(15/9/2016) – L’aerodinamica di una F1, questa brutta bestia che ai Team è costata, oltre che parecchi milioni di dollari, ore e ore nei wind-tunnels e…anche il posto a tanti tecnici chiamati a trovare la “formula magica” per domare la resistenza all’avanzamento e immolati sull’altare delle gallerie del vento: ricordate Antonia Terzi? In pochi anni è passata dal dream team Ferrari dell’epoca d’oro Todt-Byrne-Schumacher alla Williams, all’addio al mondo delle corse. Laureata in Ingegneria all’Università di Modena, venne assunta, dopo un part-time, presso il reparto progettazione Ferrari nel 1999 ma mentre la Rossa dominava lei guardava avanti. Clamorosamente, la Williams evidentemente a caccia di segreti, le fece spazio dal 2002 fino a nominarla Responsabile dell’aerodinamica della squadra di Grove, a stretto contatto con il DT Patrick Head e il capo-progettista Gavin Fisher.
Per il campionato 2004 venne fuori la Williams FW26, il famoso “Tricheco” caratterizzato dal muso molto rialzato per favorire al massimo l’incanalamento dell’aria sotto la monoposto e da due prolungati supporti dell’alettone anteriore che, per l’appunto, davano al frontale della vettura motorizzata BMW affidata a Montoya e Ralf Schumacher l’idea dell’animale. Il tentativo, subito bollato come inefficace dai tecnici concorrenti, non ebbe effettivamente successo, nonostante un promettente secondo posto del colombiano in Malesia.
Il fratellino del Kaiser, inoltre, fu vittima di un brutto incidente a Indianapolis che lo tenne fuori per sei gare. Dal gran premio di Ungheria la vettura tornò a presentare un muso più tradizionale e la sorte della Terzi fu segnata: al termine della stagione si dimise e al suo posto subentrò Loic Bigois. La modenese trasmigrò alla Dallara e poi alla facoltà di Ingegneria Aerospaziale della celebre università pubblica olandese Delft University of Technology dove nel 2011 co-firmò il progetto di un innovativo Superbus in fibra di carbonio e trazione full-electric, da 23 posti e apertura porte ad ali di gabbiano!