(24/1/2017) – DON’T SAY TO TRUMP ABOUT HAAS F1 TEAM! Metti che Donald Trump, neo-presidente degli Stati Uniti che oggi incontra i grandi capi dell’auto compreso Marchionne per FCA, venga a sapere i termini dell’operazione F1 del Team Haas e cioè: una squadra americana, ok con sede a Richmond, ma che si fa costruire (pagando, ovviamente) le vetture in Italia, dalla Dallara. E monta (pagandolo, ovviamente) un motore italiano, Ferrari. E che ha come Team principal (stipendiandolo, ovviamente) un italiano alto-atesino, Gunther Steiner, per non parlare dei numerosi meccanici inglesi. E che si avvale di due piloti che rispondono al nome di Grosjean, (francese, ingaggiato) e di Magnussen (danese, pagante). Insomma, di americano non c’è moltissimo. E quali sono stati i cavalli di battaglia di Trump durante la campagna presidenziale, ribaditi con forza durante il discorso di insediamento di venerdì scorso? “Assumete americani, comprate americano, american first”!
Insomma, il buon Gene Haas potrebbe finire sulla lista dei “cattivi” alla Casa Bianca ed essere richiamato all’ordine, e cioè: monoposto da costruire negli USA e motore Chevrolet (altrimenti sarebbero…dazi di Dallara e Marchionne), Mario Andretti DS e come piloti Alexander Rossi o Hunter-Reay e Danica Patrick, tanto per dimostrare che lui, Trump, non è quel sessista che viene tratteggiato con ignominia… Scherzi a parte – ma vedi mai che… – bisognerebbe comunque informare il Presidente che nel 2010 l’ingegner Dallara ha investito qualcosa come 12 milioni di dollari, in sinergica collaborazione con lo Stato dell’Indiana e di un partner locale, per la realizzazione di un Centro Tecnologico d’avanguardia a Indianapolis con l’occupazione di 110 persone!