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ANNIVERSARY / 18 FEBBRAIO 2001. MORTE DI DALE EARNHARDT, THE INTIMIDATOR DELLA NASCAR

(18/2/2016) DALE EARNHARDT DEATH, 15 YEARS AGO. Mancava solo un giro alla conclusione della 500 Daytona Nascar del 18 febbraio 2001e Dale Earnhardt, detto The Intimidator, l’Ayrton Senna della categoria, dopo aver condotto a lungo, difendeva la terza piazza. All’improvviso, l’incidente fatale con la sua Chevrolet Montecarlo V8 nera numero 3 da 725 cavalli centrata dalla vettura lanciata di Ken Schrader e il crash con il muretto, a circa 280 chilometri orari. Così, 15 anni fa, la morte di uno degli sportivi più vincenti, amati e celebri degli Stati Uniti. La notizia del suo decesso produsse la stessa costernazione procurata dalla morte, che dire, di Elvis Presley. Frattura della base cranica: Dale non indossava il collare Hans, non obbligatorio. 
L’allora presidente George W. Bush telefonò personalmente alla famiglia: la moglie Teresa, i figli Dale jr e Kerry (sulle orme paterne), le figlie Kelley e Taylor Nicole. Il Presidente della Nascar, Bill France, affranto, sentenziò: “Abbiamo perduto il più grande pilota della storia di questo sport”. Questo tanto per capire. Baffoni, atteggiamento da duro, perennemente con occhiali scuri o a specchio, Dale Earnhardt aveva 49 anni ed era di Kannapolis, North Carolina. Aveva vinto sette Nascar Winston Cup – solo l’altro mito Richard Petty gli era pari – e in 27 anni di carriera (esordio nel 1975, 76 vittorie, 676 gare disputate) è stato calcolato all’epoca che avesse guadagnato oltre 49 milioni di dollari. Un Re Mida della Nascar, un mito, una leggenda.

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