- +39 080 21 49 597
- +39 347 457 3478
- info@gicbari.it
- Lun - Ven: 10:00 - 12:00 / 16:00 - 18:00
Mese: Settembre 2016
(29/9/2016) – Jochen Mass compie domani 30 settembre 70 anni. L’ex pilota tedesco indubbiamente festeggerà, ma altrettanto indubbiamente anche in questa occasione la sua mente ritornerà a Gilles Villeneuve e quell’8 maggio 1982. Ritornerà al pomeriggio di prove a Zolder, a quella macchia rossa negli specchietti della sua March – “l’ho visto arrivare come una furia” – alla decisione di lasciargli spazio a sinistra spostandosi a destra, al colpo subito al posteriore, alla scena che gli si parò davanti con la Ferrari che volava e al suo pilota espulso dall’abitacolo per il distacco del seggiolino. “E’ stato tragico, noi piloti sappiamo che gli incidenti possono capitare ma ero disperato per la sua famiglia. – ricorda Jochen – Ti chiedi cosa poteva cambiare per una frazione di secondo ma è qualcosa che non puoi dimenticare, che è sempre lì da qualche parte nella mente”.
Fu il primo, insieme ai commissari di percorso, a tentare di soccorrere il canadese rannicchiato esanime sull’asfalto, addossato ad un palo delle reti di contenimento che si usavano allora. Cercò di rialzarlo, incredulo e scioccato per quel che era successo a lui e al grande e amatissimo campione della Ferrari. Dovette arrendersi alla gravità dell’incidente. Nessuno, per la cronaca, lo ha mai accusato di scorrettezza, tanto meno i familiari di Gilles: fu un’incomprensione. Punto. Due mesi dopo, al GP di Francia, toccò a lui volare in aria dopo una toccata con Baldi al termine del rettilineo del Mistral. Si salvò per miracolo ma decise all’istante di porre fine alla sua carriera.
Una carriera iniziata nei primi anni ’70 e subito impreziosita dalla vittoria nel campionato europeo Turismo 1972 al volante di una Ford Capri RS2600; fu vice-campione di F2 l’anno seguente, anno in cui esordì in F1 con la Surtees. Nel 1974 è alla Mc Laren: ottima vettura, ma Mass ha avuto la “sfortuna” di essere compagno di squadra di due tipi tosti come Emerson Fittipaldi e James Hunt. Una sola vittoria: il GP di Spagna 1975, interrotto prematuramente per l’incidente di Stommelen finito tra la folla (http://motor-chicche.blogspot.it/2015/04/in-out-gp-spagna-1975-mass-unica.html).Era in testa, unico ad essere partito con le gomme slick, al GP di Germania 1976 ma l’incidente di Lauda rese vana la sua intuizione. Senza senso le sue esperienze finali con la ATS, la Arrows e infine la March. Le ultime soddisfazioni vennero con le ruote coperte: primo alla 12 Ore di Sebring 1987 su Porsche e alla 24 Ore di Le Mans1989 su Sauber-Mercedes. Alla Sauber fece da chioccia ad una nidiata di promettenti piloti tedeschi: tra questi, insegnò tutto a Michael Schumacher.
(28/9/2016) – GP OF CHINA 2006: LAST WIN OF SCHUMACHER. Gran Premio di Cina, 1 ottobre 2006, 10 anni fa: è stata l’ultima vittoria di Michael Schumacher, la numero 91. Da allora nessuno ha superato questo record. Il ferrarista aveva già annunciato a Monza la decisione di ritirarsi a fine stagione: era stato ingaggiato Raikkonen e l’allievo Massa rischiava di perdere il volante della Rossa. Così, dopo tanti trionfi era giunto il momento di chiudere, sebbene il fuoco della passione covasse ancora. Dopo un 2005 difficile, quell’anno il Barone Rosso era di nuovo in piena lotta per vincere il mondiale. Sarebbe stato l’ottavo: pazzesco. In Cina, terz’ultima di calendario, la possibilità parve davvero a portata di mano nonostante un Alonso non più rivelazione ma campione vero. La lotta, anche generazionale, era tra loro due. In prima fila, a Shanghai, c’era proprio lo spagnolo affiancato dal compagno di squadra Fisichella, entrambi su Renault. Schumi solo in terza fila col sesto tempo, ma ad esaltare le sue doti e caratteristiche si mise il meteo. Lo start avvenne infatti con pista bagnata e infida: da quel momento Kaiser Michael diede un saggio della sua potenza attraverso sorpassi al millimetro o di forza, mentre la pista si asciugava e poi tornava a bagnarsi, ai danni prima di Barrichello e Button (Honda) e poi del duo Renault. Fisichella fu sfilato con mezza macchina sul cordolo nel tripudio dei box. Tutto davvero entusiasmante, compresi i pit-stop e la strategia del Team di Maranello capitanato da Ross Brawn. Schumacher perse poi il mondiale per la rottura del motore a Suzuka ma aveva dimostrato ancora una volta tutto il suo naturale, enorme talento e la sua rabbiosa inclinazione alla vittoria.
(27/9/2016) – GRAND PRIX OF CANADA 1981: VILLENEUVE, BLIND FLIGHT. Un gran premio che ancora oggi alimenta la leggenda di Gilles Villeneuve: quello del Canada 1981, che si disputò il 27 settembre di 35 anni fa, noto anche come quello dell’alettone piegato davanti al casco e visibilità zero, o quasi. Ma nulla potè rallentare o peggio fermare l’ardore del ferrarista. Era la gara di casa, alla quale teneva di più e che aveva già vinto nel 1978. Le qualifiche erano andate male, tra l’altro segnate da una uscita di pista ad alta velocità: undicesimo tempo e sesta fila, al fianco del compagno di squadra Pironi. Ma ad esaltare lo spirito indomito e coraggioso di Gilles, quella domenica si mise la pioggia che fece ritardare la partenza della corsa. Una volta avuto semaforo verde, la sua fu una rincorsa tanto rabbiosa quanto entusiasmante. Davanti aveva tipi come Piquet, Prost, Mansell, per dire.
La bagarre, sulla pista viscida, fu massima, tanto che proprio Villeneuve si toccò subito con la Renault di Arnoux. Un incidente che, con il passare dei giri ed un’ulteriore toccata con De Angelis, produsse un curioso effetto: l’alettone anteriore della sua 126 CK Turbo cominciò a piegarsi fino a posizionarsi di sbieco proprio davanti alla visiera del casco impedendogli la normale visuale. Come detto, niente poteva però fermarlo e infatti proseguì a medie elevate come se nulla fosse. Come fece? Al termine della gara dirà semplicemente: “Ho seguito la scia asciutta della pista”. Ad un certo punto, l’appendice si staccò completamente al tornantino: Gilles governò bene la monoposto che sbandava senza aderenza anteriore e…continuò imperterrito. Risultato: terzo posto! Incoscienza? Estrema padronanza della vettura? Una gara per il tripudio della folla: questo era Gilles Villeneuve, questo manca tanto alla F1 di oggi.
(23/9/2016) – HAPPY BIRTHDAY CHRISTOPHE BOUCHUT, 50 YEARS OLD. Domani 24 settembre compie 50 anni Christophe Bouchut, francese di Voiron (Isère) che porta appuntato sulla giacca un glorioso distintivo: la vittoria alla 24 Ore di Le Mans 1993. Un successo ancor più appagante se si pensa che era al debutto nella classica endurance: quel giorno condivideva il volante della performante Peugeot 905 con Geoff Brabham e Eric Helary. Di contro, rimane un ricordo negativo legato alla F1: Bouchut era il pilota designato a guidare la Larrousse nel 1995 ma il team, già in grave crisi finanziaria, chiuse i battenti prima dell’inizio del campionato. Peccato per Christophe che ambiva a succedere al volante della monoposto transalpina ad altri francesi che lo avevano preceduto come Dalmas, Alliot, Raphanel, Bernard, Comas, Beretta ai quali Gerard Larrousse aveva fornito una possibilità di ingresso nel mondo dorato della F1. Bouchut, già campione francese di F3, Peugeot 905 Spider, Carrera Cup, Tpuring e GT, si è rifatto ampiamente a livello internazionale con le ruote coperte, dove è diventato uno dei migliori interpreti con oltre 100 vittorie – tra cui le 24 Ore di Daytona e di Spa – tra ALMS, FIA GT, BlancpainGT Series e quant’altro!
Categorie
MIKA HAKKINEN OGGI
(22/9/2016) – MIKA HAKKINEN TODAY. Mika Häkkinen oggi? A 48 anni il prossimo 28 settembre, sembra più in palla che mai e continua a godere di grande stima tra gli addetti ai lavori e non. Si vede spesso nei paddock del Circus F1 e commenta con raziocinio i gran premi. Vive con la nuova compagna Marketa Kromatova (il figlio Hugo ha partecipato alla tradizionale partita di calcio di solidarietà a Monza) ed è in ottimi rapporti con i piloti suoi connazionali finlandesi tanto da aver fatto da autista al recente matrimonio di Bottas con la nuotatrice Emilia Pikkarainen, evento al quale ha preso parte anche Heikki Kovalainen e signora, Catherine Hyde. Il 25/27 settembre prossimi il due volte campione del mondo di F1 (1998-1999) sarà l’ospite d’onore dell’incontro, in programma sul circuito di Slovakiaring, nei pressi di Bratislava, organizzato dalla casa finlandese di pneumatici Nokian Tyres. “Mika è uno di finlandesi più famosi al mondo – dice Ari Lehtoranta, presidente e CEO di Nokian Tyres – ma soprattutto è una persona semplice, con i piedi per terra ed allo stesso tempo un esempio di come la volontà di vincere ed il desiderio di raggiungere risultati sempre migliori possano portare a conquistare obiettivi creduti irraggiungibili”.
“Penso che essere finlandese significhi soprattutto avere determinazione e coraggio ovvero l’attitudine a non mollare mai”, dice a sua volta l’avversario più rispettato da Michael Schumacher. Hakkinen si ritirò a fine anno 2001 e l’ultima gara vinta fu il GP degli Usa del 30 settembre, 15 anni fa. A fine 2004 gli tornò il desiderio di infilare tuta e guanti ma l’approccio di Bar e Williams non ebbe successo e alla fine optò per il DTM con la Mercedes cogliendo successi e podi dal 2005 al 2007. Una cosa è certa: non è particolarmente ciarliero ma Mika resterà uno dei migliori piloti della storia della F1.
(21/9/2016) – Modena Motor Gallery, il Salone delle Eccellenze nella Terra dei Motori, cresce e per l’edizione 2016 promette grandi cose e tante novità. Quella che si terrà a ModenaFiere il 24 e 25 settembre sarà infatti l’edizione che paleserà i frutti della diretta integrazione tra la mostra-mercato di auto e moto storiche, creata da Vision Up con ModenaFiere, e la mitica Motor Valley. Il risultato, c’è da esserne certi, sarà di alto livello perché offrire alla platea degli appassionati dell’universo motori un menù all’insegna di Ferrari, Maserati, Lamborghini, Dallara, Ducati e Pagani; di autodromi celebri come Imola e Misano o altamente specializzati, come Modena e Varano de Melegari, nonché proposte di qualità in tutti i segmenti (auto, moto, ricambistica, automobilia), più una serie di manifestazioni espositive di forte richiamo, è sinonimo di sicuro successo.
PROGRAMMA, MOSTRE, INCONTRI – Cosa troveranno a Modena, negli oltre 20 mila metri quadri di area mercati predisposti, gli appassionati che l’anno scorso hanno fatto registrare un incremento di presenze del 25% ? A cura del Museo Ames, fantastiche Bubble Cars accoglieranno i visitatori nella Galleria Centrale, ma è da segnalare subito la grande mostra, che si dipanerà su 1200 mq, dedicata alle eccellenze della Motor Valley dell’Emilia Romagna. Oltre al meglio dei leggendari brand che si concentrano lungo appena 50 km della Via Emilia, ci sarà quell’insieme di laboratori di ricerca, di artigiani d’eccellenza, di esperti – alcuni giovani artigiani mostreranno in diretta come si batte, si modella e si salda una lastra – che costituiscono il fertile terreno di cultura della terra che ha visto nascere il mito Ferrari. Presente e passato sarà inoltre documentato dai Musei Ferrari di Modena e Maranello e dal Museo Lamborghini di Sant’Agata, ma anche da collezioni private d’eccezione come quelle di Righini, Stanguellini e Panini. Diversi poi i focus collegati ad anniversari importanti: dai 100 anni dalla nascita di Ferruccio Lamborghini e ai 50 anni della Miura, fino ai i 90 anni di Maserati. Il 25 Aprile del 1926 fece infatti la sua comparsa alla Targa Florio un’auto con motore da 1500 cm³ a 8 cilindri in linea e con alla guida lo stesso disegnatore che arrivò nono nella sua classe modificando la Diatto (con la quale si era iscritto) in quella che è diventata la sua prima auto: la Uno spazio importante, curato da Claudio Lusuardi, è dedicato alla Ducati. L’azienda nasce nel 1926 con il nome di Società Scientifica Radio Brevetti Ducati, allora specializzata nella ricerca e produzione di tecnologie per le comunicazioni radiofoniche. Dopo due decenni nacque il reparto motociclistico dove venne prodotto, su licenza, il Cucciolo, un motore monocilindrico di 48 cc con cambio a due velocità da applicare come propulsore ausiliario ad una normale bicicletta.
FERRARI vs LOTUS – Da non perdere la mostra, curata da Matteo Panini (Circolo della Biella), “Il garagista inglese, Colin Chapman vs Enzo Ferrari”, che ripercorre….
l’evoluzione di, Ferrari e Lotus, attraverso una immaginaria time-line tecnica per rappresentare la storia di due autentici miti automobilistici che rappresentavano in pista il confronto della scuola italiana con quella dei “garagisti” inglesi. In Mostra auto davvero da sogno come la Lotus Elite Type 14 (1957-1966) e la Lotus Eleven-Type 11 (1956-1958).
Due ultime, per concludere. Domenica 25 settembre ci sarà l’ anteprima mondiale del lungometraggio La Fabbrica Blu (La straordinaria avventura delle Bugatti Automobili), alle ore 11.00, con esposizione in galleria all’ingresso della sala proiezioni della stupenda Bugatti EB110 blu. Modena Motor Gallery vuole inoltre contribuire a creare un futuro migliore per tutti: per questo verrà bandita un’Asta benefica di automobilia il cui ricavato andrà all’Istituto Dino Ferrari di Maranello, per sostenere le attività di ricerca e progettazione di veicoli ad emissione zero.
Ingresso sabato 24 dalle ore 9.00 alle 19.00 e domenica 9.00- 18.00; biglietti 10 euro (ridotti 8 euro).
(20/9/2016) – LAUDA-MERZARIO, THE ODD COUPLE. Niki Lauda e Arturo Merzario si sono ritrovati al recente GP d’Italia a Monza: due persone (e anche due piloti) completamente diverse legate però da un filo che non potrà mai spezzarsi. Merzario, come ben noto, è il salvatore dell’austriaco, colui che l’1 agosto del 1976 ebbe il coraggio di gettarsi letteralmente tra le fiamme che avvolgevano l’abitacolo della Ferrari T2 dopo l’incidente alla curva Bergwerk del Nurburgring e di tirare fuori Lauda sottraendolo ad una fine atroce. Proprio a settembre di 40 anni fa, subito dopo il suo eroico rientro a Monza, Lauda si presentò sul circuito di Salisburgo dove Merzario era impegnato in una gara del Mondiale Sport con l’Alfa Romeo e gli regalò il suo orologio d’oro. Un dono che l’italiano accettò anche se non proprio gioiosamente – dirà: “non ho fatto quello che ho fatto per ricevere encomi e decorazioni” – ma che la stampa austriaca invece stigmatizzò: per Lauda la sua vita valeva solo un orologio? Proprio due settimane fa a Monza i due hanno partecipato ad uno speciale RAI TV dando vita ad un siparietto niente male. Merzario ha ricordato di essere rimasto male quando Lauda, passando davanti al suo box in occasione del Gp italiano del 1976, non si fermò a salutarlo e ringraziarlo e per questo gli ha candidamente dato un paio di volte dello “stronzo” senza alcuna reazione da parte dell’attuale dirigente Mercedes F1. Merzario ha inoltre ricordato ancora alcuni drammatici frangenti del salvataggio al Nurburgring: “Paradossalmente– ha detto – è stato più facile aiutarlo quando lui perdeva i sensi nell’abitacolo perché così smetteva di agitarsi e mi diede modo di slacciare finalmente le cinture”. E ancora: “Appena tirato fuori, in attesa dell’ambulanza che tardava, gli ho praticato anche la respirazione artificiale, come mi avevano insegnato a scuola”. Insomma, un angelo custode in carne e ossa…con licenza di chiamarlo “stronzo”.
(19/9/2016) – Nonostante sorrisi e pacche sulle spalle, per la Ferrari il Gran Premio di Singapore è stato un passo indietro rispetto alle prestazioni di Spa e di Monza del dopo Allison. Sulle strade della Città-Stato c’era la chance buona per Red Bull e Ferrari ma è stata la prima a confermarsi e a insidiare la Mercedes. I progressi targati Binotto & C. continuano ma sono riemersi intoppi ed errori che non dovrebbero verificarsi. Vedere Vettel su tre ruote nel momento decisivo delle qualifiche non è il massimo, anzi proprio non te lo aspetti. Il tedesco che si sfila stizzito i guanti è un stata un’immagine cruda del momento-no. In più si corre il rischio di essere “sbertucciati” dal caustico ex Luca Baldisserri che sulla sua pagina Facebook non accredita la versione della rottura della barra anti-rollio e dà del “Pinocchio” al capo Ufficio stampa Antonini! (vedi sotto)
1.
Luca Baldisserri @IlBaldoLuca 17 set Molto strano perdere 3 secondi per una barra antirollio !!!! #SkyMotori #AntoniniPinocchio

A salvare il week-end poteva essere un bel podio di Raikkonen che infatti l’aveva guadagnato (3° posto) con una gara accorta e un deciso sorpasso su Hamilton. Il box, però, è andato in panico quando il pilota della Mercedes ha pensato di fare un rush finale con le gomme fresche: hanno voluto imitarlo – tornano i fantasmi di Abu Dhabi 2010 – nonostante il buon vantaggio e Kimi ha perso la posizione.
Precauzione eccessiva? Lo stesso Raikkonen si pone la domanda: “Ancora non so come e perchè siano riusciti a passarci e non so cosa sarebbe successo se non fossimo rientrati. Ora dobbiamo analizzare tutto, capire come è andata e cosa avremmo potuto fare meglio”. Per Arrivabene è stata invece la scelta giusta: “Considerando la distanza che ancora ci separava dal traguardo e il degrado delle gomme, aveva senso fermarlo ancora ai box per coprire la strategia della Mercedes”. Giusto nella teoria, di fatto sbagliato nella pratica. Quello che poi non aiuta la Ferrari è la manifestata intenzione di continuare a sviluppare l’attuale SF16H con il chiaro intento di conseguire almeno una vittoria salva-stagione, sottraendo anche qui di fatto tempo ed energie al progetto 2017 tra l’altro avviato dal giubilato Allison. Insomma, una situazione un po’ confusionaria e ai ferraristi non rimani che aggrapparsi al credo di Vettel: “So che la pazienza non è una qualità dei ferraristi, ma neanche mia: siamo qui per vincere e non saremo contenti finchè non riusciremo, ma miglioriamo un passo alla volta e so che un giorno il lavoro pagherà. Credo nel team e credo che il futuro sarà migliore”.
(19/9/2016) – 70 YEARS OLD. Brian Henton, ecco un altro pilota inglese di buone speranze che non ha trovato spazio adeguato in Formula 1: oggi compie 70 anni, buon compleanno! Il suo momento migliore nel 1980, quando in F.2 formò un’accoppiata imbattibile con la Toleman gommata Pirelli e sponsorizzata BP laureandosi campione continentale. Prevalendo, inoltre, sul quotato compagno di squadra Derek Warwick. Sull’onda di questo successo, il binomio si ripropose nel 1981 in F1 forte di sponsor italiani (Candy) e tecnici di talento (Rory Byrne) ma da quel momento, in realtà, ebbe inizio la parabola discendente perché né quella monoposto – poi brevemente rivitalizzata da Senna nel 1984 – ne le successive Arrows e Tyrrell (1982) gli consentirono di farsi valere. E pensare che con le vetture della massima formula aveva già avuto a che fare al massimo livello.
Orfano dall’età di 10 anni, Brian era un classico pilota fai da te, autofinanziato grazie a tanti sacrifici, lavori saltuari e piccoli aiuti di amici, ma riuscì a vincere nella F3 britannica, tanto da attirare l’attenzione di Frank Williams e soprattutto di Colin Chapman che nel 1975 gli offrì di guidare la Lotus 72. Non era il momento migliore per le nere monoposto e Henton, senza troppi peli sulla lingua, esternò la sua netta disapprovazione. Un atteggiamento che non fece per niente piacere al Genio inglese e da quel momento il “dissacrante” Henton subì l’ostracismo del mondo della F1 (tra l’altro scontava una corporatura piuttosto robusta). Dopo aver tentato di “approfittare” dell’addio di Reutemann alla Williams e alla F1, la sua ultima apparizione fu nella Race of Champions 1983 al volante di una Theodore (quarto) e, fallito il tentativo di avviare un proprio team basato sulla Ensign, non gli restò che appendere il casco al chiodo. Attualmente è un abile uomo di affari (immobiliare, energie rinnovabili, ecc).
(16/9/2016) – Giovani, preparati, determinati: è la nuova generazione di piloti di F1 (o prossimi ad arrivarci) pronta ad avvicendare i “vecchi” campioni che appendono il casco al chiodo (vedi Massa e Button). Con Verstappen da considerare ormai già nell’Olimpo, parlo di tipi tosti come Ocon, Werlhein, Vandoorne, Giovinazzi, Gasly, Stroll. Esteban Ocon domani compie appena 20 anni (buon compleanno!) e già se lo contendono Mercedes (il cartellino è infatti nelle mani di quel volpone di Toto Wolff) e Renault. Il francesino di origini iberiche nato ad Evreux è campione FIA F3 Europe e GP3 ed ha i numeri per sfondare: è simpatico, tranquillo e riflessivo (per fronteggiare il caldo di Singapore si è concesso molte saune), conosce parecchie piste, è poliglotta, il sistema-Francia lo appoggia alla ricerca di un degno erede di Prost, l’esperienza in Manor aiuta (a partire da Spa ha sostituito Haryanto) ed effettuò anche un test-premio con la Ferrari.
Lo incalza un altro francesino, Pierre Gasly – 20 anni anche lui – che ha già un turbo alle spalle: la Red Bull di cui è pilota Junior. Se vince in GP2, e ce la sta mettendo tutta, il posto alla Toro Rosso è suo. Lascio un piccolo dubbio memore del good-by senza complimenti di Helmut Markko all’italiano Ghiotto che si fece soffiare sul filo di lana il titolo GP3 proprio da Ocon. A rendergli la strada un po’ meno sicura è il compagno di squadra alla Prema, Antonio Giovinazzi, 23 anni a dicembre, del quale finalmente si sono accorti proprio tutti. Le sue imprese e la naturale velocità di questo talento italiano hanno fatto il miracolo di imporlo all’attenzione della Ferrari che dopo Monza lo ha invitato ad una sessione al simulatore di Maranello.
Sarebbe assurdo fossero intrecci commerciali e di marketing – come sembra di capire – a potergli eventualmente negare la gioia immensa di calarsi definitivamente nell’abitacolo di una Rossa (anche la Pirelli spinge per avere finalmente di nuovo un pilota italiano nel Circus). Ma aspettiamo e vediamo cosa riuscirà a tirare fuori il suo manager Zanna-Zanarini. Stoffel Vandoorne, 24 anni, sembra un predestinato: lo aspettano tutti e tutti giurano sulle sue qualità. Certo, occorre che la Mc Laren e la Honda in particolare si sveglino ma l’ultimo erede della tradizione motoristica belga è pronto ad insidiare perfino la leadership di Alonso (ricordo che nella gara post-incidente dillo spagnolo in Australia, è subito andato a punti). In rampa di lancio anche
Lance Stroll: tutti attendono solo l’annuncio da parte della Williams, anche se la vittoria nel campionato FIA F3 Europe, di cui è leader, è condizione rafforzativa. La “magia” di un canadese di nuovo in F1 è fortemente attrattiva ma ovviamente i dollari di cui l’ex Ferrari Driver Academy può disporre via munifico padre sono decisivi. Lui, comunque, non vede l’ora di dimostrare in pista il suo talento e alla Prema giurano sulle sue qualità che a 17 anni non sono poche. Respira motori fin da bambino e non ha tralasciato nulla pur di arrivare in alto, compreso l’affiancamento ui un tutor come l’ex Cavallino Baldisserri che lo segue come un’ombra e sogna di poter ripetere l’accoppiata vincente che lo innalzò alla gloria insieme a Michael Schumacher.
Infine Pascal Werlhein, 22 anni ad ottobre, che è l’unico a completare un’annata piena in F1, cosa che indubbiamente lo valorizza per quanto la Manor ancora non consenta exploit di rilievo. Il suo punto, comunque, lo ha portato a casa e lui resta fiducioso sull’uscio: l’impressione è che debba aspettare novità da casa Mercedes. Rosberg ha firmato per altri 2 anni ma Hamilton è imprevedibile. Un ulteriore titolo quest’anno lo proietterebbe nell’ottica, futura, di un clamoroso passaggio alla Ferrari?