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SCATTOPEUGEOT…E DIVENTI FOTOGRAFO UFFICIALE AL MONZA RALLY SHOW

(29/3/2016) – Vi piace fotografarele auto? Riparte da Sanremo il Campionato Italiano Rally (CIR) e riparte anche #scattopeugeot, il contest fotografico online dedicato agli appassionati di rally.  Per partecipare occorre solo entrare in http://blog.peugeot.it/ScattoPeugeot, compilare il form e pubblicare su Instagram o Twitter, usando l’hashtag #scattopeugeot, la foto, fra quelle scattate in occasione di uno o più appuntamenti del #cir che, secondo lui, meglio rappresenta il mondo emozionale e “veloce” del rally. “Modelle” uniche e indiscusse di #scattopeugeot sono le due vetture ufficiali del Team #peugeot Sport Italia – la #208t16 di Paolo Andreucci ed Anna Andreussi e la #208r2 di Giuseppe Testa e Daniele Mangiarotti – riprese in gara oppure in parco assistenza. Le gare valide per #scattopeugeot sono le otto del calendario del #cir 2016: 20 marzo, Rally Il Ciocco e Valle del Serchio; 10 aprile, Rally Sanremo; 8 maggio, Targa Florio; 29 maggio, Rally Adriatico; 10 luglio, Rally di San Marino; 28 agosto, Rally del Friuli Venezia Giulia; 25 settembre, Rally di Roma Capitale; 16 ottobre, Rally Due Valli. A fine stagione, una qualificata giuria di esperti sceglierà la foto migliore assegnando in premio il ruolo di fotografo ufficiale del Team #peugeot Sport Italia al Monza RallyShow di fine novembre e un kit #nikon, composto dalla #fotocamera reflex digitale #nikon #d3300, un obiettivo Nikkor #1855vrii e una SD 8GB Lexar Platinum 300x, messo a disposizione da Nital spa, distributore ufficiale #nikon in Italia. Paolo Andreucci lancia il concorso: “A chi avrà realizzato lo foto che interpreta meglio l’universo dei rally diamo già appuntamento ai paddock di Monza…vi aspettiamo!”
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FLASHBACK / GP USA WEST 1976. REGAZZONI-FERRARI, ULTIMO BRINDISI A LONG BEACH

(25/3/2016) – Fa particolarmente piacere tornare indietro al 28 aprile del 1976, 40 anni fa, per ricordare, nel decennale della sua scomparsa, l’ultima vittoria di Clay Regazzoni con la Ferrari, a Long Beach. Che poi fu anche l’ultima vittoria della gloriosa Ferrari T, destinata ad essere sostituita dalla T2 a partire dal successivo Gp di Spagna. Si correva il Gran Premio degli USA West, per la prima volta sul circuito cittadino a 30 chilometri da Los Angeles. L’anno prima, con Niki Lauda, il Cavallino era tornato al successo iridato dopo un digiuno durato 11 anni e quella nuova stagione prometteva altrettanto bene. 

L’austriaco aveva vinto le prime due gare sudamericane in Argentina e Brasile ma in California Clay fu insuperabile: pole position, vittoria con oltre 40 secondi di vantaggio proprio sul compagno di squadra, giro più veloce. Le sue azioni sembrava potessero rilanciarsi e invece fu il classico “colpo di coda” del pilota che cominciò a non rientrare più nei piani della Scuderia di Maranello. Anzi, in seguito venne a galla la polemica legata proprio a quel GP, a dire di un piccato Lauda, “gentilmente” concesso al ticinese dall’allora DS del Team Daniele Audetto. Punti preziosi sottratti, riteneva l’austriaco, che si sarebbero rivelati decisivi visto il drammatico evolversi della stagione con l’incidente del Nurburgring e l’epilogo amaro del Fuji, per un punto di differenza rispetto ad Hunt. Regazzoni a fine anno lasciò la Scuderia ma rimase sempre amato dai tifosi e d’altronde il suo cuore era ferrarista.

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VERSTAPPEN OMAGGIA CRUYFF

(25/3/2016) – Soltanto tre settimane fa Johan Cruyff era con Max Verstappen nei box di Montmelò. Il grande campione olandese del calcio morto ieri all’età di 68 anni aveva approfittato dell’ultima sessione di test collettivi della F1 a Barcellona – dove risiedeva da tempo – per incontrare il connazionale talento precoce (e veloce come lui sui campi di pallone) e intrattenersi anche con papà Jos. Aveva molta ammirazione per quello che Max aveva già dimostrato nella stagione del debutto nella massima formula e prefigurava rosei orizzonti. Lui, invece, era agli sgoccioli, minato dal tumore ai polmoni che lo costringeva alla terapia che però non ha avuto esiti. Verstappen ha postato sul suo account di Twitter una foto dell’ultimo incontro con la Leggenda del calcio che se ne è andata per sempre con questo tweet:

Unbelievable sad news that a true legend has passed away. @JohanCruyff, I feel honoured to have met you. #RIP

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HAPPY BIRTHDAY / NICK WIRTH 50 ANNI, TECNICA E…CFD

(25/3/2016)Nick Wirth compie domani 50 anni: è ancora giovanissimo ma è nel mondo dei motori, F1 compresa, praticamente da sempre! Brillante laureato alla University College di Londra, a partire dal 1987 è passato dalla March, alla Simtek, alla Virgin, per fondare infine la RoboScience e quindi la Wirth Research attraverso la quale offre servizi di alta tecnologia, ricerca e sviluppo alla racing motor industry. Andretti Autosport in Formula E e i team motorizzati Honda nella Indy Car, per esempio, dei suoi servigi. Dunque, un tecnico eclettico e precoce che ha puntato molto (forse tutto) sulla tecnica del CFD (Computational Fluid Dynamics) che permette di fare a meno della (costosa) galleria del vento per disegnare le forme di una monoposto attraverso sofisticate simulazioni al computer. Ma al banco di prova della F1 Nick Wirth non ha sfondato. 
Grazie al buon rapporto con Max Mosley nel 1989 fondò la Simtek Research, da cui la Simtek di Formula 1 in società con il mitico Jack Brabham. Nel drammatico campionato del 1994 il figlio David fu uno dei piloti, l’altro era Roland Ratzenbeger che, come noto, a Imola perse la vita a causa del terribile schianto dopo la perdita di un pezzo di ala anteriore. Nel GP successivo, in Spagna, altra “mazzata” per l’incidente di cui fu protagonista il nostro Andrea Montermini che prese il posto dell’austriaco. Il Team, già in difficoltà finanziarie, evaporò. Dopo una non fruttuosa esperienza alla Benetton post Schumacher, tra il 1996 e il 1999, Wirth ritrovò la F1 grazie al miliardario inglese Branson che  nel 2010 gli affidò il progetto della Virgin. Ma la solita tecnica CFD non pagò e venne sostituito da Pat Symonds. Wirth, un tecnico troppo avanti?
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FLASHBACK / GP BRASILE 1991: SENNA PRIMO ANCHE CON UNA SOLA MARCIA

(24/3/2016)SENNA, TO WIN WITH ONLY ONE GEAR. La gara più epica di Ayrton Senna? Quella di 25 anni fa esatti, il Gran Premio del Brasile del 24 marzo 1991, vinto per la prima volta dal campione di San Paolo, al termine di una prova infinita, resa fisicamente straziante da un problema al cambio della sua Mc Laren-Honda. Tutti ricordiamo le grida, anche scomposte, insieme di gioia incontenibile e di puro dolore, dopo aver tagliato il traguardo tra ali di folla autenticamente in delirio per il beniamino di casa. E poi l’incredibile ammissione via radio: “I had only sixth gear”. Avevo solo la sesta marcia. Era il secondo GP della stagione: partito al comando, Senna trovò prima in Nigel Mansell su Williams il rivale capace di insidiare il sogno della prima affermazione davanti al pubblico di casa – l’inglese fu però costretto al ritiro – e dal 60° giro in poi patì la progressiva perdita di tutte le marce del cambio, ad eccezione della sesta. Riuscì a non far capire agli avversari di essere in difficoltà ma come abbia fatto a tenere il ritmo e la velocità necessari per tenere a distanza Patrese e Berger, alla fine secondo e terzo, è ancora un fatto che affascina e meraviglia (Piquet non credeva al guasto), un segno della sua grandezza e determinazione. Certo è che Senna, dopo il traguardo, dovette essere estratto con delicatezza dalla monoposto, in preda a tremendi spasmi muscolari. Evidentemente menomato e dolorante, sul podio non rinunciò a sollevare la coppa e a ricevere l’ideale abbraccio del suo pubblico, letteralmente in visibilio. Resta una delle pagine più significative della carriera di Ayrton e le immagini maggiormente pregne di pathos del pilota brasiliano. 
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FELIZ CUMPLEANOS / RICARDO ZONTA 40 ANNI, LA F1 NON LO HA PREMIATO

(23/3/2016) – E’ un vero peccato che Ricardo Zonta non abbia mai avuto una F1 veramente competitiva per dimostrare le sue qualità. Il pilota brasiliano di Curitiba oggi compie 40 anni e attualmente è tra i protagonisti Stock Car Brasil per la Shell Racing ma la sua carriera è costellata di ottimi risultati e trionfi, degni della migliore tradizione brasiliana che ha dato i natali a tanti altri piloti di talento. Zonta a 19 anni ha vinto la F3 Sudamericana (1995) e si è quindi trasferito in Europa. Suo il titolo della F3000 nel 1997, dopo aver battuto il roccioso Montoya, e importanti anche le vittorie nel campionato FIA Gt (1998) con la Mercedes  e nella World Series by Renault (2002). Da ricordare anche le sue partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans, al DTM e alla Grand-Am. Quasi d’obbligo, direi, interessarsi a lui per il debutto in F1 che infatti avvenne puntualmente nel 1999 con la BAR dopo test con la Jordan e un anno in qualità di collaudatore alla Mc Laren. Forse, l’incidente del quale fu protagonista proprio in casa, a Interlagos, che lo tenne fuori per qualche gara, ha rovinato tutto. Per non parlare dei difficili rapporti con il compagno di squadra Jacques Villeneuve, patron del team, per i quali fu licenziato. Dopo, solo due gare con la Jordan nel 2001 e il rapporto senza acuti con i giapponesi della Toyota e infine alla Renault come test driver fino al 2007, anno del ritiro dalla massima formula. In Formula 1, se ci si mette sui binari sbagliati è davvero arduo riprendersi e purtroppo per Zonta è andata proprio così.
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ANNIVERSARIO FERRUCCIO LAMBORGHINI. Il programma

(22/3/2016)FERRUCCIO LAMBORGHINI ANNIVERSARY, THE PROGRAM. Lamborghini Club nel mondo, fan del marchio del Toro e appassionati di auto sportive: c’è tempo fino al 25 marzo per iscriversi alla manifestazione a tappe lunga 6 giorni, dal 25 al 30 aprile, ideata per onorare i 100 anni dalla nascita di Ferruccio Lamborghini, l’eclettico papà delle supersportive che nascono a  Sant’Agata Bolognese. L’evento è stato voluto da Tonino, figlio del mitico costruttore di Renazzo di Cento, in provincia di Ferrara, nato nel 1916 e protagonista di una storia imprenditoriale e umana veramente d’altri tempi la cui fonte, narra la leggenda, affonda le radici in un acceso diverbio con Enzo Ferrari sull’essenza di un’auto gran turismo. Questo primo appuntamento celebrativo – altri ne seguiranno lungo tutto il 2016 nell’ambito del Ferruccio Lamborghini Anniversary”– sarà un po’ on the road, lungo la Via Emilia che attraversa la Motor Valley padana, fino al nuovo museo della famiglia ideato e progettato dal figlio e con il clou dello speciale Galà, il 28 aprile, data esatta della ricorrenza, con la presentazione dei vari Club internazionali partecipanti, i ricordi e gli aneddoti di chi ha conosciuto Ferruccio e tante piacevoli sorprese. “Sarà –dice il figlio Tonino – un tuffo nella storia Lamborghini che mi auguro vogliate rivivere assieme a me e alla mia famiglia”. Il programma completo e aggiornato è visibile al link http://ferrucciolamborghini-100anniversary.it/it/programma/
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TUTTI GLI INCIDENTI DI ALONSO

(22/3/2016)ALONSOALL HIS CRASHES. Fernando Alonso è uscito fortunatamente illeso dal più grave incidente della sua carriera ma l’ex ferrarista ha vissuto almeno altri tre momenti di vera paura nel corso degli ultimi anni. Come è facile immaginare, rivedendo la dinamica di Melbourne, la collisione con lo pneumatico posteriore sinistro della Haas di Gutierrez avrebbe potuto avere effetti davvero gravi e infatti Fernando ha subito capito di essere stato molto, molto fortunato. Con la Mc Laren che roteava impazzita, un angolo di impatto leggermente differente con il muretto che sosteneva la rete di protezione avrebbe comportato conseguenze serie. Per lo spagnolo, solo qualche contusione alle ginocchia e, come ha ammesso, un bello spavento. Come detto, però, non è stato l’unico. 
A parte l’ancora enigmatico incidente durante i test pre-campionato 2015 di Barcellona (ricoverato intontito si parlò di scossa elettrica e dovette saltare il Gp inaugurale della stagione), nel Gran Premio del Brasile del 2003, quando era alla Renault, finì ad altissima velocità (https://www.youtube.com/watch?v=h4BwvnP5JyE) contro il muro prima del rettilineo di arrivo di Interlagos dopo aver centrato i detriti lasciati in pista dalla Jaguar incidentata di Webber Fernando, redarguito per non aver rallentato, si accasciò sulla pista e venne trasportato immobilizzato in barella all’ospedale per accertamenti. 

Anche lì, tutto bene. Nel 2012, invece, subito dopo la partenza del Gran Premio del Belgio a Spa Alonso, allora pienamente in lizza per il mondiale su Ferrari, vide passare  ad un palmo dalla sua testa la Lotus impazzita di Grosjean, autore di una manovra folle  (https://www.youtube.com/watch?v=IBmSJ0MVfXA) – venne infatti squalificato per il successivo GP – e rimase pesantemente coinvolto nel groviglio di vetture e pezzi volanti che seguì. Un evento che lo scosse molto e che, tra l’altro, ebbe un impatto determinante in senso negativo sul prosieguo del campionato.


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VERSTAPPEN E SAINZ, ATTENTI A QUEI DUE


(21/3/2016)  WHO IS RIGHT? Attenti a quei due: la coppia della Toro Rosso Max Verstappen – Carlos Sainz, con un anno in più di esperienza e la prospettiva di un sedile Ferrari nel 2017, è destinata a essere costantemente in battaglia. In Australia, i due galletti hanno fatto capire molto chiaramente quale sarà il copione della stagione e hanno dato vita ad uno scontro “fisico” e verbale a tratti veramente teso. Buono per lo spettacolo ma che rischia di diventare pericoloso, eccessivo. Trovatosi davanti all’olandese, Sainz ha pensato solo ad attaccare chi aveva davanti (Palmer a lungo) senza concedere niente all’arrembante compagno di squadra che via radio premeva sul muretto per ottenere il “lascia-passare” in virtù di una asserita maggiore velocità. In verità Max non è mai sembrato in grado di inserirsi con uno dei suoi già proverbiali sorpassi (a parte una toccata che poteva finire male per entrambi) e probabilmente bene ha fatto Franz Tost a lasciare libertà di azione ai suoi due rampolli, cosa che lo spagnolo ha sfruttato senza alcuna remora. La stampa spagnola appoggia ovviamente in pieno l’atteggiamento dell’erede di Alonso. Scrive il sito del quotidiano Marca: “Carlos ha fatto capire che le concessioni sono finite”, riferito al 2015 e “Il 19enne viziato come pochi”, riferito a Verstappen. L’olandese mastica amaro, lamenta anche il pit-stop sbagliato ma prende un po’ sprezzante le distanze dal compagno: “Non sento la sua pressione, io punto alle posizioni di testa”. Melbourne, primo round.
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FERRARI, DELUSIONE O SFORTUNA?

(21/3/206) – Delusione o occasione mancata per la Ferrari al Gran Premio di Australia? I commenti si sprecano. Il fatto che Sebastian Vettel abbia fatto una ficcante considerazione deve far pensare: “Avremmo voluto un risultato migliore. Dobbiamo crescere tutti, come squadra”, ha detto il tedesco una volta sceso dal terzo gradino del podio evidentemente poco consolante. La strategia prevista per Vettel (prevalenza delle super-soft) non ha pagato e sebbene la bandiera rossa abbia certamente complicato i piani, a un certo punto pareva logico almeno anticipare di 2-3 giri il secondo pit-stop che avrebbe permesso a Sebastian di puntare più concretamente almeno alla piazza d’onore invece sfumata. Il muretto non ha pensato così e addirittura il problema al cambio dello pneumatico anteriore sinistro ha fatto perdere altri secondi preziosissimi. Tutti aspettavano le qualifiche e la gara di Melbourne per capire davvero lo stato delle forze in campo in questa stagione 2016. 
Ebbene, il responso è che le gerarchie non sembrano cambiate e che la Mercedes le ha azzeccate tutte (beh, tranne la partenza) e la Ferrari no. Le frecce d’argento conservano il pacchetto più completo ed efficace mentre il Cavallino, pur seconda forza, presenta difetti antichi e guai inaspettati. Inoltre le fiamme (mediaticamente veramente negative) che hanno messo fine alla gara del povero Raikkonen non aiutano a rasserenare rapidamente l’orizzonte. In altri tempi segnati da traversìe simili si parlò di “ansia da prestazione”. A Maranello si è già sotto stress? Ricordiamo che Vettel arriva dall’errore di valutazione sempre del “muretto” ad Abu Dhabi quando durante la qualifica gli venne imposto di abortire il giro veloce ritenendo al sicuro il tempo già fatto segnare col risultato di relegarlo in fondo allo schieramento. E il presidente Marchionne come l’avrà presa? Prima dell’inizio della stagione aveva preteso una Ferrari avveniristica e parlava senza mezzi termini di titolo mondiale, per poi ripiegare su posizioni comunque da prima fila. Fa pensare e penare, invece, l’impossibilità da parte di Vettel di………………

superare negli ultimi giri Hamilton con gomme meno performanti. Nello sforzo, Vettel è finito addirittura fuori pista ma a dire il vero l’Albert Park è stato assai penalizzante per tutti quelli che seguivano da vicino, ala posteriore aperta compresa. “C’è ancora del lavoro da fare”, ha laconicamente commentato Raikkonen. Allora calma: occorre ripartire dai primi giri con le due Rosse in testa e imprendibili. I dati della telemetria forniranno utili indicazioni. Miglioramenti aerodinamici sono possibili. Arrivabene non cerca scappatoie: “Quanto è successo deve servirci come lezione per fare ancora meglio, ad iniziare dal Bahrain, con ancora più umiltà e determinazione”. E il Barhein, tra 15 giorni, è una pista vera. Sarà quindi meglio riparlarne la sera del 3 aprile ma se le cose non cambiano potrebbe essere già crisi.