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HAPPY BIRTHDAY / JJ LEHTO DOMANI 50 ANNI: UN’ALTRA “VITTIMA” DEL 1994 NERO

Lehto terzo a Imola 1991
(30/1/2016) – Dopo Keke Rosberg, in anticipo su Hakkinen e molto prima di Raikkonen, doveva essere il momento di un altro finlandese volante: Jyrki Juhani Järvilehto, da Espoo, meglio noto come JJ Lehto, che domani 31 gennaio arriva al compleanno numero 50. Ma Lehto, almeno per quanto riguarda la Formula 1, è stato un’altra “vittima” di quel disgraziatissimo anno 1994. Ingaggiato da Briatore al fianco di Schumacher alla Benetton, prima si spezzò il collo in un bruttissimo incidente durante dei test pre-campionato a Silverstone e poi, lo ricordiamo tutti, fu coinvolto nel violento tamponamento da parte di Pedro Lamy alla partenza proprio del Gran Premio di San Marino 1994, il primo maggio. Ne uscì incolume ma ulteriormente scosso. Da lì la safety car e poi l’incidente di Senna. Traumatizzato fisicamente e psicologicamente, anche per la morte dell’amico Ratzenberger il giorno prima, nonché poco a suo agio nel team e con la macchina, a fine stagione staccò la spina per sempre con la Formula 1. Rosberg, Briatore e tutti gli estimatori, compresa la Ferrari che gli offrì un ruolo di collaudatore nel 1989 – senza dimenticare i buoni risultati con la Sauber-Ilmor nel 1993 e un bel terzo posto con la Dallara-Judd della Scuderia Italia a Imola nel 1991 – non avevano sbagliato. Il talento di Lehto, già vincente con i kart, in F. Ford, F.2000, F3 inglese, si espresse compiutamente con le ruote coperte e al più alto livello: vincitore due volte della 24 Ore di Le Mans, nel 1995 su Mc Laren F1 GTR e nel 2005 su Audi,  e della 12 Ore di Sebring nel 199 su Bmw. Pilota sempre competitivo nel Turismo Tedesco e nell’ALMS in coppia con Johnny Herbert. No, quel 1994 non ha portato fortuna all’ennesimo finlandese con la velocità nel DNA. 
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L’ULTIMA NOTTE DI SENNA. Dopo il libro, a Monza una mostra dedicata

(29/1/2016) NEW EXHIBITION DEDICATED TO SENNAAyrton Senna non si dimentica e, dopo il Tributo del 2014 a Imola, a 20 anni dalla morte, è ora Monza (Museo della velocità) ad ospitare una nuova iniziativa dedicata al pilota brasiliano: una mostra dal titolo “Ayrton Senna. L’ultima notte”. Si terrà dal 17 febbraio al 24 luglio 2016 (conferenza stampa di presentazione il 16 febbraio) e l’idea nasce dal libro scritto dal giornalista Giorgio Terruzzi intitolatoSuite 200. L’ultima notte di Ayrton Senna (editore 66th and 2nd, collana “Vite inattese”), pubblicato nel 2014 in occasione del 20° anniversario della scomparsa del paulista. Si tratta di un vero romanzo, scritto con molto trasporto, in cui emergono gli ultimi momenti della vita, i pensieri e le riflessioni del grande pilota fino all’ultima notte, trascorsa nell’ormai celebre “Suite 200” dell’Hotel Castello a Castel San Pietro, alle porte di Imola. Un ritratto inedito di una persona particolarmente sensibile, la cui scomparsa ha lasciato un vuoto che ancora oggi pare incolmabile. Ma non è tutto: l’evento sarà arricchito da una selezione di circa cento fotografie di Ercole Colombo – uno dei più grandi fotografi della F1 – per raccontare la carriera sportiva, ma anche gli aspetti più intimi del campione attraverso un percorso espositivo che va dagli inizi con il kart (ci sarà il kart originale del 1982con cui esordì), il debutto in Formula 1, le vittorie e le sconfitte storiche, gli amici colleghi e i piloti rivali, il conflittuale rapporto con Alain Prost, gli amori, la fede, le dinamiche famigliari e le sue ultime, drammatiche ore in pista. La mostra, a cura di Giorgio Terruzzi e di Ercole Colombo, è ideata, prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con l’Autodromo Nazionale Monza e con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza. Orari: da mercoledì a venerdì: 10.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00; Sabato e domenica: 10.00 – 19.00; Lunedì e martedì chiuso. Biglietti: Intero: 7,00 euro; Ridotto: 5,00 euro.
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24 ORE DAYTONA: I FERRARISSIMI

(28/1/2016) – Che parterre di piloti della Ferrari per la 24 Ore di Daytona 2016, in programma il 30 gennaio prossimo! Nella classe GTLM (GT-Le Mans) i Team clienti del Cavallino, con la esordiente 488 GTE a motore turbo, sono schierati con grandi prospettive. Nella classica americana debutta il team russo SMP Racing, dominatore della stagione 2015 nella classe GTE-Am del WEC con la 24 Ore di Le Mans e il titolo team  piloti. Ci saranno Andrea Bertolini (alla quarta Daytona) e Viktor Shaytar all’esordio assoluto più la novità Gianmaria “Gimmi” Bruni (anche lui al poker di Daytona) e James Calado, invece deb in Florida. Si tratta della nuova coppia da battere nel WEC a partire dal 12 aprile, giorno in cui condivideranno la 488 GTE del team AF Corse.
Il Team Risi Competizione è impegnato da anni nelle gare americane con le vetture del Cavallino. La 488 del team con sede in Texas sarà portata in pista da un parterre di piloti di grande spessore: Olivier Beretta (all’ottava partecipazione, ha vinto l’edizione 2000 con una Chrysler Viper del Team Oreca), Giancarlo Fisichella, Davide Rigon e Tony Vilander. Fisichella e Rigon sono rispettivamente alla quinta e alla terza partecipazione alla gara, mentre a chiudere il quartetto è il finlandese Vilander, quinto nel 2012 con questo stesso team, fino allo scorso anno compagno di Gianmaria “Gimmi” Bruni nel WEC ma anche già sei volte insieme a Fisichella alla 24 ore di Le Mans vinta due volte nel 2012 e 2014.
Da sx, Calado e Bruni
Per la Scuderia Corsa, che gioca in casa essendo californiana, ci saranno due americani e due europei: il brasiliano Daniel Serra, il messicano Memo Rojas (prima volta con la Rossa, tre volte vincitore a Daytona, 2008, 2009 e 2013 al volante di una Riley), il francese Alexandre Premat (ex Midland F1 nel 2006) e l’italiano Alessandro Pier Guidi (vittorioso nel 2014 in classe GTD al volante della 458 Italia del team Level 5 Motorsport). Ricordo che Olivier Beretta e Andrea Bertolini. Fisichella e Vilander disputeranno tutta la stagione dell’IMSA United SportsCar Championship con un unico obiettivo: la conquista del titolo nella classe GT-Le Mans. Con l’ingaggio di Sam Bird diventano otto i piloti ufficiali GT della Ferrari.
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BIENVENUE RENAULT, GOOD BY LOTUS. La storia della 56 B a turbina

(27/1/2016) – Bentornata Renault, fine della storia Lotus in F1. A giorni, la Regie convocherà l’annunciato incontro di febbraio a Parigi per chiarire ogni aspetto del suo ritorno in veste di costruttore. Al momento è stato nominato un nuovo CdA con Jerome Stoll Presidente e Cyril Abiteboul AD e si sa che tornerà predominante il colore giallo. Di contro, questo significherà la sparizione della nera Lotus che va a far compagnia a Brabham, Tyrrell, Ligier, BRM e altre blasonate squadre di tempi gloriosi oggi in sonno. Certo, attualmente si trattava di realtà ben differente dalla creatura plasmata e resa celebre (e pluri-vittoriosa) dall’ex pilota RAF Colin Chapman. Come si ricorderà, a fine 2009 la Renault stessa cedette il 75% del Team alla Genii Capital di Gerard Lopez che per il campionato 2011 si avvalse della sponsorizzazione della malese Lotus Cars assumendo la denominazione di Lotus Renault GP. La citazione della Casa francese evaporò definitivamente dal 2012 come pure lo sponsor che però concesse l’uso del nome Lotus. A ingarbugliare le acque ci pensò Tony Fernandes che nel 2010 fece debuttare il proprio team prima battezzato Lotus Racing (anche qui autorizzato da Lotus Cars) e poi Team Lotus, con successive diatribe legali e infine la trasformazione in Catheram. 
Tra i tanti gioielli Lotus, 45 anni fa fece il suo debutto anche uno degli “azzardi” di Chapman: la 56 B a Turbina (Pratt & Whitney). Una monoposto innovativa (troppo?) ideata per Indianapolis 1968 con l’apporto del mitico Andy Granatelli, patron STP. Doveva essere il nuovo asso nella manica di Clark che però perì ad aprile e stessa sorte toccò, un mese dopo, al povero Mike Spence proprio mentre la provava. Sul catino americano scesero allora Graham Hill, Leonard (pole) e Pollard ma la scarsa affidabilità troncò ogni pur evidente potenzialità. 
Il progetto venne però ripreso per la F1, con ingenti investimenti, nel 1971. Solo tre gare, per la verità, con Emerson Fittipaldi che ancora recrimina per la perdita di tempo e risorse che gli fecero sfumare la possibilità di competere per il titolo. Al GP d’Olanda l’occasione più ghiotta del “colpaccio”: sotto la pioggia il giovane australiano Dave Walker era nettamente avvantaggiato dalla trazione integrale e dagli speciali pneumatici Firestone ma finì fuori pista e fu licenziato in tronco, tra gli improperi di Chapman. Al GP di Gran Bretagna ci provò Reine Wisell e a Monza lo stesso Fittipaldi, però solo ottavo. Il brasiliano la portò al secondo posto in una gara di F5000 a Hockenheim che però fu il suo canto del cigno. Tecnologicamente avanzata, dalle linee innovative e penetranti ma pesante nonostante il telaio in leghe leggere e soprattutto di complicata guidabilità, il progetto venne abbandonato. Con la performante 72D, l’anno dopo Emerson divenne il più giovane campione del mondo.

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HAPPY BIRTHDAY / CECOTTO 60 ANNI, AGOSTINI, SENNA E SCHUMACHER SULLA SUA STRADA

Cecotto oggi con il figlio johnatan
(25/1/2016) – Oggi compie 60 anni il venezuelano-italiano di Caracas Johnny Alberto Cecotto, papà friulano e nonni veneti: buon compleanno ad uno dei piloti di moto e di auto più telentuosi (e anche simpatici)! Ha avuto, nella sua carriera, molti eccellenti termini di paragone, e non ha mai sfigurato, ma anche molta sfortuna. Uomo Yamaha (si fa per dire, all’epoca era un ragazzino di 19 anni appena approdato in Europa), nel 1975 interruppe l’egemonia che durava da 7 anni del Re Giacomo Agostini e vinse il titolo nella 350. Si ripeterà nel 1978, ultimo ad affermarsi nella poderosa classe 750 (due tempi). Bei tempi, anche per l’allegra amicizia con Barry Sheene, ma Johnny aveva già pianificato di passare alle quattro ruote, come fece il papà, a suo tempo anch’egli buon pilota. Nel 1981 firmò infatti per la Minardi F2, coppia con Michele Albereto, ma il rapporto si esaurì dopo poche gare: secondo Cecotto, che concluse il campionato su una March-Bmw, l’italiano godeva dei favori del team. Appena l’anno seguente, fu lui a giocarsi il titolo sul filo di lana con Corrado Fabi e Thierry Boutsen: secondo per un punto. Erano maturi i tempi per la meta agognata: la F1. 
Cecotto a punti con la Theodore nel 1983
Nel 1983 eccolo dunque sulla Theodore di Teddy Yip, non proprio l’auto più competitiva del lotto, con la quale alla seconda gara a Long Beach colse un benaugurante sesto posto! Un bel segnale agli addetti ai lavori. Dopo la chiusura anticipata del Team a corto di capitali, seguì il passaggio via Bmw alla Toleman-Hart, compagno di squadra di un certo Ayrton Senna. Di quel 1984 che rivelò il brasiliano, Johnny ricorda con amarezza il diverso trattamento tecnico. Per esempio lui senza iniezione elettronica, ma soprattutto ricorda molto bene il terribile incidente (errore? guasto tecnico?) che durante le prove del Gp di Gran Bretagna a Brands Hatch pose fine ad ogni sua velleità. Pensare che in quel momento era in contatto con la Ferrari, sempre molto sensibile nei riguardi degli ex motociclisti, oltre a….

Williams, Mc Laren e Brabham. Fratture varie che ancora oggi, nelle giornate umide, fanno fare capolino a dolori vari. Ma non poteva finire così e con auto meno “pesanti” da condurre la sua classe tornò ad emergere: campione Superturismo italiano 1989, campione Superturismo  tedesco1993, 1994 e 1998 e campione V8 Star nel 2001 e 2002. Avrebbe potuto laurearsi campione 1990 anche nel prestigioso DTM ma Cecotto ricorda sempre di aver perso la chance a causa di un inopinato e mai perdonato tamponamento nell’ultima e decisiva gara a Hockenheim da parte di un arrembante tedeschino di nome Michael Schumacher! Oggi Cecotto segue i figli: Johnny Amadeus, che annunciato il ritiro ma prova ancora con le Endurance con il secondogenito Johnatan Alberto (la terza è July) reduce dalla F4 tedesca. Un Cecotto ancora in pista ci vuole!
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COPPA ABARTH CLASSICHE, LO SCORPIONE TORNA IN PISTA E SALITA

(22/1/2016) – Un evento veramente attraente per i cultori del motorismo doc: Abarth organizza la prima edizione della Coppa Abarth Classiche, campionato di automobilismo sportivo riservato ai modelli storici da competizione Abarth e Fiat Abarth. Un passo quasi obbligato dopo l’ inaugurazione delle Officine Abarth Classiche, lo scorso novembre. Nella sua prima stagione, la serie si articola su 4 appuntamenti agonistici nell’ambito del calendario Aci Sport, che permetteranno dunque a tutte le Abarth storiche di tornare a lottare in pista e in salita in un campionato ad esse dedicato. Da segnalare anche un montepremi specifico e inoltre una serie di iniziative collaterali durante gli eventi agonistici. I modelli che possono essere utilizzati sono tutti quelli prodotti sia nel periodo di Carlo Abarth sia in quello successivo, dalle bicilindriche Fiat Abarth 595 e 695 nelle varie versioni (Esseesse, Assetto Corsa, ecc…), alle Sport prototipo con cilindrata massima di 2000 cm3, alle monoposto Formula Abarth e Italia, comprese le berlinette, le Turismo e le Gran Turismo. Ai fini della classifica le vetture saranno suddivise per categorie e dovranno rispondere alle specifiche tecniche previste dai regolamenti FIA. I possessori delle Abarth storiche da competizione potranno inoltre usufruire delle Officine Abarth Classiche per tutte le necessità inerenti sia la certificazione sia il restauro e la preparazione per le competizioni storiche, nel rispetto dei regolamenti vigenti e le specifiche dell’epoca, grazie alla vasta documentazione e all’esperienza dei tecnici Abarth.
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FLASHBACK / FERRARI – FANGIO 1956, SUBITO TRIONFO IN ARGENTINA

(22/1/2016)Ferrari-Fangio: un binomio che non poteva mancare e che, forse, non poteva durare. “Avremo il campionissimo”, annunciò il Drake per la stagione 1956. E giusto 60 anni fa, il 22 gennaio, arrivò subito la prima vittoria (oltre a pole e giro più veloce), al Gran Premio di Argentina inaugurale del campionato mondiale di F1 di quell’anno. La Mercedes si era ritirata – per manifesta superiorità ma anche per sopire gli effetti del dramma di Le Mans l’anno prima – ed Enzo Ferrari schierava le Lancia D50 che ben volentieri aveva accolto (e rivisitato) dopo il clamoroso stop di Gianni Lancia, turbato dalla morte di Alberto Ascari. Avversari: le Maserati e le Vanwall. E fu proprio un plotoncino di 250F del Tridente che Fangio quel giorno regolò sulla pista di casa, sebbene con l’aiuto di Luigi Musso che gli cedette la propria vettura – allora si poteva – a fronte di guai meccanici (pompa della benzina). L’asso argentino vinse dopo 96 interminabili giri con 24” di vantaggio davanti Behra, Hawhtorn e Landi/Gerini; quinta un’altra Ferrari, quella del debuttante Gendebien. Fangio vincerà poi altre due gare (GB e Italia) e con l’aiuto generoso e decisivo di Collins a Monza l’ennesimo titolo mondiale, a 45 anni. Peccato che incomprensioni e sospetti, veri o ingigantiti, minarono la serena convivenza a Maranello e non consentirono la prosecuzione del rapporto tra i due giganti del motorsport. Fangio coronò la propria gloriosa carriera con un’ultima affermazione alla Maserati ma resta nella hall of fame della Scuderia del Cavallino.
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KUBICA PRONTO PER MONTECARLO

(21/1/2016)– Al via del Rally di Montecarlo 2016, ci sarà Robert Kubica che correrà per la squadra italiana BRC Racing Team al volante di una Ford Fiesta WRC della M-Sport gommata Pirelli e appositamente adattata alle esigenze del polacco, a cinque anni dall’incidente che ha purtroppo danneggiato il suo braccio destro. L’ex F1, 31 anni, ha effettuato sabato scorso una sessione di test nei pressi di Cuneo e poi si è impegnato nello shakedown, svoltosi nei pressi di Gap, in Francia, per affinare il set-up della macchina, completando diversi giri della prova davanti a migliaia di tifosi entusiasti che si erano recati a vedere le auto in azione per la prima volta nel 2016. Massimiliano Fissore, BRC team principal, non può che lodare la professionalità di Robert e fare cieco affidamento su di lui: “Siamo lieti di accogliere un pilota del calibro di Robert nel nostro team. Ha cambiato un certo numero di parametri durante il test per mettere a punto la macchina e renderla di suo totale gradimento. Dal nostro punto di vista è stato un privilegio lavorare con lui: 

mentre la nostra squadra ultimamente si è specializzata nel Campionato Italiano Rally, dispone di personale con esperienza e capacità per gestire una World Rally Car al massimo livello di questo sport – e nella gara più difficile dell’anno. Lo shakedown è andato bene, ed ora la nostra attenzione si rivolge alle prime due prove di questa sera “. Tutta la squadra BRC – con sede a Cherasco – spera ora che Kubica possa nuovamente esibirsi in una performance-spettacolo, avendo vinto delle prove speciali in questa gara nel 2014 e di nuovo l’anno scorso.

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PRESENTAZIONE NUOVA FERRARI F1: BE SOCIAL, TO BE IN FRONT ROW

(20/1/2016)Come sarà la nuova Ferrari F1 2016? La sigla del progetto è 667 ma non c’è ancora la data di presentazione (19 febbraio?) che sarà comunque on line, per poi scendere subito in pista a Barcellona nei primi test collettivi dal 22 febbraio. L’attesa è grande ma i tifosi, fino al 7 febbraio, possono intanto partecipare a #ReadySetRed, l’iniziativa che dà l’opportunità a tutti gli appassionati e fan del Cavallino di poter vivere da protagonisti il lancio, in anteprima mondiale, della nuova monoposto. Come fare? Ancora una volta la Ferrari mette in campo i propri seguitissimi canali social  Facebook, Twitter e Instagram di Scuderia Ferrari. Ogni “action” degli utenti – tweet, commento o condivisione – con l’hashtag #ReadySetRed servirà ad accumulare punti preziosi per ottenere il premio finale: per l’appunto, la partecipazione attiva alla diretta streaming dell’evento di lancio della nuova Monoposto. I dieci utenti più attivi, che avranno totalizzato il maggior numero di punti, saranno proclamati vincitori il 12 febbraio. Per informarsi dettagliatamente sull’iniziativa è possibile visitare il sito readysetred.ferrari.com.

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HAPPY BIRTHDAY / FRANZ TOST, L’AUSTRIACO DI FAENZA COMPIE 60 ANNI

(20/1/2016) Franz Tost compie oggi 60 anni, buon compleanno! Forse non è chiaro ma il Team principal della Toro Rosso è un super appassionato di automobilismo, uno che si nutre da sempre di motori, al pari, che dire, di Frank Williams. Originario di Trins, in Austria, fin da ragazzo i suoi sogni erano dominati dalla figura eroica del connazionale Jochen Rindt e in una nazione che poi ha proposto sull’altare della F1 un certo Niki Lauda uno così non poteva che finire al volante di una monoposto. Tentò infatti dal 1979 con la F. Ford e nel 1983 riuscì a diventare campione nazionale della 1600, ma la carriera non ebbe seguito. Laureato in Scienze dello Sport e in Management dello Sport, eccolo allora in un altro “tempio” austriaco dei motori, il circuito di Zeltweg, in qualità di Direttore e istruttore presso la Scuola di pilotaggio Walter Lechner che poi gli aprì le porte dell’omonimo team in F. Ford e F.3. Team manager: era quella la sua nuova dimensione. Siamo a fine anni ’80 e da lì, attraverso prima la Eufra Racing Team e la Vienna Racing Team, l’approdo al WTS F.3 Team di Willy Weber che  lo invitò a seguire Ralf Schumacher in Giappone. Il binomio col fratello di Michael proseguì anche nelle sue esperienze in F1 alla Jordan e alla Williams. Franz poteva essere soddisfatto: la scalata alla massima formula era stata coronata da successo e, anzi, dal 2000 al 2005 divenne responsabile delle operazioni in pista alla Williams-BMW. Finchè un facoltoso connazionale, tal Dietrich Matesichtz, non gli chiese di assumere le redini della neonata Scuderia Toro Rosso, nata sulle ceneri della Minardi. Da allora, a Faenza, c’è un ambizioso austriaco che qualche decina di anni fa aveva in camera i poster di Jochen Rindt.