(1/8/2016) – NURBURGRING 1976, CRAZY WEEK END 40 YEARS AGO. La gara di 40 anni fa al Nurburgring, oltre che per l’incidente di Lauda, fu caratterizzata da tanti altri episodi e curiosità. Un week end davvero pazzo, tra bizze del meteo, incidenti, lampi di fortuna e sfortuna, beghe legali e quant’altro. Pillole di sport e di umanità varia. Vediamole:
Arturo Merzario, il “salvatore” di Lauda, esordì proprio in quel gran premio con la Williams – Wolf che aveva rotto il rapporto con il belga Jacky Ickx. A sua volta, fino alla gara precedente in Inghilterra, il pilota comasco aveva guidato la March sponsorizzata Ovoro con la quale in Svezia ed a Brands Hatch aveva anche veleggiato nelle prime posizioni di classifica. Dissapori sulla gestione delle ben quattro monoposto di Bicester in lizza nel campionato determinarono il divorzio. La March era competitiva e se Arturo fosse stato ancora al volante probabilmente quell’1 agosto sarebbe passato prima sul luogo dell’incidente, senza portare quindi il suo determinante aiuto.
Jochen Mass, quel giorno, vide svanire l’occasione della vita: sulla seconda Mc Laren era stato l’unico a prendere il via con le gomme slick: un’azzardo dettato dalla grande conoscenza del circuito e dalla forte determinazione a cogliere un risultato d’eccezione nella gara di casa. Partito dalla quinta fila, dopo il primo giro il tedesco si ritrovò in testa quando al primo giro praticamente tutti decisero fermarsi ai box per montare le slick poiché la pista in più parti era già quasi asciutta. La bandiera rossa, quando Mass aveva già 30” di vantaggio sugli inseguitori, fece svanire il sogno anche se alla fine riuscì a salire sul podio al terzo posto ma a 52” dal vincitore compagno di squadra Hunt…
Clay Regazzoni, mentre Lauda lottava tra la vita e la morte, fu invece protagonista di un altro incidente post-gara davvero singolare e che poteva aver conseguenze anche più gravi. Nell’uscire dallo Sport Hotel che lo ospitava, lo svizzero compagno di squadra di Niki Lauda stava mimando un colpo di testa calcistico ma finì per colpire con violenza l’infisso di una porta procurandosi un serio e doloroso taglio alla fronte. Per la cronaca, Clay si era qualificato col quinto tempo e in gara fu protagonista di ben tre testa-coda che lo relegarono al nono posto finale.
Chris Amon, uno dei piloti più esperti presenti quel giorno in griglia di partenza – era 17°, in ottava fila con la Ensign 176 – dopo l’incidente e la conseguente sospensione della gara si rifiuto categoricamente di riprendere il via al secondo start che avvenne circa un’ora e mezza dopo il crash di Lauda. Il pilota neo-zelandese, ex ferrarista, esternò tutta la sua contrarietà al correre su un circuito pericoloso come il Nurburgring soprattutto perché rimasto assai negativamente colpito dal ritardo con il quale l’ambulanza intervenne per soccorrere il pilota ustionato, quantificato in oltre 5 minuti. Pochi giorni dopo annuncerà il suo definitivo ritiro dalle corse.
Esordio assoluto in quel Gran Premio per Alessandro Pesenti Rossi al volante di una Tyrrell 007 ex Scheckter. Proveniente dalla F.2, il pilota italiano, che non aveva mai corso al Nurburgring, riuscì nell’impresa – perché tale va considerata – di qualificarsi, sia pure con l’ultimo tempo in 7’48”5, nonostante la rottura di un motore nella prima giornata di prove. Al termine della pazza gara si classificò onorevolmente in 14^ posizione doppiato di un giro. Il bergamasco aveva provato la monoposto, acquistata grazie al sostegno di alcuni sponsor-amici, solo una settimana prima sul circuito Santamonica di Misano Adriatico.
Erano iscritti alla gara anche Rolf Stommelen e Lella Lombardi per guidare due Brabham BT 44 del 1975 acquistate dal Team RAM. Al termine delle prove, però…
intervennero agenti di polizia e avvocati per sequestrare tutto: il pilota svizzero Loris Kessel si era rivolto infatti ai legali accusando di truffa il capo della squadra, tal Mc Donald, che nella gara precedente, il GP d’Inghilterra, aveva appiedato Kessel contravvenendo ad un accordo e soprattutto al versamento anticipato di una cospicua somma di denaro. Ci furono momenti di tensione ed anche l’interessamento di Ecclestone e Mosley – già “politici” oltre che team manager… – ma la situazione non si sbloccò. Stommelen ottenne di guidare la terza Brabham ufficiale (sarà sesto), la Lombardi comunque non si era qualificata nei primi 26.