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GRAN PREMIO DI BARI 2017. 70 ANNI DOPO, TUTTO UN PROGRAMMA

(27/4/2017)– La quinta edizione della rievocazione biennale del Gran Premio di Bari, da domani 28 al 30 aprile con un ricco programma nel capoluogo pugliese, cade nel 70° anniversario del primo via di quella epica gara che si svolgeva per le strade urbane, intorno ai padiglioni della Fiera del Levante. Il 13 luglio del 1947, grazie ad un pugno di lungimiranti pionieri che seppe proporre lo sport automobilistico quale occasione di riscatto umano e sportivo dopo le rovine della Seconda Guerra mondiale, tornavano a rombare i motori e succedeva in un appuntamento di rilievo internazionale al Sud Italia. I nomi di quegli uomini: Francesco Chieco, Luigi D’Amati e Leonardo Del Rosso, senza dimenticare Carlo Maretti, Oscar Panico, Vincenzo Urbano e altri ancora. Direttore di gara, il mitico Renzo Castagneto. Per la cronaca, quella gara fu vinta da Varzi su Alfa Romeo 158 e in seguito – il gp si svolse fino al 1956 – si affermarono altri grandi campioni come Ascari, Farina, Fangio, Taruffi, Behra, Moss.

PROGRAMMA – Gli organizzatori dell’Old Cars Club (federato ASI Automotoclub Storico Italiano) hanno avviato un evento ormai atteso e apprezzato sia dal caloroso pubblico che dai partecipanti con le loro eccezionali vetture storiche. Sarà una tre giorni ricca di appuntamenti vari, a partire da oggi con il convegno “Industria/Motori 4.0” presso la sala Videoconferenze del Politecnico di Bari per parlare del rapporto tra design, ambiente, innovazione e sicurezza. Al via anche la mostra storico- documentale presso il Centro Polifunzionale dell’Università di bari in Piazza Cesare Battisti. Domani, venerdì 28 aprile, il “paddock”, come sempre in Piazza Libertà, comincerà ad animarsi con il posizionamento di  cinquanta gioielli d’epoca iscritti a questa edizione 2017. Tra le auto presenti, una Cooper Bristol, una Maserati A6GCM, una Cisitalia D46, una Ferrari del 1953 e una Giaur Record del 1956, oltre alla Taraschi Barchetta. In serata, gran gala con partecipanti, sponsor e istituzioni al Castello Svevo dove, insieme alla proiezione di video storici sul GP e ad una esposizione di abiti d’epoca, è in programma nel contempo la mostra sul musicista Tito Schipa e una fotografica di Carlo Gavazzeni Ricordi. Sabato 29 aprile alle ore 19 si terrà il giro di ricognizione in notturna del percorso in vista delle tre manches della gara di regolarità di domenica 30 aprile, con partenza alle ore 10.00 dal traguardo posto in Corso Vittorio Emanuele (presente la fanfara dell’Aeronautica). Al termine, verso le ore 15.00, nella Sala Massari del Comune di Bari avrà luogo la premiazione e il saluto della autorità ai partecipanti.
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DON SERGIO MANTOVANI 90 ANNI. “DON RUSPA” E LA F1

(27/4/2017) – E’ stato per mezzo secolo anni parroco della chiesa Santa Caterina di Modena ed è lì che è “nato” il cappellano dei piloti di Formula 1: Don Sergio Mantovani compie oggi 90 anni e nel variegato Circus merita un posto. Negli anni si è guadagnato la fiducia e la stima di numerosi drivers – categoria notoriamente restia a esternare le proprie credenze – da Fangio a Bandini, da Surtees a Lauda, a De Angelis e a tanti altri, fino ai giorni nostri. Ma soprattutto, anche se i conflitti non sono mancati, era ben voluto da lui, il Drake. Con Enzo Ferrari il legame partiva da lontano: in quella chiesa il futuro grande costruttore venne battezzato e Don Sergio ha sempre avuto a che fare con la sua famiglia. 
Sentite questa, poi: al suo arrivo, la Chiesa versava in condizioni pietose e il nostro vivace parroco pensò bene, a fronte del parere negativo della Sovrintedenza, di procedere ugualmente. Come? Facendo abbattere nottetempo una pieve gotica per ricavare lo spazio destinato ad una casa di riposo per anziani! Per quella intemerata azione – riportata anche sul New York Times – venne soprannominato “Don Ruspa” ed Enzo Ferrari lo contattò per assicurargli che, se fosse finito in galera, gli avrebbe fatto recapitare da un autista in Ferrari colazione, pranzo e cena! Fu condannato a 10 mesi e 10 giorni di reclusione, oltre a 30 milioni di risarcimento, con pena sospesa. 
Oggi, grazie anche a tanti contributi di solidarietà pervenuti dal mondo dei motori, gli anziani godono del conforto della “Casa della Gioia e del Sole”, i bimbi sono alla materna e sono state realizzate una palestra e una sala polivalente. “Don Ruspa – Vita straordinaria del prete F1” è anche il titolo del libro (Giorgio Nada Editore) che Cesare De Agostini gli ha dedicato. Quante storie, quante confidenze raccolte. Un perspicace testimone dell’automobilismo che fu, quando, tra l’altro, la morte era presenza sempre molto vicina ai piloti che si sognavano la sicurezza di oggi. Il mese scorso Don Sergio ha presenziato all’Ara dei piloti, voluta per ricordare gli eroi sfortunati del volante, per celebrare i 70 anni dalla realizzazione della prima Ferrari, la 125. Un modo per confermare la sua così particolare azione pastorale! Auguri Don!


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GRAN PREMIO SAN MARINO 1982: FELICI SOLO ALBORETO E OSELLA

(24/4/2017)SAN MARINO GRAND PRIX 1982: HAPPYNESS ONLY FOR ALBORETO AND OSELLA. Domani ricorre il 35° anniversario di una corsa storica della F1: il Gran premio di San Marino 1982 a Imola, quello del duello “fratricida” tra le Ferrari di Gilles Villeneuve e Didier Pironi. Rimane negli annali anche perché, come si ricorderà, quasi tutti i Team inglesi della FOCA si ammutinarono al culmine di una aspra disputa con i “legalisti” (Ferrari, Renault, Alfa Romeo) nata da una diversa interpretazione regolamentare del famigerato rabbocco di acqua a fine gara che, ovviamente, aveva la sua incidenza sul peso minimo delle monoposto. Ma al di là di queste note, ancora amare, quella gara fece comunque felici due persone: Michele Alboreto e Enzo Osella

Alboreto, infatti, riuscì a conquistare il primo podio della sua carriera al volante della Tyrrell. Solo un anno prima aveva debuttato sempre sul circuito del Santerno grazie alla lungimiranza di Ken Tyrrell – al quale il milanese avrebbe presto regalato altre soddisfazioni – e di qualche sponsor illuminato. Enzo Osella, invece, guadagnava finalmente i primi punti a distanza di due anni dal debutto della vettura che portava il suo nome, nel 1980 con Eddie Cheever. La buona novella gliela diede quel fior di pilota che era Jean Pierre Jarier che aveva condiviso la sfida nella massima formula del costruttore torinese (a Imola debuttò anche lo sfortunato Paletti) dopo le buone prestazioni in F2. 
Certo, condizioni irripetibili o quasi (vedi GP Indianapolis 2005) in F1 ma si tratta di “medaglie” da ricordare perchè premiano due seri protagonisti del motorsport. 
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PARTE LA SUPER FORMULA, DA GASLY A KOBAYASHI: CHE SHOW!

(21/4/2017) Comincia questo fine settimana a Suzuka il campionato 2017 di Super Formula, a guardar bene tutto da seguire. Ci sono piloti di rango, piste storiche e impegnative, una monoposto Dallara performante e due motoristi agguerriti come Toyota e Honda. Nello specifico: c’è Pierre Gasly (Team Mugen, squadra ufficiale Honda), fresco campione GP2 sulle orme di Vandoorne che, dopo un anno di forzato ma forse proficuo passaggio nella categoria giapponese, è approdato nella promessa Mc Laren mentre per il francese c’è ad attenderlo nel 2018 un volante della Toro Rosso. Ma, e scusate se è poco, ci sono anche: il campione 2015 FIA F3 Felix Rosenqvist (Sunoco Team Le Mans), Nick Cassidy (Kondo Racing), Kamui Kobayashi (KCGM), il mitico Andre Lotterer (Vantelin Team Tom’s, squadra ufficiale Toyota), Jan Marderborough (Itochu Enex Team Impul), una vecchia conoscenza come Narain Karthikeyan (TCS Nakajina Racing) e i due figli del primo giapponese stabilmente in F1 Satoru, Kazuki (Vantelin Team Tom’s) e Daisuke Nakajima (nel team paterno). Oltre ad una schiera di giovani piloti del Sol Levante che sicuramente saranno tra i prescelti dai due motoristi nazionali per future carriere, F1 compresa.  Pare infatti che se la Sauber dovesse passare al motore Honda gratuito avrebbe come unica contropartita un sedile per un pilota giapponese. Una politica sempre praticata e che ha permesso di avvicendare nella massima formula molti piloti, ultimo quel Kobayashi ancora in lizza. Gli ultimi test Super Formula hanno mostrato l’esperto tedesco Lotterer in grande forma, seguito da Kazuki Nakajima e quindi da Gasly in continua crescita. Insomma, da vedere! 

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ALEX YOONG PRIMA DI GELAEL E HARYANTO

(19/4/2017) – SOUTH-EST ASIA DRIVERS: ALEX YOONG BEFORE GELAEL AND HARYANTO. Piloti del Sud-Est asiatico e la F1: nei test del Barhain ieri è sceso in pista su una Toro Rosso Sean Gelael, indonesiano di Giacarta, attualmente in GP2. L’anno scorso ci aveva provato un altro indonesiano, Ryo Haryanto, sulla poco competitiva Manor (da non dimenticare l’impegno della malese Petronas, sponsor e fornitore del prezioso carburante alla Mercedes). Tutti hanno però avuto un precursore: Alexander Charles Yoong, malese di Kuala Lampur, 40 anni. Debuttò in Formula 1 nel 2001 a Monza – aveva 25 anni – grazie alla Minardi (e al munifico sponsor Magnum Corporation…) in sostituzione di Tarso Marques e al fianco di un certo Alonso. Disputò poi i successivi due gran premi e venne confermato per la stagione 2002 che si aprì in Australia con un promettente settimo posto. Ma fu l’unico acuto nella massima formula: mancate qualificazioni e scarsi risultati – anche se resta nei suoi ricordi più belli l’aver corso davanti al suo pubblico a Sepang – segnarono la fine dell’avventura in F1. Ma non nel motorsport: è nel suo DNA. 
YOONG STORY – Il padre, un appassionato malese di origine cinese (madre inglese) era direttore dell’Autodromo di Shah Alam dove si disputarono tra il 1991 e il 1997 alcune gare del MotoMondiale. Per il giovane Yoong fu quasi naturale mettersi alla prova dal 1992, a cominciare dalle categorie minori, divenendo nel 1995 campione della Formula Asia International Championship. Quindi il trasferimento in Europa: F. Renault inglese, F.3 inglese, F.3000 italiana e inglese, F. Nippon con risultati non particolarmente eclatanti ma sufficienti per tentare il salto in F1 e, dopo quell’esperienza, correre in Champ Car, V8  Supercars e dal 2005 anche in A1 Grand Prix, naturalmente con i colori della Malesia. Il curriculum si è quindi arricchito grazie alla partecipazione a gare della Le Mans Series, GP2 Series Asia, alla vittoria nel 2014 dell’AUDI R8 LMS Cup (TEDA Racing Team). Attualmente corre in GT Series Asia ed inoltre è anche valido commentatore della F1 per il canale Fox Sports Asia.
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RAIKKONEN, COLD CASE?

(18/4/2017) – Tre gran premi e tre gare mediocri: la sorte di Kimi Raikkonen alla Ferrari è segnata? Il finlandese è già un cold case? E, nel caso, chi sarà il nuovo pilota del Cavallino? Questo copione è un classico a Maranello: uno che si afferma e gioisce e l’altro che è in difficoltà e tiene il broncio. E’ successo tra Lauda e Regazzoni, tra Schumacher e Barrichello o Irvine, tra Alonso e Massa tanto per fermarci agli ultimi anni. Ma che succede all’ultimo campione del mondo ferrarista, giusto dieci anni fa? 

Raikkonen è stato autore di un buon finale di stagione 2016 e protagonista dei test invernali di Barcellona. Marchionne e Arrivabene avevano bruciato le ambizioni di Bottas confermandolo per un’altra stagione anche in virtù dell’ottimo rapporto con lo stizzoso Vettel e della solida esperienza utile allo sviluppo delle nuove monoposto 2017. Insomma, tutto sembrava andare per il verso giusto fino, però, ai primi verdetti della pista. Ebbene, la Ferrari SF70-H c’è, Vettel vince e convince, Kimi arranca, lamenta più problemi tecnici, si dice deluso, dimostra nervosismo e appare polemico con la squadra. Così non va. Avrà indubbiamente le sue ragioni ma lo sferzante giudizio del Presidente nel post GP di Cina – “Forse Raikkonen era impegnato in altre faccende” – dove tra l’altro non riusciva a superare Ricciardo mentre Vettel, con molta grinta, se lo è “bevuto” in un giro, è più di un campanello d’allarme (anche se ha ricevuto i complimenti post Sakhir)

Il contratto è in scadenza e i pretendenti sono tanti e già in fila. I nomi? Eccoli: Giovinazzi, Ricciardo, Grosjean, Sainz, Perez e lo stesso Bottas. (Charles Leclerc ultimo incomodo).

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TUTTO SENNA AL MUSEO LAMBORGHINI

(14/4/2017) –  AN EXHIBITION DEDICATED TO SENNA AT THE LAMBORGHINI MUSEUM. Un’idea viaggio per i prossimi giorni pasquali? La mostra dedicata ad Ayrton Senna allestita presso il Museo Lamborghini a Sant’Agata Bolognese! Dallo scorso 12 aprile fino al 9 ottobre, domeniche incluse, dalle 9.30 alle 19.00, i tifosi del grande pilota brasiliano e gli appassionati di motori hanno una bella opportunità grazie all’iniziativa che prende spunto dal test che Ayrton compì nel 1993 all’Estoril sulla Mc Laren motorizzata Lamborghini ed è riccamente completata dalla mostra fotografica “Ayrton Senna. L’ultima notte”, curata da Ercole Colombo e Giorgio Terrazzi, nonchè dalla esposizione di tutte le monoposto con cui il tre volte campione del mondo di F1 corse, dall’esordio sui kart alla sua tragica scomparsa a Imola nel 1994. Non è tutto: la mostra si inserisce all’interno della collezione permanente del Museo Lamborghini dove  per l’occasione saranno esposte anche la nuova Aventador S e la Huracán Performante, fresca detentrice del record del circuito del Nürburgring. 
Torniamo alla bianca Mc Laren MP4/8 dotata di un V12 Lamborghini esposta con la quale, nel mese di settembre del 1993, Senna effettuò un test sulla pista portoghese dell’Estoril subito dopo il GP. Il Team di Ron Dennis, dopo l’abbandono a fine 1992 da parte della Honda e un anno di purgatorio con il Ford,  era infatti alla ricerca di un motore prestazionale per la stagione successiva. Ayrton ne rimase colpito e sarebbe stato suo desiderio concludere la stagione con il propulsore del duo Forghieri – Audetto ma non fu possibile. La Mc Laren optò per il Peugeot e Senna passò alla Williams-Renault.  La mostra fotografica è prodotta da ViDi (Vidicultural, Milano) col supporto del Museo Lamborghini, che ha potuto raccogliere tutte le vetture che hanno accompagnato il pilota nella sua carriera: il suo Kart, le due Formula Ford dei trionfi inglesi ed europei, la Ralt F3 con la quale dominò, la Tolemandella prima stagione in F1, la nera Lotus JPS della prima vittoria (1985), la Mc Laren dei tanti successi e la Williamsdella fine. All’inizio del percorso c’è la Lambo F1 progettata da Mauro Forghieri; con questa mostra, infine, si avvia anche una collaborazione permanente tra il Museo Lamborghini e Pirelli.

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ALONSO A INDIANAPOLIS: BELLA O BRUTTA NOTIZIA?

(13/4/2017) – ALONSO AT INDIANAPOLIS: GOOD OR BAD NEWS? Alonso alla 500 Miglia di Indianapolis è una bella notizia o una cattiva notizia? Un mio amico mi ha subito ricordato gli incidenti in cui sono incappati altri campioni (del mondo e non) della F1 che ci hanno provato: Regazzoni (1977), Piquet, lo stesso Mansell che pure vinse il campionato nel 1993 (Ascari nel 1952 si ritirò). Altri, vedi Clark, Graham Hill, Mario Andretti, Emerson Fittipaldi, Jacques Villeneuve, Montoya e in ultimo mettiamoci pure Alexander Rossi, si sono però imposti e sono nella leggenda. Ma non è questo il senso della mia domanda, anche se effettivamente pochi giorni di prova subito dopo il GP di Spagna (dal 16 maggio) lasciano qualche apprensione.

La notizia è bella perchè imprime enorme vigore al mondo del motorsport per la platea di protagonisti di eccellenza coinvolti nell’operazione. Spettacolo puro. Dopo 38 anni torna a Indy la Mc Laren (sia pur by Andretti Autosport) e ci prova con un celebre due volte campione del mondo di F1. Nello stesso tempo, Alonso ritrova indubbiamente motivazioni – un peccato vederlo costantemente abbacchiato – e la Honda, che gli metterà a disposizione un turbo V6 da 2.2 litri,  rivitalizza il suo blasone offuscato. L’asturiano, anzi, già rilancia: a questo punto della carriera e alla sua età l’obiettivo è il “triplete” e quindi ha detto che non mancherà di provare a vincere anche la 24 Ore di Le Mans (Hulkenberg docet). Dunque, tanti motivi di rinnovata passione e possibilità di scrivere pagine di storia del motorismo.



La notizia è brutta per la F1, impegnata a ritrovare il massimo appeal. Per inseguire il nuovo sogno americano, Fernando rinuncia infatti al Gran Premio di Monaco, forse il più prestigioso appuntamento del calendario. Certo, a Montecarlo ha vinto due volte ma è un sacrificio che ha accettato di fare e costituisce un precedente. Partecipare all’intero campionato di F1 sta diventando per l’ex ferrarista un optional: nel 2015 hasaltato il GP inaugurale in Australia per i postumi del “misterioroso” incidente durante i test di Barcellona. L’anno scorso è stato dispensato dal correre il Gp del Barhain a seguito del rovinoso incidente di Melbourne con Gutierrez. Ovviamente la cosa sarebbe stata improponibile se Alonso avesse per le mani una Mc Laren-Honda competitiva ma anche quest’anno non è così. Dunque l’imperativo è: date una monoposto vincente a Fernando! (Toto Wolff ci sta pensando…)

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HAPPY BIRTHDAY / CARLOS REUTEMANN 75 ANNI: LOTE DE SALUD, LOLE!

(12/4/2017) – Un augurio particolare di buon compleanno a Carlos Reutemann che oggi compie 75 anni. L’ex pilota argentino, ex marito della mitica Mimicha Bobbio (si è risposato con Veronica Ghio), è convalescente dopo una lunga e delicata operazione a cui si è sottoposto negli Stati Uniti nel  2016 per un’affezione delle vie biliari. Lo si è appreso grazie alla figlia Mariana che ha poi postato su Instagram una foto dell’ex ferrarista  un po’ smagrito ma tornato a casa “come un campione”, ha affettuosamente precisato.  
Come noto, dopo la fine della lunga e ricca carriera automobilistica che lo aveva portato a diventare vice campione del mondo di F1 nel 1981 (il ritiro avvenne dopo due gare del 1982), Reutemann si dedicò prima ai suoi possedimenti terrieri e in seguito intraprese la carriera politica. La sua serietà e popolarità vennero premiate: è stato Governatore della provincia di Santa Fè e dal 2015 è Senatore della Nazione. Dalle sue dichiarazioni, appare più preoccupato per la crisi economica del suo Paese al quale è legato da un solido senso di appartenenza. Auguri Lole!


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SATORU NAKAJIMA PRIMO PILOTA GIAPPONESE DA F1

(12/4/2017)  SATORU NAKAJIMA, THE FIRST F1 JAPANESE DRIVER. Gran Premio del Brasile 1987: per la prima volta un pilota giapponese cominciava in pianta stabile una stagione di campionato di F1. Il “primato” spetta a Satoru Nakajima che il 12 aprile di 30 anni fa diventò, con i buoni uffici del motorista Honda, compagno di squadra di Ayrton Senna alla Lotus. Per il driver di Okazaki, osannato in Patria dopo i 5 titoli conquistati nella F2 del Sol Levante, il debutto avvenne all’età di 34 anni. Fino ad allora, la presenza nipponica nella massima formula era risultata sporadica come per esempio al famoso Gran Premio del Giappone 1976 al Fuji quando furono ben tre gli indigeni a cimentarsi occasionalmente nella epica gara del duello Hunt-Lauda (Hasemi, Takahara e Hoshino).
Per Nakajima la stagione del debutto fu la migliore – 7 punti e 12° posto finale in classifica – grazie a diversi piazzamenti e in particolare al quarto posto conquistato al GP di Gran Bretagna. Si tolse la soddisfazione di andare a punti anche nel Gran Premio finale di casa, a Suzuka. Da allora, una curva discendente con qualche piazzamento ma anche mancate qualificazioni fino al 1989 sempre sulla Lotus ma passata al motore Judd. Stessa musica anche in occasione del successivo passaggio alla Tyrrell che nel 1990 montava ancora il motore Ford per poi passare nel 1991 all’Honda. Al termine di quella stagione – compagno di squadra era Stefano Modena – Satoru decise di ritirarsi per dedicarsi ad un proprio team in Formula Nippon e soprattutto alla carriera del figlio Kazuki che debuttò in F1 con la Williams Toyota a fine 2007 e oggi è apprezzato driver nel Mondiale Endurance.