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COME ARRIVARE A MONZA IN TRENO. Programma F1 e dintorni

(31/8/2016) A Monza in treno, si può: in occasione del Gran Premio Heineken d’Italia di F1, domenica 4 settembre Trenord predisporrà corse straordinarie di andata e ritorno da Milano per l’Autodromo Nazionale Monza, al prezzo speciale di 5 euro. Ecco come arrivare, ricordando che la città di Monza offrirà dall’ 1 settembre un ricco cartellone di appuntamenti in 12 punti con epicentro in Piazza trento e Trieste e che sempre l’1 settembre a Milano si svolgerà il “Ferrari Meets Milano” con Vettel, Raikkonen e Arrivabene a disposizione dei tifosi dalle 18.30 in Piazza Gae Aulenti.
Servizio Milano Centrale – Biassono Lesmo: Saranno 12 i treni straordinari che, senza fermate intermedie, raggiungeranno in poco più di venti minuti la stazione di Biassono-Lesmo, attigua all’ingresso del circuito. Le corse speciali partiranno da Milano Centrale alle ore 7:00; 7:30; 8:00; 8:30; 9:00; 9:25; 10:00; 10:30; 11:00; 11:20; 12:00, con ultima corsa alle 12:30.
Servizio Biassono Lesmo – Milano Centrale: Per il ritorno a Milano Centrale, saranno 9 le corse in partenza da Biassono-Lesmo alle 15:40; 15:59; 16:14; 16:29; 16:48; 17:16; 17:46; 18:15, con ultima corsa straordinaria alle 18:45. Le corse di ritorno effettueranno la fermata intermedia di Monza.
Trenord offre inoltre altri due biglietti speciali:
Trenord Day Pass: biglietto giornaliero per raggiungere Biassono-Lesmo da qualsiasi stazione della Lombardia valido per un adulto e ragazzi (fino a 13 anni compiuti) legati da un rapporto di parentela, al costo di 13 euro. Il Trenord  Day Pass ha validità giornaliera e viene venduto per i giorni 2, 3 e 4 settembre. In particolare, domenica 4, il Trenord Day Pass potrà essere utilizzato anche sui treni speciali in servizio tra Milano Centrale e Biassono-Lesmo.
Treno più navetta: biglietto speciale per raggiungere la stazione di Monza da qualsiasi stazione ferroviaria di Milano e di usufruire del servizio navetta (Linea Nera) che collega direttamente la stazione di Monza con l’Autodromo. Il costo è di 8 euro e andata e ritorno. Anche questo biglietto ha validità giornaliera e viene venduto per i giorni 2, 3 e 4 settembre. Con questo biglietto non si potrà viaggiare sui treni speciali della domenica, che faranno servizio tra Milano Centrale e Biassono-Lesmo.
Sconti fino al 30% sugli ingressi all’Autodromo: La partnership tra Trenord e Autodromo Nazionale Monza offrirà inoltre a chi acquista il biglietto del treno online (tramite l’e-store di Trenord) sconti…..


fino al 30% sui biglietti d’ingresso al circuito nelle giornate di sabato 3 e domenica 4 settembre o sugli abbonamenti per tre giorni (da venerdì a domenica) che consentono di accedere, giovedì dalle 16 alle 18, anche alla pit walk con sessione autografi dei piloti. In fase di acquisto online del biglietto Trenord, verrà emesso un codice promozionale e una password per accedere a un’area riservata tramite cui i clienti potranno usufruire dello sconto, scegliendo una delle numerose opzioni tra ingressi singoli e abbonamenti per assistere al weekend di gara.

I biglietti speciali sono in vendita nelle biglietterie Trenord, nei My Link Point, nei punti vendita esterni, nelle self service di stazione e online sull’e-store di Trenord. I biglietti speciali Trenord si possono acquistare anche nelle biglietterie e dalle self service di Trenitalia. Per usufruire degli sconti sugli ingressi in Autodromo, è necessario che il biglietto ferroviario venga acquistato solo online dall’e-store di Trenord. Tutte le informazioni su Trenord.it e sulla App gratuita di Trenord per iOs e Android.


PROGRAMMA RACING MONZA 2016:

Giovedì 1 settembre: Champions of the grid, 5-a-side charity football match. Un team UEFA Champions League Legends affronterà una selezione All F1 Stars sul rettilineo start/finish dell’Autodromo con orario 18.00 – 20.00

Prove e gare iniziano venerdì 2 con due sessioni di prove libere delle Formula 1 (dalle 10 alle 11.30 e dalle 14 alle 15.30), oltre alle prove delle gare di contorno: GP2 (libere dalle 12 alle 12.45, di qualificazione dalle 15.55 alle 16.25), GP3 (libere dalle 17.50 alle 18.35), Porsche Mobil 1 Supercup (libere dalle 16.45 alle 17.30).
Nel corso della giornata di sabato 3 sono previste per la Formula 1 una sessione di prove di pit stop ai box (dalle 8.30 alle 9.15), la terza sessione di prove libere (dalle 11 alle 12) e le prove di qualificazione (dalle 14 alle 15). Per le altre formule sono in programma Gara 1 della GP2 (alle 15.40, per 30 giri o 60 minuti), le prove di qualificazione e Gara 1 della GP3 (rispettivamente dalle 9.45 alle 10.15 e alle 17.15, per 22 giri o 40 minuti), le prove di qualificazione e Gara 1 della Porsche Mobil 1 Supercup (dalle 12.25 alle 12.55).
Il programma di domenica 4 prevede per la Formula 1 alle 12.30 la tradizionale parata di saluto dei piloti al pubblico e alle 13.45 la presentazione della starting grid, preceduta da un minuto di silenzio per ricordare la tragedia che ha colpito il Centro Italia con il terremoto della scorsa settimana.
Alle 14 il via del  Gran Premio Heineken d’Italia 2016 (53 giri per un totale di 306,720 km), preceduto dalle note dell’inno nazionale, quest’anno interpretato da Alexia, “orgogliosa di cantare la forza di questo nostro grande Paese in giorni in cui abbiamo la necessità di sentirci uniti”, e dal passaggio delle Frecce Tricolori che anche quest’anno consolideranno l’unione fra la Pattuglia Acrobatica Nazionale e il mondo della Formula 1. La domenica motoristica prevede anche altre competizioni: Gara 2 della GP3 (alle 9.15, per 17 giri o 30 minuti), Gara 2 della GP2 (alle 10.25, per 21 giri o 45 minuti) e la Gara della Porsche Mobil 1 Supercup (alle 11.35, per 14 giri o 30 minuti).
E’ possibile acquistare ancora i biglietti disponibili collegandosi al sito oppure rivolgendosi sia all’Autodromo Nazionale Monza (tel. 039/2482239-407), sia all’Automobile Club Milano (tel. 02/7745266-209; acitravel@acitourmi.it).

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BARRICHELLO TORNA SUI KART: IN SVEZIA PER IL MONDIALE CIK-FIA KZ !

(29/8/2016)BARRICHELLO AT THE CIK. FIA WORLD CHAMPIONSHIPS (SWEDEN). Wow, ci sarà addirittura anche Rubens Barrichello all’Asum Ring International Circuit di Kristianstad, in Svezia, per la disputa del Mondiale kart CIK-FIA KZ e della International KZ2 Supercup dal prossimo 31 agosto al 4 settembre! Fra i 173 iscritti, per i colori delBirel ART Racing, c’è dunque il brasiliano ex Ferrari, 44 anni, attualmente impegnato nel campionato Stock Car Brasil. Un ritorno al primo amore dato che negli anni ’80 Barrichello fu protagonista vincendo i campionati minori brasiliani per due anni consecutivi (1983 e 1984) e trionfando tre volte nel Senior A categoria (1986, 1987 e 1988). La storia in F1, dal 1994, è nota e Rubinho detiene tuttora il record di presenze con 326 start, oltre a 11 vittorie. Ma in verità, il kart non l’ha mai abbandonato: oltre alle sfide contro Schumacher sulle nevi di Madonna di Campiglio ai tempi della Rossa e con il connazionale Massa in occasione di Florianopolis, nel 2008 Barrichello ha vinto il Desafio Internacional das Estrelas, l’anno scorso ha chiuso al quarto posto, sempre con la Birel ART, nella Rotax Max Challenge Grand Finals (DD2) a Portimao, e ha dominato l’edizione di quest’anno del IRMC Sud America vincendo finale, pre-finale e tutte le manche. La Birel Art Racing è il frutto della feconda fusione tra la storica azienda kartistica Birel e la ultra-competitiva Art Grand Prix di Nicolas Todt.Sono felice di aver accettato l’invito del Presidente Ronni Sala e del mio grande amico Jordon Lennox-Lamb a far parte di questa grande squadra. A 44 anni di età, non ho mai pensato di competere in un campionato karting e quando l’ho detto ai miei figli, erano entusiasti. Non vedo l’ora di correre, anche perché quando ero giovane non ho avuto molte possibilità di competere in gare internazionali. E’ un grande sogno che sta per avverarsi: mi sto allenando molto e il mio impegno è al 100%, proprio come alla vigilia di una gara di F1“. “Faremo tutto il possibile per garantirgli un grande weekend”, aggiunge il Direttore Tecnico Gianluca Beggio. Via venerdì 2 settembre, con le prove libere e le prove ufficiali; sabato 3 le manche e domenica 4 la fase finale. Live streaming dai canali cikfia.tv e cikfiachampionship.com che diffonderà le fasi finali di domenica, a partire dalla presentazione dei piloti.
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MAX VERSTAPPEN E’ UN PERICOLO?

(29/8/2016)IS MAX VERSTAPPEN DANGEROUS? Insomma, Max Verstappen è un pericolo? C’è reale rischio incidenti? Va fermato? Il suo modo di difendersi è corretto o no? Anche al Gran Premio del Belgio le manovre del pilota olandese hanno fatto discutere ma Toto Wolff ha fatto sapere che il suo atteggiamento è già stato stigmatizzato durante i briefing piloti. Ormai è un caso e va affrontato perché è in ballo la sicurezza. Non credo ci sia da imputargli qualcosa di particolare per la staccata alla prima curva – non è chiaro semmai perché Vettel ha stretto così tanto da finire addosso al compagno di squadra – quanto piuttosto per le reiterate chiusure nei confronti di Raikkonen sul rettilineo del Kemmel. Kimi è stato di poche ma giuste parole: “Non sono contrario ai duelli se sono corretti e a mio avviso quello che è successo all’Eau Rouge non lo è stato”. 
Il fatto è questo: Verstappen ha una eccezionale velocità di reazione ma deve capire che quando chi lo segue imposta un azione di attacco, soprattutto se ciò avviene a 300 km/h, non c’è più spazio/tempo di contro-reagire e questa sua qualità può quindi causare grossi problemi. La mentalità kartistica, in lui, sembra prevalere ancora. “Ero a velocità massima e sono stato costretto ad alzare il piede prima della curva 5, perchè lui mi ha tagliato la strada mentre cercavo di superarlo. Non ho mai avuto problemi simili con un altro pilota, se non avessi frenato lo avrei colpito a tutta velocità e ci sarebbe stato un brutto incidente”, ha aggiunto il finlandese. La stessa cosa accadde tra i due in Ungheria e il ferrarista, costretto ad inchiodarsi ai freni e a sterzare bruscamente, ci rimise parte dell’alettone anteriore. Analoghe lamentele per analogo comportamento arrivarono anche da Nico Rosberg ad Hockenheim. Nessun intervento, invece, da parte dei Commissari solitamente fin troppo severi e su questo si appiglia Max che non fa assolutamente “mea culpa”. Intanto, però, il compagno di squadra Ricciardo è sul podio.
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HAPPY BIRTHDAY / MARK WEBBER 40 ANNI, SPORTIVO VERO (ORA ANCHE SPOSATO)

(26/8/2016) MARK WEBBER 40 YEARS OLD, TRUE SPORTSMAN (AND NOW MARRIED) . Il regalo per i 40 anni di Mark Webber che compirà domani 27 agosto? Secondo l’Herald Sun il pilota australiano si è segretamente sposato con Ann Neal, la donna che da molti anni lo accompagna in giro per il mondo come manager e come compagna di vita. Tredici anni di differenza – lei è più grande – che hanno creato in passato qualche frizione con la famiglia dell’ex F1 ma che è stata evidentemente superata. Un atto che fa parte del carattere e dell’approccio che Mark ha nei confronti della vita: poco apparire, molta ragionevole sostanza, regole, lealtà. Un metodo che nel mondo spietato della F1 non ha pagato: nel dream team Red Bull, dove ha lottato per il titolo mondiale, è stato letteralmente schiacciato da Vettel, bravo ma più arcigno ragazzo. Né ha potuto contare sull’appoggio di Helmut Markko col quale i rapporti divennero ben presto gelidi. Uno come lui cosa poteva fare, se non salutare tutti e ricominciare da qualche altra parte? Talmente ragionatore da aver respinto persino l’interessamento della Ferrari. Nel WEC, alla Porsche, si sta prendendo le sue belle soddisfazioni: l’anno scorso si è laureato campione mondiale nella classifica piloti e state certi che la vittoria alla 24 Ore di Le Mans è un preciso obiettivo. Sta vivendo molto bene questa sua nuova esperienza: lo stress è ridotto ed è molto affiatato con i compagni di volante Timo Bernhard e Brendon Hartley. Cosa gli manca della F1 (9 vittorie, 13 pole)? In un’intervista su cnn.com ha confessato: “Lavorare con gente del calibro di Adrian Newey e poi era gratificante essere coinvolti in quei ritmi così intensi”. Ma gli risulta altrettanto gratificante essere coinvolto nel lavoro di sviluppo della Porsche “Un brand fenomenale”, ha aggiunto. Per poi concludere, a fronte degli anni che passano: “Più invecchi più un secondo posto ti fa schifo, vuoi solo vincere il più spesso possibile”. E lui ci proverà ancora.
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FELIPE MASSA TRA PASSATO E FUTURO: 10 ANNI FA LA PRIMA VITTORIA IN TURCHIA

(26/8/2016)FELIPE MASSA, FIRST WIN TURKEY GRAND PRIX 2006. Una stagione border-line, quella di Felipe Massa che ormai guarda al 2017. Con la Williams doveva essere l’incomodo di lusso tra Mercedes e Ferrari ma i risultati sono stati deludenti. Tanto deludenti da far separare le strade tra il pilota brasiliano e la scuderia inglese dove dovrebbe formarsi l’accoppiata Button – Stroll. Radio-mercato dà infatti praticamente per sicuro l’addio del pilota brasiliano che dieci anni fa, era il 27 agosto 2006, festeggiava la prima vittoria in Formula 1. Ricordate? Gran Premio di Turchia, Felipe era alla sua 65^ gara nella massima formula e al primo anno completo in Ferrari, compagno di squadra di Schumacher impegnato in una strenua battaglia contro la Renault di Alonso. Ma quello era il suo giorno, in un circuito che si rivelerà poi molto congeniale al suo stile di guida (primo anche nel 2007 e 2008): pole position e incontrastata vittoria davanti ad Alonso e a Schumi. Felicità al settimo cielo, naturalmente, per il talento di San Paolo che avrebbe replicato nel gp finale, quello di casa a Interlagos che segnò l’addio di Schumacher. Oggi Felipe, 35 anni, conta 11 successi, 16 pole, 15 giri più veloci, 41 podi ed è il quarto pilota con più gran premi disputati (241) dietro a Button, Alonso e Raikkonen. Un patrimonio di esperienza che gli permette, come ha tenuto a specificare, di decidere in autonomia cosa fare.  E lui vuole competere almeno per il podio. Le trattative sono in corso e sembra che la Renault possa essere una reale chance ma lì incombe anche un altro sudamericano, Checo Perez. Ritiro? Possibile, ma non dalle corse: esclusa la Indy Series e il WEC, potremmo molto probabilmente ritrovare il buon Felipe in Formula E!
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L’ERA SCHUMACHER COMINCIO’ IN BELGIO 25 ANNI FA CON UNA JORDAN

(24/8/2016) – Nel week end del Gran Premio del Belgio del 1991, nell’agosto di 25 anni fa, a Spa apparì per la prima volta in F1 un giovane ed impacciato tedesco di 22 anni, dal collo lungo: tal Michael Schumacher. Un debutto che costituiva l’inizio di una leggenda. Eddie Jordan lo mise al volante della sua monoposto rimasta senza uno dei due piloti titolari: Bertand Gachot era finito in carcere a seguito di una rissa. Lo scaltro team principal irlandese fu convinto dal manager Willy Weber a dare una chance alla giovane promessa, aiutato dalla lauta “ricompensa” che la Mercedes gli elargì. Michael era infatti pilota ufficiale della Stella a tre punte nel Mondiale Sport in coppia con Jochen Mass: una palestra decisiva grazie alla potenza dei motori e i freni in carbonio (nel ’90 aveva vinto in Messico e fu secondo a Digione e al Nurburgring mentre quell’anno aveva colto un secondo posto a Silverstone e lottava con la Jaguar) e i grandi capi di Stoccarda giuravano su di lui. 
Non mentivano: l’esordiente Schumacher partì in quarta fila (ottavo tempo) e fece segnare il secondo miglior tempo nel warm up della domenica. Dovettero avvisare il suo compagno di squadra, Andrea De Cesaris, che lui riusciva a prendere in pieno il Radillon. Non ci fu gara perché alla partenza cedette la frizione ma ne rimase colpito perfino Senna, il pilota idolo di Schumacher, impressionato dalla prima volta che vide correre il brasiliano sui kart, nel 1980 a Nivelles. Naturalmente veloce, professionale, concentrato: il nome del tedesco che aveva già vinto con i kart, nella F3 tedesca e le gare internazionali di Macao e del Fuji, finì su molti taccuini. Il più lesto, come noto, fu poi Flavio Briatore che non pensò due volte a defenestrare il povero Moreno e a portare alla Benetton la nuova rivelazione. 

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FLASHBACK / GP AUSTRIA 1976. PRIMA VITTORIA IN F1 PER WATSON E LA PENSKE

(13/8/2016)Gran Premio d’Austria a Ferragosto nel 1976 e doppia prima vittoria in F1: per John Watson e per la Penske. Sulcircuito lungo quasi 6 kmdi Zeltweg si correva due settimane dopo la gara del Nurburgring e Hunt aveva l’occasione per accorciare decisamente il distacco dall’alfiere della Ferrari Niki Lauda convalescente. Enzo Ferrari, tra l’altro, aveva deciso di non schierare nemmeno Ragazzoni per protestare contro il verdetto sfavorevole a Maranello sul GP di Spagna. L’inglese della Mc Laren partì in pole position ma accanto a lui c’era proprio l’irlandese Watson, pronto a cogliere l’occasione dopo due terzi posti in Francia e Inghilterra. La pioggia, però, costituì una variabile impazzita per tutti. Prima ritardò di mezz’ora la partenza e dopo lo start rifece capolino costringendo i piloti a vere e proprie acrobazie sulla veloce e pericolosa pista austriaca. 
Watson, partito bene a differenza di Hunt, venne ben presto superato da Peterson e Scheckter davvero scatenati ma la prudenza pagò. Lo svedese con il passare dei giri fu costretto a rallentare mentre il sudafricano dovette ritirarsi per la rottura di una sospensione e l’attesa rimonta di Hunt non si verificò per grossi problemi di sovrasterzo alla sua M23. Per Watson fu quindi facile controllare la situazione e vincere con oltre 10 secondi di vantaggio su Laffite e Nilsson per la gioia sua e di patron Roger Penske. L’irlandese tenne fede alla promessa di tagliarsi la folta barba mentre per il mitico costruttore americano fu l’occasione per omaggiare la memoria d Mark Donohue, suo pilota e amico che l’anno prima aveva trovato la morte proprio in Austria. Per la Penske sembrava la consacrazione ma lo sponsor First National City decise di appoggiare nel 1977 il pupillo Peterson passato alla Tyrrell e quel grand prix rimase l’exploit americano in Formula 1 mentre il buon Watson si accasò alla Brabham Alfa Romeo. 
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UNGHERIA 1986: PIQUET-SENNA, IL SORPASSO PIU’ BELLO DELLA F1

(5/8/2016) PIQUET-SENNA, THE BEST F1 OVERTAKE. E’ il sorpasso più bello mai visto in Formula 1: sono passati 30 anni dal quel Gran Premio di Ungheria 1986 (era il 10 agosto) eppure la manovra di Piquet ai danni del connazionale Senna non finisce di stupire ogni volta che si riguarda (https://www.youtube.com/watch?v=AgrWsd5QXF0). Si correva per la prima volta sul circuito magiaro, prima volta anche oltre la “cortina di ferro” dei paesi dell’Est Europa, e faceva un gran caldo. Piquet era attardato in classifica rispetto al compagno di squadra alla Williams-Honda, Nigel Mansell, e dietro anche a Prost su Mc Laren-TAG Porsche e aveva bisogno di punti pesanti per ristabilire le gerarchie. Partì in prima fila, secondo dietro Ayrton col quale cominciò una battaglia giro per giro per la supremazia. Il paulista, ormai più che una rivelazione, guidava molto bene e senza errori ma Piquet si avvicinava inesorabilmente, sfruttando infine la scia sul lungo rettilineo di arrivo. Fu lì che il carioca ci provò una prima volta all’interno ma, certo non agevolato da Senna che tirò lunga la staccata, arrivò lungo e venne infilato di nuovo. Il giro seguente, a una ventina di giri dal termine, nuovo tentativo riuscito, questa volta all’esterno con la macchina che scodinzolava paurosamente e tenuta magistralmente e incredibilmente in pista! Da applausi, trent’anni dopo.
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ANNIVERSARY / 5 AGOSTO 1991. LA MORTE DI SOICHIRO HONDA, L’UOMO DEI SOGNI

(5/8/2016)THE DEATH OF SOICHIRO HONDA, 25 YEARS AGO. Mi chiedo come reagirebbe Soichiro Honda davanti alla debacle del motore che porta il suo nome e che da due anni equipaggia con scarsi risultati la Mc Laren in Formula 1. Ma il gran patron della Casa giapponese non c’è più e oggi sono 25 gli anni dalla sua morte, avvenuta per insufficienza epatica mentre invece dominava con il V12 sempre sulla Mc Laren ma con Ayrton Senna alla guida. Due giganti, che si ammiravano molto. Soichiro Honda, per intenderci, è uno della razza di Enzo Ferrari. Nato nel 1906 alle pendici del Monte Fuji e primo di nove fratelli, si fece da sé: stakanovista, naturalmente protagonista, appassionato di motori, di auto e di corse, follemente geniale, innovatore, anti-conformista. “The power of dreams” come motto e obiettivo ineluttabile. “I sogni danno un senso alla vita, ecco perché continuerò ad impormi nuove sfide. Dobbiamo realizzare i nostri sogni”. 
E lui li realizzò, partendo nel 1922 da un’attività di apprendista in un garage di Tokyo. Le macchine divennero la sua folgorazione, fino a dire dell’odore di olio che perdevano: “Per me era come profumo…”.  Passò, con un’espansione straripante, dalla realizzazione di biciclette motorizzate all’impero delle due ruote,  fondato nel 1948, che tutti conosciamo, le moto più vendute al mondo. Non pago, avviò nel 1962 anche la produzione di auto e per reclamizzarle meglio decise di imporsi anche nel mondo dei grand prix di Formula 1, prima come costruttore, poi, con più successo, come motorista (il figlio Hirotoshi, fondò la Mugen). http://motor-chicche.blogspot.it/2013/11/honda-e-la-f1-una-lunga-storia.htmlSoichiro Honda si ritirò dalla conduzione operativa dell’Azienda nel 1973 all’età di 66 anni, dicendo che bisognava dare spazio ai giovani; dal 1989 è nella Automotive Hall of Fame. Un vero pioniere del mondo dei motori.
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ADDIO A CHRIS AMON, CAMPIONE DI TALENTO E DI COERENZA

(3/8/2016) THE DEATH OF CHRIS AMON, FERRARI DRIVER IN 1967. Di Chris Amon, morto all’età di 73 anni, ho raccontato la carriera in occasione del 70° compleanno http://motor-chicche.blogspot.it/2013/07/auguri-chris-amon-70-anni-ha-vinto-il.html. Di lui rimarranno vivi il talento precoce (a 17 anni era su una Maserati 250F, a 19 esordì in F1, in Tasman Series batteva Jim Clark), il sorriso, la sua enorme passione, le doti di collaudatore e il fatto che non sia mai riuscito a vincere un gran premio di Formula 1 in 14 anni di militanza nel massimo campionato (11 sono stati invece i podi e 5 le pole positions). Un po’ come Stirling Moss che ancora oggi viene definito “l’eterno secondo”.
Primo alla 24 Ore di Le Mans 1966

Naturalmente, per Chris resta anche il fiore all’occhiello della vittoria su Ford alla 24 Ore di Le Mans del 1966 insieme al grande amico e connazionale neozelandese Bruce Mc Laren. Poteva ottenere di più, certo, ma Amon non transigeva sulla sicurezza ed era coerente: la vita aveva un valore più alto dei successi sportivi, sebbene ci provò fino all’ultimo, perfino costruendo una monoposto che portava il suo nome ma che non si rivelò competitiva. Parliamo di stagioni, va ricordato, nei quali la morte dei piloti non era una variabile ma una certezza nell’ordine dei due-tre l’anno. Arrivò, per dire, alla Ferrari nel 1967 – sua migliore stagione, conclusa al quinto posto finale –  anno in cui accadde la tragedia di Bandini in coppia col quale aveva vinto la 24 Ore di Daytona e la 1000 Km di Monza a bordo della mitica 330 P4.

Amon Su tecno

Fortuna, sfortuna: questione di poco interesse per lui che pure perse diversi grand prix a pochi chilometri dall’agognata bandiera a scacchi da passare per primo a causa di banali defaillances meccaniche. L’incidente di Lauda al Nurburgring costituì il punto di non ritorno e si ritirò definitivamente nel 1977 per dedicarsi alla grande Azienda zootecnica di famiglia (un po’ come Clark) e divenire quindi consulente Toyota. Nel comunicare la sua scomparsa, la famiglia ha rilasciato questo comunicato che meglio non poteva descrivere l’uomo: Chris ha combattuto con il cancro negli ultimi anni, ma non solo ha mantenuto il suo interesse per la Formula 1, ma anche il suo meraviglioso senso dell’umorismo e la sua risata contagiosa.