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Mese: Luglio 2016
(29/7/2016) – STIG BLOMQVIST, THE KING OF SNOW CELEBRATES 70 YEARS OLD. Oggi compie 70 anni Stig Blomqvist, svedese di Orebro, uno dei piloti rally più forti che si ricordino, campione del mondo nel 1984 con l’Audi Quattro e protagonista di tante sfide con i vari Mikkola e Alen. Un vero “mostro sacro” della categoria, Re della neve, dove veramente eccelleva (d’altronde la scuola guida in Svezia aiuta molto…). Sicuro, spettacolare e anche redditizio fin dall’esordio a 24 anni al 1000 Laghi in Finlandia (valido per l’Europeo Rally), il suo talento non passò inosservato. Uomo Saab fino al 1981, dopo una parentesi con la Talbot Sunbeam Lotus, nel 1982 Stig venne “arruolato” dalla Audi. Dopo diverse vittorie, arrivò anche il titolo mondiale conseguito dopo l’ennesimo successo al Costa d’Avorio.
Rimase l’unico, ma seguirono altre vittorie, altri podi, tanto divertimento compresa la Race of Champion nel 1989 e 1990, la Londra-Sidney del 2000 e la mitica Peakes Peak nel 2004. Oggi, da tranquillo signore, segue il tentativo di affermarsi nel motorsport del figlio Tom (nato a Cambridge) che è stato il più giovane pilota di sempre a vincere il campionato di Formula Renault UK nel 2010, quando aveva 16 anni, e pilota di sviluppo Mc Laren-Mercedes F1 e oggi è pilota ufficiale BMW, Team RBM, nel DTM.
(27/7/2016) – Con uno dei sempre più frequenti colpi di mano cui la Ferrari ci ha abituati, et voilà: da Hockenheim James Allison non farà più parte dei ranghi del Cavallino, sostituito dal capo motorista Mattia Binotto, 46 anni, nato a Losanna ma di famiglia reggiana. L’addio è con effetto immediato e il perché si chiama Bob Bell, attuale responsabile tecnico della Renault. Pare sia lui il nuovo tecnico che potrà avere quindi tempi di “gardening” i più ridotti possibili e mettere mano al progetto 2017. Bell, tra l’altro cederebbe il posto proprio a Allison, cavallo di ritorno a Enstone (ex Lotus) ma soprattutto bisognoso di stare più vicino ai figli dopo la prematura perdita della moglie Rebecca.
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Mattia Binotto |
IL DT del Cavallino “paga” la mancanza di risultati vincenti, dati per sicuri ad inizio anno dal Presidente Marchionne, e poi la scarsa iniezione di competitività con gli step evolutivi. Il non aver minimamente intaccato la supremazia Mercedes e l’impetuosa risalita della Red Bull hanno segnato il suo destino, forse, chissà, unitamente a qualche nota non positiva emersa dal recente “giro” di pareri personalmente ascoltati dal sempre più impaziente Presidente. La lista degli “epurati” da Maranello (da Aldo Costa a Stefano Domenicali, a Marmorini, Fry, Tombazis) si fa lunga con tanti saluti alla stabilità dell’ambiente e alla metodicità dei piani di sviluppo. Sarà Binotto, ex allievo di Marmorini, ad occuparsi della rivoluzionaria monoposto 2017? Sul web impazzano i pareri negativi per lo più del tipo: “Può un motorista disegnare un’intera vettura?”. Viene in mente una frase proprio di Bob Bell.
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Bob Bell |
Nel gruppo di tecnici chiamati a rinverdire la grandeur Renault voluta da Gohsn, aveva definito il suo ruolo come quello di conciliatore delle esigenze telaistiche con quelle del propulsore, la famosa power unit che nella F1 attuale, precisò, sono strettamente legate. Bell, laureato alla Queens University di Belfast in Ingegneria Aeronautica è stato alla Mc Laren nel periodo 1982-1988, alla Lotus dal 1998 – 1999 alla Benetton, alla Jordan dal 1999 al 2001, di nuovo a Enstone dal 2001 al 2010 fino ad assumere le redini del Team al muretto e infine alla Mercedes dal 2011 al 2014. L’esperienza non manca, i risultati un pò meno ma soprattutto, nel caso: saprebbe resistere alla enorme pressione che lo aspetterebbe?
(27/7/2016) – Il Gran Premio di Germania del 27 luglio 1986, a Hockenheim, fu l’immagine della stagione, quella tutta Turbo e del regolamento che imponeva la “formula-consumo” a 195 litri. Vinse Nelson Piquet, impegnato con la Williams-Honda in una dura battaglia interna con il compagno di squadra Nigel Mansell. Grazie o nonostante due azzeccati cambi gomme, il brasiliano riuscì sempre sopravanzare il grintoso Rosberg (Mc Laren), che proprio il venerdì aveva annunciato il suo ritiro dalla stagione seguente, e che partito dalla pole alla fine rimase senza benzina. Stessa sorte per il campione del mondo in carica, Alain Prostsu Mc Laren TAG-Porsche, anch’egli clamorosamente a secco a poche decine di metri dal traguardo.
Resta nella storia il tentativo del francese di spingere la monoposto ammutolita verso la bandiera a scacchi: un gesto “eroico” ma vietato dal regolamento. Prost ne era consapevole ma, dirà in seguito, lo fece per dimostrare platealmente l’assurdità di un simile regolamento tecnico che, a suo dire, costringeva i piloti a correre con un occhio fisso sul livello di carburante disponibile (a Imola aveva vinto con le ultime gocce). Per lui, la difesa del titolo diventava più difficile ma, come detto, poteva contare sulle diatribe interne alla Williams con Piquet sempre più polemico per le attenzioni concesse da Patrick Head nei confronti del connazionale Mansell. A fine anno, ad Adelaide, tra i due litiganti a godere fu ancora Prost e nel 1987 Piquet lascerà la scuderia inglese da campione del mondo, ritrovando i motori Honda alla Lotus.
(26/7/2016) – EMILIO DE VILLOTA 70 YEARS OLD, THE SPANISH F1 DRIVER BEFORE ALONSO. Prima di Alonso, Sainz Jr e Pedro de La Rosa c’era lui, Emilio De Villota. Pilota di Madrid, nel 1976 tentò di esordire al Gran Premio di Spagna al volante di una Brabham BT44B quando la Formula 1 nel paese del Real Madrid e della Corrida non era certo popolare. Oggi compie 70 anni e va considerato il precursore dell’onda spagnola in Formula 1. Per arrivare alla massima formula bastarono la partecipazione a gare turismo e nella serie ShellSport inglese, oltre all’appoggio di buoni sponsors nazionali che gli permisero nel 1977 di acquistare una vetusta Mc Laren M23 e di partecipare più stabilmente al campionato. Un’avventura, però, caratterizzata per lo più di mancate qualificazioni. Trovò invece spazio e risultati nella Formula Aurora: un ripiego, indubbiamente, ma al cospetto di piloti di tradizione più consolidata, si fece rispettare. Terzo nel 1978 e nel 1979 (con una Lotus 78 ex Rebaque), vinse il campionato nel 1980 su Williams FW07 grazie a cinque vittorie.
Quel successo e due belle vittorie nel campionato Sport Prototipi (Brands Hatch e Pergusa) in coppia con Guy Edwards nel 1981 gli riaprirono le porte della F.1, al volante di una March. Ma la musica, lì, non cambiò. Prima di appendere il casco al chiodo si classificò quarto alla 24 Ore di le Mans del 1986 su Lola. Insomma, una carriera indefinibile anche per via della scarsa competitività delle monoposto a sua disposizione. Tanta passione e tanta esperienza fu travasata nei figli Emilio Jr, che arrivò fino alla F.3000, e Maria che in qualità di pilota di sviluppo della Marussia incappò in un incidente durante un test con gravi ferite alla testa e all’occhio destro, che perse. La sua morte, l’11 ottobre del 2013, fu un colpo terribile per la famiglia da corsa De Villota che reagì con compostezza, puntando attraverso la propria Scuola di pilotaggio e più recentemente in partnership con la Teo Martin Motorsport (FV8, EuroFormula, GT Open), a dare una chance ai giovani talenti di quello sport che amano moltissimo.
(25/7/2016) – Nonostante qualche delusione di troppo, la Ferrari è sempre amatissima e per mantenere un contatto diretto con i propri tifosi da tempo è very social (vedi sito ScuderiaFerrari.social) and digital, ora anche grazie ad una APP. Scuderia Ferrari All Accessè infatti la nuovissima applicazione in cui viene offerta una visione privilegiata dietro le quinte del Team con più storia in Formula 1. Attraverso la condivisione dei contenuti, la app consente di sbloccare livelli e guadagnare badge per accedere a sempre nuovi ed esclusivi contenuti. La app consente di guadagnare punti e badge. I punti si guadagnano attraverso ogni azione che si fa sulla app, incluso iscriversi, fare like ai post, condividere contenuti, ed il sito stesso. I punti danno invece accesso a quattro diversi livelli di contenuto: più punti si guadagnano, più esclusivi diventano i contenuti sbloccati. Mentre completano la loro scalata attraverso i livelli (fan, press, VIP e Team) gli utenti vengono premiati con vari achievement e badge. Eccoli. Entrare nei Favourite: la Scuderia selezionerà i post preferiti da ognuno dei weekend di gara mostrandoli e incentivando altri fan a postare contenuti per ottenere il reward dal team Scuderia Ferrari. Prendere parte ai Challenge: ai fan vengono rivolte domande a seconda del giorno di attività di pista. partecipare ai challenge fa guadagnare altri punti nella classifica finale.
(22/7/2016) – P ZERO WORLD, THE NEW PIRELLI PRESTIGE STORE – BEVERLY HILLS. Pirelli ha inaugurato a Beverly Hills, sul Santa Monica Boulevard, P Zero World, il primo negozio di pneumatici incentrato su prodotti e servizi prestige. E’ la nuova tappa della strategia Pirelli Prestige, centrata sul segmento delle auto sportive, auto di lusso e marchi premium che si sta espandendo a un ritmo superiore al resto del mercato in tutto il mondo e in particolare negli USA, con una crescita prevista dell’11% nel 2016. P Zero World ridefinisce radicalmente il concept di un negozio di pneumatici, a partire dalla location. A Los Angeles, infatti, c’è la più alta concentrazione di auto di lusso e sportive al mondo. Lo spazio di 750 metri quadrati include tre aree di servizio per i cambi pneumatici, un bar e una ‘waiting area’ di lusso. Gli ospiti vivranno anche una full immersion nel brand, ripercorrendo all’interno dello store la storia del motorsport Pirelli, le partnership per il primo equipaggiamento, il Calendario Pirelli e le pubblicità vintage, tutto in stile tipicamente LA. Gli “ingredienti” del nuovo negozio? Servizio esclusivo, consulenze tecnologicamente avanzate e assistenza al cliente, un ambiente elegante e confortevole ispirato al mondo del motorsport in cui le immagini iconiche di The Cal fanno da cornice alle più belle supercar e alla gamma di pneumatici Pirelli high performance e ultra high performance. Pirelli è leader nel primo equipaggiamento per auto di lusso e di gran lusso, con una quota di mercato di circa il 50% grazie alla filosofia “perfect fit”: pneumatici fatti su misura, appositamente sviluppati dai tecnici dell’azienda italiana in collaborazione con i ricercatori delle più prestigiose Case auto.
(22/7/2016) – EMANUELE PIRRO EXPLAINS FERRARI CRISIS. “A Budapest non possiamo fallire”: le parole di Maurizio Arrivabene dopo l’ennesima delusione Ferrari a Silverstone suonano come la campanella dell’ultimo giro. A Maranello c’è tensione, aria di cambiamenti imminenti, anche drastici, in stile Marchionne. La stagione, purtroppo, è da considerarsi al momento quasi fallimentare nonostante la matematica e lo stesso Team Principal tengano in vita la speranza. Ma la SF16-H non si è dimostrata monoposto vincente, la Mercedes domina e la Red Bull è risalita a seconda forza in pista nonostante un motore meno performante. Allora, tutto e tutti in discussione e siamo a chiederci, come ormai accade troppo spesso, cosa è successo e perché il Cavallino non corre più veloce.
Le risposte le ha date Emanuele Pirro domenica scorsa su Radio 1. Cosa ha detto il cinque volte vincitore alla 24 Ore di Le Mans? 1) Il Presidente ha responsabilizzato troppo l’ambiente ad inizio anno parlando senza se e senza ma di titolo mondiale. Un errore, secondo Pirro: “Quando si fanno proclami è un problema perché se le promesse non si mantengono ti si ritorcono contro”. 2) Allison è in discussione – vengono in mente le parole del giubilato Marmorini “Finora non ha vinto niente” – e al riguardo Pirro è lapalissiano: “Hanno allontanato uno come Costa che oggi è il punto di riferimento alla Mercedes”. Ma qual è il problema oggi a Maranello? “C’è incapacità di sviluppare la macchina e il delta prestazionale è stato già raggiunto mentre Mercedes e Red Bull progrediscono”. 3) In discussione c’è anche Arrivabene. Per Pirro non sarebbe un male assoluto: “Alla fine conta il DNA di una struttura, vedete la Juventus passata da Conte ad Allegri e non è cambiato niente”. 4) Infine i piloti: mentre pare che Vettel si sia informato sul contratto che lega Rosberg alla Mercedes, è stato giusto confermare ancora Raikkonen? No, per Pirro: “E’ un po’ come la storia Barrichello e Massa: bravi piloti, per carità, ma bisogna guardare al futuro e lo dico anche da Presidente della Commissione Karting”. In ultimo, il buon Pirro ha fatto un accenno anche al clima non certo ideale di Maranello: “Occorre poter lavorare serenamente”. Quello che lamentò anche Aldo Costa.
(21/7/2016) – Complimenti al Team studentesco del Politecnico di Torino H2politO che con il suo veicolo IDRAkronos ha vinto la Shell Eco-marathon di Londra nella categoria prototipi a fuel cell a idrogeno. L’affermazione italiana in questa affascinante sfida tra le migliori università europee – oltre 200 i team in lizza – è avvenuta sul tracciato all’interno del Queen Elizabeth Olympic Park di Londra. I 24 ragazzi piemontesi (dei 60 coinvolti nel progetto) sono stati impegnati nella categoria Urban Concept con il veicolo ibrido XAM (eXtreme Automotive Mobility) e nella categoria Prototipi, qui con il nuovo veicolo a fuel cell a idrogeno IDRAkronos.
Quali le sue caratteristiche? Il prototipo IDRAkronos è realizzato con monoscocca in fibra di carbonio, massa di 39 kg, motore elettrico da 200 W e fuel cell a idrogeno da 500 W, freni anteriori e posteriori con circuiti separati, cinematismo di sterzo agente sulle ruote anteriori carenate, aerodinamica efficiente e Cx=0,09, sistema di telemetria per controllo strategia di gara. La vettura è salita sul gradino più alto del podio grazie ad un consumo di 737 kg/m3 equivalenti a 2188 km/L di benzina, battendo prestigiose università tedesche e olandesi. Da rimarcare il fatto che Il veicolo IDRAkronos e il Team H2politO hanno vinto, tra gli off track award, anche il Design Award. Al Museo dell’Automobile di Torino sono in esposizione permanente tutti gli ultimi prototipi del Team: IDRA08, IDRA09 e IDRApegasus. Come si vede, un’attività prolifica e di alto livello, tanto che Michelin Italia ha consegnato 9 borse di studio proprio a sostegno delle attività del Team H2politO. La casa francese è il fornitore degli speciali pneumatici dell’ IDRAkronos in grado di offrire una resistenza al rotolamento sei volte più bassa del pneumatico stradale Michelin Energy Saver.
(21/7/2016) – Claire Williams festeggia nei box dell’Hungaroring i suoi 40 anni: buon compleanno! Non è una novità perché la figlia di Sir Frank è cresciuta a pane e motori e il paddock del Circus è forse la sua vera casa. Lei è totalmente impegnata nella conduzione strategica, commerciale e di marketing, della squadra di Grove ma non le pesa perché è quello che le piace fare. Laureata in Scienze Politiche all’Università di Newcastle (il padre è storico tifoso della squadra) è entrata a far parte del Team nel 2003. Magari si poteva pensare sarebbe toccato ai figli maschi di Frank, ossia Jonhatan o Jamie, invece è stata la ragazza della famiglia, nonostante il padre non avesse caldeggiato più di tanto la soluzione, a impegnarsi e a scalare posizioni fino ad assumere, di fatto, il controllo di uno dei marchi più blasonati della Formula 1. Il padre ne è orgoglioso: dice che è laboriosa, efficiente e d organizzata. In più adora letteralmente la F1, compreso il rombo possente dei motori. E’ stata recentemente insignita del grado di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero britannico che ha prontamente “condiviso” con tutti i componenti del Team. Ma Claire è ora molto impegnata sui fronti caldi. Sta trattando il rinnovo del contratto di Massa, anche se alla porta “bussa” il connazionale Button; è sempre alla ricerca di sponsors e ha ammesso che la Brexit non sta aiutando in questo senso, anzi; occorre poi difendere la quarta piazza nella classifica Costruttori e pianificare e sviluppare il progetto della monoposto 2017 consona ai nuovi regolamenti. Insomma le grane non mancano, ma è il suo lavoro e lo porta avanti con metodica intensità. Anche se non sarà soddisfatta finchè la Williams non tornerà a lottare stabilmente per la vittoria.
(19/7/2016) – Ci saranno anche l’esclusiva one-off Alfa Romeo 4C Hokusai e la BMW i8 Futurism Edition di Garage Italia Customs all’interno della mostra “Piston Head II: Artists Engage The Automobile” in programma dal 30 luglio al 10 settembre nella galleria Venus di Los Angeles (601 South Anderson Street). A meno di 3 anni dalla prima edizione della mostra di automobili trasformate in sculture da artisti moderni e contemporanei, organizzata a Miami l’8 dicembre 2013 da Venus Over Manhattan, Lapo Elkann, condividendo la grande passione per l’arte e per le auto del collezionista Adam Lindemann, amico di vecchia data nonché proprietario delle Gallerie Venus, ha accolto con entusiasmo l’invito a partecipare con le realizzazioni degli artigiani specializzati del team di Garage Italia Customs.
L’ALFA ROMEO 4C HOKUSAI vuole essere la celebrazione dell’incontro tra la cultura giapponese e quella italiana. La sportiva Alfa Romeo è stata scelta perché è un simbolo dell’italianità amata dai giapponesi, da sempre grandi appassionati del marchio di Arese. Sulla sua carrozzeria è stata aerografata a mano l’opera giapponese più conosciuta al mondo, “La Grande Onda” del Maestro Katsushika Hokusai. La scelta dei materiali per il rivestimento interno, come il denim giapponese Kubaro e la pelle Foglizzo che richiama le squame della carpa, sono un chiaro riferimento al Giappone, così come la particolare lavorazione della corona del volante e della leva del freno a mano che si ispira al Tsukamaki, l’arte di rivestire l’elsa della Katana.
LA BMW I8 FUTURISM EDITION è esemplare unico pensato per celebrare i 50 anni di storia di BMW in Italia, con un pattern ispirato al dipinto ad olio “Lampada ad Arco” del futurista Giacomo Balla. La sportiva ibrida plug-in diventa così inno all’evoluzione e al progresso tecnologico, valori che da sempre contraddistinguono la filosofia di BMW i. L’opera di Balla, “Lampada ad Arco” del 1909, è diventata il punto di partenza per la realizzazione di una pellicola tailormade applicata poi su tutta la carrozzeria con la tecnica del wrapping. Il dipinto rappresenta un lampione alimentato da energia elettrica al chiaro di luna, con la luce che sembra quasi materializzarsi grazie ai segni veloci e spezzati di colori puri. Gli interni sono rivestiti in Solaro, un tessuto sportivo ma al tempo stesso elegante, utilizzato per la realizzazione di abiti e caratterizzato da riflessi iridescenti quando viene colpito dalla luce.
All’interno della mostra saranno presenti le “opere” degli artisti César, Katherine Bernhardt, Matthew Day Jackson, Olivier Mosset, Richard Prince, Sterling Ruby, Peter Shire, Keith Haring, Will Boone, Lawrence Weiner, e Jonas Wood.