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LA RUSSIA AMA LA FERRARI: A SOCHI IL PRIMO RACING DAYS DEL CAVALLINO

(2/8/2016) RUSSIA LOVES FERRARI: AT SOCHI THE FIRST RACING DAYS. Tanto pubblico ed entusiasmo per il primo Ferrari Racing Days organizzato in Russia: all’evento di Sochi, sabato e domenica, hanno assistito oltre 20.000 appassionati. Maranello ha messo in mostra tutto il suo appeal: dall’esibizione con una F1 dello storico tester Andrea Bertolini – simulazione di uno start, burn-out, accelerazioni, pit-stop – a quella della FXXK, vettura da oltre 1000 cavalli costruita nell’ambito degli esclusivi clienti dei Programmi XX, oltre ad una FXX e diverse 599XX ad effetto suolo. Nell’ambito delle sessioni clienti sono quindi scese in pista le monoposto di Formula 1 appartenute a Michael Schumacher, Rubens Barrichello e Fernando Alonso. La competizione vera e propria è stata poi assicurata da piloti e vetture del Ferrari Challenge Europe che a Sochi hanno disputato, a suon di spettacolari sorpassi, il quarto round stagionale. Le vittorie sono andate a Bjorn Grossmann, Sam Smeeth e Thomas Loefflad. Al termine, alcuni fortunati clienti Ferrari hanno potuto girare in pista grazie alle iniziative “Passione Ferrari”.
——— THE GALLERY ….

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LA FERRARI SCOPRE LE NUOVE PIRELLI 2017. Domani test Red Bull al Mugello

La Ferrari SF15-T di Vettel, sopra e sotto, ieri a Fiorano
(2/8/2016)FERRARI DISCOVERS NEW PIRELLI. TOMORROW TEST RED BULL AT MUGELLO. Dopo l’ennesima delusione di Hockenheim la Ferrari si è tuffata nel lavoro e conclude oggi la due giorni di prove pneumatici Pirelli F1 in specifica 2017, più larghi. Sempre bello rivedere girare a Fiorano una F1, ma non è tempo di nostalgie. Sono test molto importanti, che secondo il DT Williams Pat Symmonds possono dare un grande vantaggio a chi li effettua. La vettura utilizzata da Vettel (ieri 120 giri) e Gutierrez, comunque, è una SF15-T appositamente modificata per riprodurre il livello di carico aerodinamico previsto dalle regole del prossimo anno e ospitare i nuovi pneumatici. 
Come da programma concordato con la FIA, Vettel ha utilizzato le slick hanno solo nei primi due giri di installazione, mentre il resto della giornata è stato dedicato alla valutazione di Intermediate e Wet grazie all’irrigazione artificiale della pista. Domani e dopo-domani al Mugello tocca alla Red Bull per  due giorni di test con i pneumatici P Zero slick mentre a settembre scenderà in pista al Paul Ricard anche la Mercedes. Complessivamente, lo sviluppo dei pneumatici 2017 si articolerà su 10 sessioni per un totale di 24 giornate di test/macchina. I tre team partecipanti, per garantire la massima equità sportiva, dovranno condividere con le altre squadre tutti i dati raccolti nel programma di sviluppo. 
CARATTERISTICHE NUOVE PIRELLI 2017 – Le F1 2015 che montano i nuovi pneumatici sono state modificate secondo una precisa direttiva tecnica emessa da FIA e con l’obiettivo di simulare le prestazioni attese il prossimo anno: più carico aerodinamico e carreggiata allargata; le nuove misure dei pneumatici consistono inoltre in un aumento di 60 mm in larghezza per l’anteriore, da 245 a 305 mm, e di 80 mm per il posteriore, da 325 a 405 mm. L’incremento in larghezza dei pneumatici 2017 è quindi del 25% rispetto alla misura attuale. Le misure complete per i pneumatici slick sono quindi: 305/670-13 all’anteriore e 405/670-13 al posteriore; i Cinturato intermediate avranno inoltre un diametro di 675 mm che per i Cinturato wet sarà di 680 mm. Immutato rispetto a oggi il calettamento, ovvero il diametro del cerchio: 13 pollici. 
I tre Team si troveranno insieme in pista, per un test collettivo di convalida, il 29 novembre ad Abu Dhabi, due giorni dopo l’ultimo GP stagionale. 


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NURBURGRING 1976, PAZZO WEEK END 40 ANNI FA

(1/8/2016) – NURBURGRING 1976, CRAZY WEEK END 40 YEARS AGO. La gara di 40 anni fa al Nurburgring, oltre che per l’incidente di Lauda, fu caratterizzata da tanti altri episodi e curiosità. Un week end davvero pazzo, tra bizze del meteo, incidenti, lampi di fortuna e sfortuna, beghe legali e quant’altro. Pillole di sport e di umanità varia. Vediamole: 
Arturo Merzario, il “salvatore” di Lauda, esordì proprio in quel gran premio con la Williams – Wolf che aveva rotto il rapporto con il belga Jacky Ickx. A sua volta, fino alla gara precedente in Inghilterra, il pilota comasco aveva guidato la March sponsorizzata Ovoro con la quale in Svezia ed a Brands Hatch aveva anche veleggiato nelle prime posizioni di classifica. Dissapori sulla gestione delle ben quattro monoposto di Bicester in lizza nel campionato determinarono il divorzio. La March era competitiva e se Arturo fosse stato ancora al volante probabilmente quell’1 agosto sarebbe passato prima sul luogo dell’incidente, senza portare quindi il suo determinante aiuto.
Jochen Mass, quel giorno, vide svanire l’occasione della vita: sulla seconda Mc Laren era stato l’unico a prendere il via con le gomme slick: un’azzardo dettato dalla grande conoscenza del circuito e dalla forte determinazione a cogliere un risultato d’eccezione nella gara di casa. Partito dalla quinta fila, dopo il primo giro il tedesco si ritrovò in testa quando al primo giro praticamente tutti decisero fermarsi ai box per montare le slick poiché la pista in più parti era già quasi asciutta. La bandiera rossa, quando Mass aveva già 30” di vantaggio sugli inseguitori, fece svanire il sogno anche se alla fine riuscì a salire sul podio al terzo posto ma a 52” dal vincitore compagno di squadra Hunt…
Clay Regazzoni, mentre Lauda lottava tra la vita e la morte, fu invece protagonista di un altro incidente post-gara davvero singolare e che poteva aver conseguenze anche più gravi. Nell’uscire dallo Sport Hotel che lo ospitava, lo svizzero compagno di squadra di Niki Lauda stava mimando un colpo di testa calcistico ma finì per colpire con violenza l’infisso di una porta procurandosi un serio e doloroso taglio alla fronte. Per la cronaca, Clay si era qualificato col quinto tempo e in gara fu protagonista di ben tre testa-coda che lo relegarono al nono posto finale.
Chris Amon, uno dei piloti più esperti presenti quel giorno in griglia di partenza – era 17°, in ottava fila con la Ensign 176 – dopo l’incidente e la conseguente sospensione della gara si rifiuto categoricamente di riprendere il via al secondo start che avvenne circa un’ora e mezza dopo il crash di Lauda. Il pilota neo-zelandese, ex ferrarista, esternò tutta la sua contrarietà al correre su un circuito pericoloso come il Nurburgring soprattutto perché rimasto assai negativamente colpito dal ritardo con il quale l’ambulanza intervenne per soccorrere il pilota ustionato, quantificato in oltre 5 minuti. Pochi giorni dopo annuncerà il suo definitivo ritiro dalle corse.
Esordio assoluto in quel Gran Premio per Alessandro Pesenti Rossi al volante di una Tyrrell 007 ex Scheckter. Proveniente dalla F.2, il pilota italiano, che non aveva mai corso al Nurburgring, riuscì nell’impresa – perché tale va considerata – di qualificarsi, sia pure con l’ultimo tempo in 7’48”5, nonostante la rottura di un motore nella prima giornata di prove. Al termine della pazza gara si classificò onorevolmente in 14^ posizione doppiato di un giro. Il bergamasco aveva provato la monoposto, acquistata grazie al sostegno di alcuni sponsor-amici, solo una settimana prima sul circuito Santamonica di Misano Adriatico.
Erano iscritti alla gara anche Rolf Stommelen e Lella Lombardi per guidare due Brabham BT 44 del 1975 acquistate dal Team RAM. Al termine delle prove, però…

intervennero agenti di polizia e avvocati per sequestrare tutto: il pilota svizzero Loris Kessel si era rivolto infatti ai legali accusando di truffa il capo della squadra, tal Mc Donald, che nella gara precedente, il GP d’Inghilterra, aveva appiedato Kessel contravvenendo ad un accordo e soprattutto al versamento anticipato di una cospicua somma di denaro. Ci furono momenti di tensione ed anche l’interessamento di Ecclestone e Mosley – già “politici” oltre che team manager… – ma la situazione non si sbloccò. Stommelen ottenne di guidare la terza Brabham ufficiale (sarà sesto), la Lombardi comunque non si era qualificata nei primi 26. 

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INCIDENTE NURBURGRING 1976: ERRORE DI LAUDA O CEDIMENTO MECCANICO?

(1/8/2016) –NURBURGRING 1976: DRIVE MISTAKE OR MECHANICAL FAILURE? Niki Lauda può sorridere: le “sue” Mercedes dominano e lui è sempre sulla breccia e soprattutto vivo e vegeto 40 anni dopo il gravissimo incidente dell’1 agosto 1976 al secondo giro del Gp di Germania al Nurburgring. Né le fiamme, né i fumi tossici inalati piegarono il pilota della Ferrari strappato dal rogo grazie all’eroico intervento di Arturo Merzario in primis, Guy Edwards, Brett Lunger e Harald Ertl. Ma quale fu la causa di quell’incidente? La dinamica è ben nota, ma l’esatta origine non trova ancora oggi unanime spiegazione. D’altronde, nonostante procedimenti giuridici o fondate ipotesi, anche le morti di Ascari, Clark, Senna stesso sono per esempio ancora avvolte da un alone di mistero e il crash di Lauda del 1 agosto 1976 creò due accese fazioni: coloro che accreditavano l’errore del pilota (che non ricorda nulla, se non “lo strepito di un mozzo”) e coloro che sostenevano invece la tesi del cedimento meccanico (proposta anche nel film “Rush” di Ron Howard). Sulla questione, ecco alcuni spunti di riflessione e dichiarazioni.

La Ferrari 312 T2 perse aderenza su una placca di umido? Dopo il pit-stop alla fine del primo giro per passare alle slick, Lauda arriva alla curva Bergwerk, chilometro 11 del circuito, ad una velocità di circa 220-230 Km/h, sale sul cordolo con lo pneumatico anteriore sinistro e perde repentinamente il controllo della sua monoposto che si intraversa puntando verso un terrapieno sulla destra. L’impatto sventra il serbatoio della benzina con tutto quello che ne conseguì. Ma Depailler dichiarò: “Alla Bergwerk l’asfalto era completamente asciutto mentre alla curva prima era c’era del bagnato”.

Nel libro “Meine Story”(1985) Lauda accreditò la tesi del cedimento meccanico avanzata dal fedele capo vettura del tempo, Ermanno Cuoghi, secondo il quale si era spezzata una barra in magnesio che collega il motore portante alla sospensione. Staccandosi viene a mancare il fissaggio alla ruota posteriore che finisce per uscire dalla sua sede provocando inevitabilmente una sbandata. Forghieri e il DS del tempo Audetto, smentiscono decisamente questa tesi ma, sempre nella sua autobiografia, Lauda afferma che questo tipo di problema si era già verificato sulla Rossa e c’è da aggiungere che al GP del Canada di quell’anno (3 ottobre 1976) Lauda si classificò solo ottavo con la macchina inguidabile, si scoprì per la rottura di una sospensione. Il 6 agosto gli ingegneri Roberto Nosetto e Vincenzo Galmanini, Segretario e Presidente della Commissione tecnica CSAI effettuarono una perizia sui resti della Ferrari incidentata tornati a Maranello (non era presente l’annunciato Peter Jowitt della FOCA).Venne stabilito che: “L’incidente non può essere stato causato da difetti della meccanica della vettura”.
Lauda prese un rischio di troppo? Il ferrarista, già partito male dalla prima fila, era in furiosa rimonta dietro la Brabham-Alfa di Carlos Pace e, secondo chi lo seguiva, cioè Edwards e Lunger, forse affrontò troppo velocemente, a gomme ancora fredde, quella curva. Harald Ertl però affermò: “La mia prima sensazione quando ho visto la Ferrari mettersi di traverso è stata quella di pensare ad una perdita di controllo del pilota. A mente fredda, però, devo dire che se avesse sbagliato il pilota la macchina avrebbe puntato verso l’interno e non verso l’esterno”.
Problemi tecnici? Lunger, appena superato da Lauda, spiegò: “Non mi è sembrato avesse problemi. Al contrario, l’ho visto molto sciolto e pulito”. La Ferrarida qualche gara – Lauda non vinceva da Montecarlo – non era però più al top assoluto. In particolare, la monoposto di Maranello aveva problemi nel portare in temperatura gli pneumatici. A Fiorano si stava provando il ponte De Dion. Durante le qualifiche al Nurburgring, Lauda e anche Regazzoni avevano lamentato scarsa aderenza sulle ruote motrici con lo svizzero che aveva preferito montare ammortizzatori meno duri e che definì la vettura peggiore con i cerchi da 18” rispetto a quella con i cerchi da 19” montati il venerdì.