(5/2/2016) – Que viva Mexico: in principio furono i fratelli Rodrigues, Pedro e Ricardo, oggi tocca a Sergio Perez ed Esteban Gutierrez e per domani già si prenota Alfonso Celis Jr. In mezzo ci fu Hector Rebaque che oggi compie 60 anni. Buon compleanno, Feliz compleaños! Hector non è stato un pilota all’altezza dei nomi citati prima ma può dire di essere l’unico Costruttore di F1 del grande paese sudamericano. Potere dei dollari, certamente: di famiglia più che benestante, non gli mancavano. E infatti dopo il debutto senza acuti nel 1977 con una Hesketh, intanto pensò bene di mettersi in proprio. Fondò il Team Rebaque e comprò una Lotus 78 (un solo punto conquistato…) e l’anno successivo comprò un’altra Lotus, la fenomenale 79 (zero punti conquistati…). Frustrante, non c’è che dire. Ma aveva capito che il privilegio di ottenere gli pneumatici più performanti, e quindi la possibilità di ben figurare, toccava ai Costruttori.
Perché non tentare allora il tutto e per tutto? Con la supervisione della Penske, a metà campionato Rebaque fece modificare abbastanza radicalmente la macchina battezzata HR100. Non si modificarono però i risultati, se possibile ancora peggiori. Ebbe un ultima chance nel 1980, quando si accasò alla Brabham al posto di Zunino. Compagno di squadra era Nelson Piquet: un termine di paragone troppo grande, che divenne campione del mondo nell’81 mentre il buon Hector raccattava punti qua e là. Fine della storia. Nel 1982 riuscì a vincere, ma nella CART americana, a Elkhart Lake. Un brutto incidente in Michigan ne spense ogni residua velleità. Oggi Rebaque è un facoltoso signore con interessi nel mondo dell’architettura e dello sviluppo immobiliare ma segue la Formula 1, ha promozionato il ritorno del Gran Premio del Messico e apprezza la nouvelle vague mexicana. “Oggi – ha detto – ci sono le condizioni per avere di nuovo una squadra messicana in F1 ma occorre unire gli sforzi”. Forse lui ci sta.