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BRITISH DRIVERS, LA DIFFICILE EREDITA’ DI LEWIS HAMILTON

(26/2/2016)BRITISH DRIVERS AFTER HAMILTON. Lewis Hamilton si avvìa ad recitare anche in questa stagione il ruolo di protagonista. Il quarto titolo mondiale, come Prost, è senza dubbio un obiettivo…a portata di Mercedes. In ogni caso, grazie al pilota inglese la scuola britannica si sta riaffermando al più alto livello dopo i più recenti titoli mondiali che risalgono a Jenson Button (2009), Damon Hill (1996), Nigel Mansell (1992). Solo altri sei piloti hanno sventolato da campioni del mondo il vessillo dell’Union Jack: Hunt (1976), Stewart (’71 e ’73), Clark (’63 e ’65), Surtees (1964), Graham Hill (’62 e ’68) e Hawthorn (1958). Stirling Moss e Peter Collins hanno solo sfiorato l’affermazione massima ma sono leggende. Il problema è, a ben guardare, il dopo Hamilton: ci sono piloti britannici pronti a raccogliereil testimone? C’è spazio per loro?

PILOTI BRITANNICI TOWARDS F1 – La scalata alla Formula 1 non sembra profilarsi agevole per i suoi epigoni moderni né in passato per molti altri la “fortuna” è stata altrettanto benevola. Lewis fin da piccolo ebbe, oltre al talento, la perspicacia di “prenotarsi” un posto alla Mc Laren direttamente da patron Ron Dennis. Oggi questo sembra appartenere al mondo delle favole e ne sanno qualcosa Will Stevens, Max Chilton, Paul Di Resta, Anthony Davidson, Allan Mc Nish ultimi fuoriusciti dal Circus senza aver lasciato segno. Nel 2016 ci prova il campione GP2 Jolyion Palmer, rampollo dell’ex Johnatan, ritrovatosi quasi per caso al volante della Renault con la quale ha un’occasione d’oro per dare un seguito alla rinnovata supremazia britannica. Tanti auguri. Alle porte della massima formula premono poi Oliver Rowland,fresco campione World Series, e Alex Lynn, nel 2015 riserva Williams, entrambi quest’anno in GP2 come pure Jordan King. In GP3 c’è Jake Dennis, ma sarà dura per tutti. Si sono riciclati bene tra Formula E e WEC Sam Bird, James Calado, Nick Tandy, eccezionale vincitore a Le Mans.

Stephan South
PILOTI BRITANNICI LOST IN F1 – Insomma, nonostante l’appartenenza alla patria dei motori, nella quale un tempo si faceva di tutto per approdarvi  e diventare professionisti (vedi per esempio il nostro Giacomelli), sono davvero tanti i piloti indigeni che si sono persi (Adrian Quaiff-Hobbs, where is?) o che una volta in Formula 1 non hanno particolarmente brillato. Per molti di loro resta l’interrogativo sulle effettive qualità. Molti buoni acuti ma poca costanza da parte di Coulthard, Herbert, Warwick, Brundle. Effimeri Blundell, Dumfries, Bailey, Keegan. Vinsero tanto nelle formule cadette piloti tosti come Stephen South, Geoff Lees, Brian Henton ma le loro carriere si sono arenate troppo presto. 

Geoff Lees


La malasorte è stata invece spietata con talenti come Tony Brise, Tom Pryce, Mike Hailwood, Piers Courage. Da citare anche i piloti del ceppo irlandese che si sono distinti come Irvine e Watson o che hanno fatto da comprimari come Daly e Donnely. Dimentico certamente qualcuno ma il senso è chiaro: uno su mille ce la fa, anche se viene dalla terra dei baronetti del motore.


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JOYEUX ANNIVERSAIRE / JEAN TODT 70 ANNI, LUCI (E OMBRE) DI UN VINCENTE

(25/2/2016)Buon compleanno a Jean Todt, oggi 70 anni! Il rotondo anniversario del francese di Pierrefort è stato un po’ rovinato dalle ultime dichiarazioni di Bernie Ecclestone che addita l’attuale Presidente della FIA come l’affossatore della popolarità della Formula 1: Todt, sfortunatamente, è diventato un diplomatico, vuole che tutti siano felici, ma non funziona così. Sta facendo un ottimo lavoro sulla sicurezza stradale ma dovrebbe cedere la responsabilità relativa alla Formula Uno a qualche un altro e gliene parlerò”. Troveranno una soluzione (è subito nata l’idea delle qualifiche ad eliminazione progressiva) ma per il cosiddetto Napoleone oggi è un giorno di festa, sicuramente da trascorrere insieme alla signora malese Michelle Yoha con la quale fa coppia fissa da qualche tempo, e magari anche un momento di riflessione sul trionfale ma ispido cammino fin qui percorso. Figlio di un medico condotto, appassionato di auto fin da giovane, grande organizzatore, pignolo, testardo, astemio, amante di arte moderna, refrattario al confronto con i giornalisti, vincente: questo è Jean Todt. Ecco tre periodi della sua vita tutta dedicata all’auto, tanto da avere, in Francia, una via già intitolata a suo nome.

TODT E LE CORSE. Era Jim Clark il suo idolo da ragazzino. Dopo gli studi in Economia, Business e marketing alla Ecole des Cadres di Parigi, provò ad emulare le gesta dello scozzese nei rally ma con scarso successo. Non esitò, allora, a prendere posto al fianco del pilota. E divenne fidato navigatore di 18 campioni del volante, da Nicolas a Mikkola, a Frequelin. Esaurita con grande successo la vena agonistica puntò decisamente verso il ruolo oggi definito di Team Principal approdando, via Talbot, alla Direzione della Gestione Sportiva della Peugeot. Felice connubio: due mondiali rally, quattro Parigi-Dakar, due 24 Ore di Le Mans, una Pikes Peak, campionati Sport Prototipi. Tra metà anni ’80 e inizio anni ’90, Todt divenne un personaggio di spicco del motorsport.
TODT E LA FERRARI. Il Cavallino era nella testa di Todt. Nel 1985 diede alle stampe la sua autobiografia e indovinate a chi ebbe “l’ardire” di chiederne la prefazione? A Enzo Ferrari. Che accettò! Fu proprio Bernie Ecclestone, nel 1992, a suggerire quel francese risoluto all’allora Presidente Montezemolo che cercava di mettere ordine alla scombinata GES di allora. Ricorda: “Si presentò al primo incontro a Bologna a bordo di una Mercedes. Cominciamo bene, pensai! Ma mi piacque: mi aveva dato l’impressione di un uomo solido, competente, con i piedi per terra”. Volle onorare il contratto con la Peugeot e vincere l’ultima 24 Ore di Le Mans, poi dal 1° luglio 1993 cominciò la sua ricca avventura a Maranello, quella stagione con Berger e Alesi, dove il titolo mancava da 14 anni. Primi anni difficili, il resto è storia: 6 titoli piloti (5 con l’amatissimo Schumacher e 1 con Raikkonen) e 8 Costruttori; 98 vittorie in totale. Per riuscirci: dedizione totale alla causa, attenzione maniacale al particolare (arrivò a far serigrafare sulla carrozzeria l’emblema dello sponsor principale per risparmiare peso), sapiente costruzione del magic team. 
Viveva in un casolare a Colombaro, ai piedi dell’Appennino modenese, dove rincasava sempre molto tardi. Non si contano i pranzi e le cene al Montana di Fiorano al mitico ristorante Il Cavallino, appartato a confabulare con Montezemolo (ma quanti panini in ufficio, anche). Qualche appunto? Fu criticato, nel 1999 a Silverstone, per aver abbandonato il muretto e quindi l’altro pilota Irvine, dopo l’incidente di Schumacher. Sempre quell’anno offrì le sue dimissioni dopo la vicenda dei deflettori irregolari scoperti in prima istanza a Sepang. “Qualcuno ha fatto la spia”, affermò incautamente. Nel 2002 a Zeltweg l’ordine a Barrichello di cedere la vittoria a Schumacher fu indigeribile. Dal 2000 la striscia vincente che gli valse, nel 2004, la nomina a Direttore Generale della Ferrari e, nel 2006, di Amministratore Delegato. Vinto tutto, ritirato Schumi, nel marzo del 2008, improvvisamente, disse stop. Il ciclo si era chiuso, gli successe Stefano Domenicali. “Todt resterà per sempre nella storia della Ferrari”, fu il giusto commiato di Montezemolo.

TODT E LA FIA. Dopo gli anni ferraristi non poteva, e lo disse chiaro,….

accettare un’altra sfida sulle piste. Quell’epoca si era chiusa per sempre. Un po’ a sorpresa, proprio per il legame fortissimo con Maranello,  nell’ottobre del 2009 fu nominato Presidente della FIA, incarico rinnovato nel 2013. Fortissimo è il suo impegno sul tema della sicurezza stradale, per cui è inviato speciale dell’ONU. Obiettivo ribadito anche al Papa nel corso del recente incontro in Vaticano ma inviso al solito Ecclestone. Ha fatto bene? Male? Non mancano né i detrattori, né i complimenti. Ora sta ridisegnando la “filiera” per arrivare alla F1. E’ nata la Formula 4, è tornata la F3 europea a scapito dei campionati nazionali, sta per tornare la Formula 2. La massima formula ha invece introdotto la propulsione ibrida e gli standard di sicurezza sono al massimo (dal 2017 verrà introdotto anche il cupolino a protezione della testa dei piloti), ma effettivamente lo spettacolo latita e la lotta sembra riservata a Mercedes e Ferrari. Entro il 30 aprile dovranno essere raccolte le proposte per la nuova F1, iniziativa quanto mai necessaria.  
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DOMENICALI COME FORGHIERI: ALLA LAMBORGHINI! F1 COMPRESA?

(23/2/2016) – Dal 15 marzo prossimo Stefano Domenicali assumerà l’incarico di Presidente e Amministratore Delegato di Automobili Lamborghini. Stephan Winkelmann lascia la guida della Casa di Sant’Agata Bolognese per divenire invece AD di quattro GmbH, il ramo sportivo di AUDI AG. Quasi trent’anni dopo l’ingegnere Forghieri, era il 1987, ecco dunque un altro ferrarista doc che varca i cancelli del Toro. E con i più alti gradi! Per il cinquantenne ex DS Ferrari, già Responsabile della Commissione Monoposto della FIA, si chiude così nel migliore dei modi il nuovo cerchio professionale dopo la traumatica chiusura del rapporto con Maranello nel bel mezzo della drammatica stagione sportiva 2014. E se quando passò all’Audi tutti immaginarono un suo coinvolgimento nella pianificazione dello sbarco della Casa di Ingolstadt in Formula 1, ora è naturale pensare a uno stesso ruolo data la vocazione sportiva del marchio.  
Sarà lui, intanto, a fare gli onori di casa per gli eventi che segneranno il prossimo Centenario della nascita del fondatore Ferruccio Lamborghini (28 aprile). “Raccolgo con grande entusiasmo – dice – questa importante eredità, con l’impegno di dare continuità ai successi ottenuti da Lamborghini sotto la guida del mio predecessore, Stephan Winkelmann”. Il tedesco di Roma infatti lascia numeri pesanti: dal 2004 al 2015 le vendite sono raddoppiate e il fatturato è aumentato di oltre tre volte; recente è l’annuncio della produzione dal 2018 del SUV Urus, in grado di proiettare la Casa verso nuovi orizzonti. Anche il settore Motorsport, capitanato da Giorgio Sanna, ha assunto nuovo vigore grazie al campionato monomarca Lamborghini Blancpain Super Trofeo, il campionato GT3 e i corsi di guida di Accademia ed Esperienza. La domanda è: si vorrà fare di più? Sarà Lamborghini il marchio con il quale finalmente del Gruppo Volkswagen sbarcherà in Formula 1? Le competenze ora ci sono tutte.
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ECCO IL PRIMO SUV MASERATI: LEVANTE. Le foto

(22/2/2016) – Del SUV Maserati se ne parla da anni maproiezioni e concept vari lasciano ora e finalmente spazio alla realtà. Ecco in anteprima le prime foto delle forme esterne del Levante, il primo SUV nella storia ultracentenaria della Casa del Tridente. Vi piace? Va a completare la ricca offerta composta dai modelli Quattroporte, Ghibli, GranTurismo e GranCabrio. Maserati Levante, dotato di propulsori benzina e diesel, tutti Euro6, viene prodotto presso l’impianto torinese di Mirafiori; la commercializzazione, in Europa, è prevista a partire dalla prossima primavera e a seguire nel resto del mondo.
Design e caratteristiche tecniche sono destinate a lasciare il segno nei possibili acquirenti. Il frontale aggressivo, introduce affilati proiettori scomposti in due elementi, con il gruppo fari superiore collegato alla calandra. Sulla fiancata sono ben visibili gli stilemi del Tridente: le tre iconiche uscite aria sul parafango anteriore, il montante C trapezoidale con il logo “saetta” e l’ampia vetratura a giorno. Al posteriore spicca il lunotto molto inclinato e dalla forma rastremata, elementi tipici di una vettura sportiva e ad alte prestazioni.
A livello tecnico il telaio del Levante è stato concepito per abbinare: alte performance stradali, tipiche di ogni Maserati, dinamica di guida anche su fondi a scarsissima aderenza e un ottimale livello di prestazioni e comfort in fuori strada. Viene infine rimarcato un assoluto punto di forza del nuovo SUV Maserati riguarda i contenuti standard di cui tutte le versioni sono dotate: sofisticate sospensioni elettroniche a smorzamento controllato con molle ad aria regolabili su più livelli, sistema a trazione integrale intelligente “Q4” e cambio automatico a 8 velocità con tarature specifiche sviluppate per il nuovo SUV del Tridente. Appuntamento visivo a Ginevra.

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SI CHIAMA SF 16-H, LA NUOVA FERRARI F1. Le prime foto

(19/2/2016) – Finalmente svelata la nuova Ferrari che, come da “diktat” del presidente Marchionne, dovrà contendere fin da Melbourne il titolo mondiale alle Mercedes. Una splendida giornata di sole ha fatto da riflettore a Maranello per la presentazione dell’attesa nuova monoposto battezzata SF 16-H, dove la lettera sta per Hybrid. Muso stile Williams, posteriore finalmente rastremato, sospensioni anteriori ora non più pull-rod ma push-rod e tanti componenti interni riallocati, oltre a numerose e innovative soluzioni tecniche che la squadra tecnica di Allison ha certamente introdotto e che saranno chiare più in là. In più, come anticipato, è tornato il colore bianco sulla carrozzeria, tutto intorno al cockpit e sulla presa d’aria del motore, come sulla T del 1975. Presenti alla diretta streaming Maurizio Arrivabene e i piloti Vettel e Raikkonen, tutti ansiosi di misurare subito in pista i progressi ottenuti al banco. La macchina è già in partenza per Barcellona dove da lunedì mattina sono in programma i primi test collettivi della stagione 2016. Auguri, Ferrari!


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ANNIVERSARY / 18 FEBBRAIO 2001. MORTE DI DALE EARNHARDT, THE INTIMIDATOR DELLA NASCAR

(18/2/2016) DALE EARNHARDT DEATH, 15 YEARS AGO. Mancava solo un giro alla conclusione della 500 Daytona Nascar del 18 febbraio 2001e Dale Earnhardt, detto The Intimidator, l’Ayrton Senna della categoria, dopo aver condotto a lungo, difendeva la terza piazza. All’improvviso, l’incidente fatale con la sua Chevrolet Montecarlo V8 nera numero 3 da 725 cavalli centrata dalla vettura lanciata di Ken Schrader e il crash con il muretto, a circa 280 chilometri orari. Così, 15 anni fa, la morte di uno degli sportivi più vincenti, amati e celebri degli Stati Uniti. La notizia del suo decesso produsse la stessa costernazione procurata dalla morte, che dire, di Elvis Presley. Frattura della base cranica: Dale non indossava il collare Hans, non obbligatorio. 
L’allora presidente George W. Bush telefonò personalmente alla famiglia: la moglie Teresa, i figli Dale jr e Kerry (sulle orme paterne), le figlie Kelley e Taylor Nicole. Il Presidente della Nascar, Bill France, affranto, sentenziò: “Abbiamo perduto il più grande pilota della storia di questo sport”. Questo tanto per capire. Baffoni, atteggiamento da duro, perennemente con occhiali scuri o a specchio, Dale Earnhardt aveva 49 anni ed era di Kannapolis, North Carolina. Aveva vinto sette Nascar Winston Cup – solo l’altro mito Richard Petty gli era pari – e in 27 anni di carriera (esordio nel 1975, 76 vittorie, 676 gare disputate) è stato calcolato all’epoca che avesse guadagnato oltre 49 milioni di dollari. Un Re Mida della Nascar, un mito, una leggenda.
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BUON COMPLEANNO / TAMARA VIDALI 50 ANNI, DONNA VELOCITA’

(18/2/2016)Tamara Vidali condivide la data di nascita niente meno che con Enzo Ferrari e, diciamo nel suo piccolo, è stata una protagonista nel mondo dei motori. Oggi è il compleanno dei 50 anni, auguri a questa donna pilota certamente tra le più veloci, che nel periodo 1992/1997, con un’appendice finale negli anni 2005/2006, ha dato sfoggio delle sue qualità sulle piste di mezzo mondo. Veneta di Motta di Livenza, oggi è lontana dalle corse – si è prima data alla politica divenendo consigliere comunale del Comune di Chiarano e ora è architetto nel campo dei restauri storici nella sua città – ma non dimentica e non viene dimenticata (l’anno scorso era presente al Salone Auto e moto d’epoca di Padova).  Alfa Romeo e soprattutto Audi (per la Casa degli anelli anche in coppia con Dindo Capello) sono state le “sue” auto, con le quali si è davvero divertita e ha lasciato dietro parecchi “maschietti”! Il curriculum? Prima nel Campionato Italiano Turismo 1992 (Alfa), vice campione Superstars nel 2006 (Audi) e poi tanti chilometri ben guidati nel Superturismo Italiano (‘93/’94), nel CIVT  e  nel Turismo tedesco (’95/’96), nel Turismo spagnolo (’96), ancora in Germania (‘96/’97), una puntata agli antipodi per il Bathurst Super Touring Races. 
Pausa e poi di nuovo in gara: nel Ferrari Challenge – Trofeo Pirelli (2005) in coppia con Maria De Villota, nella Russian Touring Cup (2006) e nel Superstars italiano, che come detto l’ha vista arrivare sul secondo gradino finale del podio. Brava davvero, anche perché agli albori della carriera superò con coraggio il trauma dello spettacolare incidente alla curva Villeneuve a Imola nel 1993 con tanto di botto pauroso e principio di incendio prontamente domato dai commissari che evitarono così conseguenze serie (https://www.youtube.com/watch?v=YmeVU688maQ).
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BUON COMPLEANNO / ROSSI 37 ANNI, UN FUTURO ROSSO FERRARI (O ALFA ROMEO)

Gli auguri di Uccio su twitter
(16/2/2016) – Oggi è il compleanno di Valentino Rossi, che compie 37 anni, ma è certo che, subito dopo gli auguri, a Phillip Island dove si trova per i secondi test collettivi della MotoGp, ci sarà solo una domanda: cosa farà nel 2017? Un anno tinto di rosso Ferrari? O Alfa Romeo? Andiamo con ordine. Il campione di Tavullia, quest’anno in scadenza di contratto, ha già risposto di recente: “Dopo le prime cinque/sei gare deciderò. Se continuo sarà per altre due stagioni”. Cioè fino a 39 anni? Non impossibile, ma improbabile, anche per un eterno Peter Pan come lui. Ma teniamo fede alle sue parole: se dopo la prima manciata di gare, Rossi si renderà conto di non poter lottare per il titolo, l’agognata “decima”, solo allora comincerà a pensare alle alternative. Che, statene sicuri, non mancheranno.
Rossi su Ferrari – Mugello 2008
ROSSI – FERRARI. E’ un binomio da sogno. Soprattutto per gli strateghi del marketing e per lo sponsor tabaccaio. Il Presidente Ferrari Marchionne punta moltissimo sul marketing e stravede per Valentino. Non per niente ha sponsorizzato la sua Yamaha – anche qui, che trovata! – prima con il marchio Fiat (2007) e ora con quello Abarth. Ritorno assicurato. Rossi vuole correre con le auto, l’ha sempre detto. E ha rivelato di essere stato vicinissimo al passaggio in Formula 1 con la Ferrari nel 2006, quando effettuò dei test per la verità non proprio esaltanti a Valencia. Poi desistette e se ne riparlò dopo nuovi test al Mugello nel 2008, anche in questa occasione senza esito. Ecclestone sintetizzò la situazione mirabilmente: “Ha fatto bene: nella moto era al top come valore e guadagni, da noi doveva ricominciare tutto da capo”. Estremamente scettico fu allora Franco Gozzi che, da me interpellato sulla reale fattibilità dell’operazione, così rispose: “Rossi ha effettuato i test e fatto parlare molto, esaurendo così il suo compito…”. Vabbè, opinioni. In Ferrari ora è difficile ma attenzione agli scenari in cambiamento: Marchionne sta pensando, e lo ha dichiarato, al rilancio nelle corse sia di Alfa Romeo (addirittura in F1) che di Maserati. Quale migliore occasione per mettere al volante una celebrità (tra l’altro un italiano su un’italiana, finalmente) capace comunque di non sfigurare e di coagulare enorme entusiasmo? Fanta-motori? Meno di quello che si può pensare. Papà Graziano Rossi ha già detto di vedere bene l’amato figlio alla 24 Ore di Le Mans… (e Marchionne ha detto di vedere bene la Maserati per questa gara leggendaria!). Insomma, c’è carne da cuocere.
ROSSI – RALLY. Il grande amore di Vale Rossi sono i rally e Marchionne e il Gruppo FCA dovranno essere rapidi nel fargli una proposta se non vorranno farselo sfuggire. Sì perché, altre Case hanno già avuto a che fare con il campione delle due ruote e sono all’erta. Rossi ha corso gare del mondiale rally con una Peugeot 206 (2002), una Subaru Impreza (2006) e una Ford Focus RS (2008). Su vetture Ford, inoltre, ha spopolato al Monza Rally Show. Difficile che non gli giunga una proposta da una di queste o altre Case. Ma i rallies sono una brutta bestia: sia lui, nelle prove citate, che altri campioni delle quattro ruote come Raikkonen e attualmente Kubica hanno faticato ad imporsi. Ci vuole tempo, forse troppo tempo. Magari, allora, una Dakar? E’ sempre papà Graziano che lo dice. Tutte possibilità.

ROSSI – VR46. Ma la Dorna vorrà farsi sfuggire così facilmente il campione e il personaggio che secondo recenti stime movimenta circa 100 milioni a stagione? Ovviamente…


tenteranno di tutto, pur di trattenerlo. Ma se Rossi deciderà comunque di appendere il casco al chiodo – magari per fare un dispetto agli spagnoli…che allora per ravvivare l’ambiente potrebbero spingere Lorenzo alla Ducati, sempre che non torni la voglia a Stoner (che groviglio!!!) – non significherà che sparirà dal paddock. Per lui sono sicuramente pronti contratti da opinionista televisivo, ma non bisogna dimenticare il suo Sky Racing Team VR46. La nuova dimensione a tempo pieno potrebbe essere quella di Team Principal con il sogno e la soddisfazione di allevare e lanciare fino in MotoGp l’erede, il nuovo Rossi. La società VR46 ha già sotto contratto diversi piloti e tra l’altro cura, con ottimi risultati, il merchandising di altri molto titolati (anche se è appena finito il rapporto con Marquez). Insomma, Rossi ha da vivere, senza dimenticare la “gara” forse più difficile: mettere al mondo un figlio e diventare padre. Linda Morselli c’è (per parafrasare Meda).

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TERRE DI CANOSSA 2016, IL MEGLIO E’…REGOLARE !

René Photo
(16/2/2016) – Tra due mesi, dal 14 al 17 aprile, parte la sesta edizione dell’International Classic Car Challenge “Terre di Canossa”: max cento vetture in un mix, scusate il gioco di parole, di sport, passione, paesaggi, cultura e serate all’insegna del buon vivere. La gara si svolgerà su un percorso di circa 650 km tra Emilia, Liguria e Toscana e prevede ben 80 impegnative prove a cronometro; prevista anche una prova di media, con un premio speciale, separato dalla classifica principale. E ci sono novità! Intanto l’edizione 2016 è in particolare dedicata al 70° Anniversario della Repubblica Italiana e al 970° Anniversario della nascita di Matilde di Canossa, Regina d’Italia nel XII Secolo e “madrina dell’evento”. Quest’anno, poi, la partenza avverrà per la prima volta da Parma, il 15 aprile, con tanto di serata di Gala firmata dallo chef stellato Massimo Spigaroli e da un concerto esclusivo di musiche verdiane. Quindi, via verso l’Autodromo di Varano de’ Melegari, Borgotaro “capitale” del fungo porcino e, attraverso il Passo di Cento Croci, al Golfo della Spezia. Dopo una sosta ristoratrice all’Arsenale della Marina Militare, il percorso si svolgerà lungo tutta la costa della Provincia di La Spezia, attraverso le Cinque Terre per terminare con un piacevole aperitivo al cospetto del Castello di Lerici e con la cena Bocca di Magra al noto ristorante Capannina da Ciccio. Il sabato si arriverà in Toscana: passaggio nel centro di Pisa, sfilata sulle antiche mura di Lucca, arrivo di tappa davanti al Duomo di Pietrasanta. In serata, Beach Party con musica dal vivo sulla spiaggia del Bambaissa, per una notte indimenticabile. Domenica 17 infine i partecipanti sfideranno le impegnative strade delle Alpi Apuane e i tornanti del Passo delle Radici, per giungere a pranzo al Castello di Montefiorino, quindi all’arrivo finale in Piazza del Duomo a Reggio Emilia, dove l’evocativa Sala del Tricolore ospiterà come da tradizione le premiazioni.Confermate per questa sesta edizione alcune delle proposte più gradite delle edizioni passate:

il Trofeo Eberhard & Co., main sponsor dell’evento, che segnerà il tempo dell’evento e metterà come sempre in palio alcuni splendidi orologi, la “Pre-War Cup” dedicata alle auto anteguerra, il Trofeo Tricolore, riservato ai piloti non “professionisti”, e anche il consueto “omaggio” alla Marina Militare che ha l’obiettivo di presentare, soprattutto ai tanti equipaggi stranieri, le più interessanti eccellenze del nostro Paese.

Terre di Canossa è ormai riconosciuto come un evento di riferimento tra le grandi gare di regolarità nel mondo”, afferma Luigi Orlandini, presidente della Scuderia Tricolore, “Il nostro obiettivo è offrire a chi partecipa una gara impegnativa sul piano tecnico, ma allo stesso tempo anche un’esperienza memorabile, capace di regalare emozioni anche nei momenti conviviali, studiando al meglio l’equilibrio tra i tempi della gara e quelli del relax. Ovviamente tutto questo è possibile grazie all’entusiasmo degli equipaggi, a un team unico e al coinvolgimento di partner d’eccellenza, ingredienti che ogni anno rendono speciale il Terre di Canossa”. Terre di Canossa si conferma inoltre il primo e l’unico evento del settore a porre grande attenzione al rispetto per l’ambiente. L’organizzazione ha infatti volontariamente adottato il protocollo CarbonZero, tramite il quale vengono adottate misure eco-responsabili e di azzeramento totale delle emissioni di CO2 grazie alla piantumazione di alberi in territorio Italiano. 
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RED BULL TAG HEUER: STORIA, RACING E TOP MARKETING

(12/2/2016)Red Bull e Tag Heuer:  la nuova collaborazione è da “copertina”, in ogni caso. Tag Heuer  ha scelto di avviare questa partnership con il Team di Milton Keynes – come noto “marchierà” col proprio nome il motore Renault – in quanto, spiegano, folgorati “dall’approccio poco ortodosso a questo sport e perfettamente in linea con nuova strategia di marketing del marchio di orologi svizzero”. E allora che marketing, sia, intanto!
RED BULL –Red Bull presenterà il 17 febbraio alle ore 16.00 la sua nuova livrea in una location ancora top secret di Londra e invita i fans a partecipare al primo atto della stagione. Come? Semplice: utilizzando l’hashtag #FasterTogether per inviare “la migliore, più creativa ed emotiva” chiamata a raccolta! Insomma occorre dare sfogo alla propria passione, anche con un video, anche via mail all’indirizzo social@redbullracing.com, senza dimenticare l’hashtagh #FasterTogether.Termine ultimo è sabato 13 febbraio alle 03:00 (GMT): saranno scelti due fortunati vincitori – che potranno portare un ospite –  destinati a vivere una giornata indimenticabile con tutti i protagonisti del Team, fino all’after party. Ma attenzione, i meno fortunati hanno un’altra chance. Lo sponsor Puma organizza “un evento-sorella” presso il loro negozio in Carnaby Street, sempre a Londra, sempre mercoledì 17 febbraio. Entrate e lì un altro paio di fortunati saranno invitati a partecipare ad un incontro di saluto con David Coulthard!
TAG HEUER – Nel proprio stand allestito al prossimo Salone di Ginevra (3-13 marzo) farà subito bella mostra la nuova Red Rull Racing RB12. Per gli svizzeri sarà l’occasione per rimarcare il loro storico legame con il mondo delle corse automobilistiche. Il 2 marzo (press day) sarà presente, quale special guest, l’ambasciatore del marchio nonché attore e pilota Patrick Dempsey, insieme Jack Heuer, Presidente onorario di TAG Heuer, e Maurice Turrettini, presidente del Salone. In esposizione ci saranno la Porsche 911 RSR con la quale Dempsey si è classificato secondo alla 24 Ore di Le Mans 2015 nella classe LM GTE-Am e vincitrice a Suzuka, la March 701 che Porsche mise a disposizione del compianto Jo Siffert per la stagione 1970 pur di bloccare l’accordo con la Ferrari, una Formula E e infine una Abarth 595 Competizione by Tag Heuer, sviluppata da Garage Italia Customs di Lapo Elkann e prodotta in soli 30 esemplari. 
Lo stand sarà caratterizzato, tra l’altro, da 5 simulatori di corsa e un circuito in miniatura con le auto elettriche; sarà inoltre disponibile la riedizione del leggendario orologio Monaco, con il suo famoso quadrante blu piazza con una corona a sinistra, il cui originale è stato indossato da Steve McQueen, leggendaria “icona” del marchio insieme ad Ayrton Senna, durante le riprese del film Le Mans nel 1971.