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Mese: Novembre 2016
(30/11/2016) – Meno uno alla prima volta delle Finali Mondiali Ferrari Challenge negli Stati Uniti, sulla mitica pista di Daytona con le sue paraboliche inclinate di 31 gradi. Che programma! Ci sarà tutto il mondo Ferrari, compresi i piloti ufficiali della Scuderia, Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, presenti domenica insieme al Direttore della Gestione Sportiva, Maurizio Arrivabene e agli altri piloti del Cavallino. Sono attese quasi 150 Rosse da pista, tra cui 13 vetture di Formula 1.
GARE E PILOTI – Venerdì e sabato sono in programma le ultime due corse dei tre campionati con 89 splendide 458 Challenge EVO in lizza e piloti già detentori, complessivamente, di ben 23 titoli. Per esempio il veterano Eric Cheung, che in questa stagione ha disputato gare in tutte e tre le serie del monomarca, Steve Wyatt, campione Trofeo Pirelli APAC in carica, la star della serie North America, Ricardo Perez De Lara, il due volte campione europeo Bjorn Grossmann e Alessandro Vezzoni, campione mondiale in carica del Trofeo Pirelli Am passato nel 2016 alla categoria superiore. Su una vettura del team Ferrari of Houston sarà in pista una guest star d’eccezione: il campione della NASCAR Sprint Cup 1989, Rusty Wallace, impegnato nel Trofeo Pirelli nella serie North America.
LA NUOVA 488 CHALLENGE TURBO E LA GLORIOSA F333 SP– Nell’occasione, sabato, sarà svelata la nuova 488 Turbo che nella prossima stagione conviverà con la 458 Challenge EVO. La pista ospiterà anche le auto dei Programmi XX, tra cui la FXX K da oltre 1000 cavalli di potenza ibrida così come le ultime gare delle tre serie del Ferrari Challenge. Altra assoluta protagonista annunciata (con 9 esemplari) sarà la Ferrari F333 SP che vinse la 24 Ore di Daytona del 1998 e che proprio in America ha conquistato i suoi più prestigiosi trionfi. La vettura debuttò vincendo nella 2 Ore di Road Atlanta il 17 aprile 1994 grazie a Jay Cochran e al team Euromotorsport ed è diventata una delle Ferrari più vincenti di sempre oltre a rappresentare il ritorno della Casa di Maranello nella categoria prototipi dopo 25 anni di assenza. Domenica, si metteranno al volante anche tre dei quattro eroi che la portarono al successo nel 1998: l’olandese Arie Luyendyk, già due volte vincitore anche della 500 Miglia di Indianapolis, il belga Didier Theys e l’italiano Mauro Baldi, un passato in F1 e un titolo mondiale Sport Prototipi in bacheca nel 1990.
PROGRAMMA – La prima gara del Trofeo Pirelli, valida per tutti i campionati, sarà venerdì alle 17.50 locali (le 23.50 CET) seguita da quella della Coppa Shell alle 19.50 (1.50 CET). Sabato Gara-2 del Trofeo Pirelli sarà alle 12.35 (16.35 CET) mentre quella della Coppa Shell sarà alle 14.35 (20.25 CET). Domenica le due gare che assegneranno i tre titoli mondiali: alle 9.30 (15.30 CET) la Coppa Shell, alle 11.45 il Trofeo Pirelli. Nel paddock sarà esposta tutta la gamma, comprese GTC4Lusso T e LaFerrari Aperta, le vetture presenti all’ultimo Salone dell’Auto di Parigi, mentre nella Fan Zone sarà possibile ammirare alcune delle livree celebrative dei 70 anni Ferrari oltre che le 488 GTE e GT3. A chiudere, la più grande parata di Ferrari mai vista su una pista nordamericana.
(30/11/2016) – Mika Salo compie oggi 50 anni: nella sua carriera c’è il Rosso Ferrari (ma anche Toyota). Finlandese di Helsinki, scoprì sui kart la sua vocazione grazie alla passione per i motori di papà Seppo (e l’ok di mamma Tarja). Un fulgido talento naturale – in F. Ford battè Schumacher, in F3 inglese fu grande rivale del connazionale Hakkinen – che lo portò ad essere ingaggiato nel 1999 dalla Ferrari! Sì, è stato questo il momento più alto della sua storia in F1, durata otto anni a partire dal debutto con la Lotus nel 1994 via Formula Nippon.
FERRARI 1999 – Lo ricorderete: a Maranello dovettero scegliere in fretta un pilota che sostituisse Michael Schumacher fratturato dopo il botto alla Stowe di Silverstone. L’allora presidente Montezemolo diede una delusione a Badoer, terzo pilota della Scuderia, preferendo non affidargli – sue parole – “una responsabilità troppo grande”, nè offrì la chance al più che disponibile Jean Alesi, cavallo di ritorno dalla Sauber. Il prescelto fu invece lui, che aveva appena finito di sostituire l’infortunato Ricardo Zonta alla Bar. “Un pilota veloce, pronto a spingere a fondo”, lo ricorda Montezemolo. Il 13 luglio era già in pista a Fiorano al volante della F399 ma dovette interrompere l’apprendistato per qualche giorno: volò in Giappone per sposare la modella Noriko Endo! Con la Rossa corse 6 gare, non tutte brillanti ma in Germania si superò. Prima fu più veloce di irvine in qualifica e in gara, saldamente in testa, cedette lealmente la posizione all’irlandese, in lotta per il mondiale, che gli passò la coppa del vincitore. Bello anche il terzo posto al Gran Premio d’Italia a Monza. Un’esperienza che Salo ricorda piacevolmente: “Ho fatto quello che mi hanno chiesto di fare ed è stata un’esperienza indimenticabile: posso dire di sapere come lavora una grande squadra”.
TOYOTA 2002 – Nel 2001, un po’ a sorpresa, la Toyota affidò a lui – e ad Allen Mc Nish – il compito di collaudare per un anno intero la prima monoposto di F1 del colosso giapponese, obiettivo stagione 2002. Le aspettative erano altissime ma solo due sesti posti in Australia, al debutto, e in Brasile e tanti problemi irrisolti lo demotivarono inducendolo a lasciare la Formula 1. Ma non le corse: sbarcò in America per disputare la Champ Car , per poi dedicarsi alle vetture GT, alla 24 Ore di Le Mans e di Spa, alla 12 Ore di Sebring. Ora è commentatore F1 per l’emittente finlandese MTV3 ed è nella rosa di commissari FIA che Jean Todt indica per i gran premi.
(28/11/2016) – Complimenti a Nico Rosberg, un po’ meno ad Hamilton. Nico a 31 anni diventa per la prima volta campione del mondo di F1, primo tedesco a riuscirci su unamonoposto tedesca. A dieci anni dal debutto (Barhain 2006) e dopo 206 gran premi disputati, il figlio d’arte eguaglia così l’impresa di papà Keke del 1982 (ci era riuscito solo Damon Hill). E Lewis Hamilton? Ad Abu Dhabi si è giocato tutte le carte fino all’ultima curva ma la domanda è: il suo comportamento è stato accettabile? Certo, ha rallentato di proposito – contravvenendo alle “istruzioni” del muretto box – per compattare gli inseguitori e mettere in difficoltà Rosberg ma non ha mai davvero ostruito Nico e quindi direi che non si può parlare assolutamente di scorrettezza. Piuttosto, ritengo abbia commesso un errore tattico.
ERRORE TATTICO DI HAMILTON? – Dopo l’impeccabile partenza aveva probabilmente tutta la possibilità di involarsi, come d’altronde ha fatto nelle ultime corse. Nico, subito buon secondo, era un attimo più in difficoltà soprattutto a livello psicologico ed infatti è rimasto molto tempo nel mirino delle Red Bull (coraggioso e bellissimo comunque il sorpasso di Verstappen). Faccio questa ipotesi: se Lewis avesse pensato solo a fare la sua gara, facendo il vuoto e confermando la superiorità netta di questo finale di stagione, avrebbe creato più problemi a Rosberg. Senza un punto di riferimento visivo davanti Nico avrebbe a sua volta pensato più a chi aveva alle spalle a scapito del suo ritmo e, a quel punto, non so come sarebbe finita l’impetuosa rimonta finale di Vettel e Verstappen. Da annotare che il tedesco della Ferrari, a fine gara, ha affermato che una volta in coda al ravvicinato duo Mercedes si è sentito un po’ frenato nell’attacco decisivo proprio perché poteva creare – e non lo voleva – un incidente. Con solo Rosberg davanti, magari, la situazione poteva maggiormente prestarsi ad un diverso epilogo e questo vale anche per l’olandesino della Red Bull, che seguiva Sebastian, sempre pronto ad approfittare di ogni occasione. Questo scenario è indubbiamente impossibile da verificare ma la mia conclusione è che in pista è buona norma pensare solo a fare il proprio meglio.
P.S.: Ad inizio carriera Senna in qualifica usava rallentare gli avversari nel loro giro veloce. Fu Alboreto, un giorno, a dargli una lezione frenando di botto davanti a lui e provocandogli un “salutare” spavento. La smise ed è stato il campione che sappiamo.
ROSBERG VS. HAMILTON: WHO WINS, WHO LOSES
NICO ROSBERG: Non voglio pensare a nulla che non sia questo weekend. L’importante è ora, non ha senso oggi ipotizzare cosa potrà essere il bilancio di questa stagione. Con Lewis le sfide sono cominciate dai tempi del kart, avevamo solo 13 anni e ricordo ancora le battaglie tra di noi nei vari campionati. E’ lui il rivale di tutta la mia carriera.
LEWIS HAMILTON: Tutto può accadere, io non mollo. L’approccio non cambia: voglio chiudere al top questa stagione in cui ho dovuto affrontare ostacoli insormontabili, quindi parto per vincere anche questa gara.
TOTO WOLFF: Tutti e due sono stati eccezionali nel corso della stagione. Chi si laureerà campione del mondo avrà meritato questo riconoscimento.
NIKI LAUDA: Saranno liberi di correre come gli altri week end, non ci saranno indicazioni su come affrontare la prima curva. Poi si vedrà agli ultimi giri e se Nico sarà secondo o terzo, dovrà soltanto pregare: “Please, car, don’t stop”!
CHRIS HORNER: Non bisogna dare nulla per scontato: è l’ultima gara della stagione e motori e i cambi sono ormai chilometrati. Poi, Lewis può soltanto vincere e sperare ma psicologicamente è più facile per lui, rispetto a Nico. E’ una situazione simile a quella che vivemmo noi nel 2010: in quel caso Sebastian pensò prima di tutto ad ottenere il massimo risultato possibile e noi lo informavamo costantemente delle posizioni dei diretti rivali.
JOHNNY HERBERT: Lewis ha nulla da perdere e darà tutto per vincere la gara, non ha altro da fare. Nico sarà più che felice di conquistare il secondo posto e vincere il titolo.
(25/11/2016) – Buon compleanno a Slim Borgudd che oggi compie 70 anni. Quando, nel 1981, l’ATSannunciò questo pilota svedese di Borgholm, al debutto a 34 anni in Formula 1, molti si chiesero chi diavolo era. Quando sulle fiancate della gialla monoposto tedesca apparve la scritta Abba tutto divenne chiaro: nella massima formula era sbarcato il batterista della celeberrima formazione canora svedese (amico in particolare di Bjorn Ulvaeus), oltre che compositore, membro di altri complessi e coinvolto in diversi Ellepi. Insomma, un personaggio. Sarebbe però ingeneroso inquadrarlo solo così: intanto Slim era un grande appassionato di motori, orgoglioso rappresentante della tradizione scandinava che andava da Ronnie Peterson o Joakim Bonnier fino ai grandi rallisti. In patria, inoltre, aveva partecipato al campionato di F. Ford per poi passare alla F3 nazionale (primo) e continentale (terzo nel 1979) con un proprio team. Saltata la F2, eccolo a sorpresa in F1 alla ATS-Ford con la quale esordì, compagno di squadra di Jan Lammers, nella prima gara europea della stagione, il GP di San Marino a Imola (13°). Una macchina da retrovie, un team che si stava smembrando.
BORGUDD DALLA F1 AI TRUCK – Fu lui allora a coinvolgere l’ex Mc Laren Alistair Caldwell nel tentativo di ritrovare competitività, compreso il passaggio alle gomme Avon. Operazione che in qualche modo riuscì: fu lui a conseguire l’unico punto del Team, grazie allo strabiliante sesto posto ottenuto al GP di Gran Bretagna a Silverstone vinto da Watson sulla Mc Laren con telaio in carbonio. L’inizio della riscossa? No: un fuoco di paglia, ma Borgudd sentiva di poter fare buone cose e nel 1982 passò alla Tyrrell con Michele Alboreto. Anche qui i risultati non arrivarono più e dopo appena tre gare (sponsor out) terminò anzitempo la sua avventura nel team del Boscaiolo e in F1. Continuò a correre: alla 24 Ore di Le Mans, a Macao F3, nel Touring car svedese e infine nel Fia European Truck Racing diventando campione della categoria negli anni 86-87 e 1995.
(24/11/2016) – WRC 2017, THE NEW CARS. L’orizzonte del mondiale rally WRC 2017, con le sue nuove normative, comincia a diventare più chiaro agli occhi degli appassionati. A breve saranno due le nuove vetture che lasceranno cadere qualche velo in più: la Citroen C3 e la Hyundai. La Casa francese, che torna in forze nel WRC, presenterà al Motor Show di Bologna il concept della C3 già mostrato al Salone di Parigi mentre l’1 dicembre Hyundai Motorsport esibirà ai media il nuovo “mostro” in occasione del Monster Energy Monza Rally Show, dal 2 al 4 dicembre. Come (intrav)vedete dalle foto, si tratta di due vetture molto belle e aggressive, pronte a a sfidarsi fin dal Rally di Montecarlo, a gennaio, per raccogliere lo scettro lasciato vacante dalla Volkswagen che ha annunciato il ritiro.
La Citroen C3 è frutto congiunto del Centro Stile del double chevron e di Citroen Racing mentre Hyundai WRC si distingue per il suo lokk accattivante che fa gongolare il team principal Michel Nandan: “I nuovi regolamenti per il 2017 prevedono vetture più grandi e potenti; siamo sicuri quindi che la prossima stagione sarà appassionante. Anche se la presentazione ufficiale sarà un evento riservato ai media, vogliamo regalare ai nostri appassionati fan che parteciperanno alla manifestazione, l’opportunità di iniziare a tifare”. Hyundai parteciperà al Rally Show di Monza con una delle New Generation i20 WRC.
(23/11/2016) – FRANCOIS FILLON, THE PRESIDENTIAL CANDIDATE WHO LOVES RACING. Il prossimo presidente della Francia potrebbe essere un grande appassionato di motori e di corse. Francois Fillon – basta dire che è nato a Le Mans, il 4 marzo 1954 – ha vinto con oltre il 44% delle preferenze la prima tornata di primarie dei candidati di centro-destra e domenica prossima si avvia probabilmente a ripetere l’exploit che lo porterà ad aprile 2017 a contendere la guida della Francia al candidato socialista. Una delle prime affermazioni dopo l’esito favorevole della consultazione è stata un paragone-omaggio al suo pilota modello Jackye Ickx: “Queste primarie sono una prova di resistenza, come la 24 Ore di Le Mans del 1969 nella quale il campione belga partì ultimo (per protestare contro la pericolosità della regola che alla partenza imponeva ai piloti di salire di corsa a bordo delle vetture, ndb) e vinse la gara dopo una grande rimonta”.
FILLON E LE MANS – Il circuito della Sahrte e la classica endurance sono parte della vita di Fillon e della sua famiglia: da bambino ha vissuto a Foulletourte Cérans, vicino al circuito dove tra l’altro era allocata la scuderia Austin Healey, respirando dunque da subito aria di motori. Il fratello Pierre è CEO dell’ACO l’Automobile Club de l’Ouest che organizza la corsa e Francois è membro del Comitato di Direzione della 24 Ore. Lui assiste spesso alla maratona di giugno e nel 2005 fu invitato a dare la partenza; nel 2006 ha preso parte alla Le Mans Classic al volante di una Peugeot 908. Oltre la vittoria di Ickx del 1969, ricorda con piacere l’affermazione delle connazionali Rondeau nel 1980 e della Matra di Pescarolo- Graham Hill nel 1972. Ha partecipato anche alla trasmissione Top Gear France!
CURIOSITA’ …DA F1 – Qualche curiosità, infine:
– è molto amico di Luca Cordero di Montezemolo: nel 2012 era suo ospite a Capri e rimase ferito in un incidente col motorino, cosa che gli impedì di portare a termine la scalata alla presidenza del partito!
– Tra l’oggettistica in vendita a supporto della sua candidatura all’Eliseo da segnalare una automobilina da corsa, una tazza con sovraimpressa una sua foto in casco e tuta e la F stilizzata che ricorda tanto quella del logo ufficiale della F1.
– La sua considerazione del motorsport è totale: “Siamo il Paese che ha inventato l’automobile e che ha dei costruttori di livello mondiale”, ha detto. Chissà se con lui il Gran Premio di Francia di F1, che manca in calendario dal 2009, possa tornare ad essere una realtà, magari proprio a Le Mans!
– è molto amico di Luca Cordero di Montezemolo: nel 2012 era suo ospite a Capri e rimase ferito in un incidente col motorino, cosa che gli impedì di portare a termine la scalata alla presidenza del partito!
– Tra l’oggettistica in vendita a supporto della sua candidatura all’Eliseo da segnalare una automobilina da corsa, una tazza con sovraimpressa una sua foto in casco e tuta e la F stilizzata che ricorda tanto quella del logo ufficiale della F1.
– La sua considerazione del motorsport è totale: “Siamo il Paese che ha inventato l’automobile e che ha dei costruttori di livello mondiale”, ha detto. Chissà se con lui il Gran Premio di Francia di F1, che manca in calendario dal 2009, possa tornare ad essere una realtà, magari proprio a Le Mans!
(18/11/2016) – Al Salone Internazionale di Los Angeles è stata svelata, nella versione Quadrifoglio, il primo SUV Alfa Romeo in oltre un secolo di storia: si chiama Stelvio, dal nome del valico montano più alto d’Italia (secondo in Europa). A questo modello è legata molta parte del futuro del Biscione. La cruciale sfida nel segmento dei SUV compatti premium è lanciata, ecco tutte le caratteristiche.
Le dimensioni sono volutamente contenute: 468 centimetri di lunghezza, 165 cm di altezza e 216 cm di larghezza. Sulla versione Quadrifoglio presentata a Los Angeles, spicca una minigonna in tinta carrozzeria con un’appendice in carbonio che ne accentua ulteriormente la sportività. Inoltre, il frontale presenta una forte connotazione di aggressività e potenza, dato soprattutto dalle specifiche prese d’aria per gli intercooler e dalle classiche asole attorno allo scudetto associate a un trattamento “nervoso” delle superfici. Allo stesso modo, nel posteriore a “coda tronca” spiccano i quatto terminali di scarico. All’interno, da notare il raggruppamento di tutti i comandi sul volante che è stato disegnato piccolo e diretto per adattarsi a tutti gli stili di guida; il tunnel diagonale e la plancia leggermente ondulata.
MOTORI – Altro elemento distintivo sono i motori. Stelvio Quadrifoglio adotta un 2.9 V6 BiTurbo benzina da 510 CV abbinato al cambio automatico a otto marce. Ispirato da tecnologie e competenze tecniche Ferrari, il motore BiTurbo benzina 6 cilindri è totalmente in alluminio per ridurre i pesi assoluti della vettura, in particolare quello sull’asse anteriore. Tra l’altro, sebbene i valori di potenza e coppia siano sensazionali, è straordinariamente efficiente nei consumi, grazie al sistema di disattivazione dei cilindri a controllo elettronico.
Ovviamente, come tutti i motori della nuova generazione Alfa Romeo, si contraddistingue anche per il rombo genuinamente Alfa Romeo. Tra le altre motorizzazioni nella gamma Stelvio è confermato il 2.0 Turbo benzina da 280 CV con cambio automatico a 8 marce. Si tratta di un 4 cilindri costruito interamente in alluminio che eroga una potenza di 280 CV a 5.250 giri/min e coppia massima di 400Nm a 2.250 giri/min. In dettaglio, oltre al sistema elettroidraulico di attuazione valvole MultiAir, tra le peculiarità di questo propulsore spiccano il sistema di sovralimentazione “2-in-1” e l’iniezione diretta con sistema ad alta pressione da 200 bar, che si traducono in una risposta particolarmente pronta ai comandi dell’acceleratore in tutto l’arco di funzionamento e in una notevole efficienza nei consumi.
CAMBIO – Il cambio ZF automatico a 8 marce presenta una calibrazione specifica tale da permettere di effettuare le cambiate in soli 150 millisecondi in modalità Race. La trasmissione è inoltre dotata di frizione “lock up” che assicura al guidatore una forte percezione di ripresa una volta innestata la marcia. Il cambio automatico è in grado, a seconda della modalità del selettore Alfa DNA Pro, di ottimizzare la fluidità, il comfort e la facilità di guida in tutti gli ambiti di utilizzo, compreso quello urbano, e permette di migliorare ulteriormente i consumi di carburante e le emissioni di CO2. Sono di serie le palette del cambio in alluminio sul piantone dello sterzo.
SELETTORE – Stelvio Quadrifoglio propone il nuovo selettore Alfa DNA Pro che modifica
il comportamento dinamico del veicolo in base alle scelte del guidatore: Dynamic, Natural, Advanced Efficiency (modalità di risparmio energetico) e Race (l’ideale per il massimo delle prestazioni).
TRAZIONE INTEGRALE – Il SUV Stelvio Quadrifoglio è dotato dell’innovativo sistema di trazione integrale con tecnologia Q4, progettato per gestire la trazione del veicolo in tempo reale.
L’architettura del sistema Q4 comprende una scatola di rinvio attiva e un differenziale anteriore progettati per soddisfare i requisiti tecnici specifici di Alfa Romeo, al fine di gestire in tempi molto rapidi una coppia elevata con una configurazione particolarmente compatta e leggera. La scatola di rinvio utilizza una tecnologia di frizione attiva avanzata che assicura una guida estremamente dinamica e, al tempo stesso, consumi ridotti. La rapidità di risposta e la precisione nella ripartizione della coppia sono garantiti dall’attuatore integrato Next-Gen secondo la modalità di guida selezionata tramite l’Alfa DNA Pro.
Nel dettaglio, il sistema Q4 monitora continuamente numerosi parametri per garantire la miglior ripartizione della coppia tra i due assali in funzione dell’utilizzo della vettura e dell’aderenza disponibile a terra. Questa tecnologia è in grado di prevedere le perdite di aderenza delle ruote, affidandosi alle informazioni raccolte dai sensori di accelerazione laterale e longitudinale, di angolo volante e di velocità d’imbardata della vettura. In condizioni normali, Stelvio Quadrifoglio con sistema Q4 si comporta come un veicolo a trazione posteriore: il 100% della coppia è inviato all’assale posteriore. All’approssimarsi del limite di aderenza delle ruote, il sistema trasferisce in tempo reale fino al 50% della coppia motrice all’assale anteriore attraverso una scatola di rinvio dedicata. Per assicurare la massima velocità di reazione nel ripartire la coppia, il sistema sfrutta un elevato sovraslittamento meccanico (fino al 2,5%) tra i due assali, che si traduce in un controllo della vettura ai vertici della categoria in termini di trazione e stabilità direzionale in curva. La tecnologia Torque Vectoring, per la prima volta abbinata alla trazione integrale Q4, ottimizza la motricità di Stelvio Quadrifoglio e ne accentua il suo carattere sportivo. Le due frizioni, contenute nel differenziale posteriore, consentono di controllare separatamente la coppia per ciascuna ruota. In questo modo, la trasmissione della potenza a terra migliora anche in situazioni di guida al limite. Ciò permette di condurre l’auto in modo sicuro e sempre molto divertente, senza mai ricorrere a interventi invasivi da parte del controllo di stabilità.
SOSPENSIONI – Per l’avantreno di Stelvio Quadrifoglio è stata scelta la sospensione a doppio braccio oscillante con asse di sterzo semi-virtuale, che ottimizza l’effetto filtrante e consente di sterzare in modo rapido e preciso. È un’esclusiva Alfa Romeo che, mantenendo costante l’impronta a terra dello pneumatico in curva, è in grado di garantire accelerazioni laterali elevate. In qualunque situazione e velocità, la guida di Alfa Romeo Stelvio è sempre naturale e istintiva. Il retrotreno presenta la soluzione a quattro bracci e mezzo – brevetto Alfa Romeo – che assicura contemporaneamente prestazioni, piacere di guida e comfort. Lo smorzamento è assicurato da elementi a controllo elettronico che si adattano istante per istante alla condizioni di guida e permettono di scegliere tra un comportamento più orientato alle prestazioni oppure al comfort.
INTEGRATED BRAKE SISTEM – Esclusivo del marchio Alfa Romeo e dopo aver debuttato per la prima volta su Giulia, anche Stelvio Quadrifoglio propone l’innovativo Integrated Brake System (IBS), il sistema elettromeccanico che combina il controllo di stabilità con il tradizionale servofreno garantendo una risposta istantanea del freno, limitando quindi la distanza di arresto, oltre a consentire un’importante ottimizzazione dei pesi. Non manca su Stelvio Quadrifoglio l’impianto frenante con elementi di alluminio e dischi carbo-ceramici.
L’ALFA CHASSIS DOMAIN CONTROL (CDC) – Rappresenta il “cervello” di Stelvio Quadrifoglio che coordina tutta l’elettronica di bordo. Il sistema gestisce l’azione dei diversi contenuti – quali il nuovo selettore AlfaTM DNA Pro, la trazione integrale Q4, il sistema AlfaTM Torque Vectoring, le sospensioni attive e l’ESC – e governa l’ottimizzazione delle prestazioni e il piacere di guida. In dettaglio, il CDC adatta in tempo reale l’assetto della vettura, rendendo dinamiche le mappature delle modalità dell’AlfaTM DNA Pro, sulla base dei dati di accelerazione e rotazione rilevati dai sensori. Previene e gestisce inoltre situazioni critiche, informando in anticipo le specifiche centraline coinvolte nel sistema elettronico della vettura: chassis, powertrain, sospensioni, impianto frenante, sterzo, assistenza alla guida e differenziale in curva.
(18/11/2016) – Il fascinoso Bahrain accoglie questo fine settimana il Campionato del Mondo CIK-FIA per le categorie OK e OK Junior, nell’ambito del Bahrain Motorsport Festival, che vedrà disputarsi nelle stesse ore la 6 Ore del Bahrain, appuntamento conclusivo del WEC. L’evento si terrà in notturna sul tracciato di 1414 metri del Bahrain International Circuit, accanto al circuito che ospita il G.P. di F1 e conclude la stagione del karting completando così la lista dei Campioni del Karting 2016, dopo il titolo KZ conquistato dal trevigiano Paolo De Conto (CRG-TM-Vega) a Kristianstad, in Svezia.
PILOTI PROTAGONISTI – E’ il momento dunque dei Campioni delle categorie senza marce, nelle quali competono piloti che sono tra i primi vincitori di quest’anno: lo spagnolo Pedro Hiltband (CRG-Parilla-Vega), Campione Europeo in classe OK e vincitore della CIK-FIA International KZ2 Super Cup; poi l’inglese Finlay Kenneally (FA Kart-Vortex-Vega), Campione Europeo in classe OKJ; quindi l’altro britannico Callum Bradshaw (Exprit-Vortex-Vega), al quale il successo in CIK-FIA Karting Academy Trophy ha aperto le porte alla partecipazione al Mondiale OKJ.
Le prime stelle a brillare sono quelle dello lo spagnolo David Vidales (OKJ) e il pordenonese Lorenzo Travisanutto in OK. L’iberico ha fermato il cronometro in 51”848, appena 4 millesimi davanti al marocchino Sami Taoufik (FA-Vortex-Vega). Con 51”894 Théo Pourchaire (Kosmic-Vortex-Vega) ha segnato il terzo tempo, precedendo di 2 millesimi il russo Ilya Morozov (TonyKart-Vortex-Vega). Travisanutto, in OK, ha girato in 50”001, più veloce di 8 centesimi dello svedese Noah Milell (Kosmic-Vortex-Vega). Terzo crono per il russo Alexander Smolyvar (TonyKart-Vortex-Vega) in 50”118, davanti al finlandese Juho Valtanen (Kosmic-Vortex-Vega), quarto in 50”170. Oggi la verifica nelle manche di qualifica. Oltre allo spettacolo in pista, nel weekend si alterneranno momenti di intrattenimento con concerti e show che renderanno la prova finale dei campionati CIK-FIA, promossi da WSK Promotion, una kermesse da non perdere.
LIVE STREAMING – L’evento sarà visibile in live streaming da www.cikfia.tv e www.cikfiachampionship.com: entrambi i siti, dal pomeriggio di sabato 19 novembre, diffonderanno l’intero programma, dalla cerimonia di presentazione dei piloti fino alla conclusione delle Finali, nella suggestiva illuminazione notturna. Seguirà il classico appuntamento televisivo sul canale Motors TV, con il servizio speciale a chiusura dell’intero weekend in Medio Oriente.
(16/11/2016) – Incredibile Giampaolo Dallara, che oggi compie 80 anni: isuoi prodotti sono sempre vincenti, lo cercano da tutto il mondo, l’Azienda di Varano de’ Melegari che ha creato nel 1972 è un riconosciuto polo di eccellenza, fattura 75 milioni (nel 2010 erano 35), dà lavoro a circa 600 persone. E mettiamoci pure che lo scorso maggio è stato nominato Cavaliere del lavoro dal Presidente della Repubblica, il che si aggiunge al Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana attribuitogli nel 2007 e all’iscrizione quale primo Prof ad honorem dell’Università di Parma. Ebbene, oggi il compleanno tondo dell’ingegnere parmense difficilmente troverà posto nei TG nazionali. Ma non se la prenderà. Rispecchia il suo carattere schivo che non vuole dire scontroso. Tutt’altro: è sempre cortese e disponibile, ma ama la riservatezza per quanto gli faccia indubbiamente molto piacere essere considerato e premiato. Il suo segreto? L’estrema specializzazione, l’impagabile esperienza, l’enorme passione per il mondo dei motori.
CARRIERA DI UN GENIO – Appena laureato in Ingegneria Aeronautica al Politecnico di Milano, nel 1959, era già alla Ferrari, poi alla Maserati e quindi alla Lamborghini. Anni ruggenti, sfociati nell’impegno prima in F2 e poi in F1 con l’amico Frank Williams e Alejandro De Tomaso. L’incidente di Piers Courage troncò quel brillante avvìo nella massima formula ma il capitale di conoscenzeera già tale da invogliarlo a fondare nella tranquilla Varano de Melegari l’azienda di cui oggi è Presidente (valente AD è Andrea Pontremoli, ex IBM Italia). Per farla breve, il suo ingegno creativo gli ha permesso di monopolizzare il parco auto GP2, GP3, F3, F4, World Series, Superformula giapponese e quant’altro.Discorso a parte per gli Stati Uniti dove, presente dal 1997, ha sfondato in Indy Series e Indy Light tanto da effettuare nel 2010 un investimento da 12 milioni di dollari per la realizzazione di un Centro tecnologico di produzione a 300 metri dal catino di Indianapolis dove le sue macchine hanno trionfato 8 volte. Chicche del passato? La Lamborghini Miura del 1966, la Lancia Stratos, la Ferrari 333 Sp, la Maserati MC12. Si sono rivolti a lui anche i tedeschi dell’Audi e della Porsche per dominare a Le Mans.
ARRIVA LA DALLARA STRADALE! – La voglia di impegnarsi direttamente in F1 c’era ma mancavano i soldi. Lo ha fatto attraverso altri, dall’esperienza con la Scuderia Italia fino all’attuale Haas passando per le sfortunate esperienze Meta Campos, Honda, Midland (vedi post: http://motor-chicche.blogspot.it/2014/07/dallara-rapporto-difficile-con-la-f1.html). Come, noto, si parla molto anche di un suo coinvolgimento pieno per aiutare la Ferrari a superare i cronici problemi aerodinamici. Buon compleanno ingegnere carissimo…e pare proprio che il miglior regalo se lo farò da solo: è in arrivo la prima auto stradale che porta il suo nome!