofano e tutti indosseranno un casco aperto con i colori di quello notoriamente utilizzato dal sei volte vincitore della 24 Ore di Le Mans. La famiglia, Spa… Un contesto quindi davvero emozionante per il 72enne belga ma non è tutto. Nell’occasione la città di Stavelot, da cui una delle curve del magico circuito,  gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Buona gara!
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HAPPY BIRTHDAY / TOM KRISTENSEN, MISTER LE MANS COMPIE 50 ANNI

(7/7/2017)TOM KRISTENSEN, HAPPY 50th BIRTHDAY. Signori, qui celebriamo un vero eroe delle quattro ruote: Tom Kristensen, che oggi compie 50 anni. Buon compleanno! Lo sapete: ha vinto per 9 volte la 24 Ore di Le Mans e questo lo proietta di diritto e per sempre nell’olimpo dei campionissimi. Nessuno ha vinto più titoli di lui. E’ in tutte le Hall of Fame. Sembrava impossibile battere il record di 6 vittorie che apparteneva a Jacky Ickx e invece questo pilota danese di Hobro schivo e concreto ci è riuscito. Difficile, anche se non impossibile, che qualcuno possa fare meglio. Certo, l’aurea di Kristensen nonostante tanta gloria non  è così rilucente come quella del belga ma il motivo è chiaro. Gli è mancata la Formula 1 – Ickx invece ne è stato un protagonista, correndo anche per la Ferrari – anche se a fine anni ’90 è stato collaudatore per Minardi, Tyrrell, Williams, Jaguar e tester Michelin.  Aveva forse i titoli per meritarsela: campione danese di kart, campione di F3 Germania (1991), di F3 Giappone (1993), vice campione F3000 giapponese (1995). Ma forse meglio così: la dimensione giusta nella quale dimostrare la sua classe era quella del Turismo (DTM, BTCC) e da lì il passo successivo è stato naturale. La grande occasione nel 1997: chiamato all’ultimo momento a far parte dell’equipaggio del Team Joest, che alla 24 Ore di Le Mans schierava una TWR Porsche per Alboreto e Johansson, arrivò la prima vittoria. Il trampolino di lancio. Dopo due tentativi infruttuosi con la BMW (con la quale vinse però la 12 Ore di Sebring, successo ripetuto altre 5 volte), iniziò l’epopea AUDI (con parentesi Bentley) con tre motorizzazioni diverse atmosferico, diesel e ibrida diesel-elettrico


2000-2001-2002: con Biela e Pirro (Audi R8)
2003: con Capello e Smith (Bentley Speed 8)
2004: con Ara e Capello (Audi R8 – Team giapponese Goh)
2005: con Letho e Werner (Audi R8 – Team americano ADT)
2008: con Capello Mc Nish (Audi R10 TDi)
2013: con Duval e Mc Nish (Audi R18 E-tron quattro).

Grandioso.  Da aggiungere, per completezza, le vittorie dei campionati ALMS (2002), alla Petiti Le Mans (2002) e Mondiale Endurance FIA (2013). Si è ritirato dalle corse a fine 2014 e le sue parole di commiato dicono tutto della sua personalità: “Sono orgoglioso della mia carriera, di ciò che ho raggiunto e dei ricordi che conserverò per sempre”.
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MOTOR CHICCHE E’ SU TWITTER

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STELLA ALPINA, MAGICA EDIZIONE DEL 70°

(4/7/2017) – E’ ai blocchi di partenza la Stella Alpina, la gara di regolarità per auto d’epoca nata da un’idea del giornalista Giovanni Canestrini, in programma sulle strade del Trentino dal 6 al 9 luglio. Perché piace tanto? Quando si offre un mix di paesaggi mozzafiato (quelli delle Dolomiti patrimonio dell’Unesco), sport, passione, ospitalità al top…beh, il richiamo è irresistibile! Complimenti dunque alla Scuderia Trentina che in collaborazione con il Team di Canossa Events organizzano l’evento. Saranno 60 i gioielli a quattro ruote che affronteranno le previste 99 prove a cronometro (circa 700 Km di itinerario) che, grazie alla partnership con Digitech, saranno caricate su Ibora, applicazione che si può scaricare gratuitamente dal web. Come sempre, inoltre, è previsto l’ambito trofeo Azimut, dedicato al main sponsor della Stella Alpina, e saranno messi in premio 4 splendidi orologi offerti da Cuervo y Sobrinos, sponsor dell’evento. In occasione del citato 70° Ferrari, si è pensato ad un tributo al Cavallino Rampante: la gara, con stesse prove e percorsi, sarà quindi preceduta da quella riservata alle Ferrari moderne, che però avranno classifica a parte.

LA GARA partirà ogni mattina da Piazza della Mostra a Trento – via giovedì 6 luglio alle 18.30 – e vi farà ritorno ogni giorno, arrivando subito a ripercorrere anche la storica cronoscalata Trento-Bondone. L’organizzazione ha inteso proporre i percorsi nelle tre direttrici che costituirono il primo percorso. Venerdì 7 si gareggerà sulle strade del Trentino Occidentale con il Passo della Mendola, la Val di Non e Madonna di Campiglio;  Sabato 8 gli equipaggi si sfideranno nel Trentino Orientale, con il passaggio in Valsugana, a San Martino di Castrozza, sul Passo Rolle, a Predazzo, sul Passo Sella e in Val Gardena. Quindi pranzo a Moena, “fata” delle Dolomiti. La giornata si concluderà nel cuore di Bolzano, dove le auto verranno presentate al pubblico. La cena di gala si svolgerà nella suggestiva cornice del celebre MUSE, il museo di scienze naturali progettato da Renzo Piano, meta ambita da visitatori di tutto il mondo. Per domenica 9 è previsto un percorso più “leggero” in Vallagarina e sul Passo Coe. La gara si concluderà presso le Cantine Ferrari, dove si svolgeranno il pranzo e le premiazioni.
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FIAT 500, REGALO DEI 60 ANNI: IL MoMA

(4/7/2017) HAPPY 60th BIRTHDAY FIAT 500, FROM NOW AT THE MoMA. La Fiat 500 compie 60 anni! Sì, oggi è il compleanno del mitico “cinquino” che dal 1957 ha contribuito a motorizzare l’Italia e poi è stata la leva della rinascita della Fiat con 2 milioni di unità vendute. Attualmente è leader di vendita in Europa, prima in 8 paesi e sul podio in altri 6. Un’icona, un emblema tricolore, un successo di stile e design, un concentrato di simpatia e praticità, storia dell’automobile: da oggi entra a far parte della galleria permanente del MoMA.  L’esemplare acquistato dal Museo di Arte Moderna di new York sarà una 500 serie F, la 500 più popolare di sempre, prodotta dal 1965 al 1972. “Un tributo al suo valore artistico e culturale”, dice Olivier Francois, Head of Fiat Brand e Chief Marketing Officer di FCA. “Ha cambiato per sempre il modo di disegnare e di produrre auto”, aggiunge Martino Stierli, “Philip Johnson Chief Curator of Architecture and Design” del MoMA.
INIZIATIVE – Sono previste tante iniziative per celebrare questo anniversario. La Casa torinese si era già portata avanti presentando al Salone di Ginevra la serie speciale in edizione numerata “500 60esimo”. Per l’occasione è nata la Fiat 500 Anniversario, disponibile da oggi in tutte le concessionarie: la una nuova serie speciale è ispirata agli Anni della Dolce Vita ed è offerta ad un prezzo promozionale di lancio di 13.600 euro. Ha fatto tappa nelle piazze più belle d’Europa, in Italia, Francia, Germania e Spagna, il “500 Forever Young Tour”. A Garlenda, in Liguria, sede del Fiat 500 Club Italia, oggi prologo del 34° Meeting Internazionale che si terrà dal 7 al 9 luglio con circa 1200 adesioni. Un giorno di festa per la Fiat, la 500, l’automobile, i suoi proprietari.
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HORACIO PAGANI E GINA LOLLOBRIGIDA, UNA SCULTURA PER I 90 ANNI DELLA DIVA

  


(3/7/2017) PAGANI AND LOLLOBRIGIDA, A SCULPTURE FOR 90TH BIRTHDAY. Domani Gina Lollobrigida compie 90 anni. Voi direte: e allora? Cosa c’entra la grande attrice italiana con i motori? Per celebrare l’anniversario entra in scena l’amico Horacio Pagani, il grande costruttore argentino di supercar da sogno, attivo nella Motor Valley emiliana. Va bene, continuerete a chiedere, ma come? Ebbene, la stessa Lollo nazionale ha annunciato in un’intervista che domani a Roma – in  pieno centro tra Piazza di Spagna e Via Condotti – sarà esposta una scultura da lei realizzata – arte nella quale si è specializzata negli anni post cinematografici – proprio insieme al genio automotive amico di Fangio e mago dei materiali compositi. La particolarità sta proprio nei materiali mai utilizzati per dar vita ad una scultura che avrà le forme di una donna che si leva in volo da un’auto da corsa! Allora tutti pronti: domani vedremo questa chicca!

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L’ULTIMA VITTORIA DI DIDIER PIRONI

(3/7/2017) LAST WIN OF DIDIER PIRONI. Trentacinque anni fa l’ultima vittoria di Didier Pironiin F1, con la Ferrari. Il Gran Premio d’Olanda 1982, nona prova di campionato, si corse il 3 luglio, di sabato, ad un orario anticipato per evitare concomitanze televisive con i contemporanei mondiali di calcio in Spagna. Nessuno, dopo la tragedia Villeneuve, poteva immaginare che quella vittoria al volante della 126 C2 sarebbe stata l’ultima del pilota francese da lì a un mese anch’egli vittima, fortunatamente non mortale, di un altro terribile incidente a Hockenheim che di fatto gli troncò la carriera.

LA NONA GARA DI QUEL TRAGICO CAMPIONATO – Pironi, in quella drammatica stagione, aveva vinto solo il controverso Gran Premio di San Marino. A Zolder la Ferrari aveva ritirato per lutto la vettura superstite e a Montecarlo il consumo della benzina gli aveva fatto svanire la vittoria. Terzo a Detroit e in Canada involontario protagonista del tamponamento mortale di Paletti, a Zandvoort, gli venne finalmente affiancato il nuovo compagno di squadra Patrick Tambay. Pironi doveva vincere e vinse, nonostante lo strapotere delle Renault di Arnoux e Prost in prova. Scattato bene dalla seconda fila, al fianco di Piquet, il ferrarista dimostrò subito di essere in giornata superando di slancio, in pochi giri, i piloti Renault con Arnoux poi autore di un dritto da paura a 260 Km/h senza serie conseguenze. L’unica apprensione, da quel momento, venne dalla caduta di qualche goccia di pioggia. Didi trionfò davanti a Rosberg (Williams) e Piquet (Brabham) portandosi in classifica generale ad un solo punto dal leader Watson che avrebbe poi superato col secondo posto al successivo GP di Gran Bretagna, consolidandosi in testa con il terzo posto al Paul Ricard, a fine luglio. Quindi arrivò Hockenheim, la rimonta di Rosberg e la vittoria finale del finlandese per soli cinque punti.