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Mese: Novembre 2015
(6/11/2015)– Il tempo delle chiacchiere è finito: domenica a Valencia vedremo se Valentino Rossi sarà in grado di assestare il più grosso schiaffo sportivo al rivale per la conquista del titolo MotoGp, Jorge Lorenzo. Dopo i fattacci di Sepang, The Doctor partirà ultimo ma è abbastanza unanime la valutazione tra gli addetti ai lavori secondo la quale, dopo pochi giri, sarà già oltre metà schieramento. E poi? Ne avrà ancora per andare a prendere il compagno di manubrio o il duo Honda Marquez – Pedrosa? E che tipo di battaglia si svilupperà? Ci saranno cadute? Rossi ovviamente tiene moltissimo alla “decima” e a questo punto non ha niente da perdere “Valencia non è una delle mie piste preferite – dice – ma l’anno scorso sono stato secondo mentre nel 2006 ho perso il mondiale. Che dire, devo essere veloce e non sbagliare”. Il problema, per così dire, sono i possibili e inevitabili corpo-a-corpo. Il trio spagnolo, che corre in casa, ha tutta l’intenzione di finire il mondiale alla grande, tra l’altro in un giorno da esposizione mediatica rilevante. Lorenzo punta al titolo dal quale lo separano solo 7 punti, Pedrosa vorrà ribadire di essersi ripreso e Marquez… E Marquez? Vorrà vincere, certo, ma la partita è aperta con il suo ex idolo Rossi col quale la riconciliazione appare difficile. A Valencia si intrecceranno diabolicamente storie, ambizioni, futuro prossimo di tutti loro. Peccato davvero per la Malesia: “Di Sepang – aggiunge Rossi – rimpiango solo di non aver seguito la mia traiettoria normale. Hanno parlato in molti, ma sulla moto c’ero io e solo io come sono andate le cose. Mi consola il fatto che la gente ha capito”. The Doctor, è vero, può contare sulla fiducia di tantissimi fans e colleghi. Non su quella di Casey Stoner: “Se qualsiasi altro pilota avesse fatto quello che ha fatto Valentino avremmo senza dubbio visto subito la bandiera nera”….
(6/11/2015) – Carlo e Anneliese Abarth si conobbero all’inizio degli anni ‘60 e hanno vissuto armoniosamente: lui geniale artefice del marchio dello Scorpione, lei grande appassionata di motori, presente alle corse e ai test. Divenne la fotomodella preferita di Carlo Abarth, un’icona di stile per le sue creazioni e gli fu vicino fino al giorno della sua scomparsa. Oggi Anneliese è presidentessa della Carlo Abarth Foundation e brand ambassador. Chi meglio di lei può rappresentare il marchio ai numerosi eventi per auto d’epoca e ai meeting internazionali dei diversi club? E nessuno meglio di lei, che ha vissuto in prima persona la storia di Abarth, può esprimere meglio i valori e il senso delle performances delle sue vetture. Un mito che continua, grazie all’attuale gamma sempre all’insegna del progresso tecnico come testimoniato per esempio dalle ultime nate 595 Yamaha Factory Racing e 695 Biposto Record. Quest’ultima, ricordo, è la versione che celebra il 50esimo anniversario del record di accelerazione con una vettura di classe G ottenuto da Carlo Abarth nel 1965 presso l’Autodromo di Monza. Le prestazioni sono garantite dal differenziale autobloccante meccanico abbinato, per la prima volta, al cambio con cinque marce. L’attività di Anneliese Abarth è allora più che mai preziosa affinchè l’entusiasmo di tutti gli appassionati resti vivo, come pure il ricordo del marito fondatore.
(6/11/2015) – Entrano nel vivo le Finali Mondiali Ferrari Challenge 2015in programma sul circuito toscano del Mugello. Meraviglioso è lo sfoggio di 458 Challenge EVO pervenute da tutto il mondo e che hanno gareggiato nei raggruppamenti Europa, Asia-Pacifico e Nord America. Domenica 8 novembre le Finali designeranno i campioni assoluti: lo start della Coppa Shell è previsto alle 9.30, mentre la gara del Trofeo Pirelli prenderà il via alle ore 11.30. Come sempre, si tratta di una vera festa Ferrari e gli appassionati avranno modo di scoprire tante novità e di vedere da vicino tutti i protagonisti del racing targato Maranello.
C’è già il collaudatore Marc Genè, che segue i clienti Ferrari, ma stanno arrivando gli alfieri del team AF Corse nel Mondiale Endurance: Giancarlo Fisichella, Gimmy Bruni, Toni Vilander, Andrea Bertolini, Davide Rigon, James Calado, Olivier Beretta. Il clou domenica con il battesimo alle Finali Mondiali Ferrari Challenge di Sebastian Vettel che sarà accompagnato da Kimi Raikkonen, Esteban Gutierrez, Maurizio Arrivabene e il presidente Sergio Marchionne. Sarà inoltre possibile ammirare diverse F1 Clienti degli anni tra il 1998 e il 2011 e la portentosa FXX K, la nuova F12tdf, GT classiche e le 488 GTE e GT3 che saranno schierate l’anno prossimo nel WEC e nei principali campionati GT. Domenica, infine, sarà svelata la pista che ospiterà le prossime Finali Mondiali già fissate nel periodo 1-4 dicembre 2016.
(5/11/2015)– Le indiscrezioni lasciano pensare che si farà: nel 2016 in Formula 1 ci sarà il team Aston Martin Racing, nuova denominazione che assumerà l’attuale Force India (che dovrebbe mantenere gli attuali quadri, da Vijay Mallya ai piloti Perez e Hulkenberg). Sì, l’auto di 007in griglia affianco a Ferrari e Mercedes in una importante sfida sportiva e commerciale. Ma chi sono i proprietari Aston Martin (in passato di proprietà della Ford, che l’acquistò nel 1987)? L’operazione, in un primo momento ipotizzata a favore della Red Bull, gode del beneplacito della Mercedes che è azionista della leggendaria Casa inglese di Gaydon col 5% e fornitrice dell’ambito motore sia per le gran turismo (oltre all’elettronica ed altri componenti) che per le monoposto.
Un po’ di storia: dopo aver risanato la Ducati e averla venduta nel 2012 all’Audi per la modica cifra di 860 milioni, la società di private equity Investindustrial, che fa capo alla famiglia italiana Bonomi (in primis Andrea, poco più che 40enne), ha reinvestito nel mondo dell’auto e Aston Martin – dopo approcci per la Lotus e addirittura Alfa Romeo – è sembrato un buon target da centrare (era ambita anche da Tata e Mahindra). Con 190 milioni e il 37,5% delle azioni, Investindustrial ne diventò di fatto l’azionista di riferimento. Con italiani e tedeschi, il capitale è in mano ai kuwaitiani della Investment Dar e Adeem Investment Co. CEO è Andy Palmer.
L’esposizione garantita dal Circus potrebbe dare decisivo respiro ai bilanci dopo che recentemente è stata prospettata una ristrutturazione aziendale e il lancio di un crossover, il primo modello del genere per la casa sita nel Warwickshire. Aston Martin è legata alle corse: dopo il periodo d’oro della seconda metà degli anni ’50, caratterizzato da illuminanti vittorie a Le Mans e da una fugace apparizione in F1 (1959/60), da un decennio il Reparto Corse è tornato con successo nelle serie GT di alto livello (FIA WEC, ALMS, 24 Ore Nurburgring). E sono tornati, tra gli altri, i successi di classe a Le Mans (2007-2008-2014) e alla 12 Ore di Sebring (nel 2004 con la Prodrive di David Richards). Beh, sarebbe davvero bello vedere quel marchio nella massima formula: rappresenta 102 anni storia, da quando nel 1913 Lionel Martin e Robert Bamford pensarono ad un’emozione su quattro ruote.
(4/11/2015) – Motori: grande problema della F1. Ora la FIA ipotizza l’introduzione di propulsori turbo 2.2 dotati di Kersma dal costo più accessibile per i piccoli team e tornano alla ribalta fornitori indipendenti storici come la Cosworth o la Illmor. Mi viene da pensare: peccato che non ci sia più la Hart! Tra i non ufficiali, i motori firmati da Brian Hart, scomparso a 77 anni il 5 gennaio 2014, sono stati indubbiamente tra i più brillanti. Sbarcato in F.1 dopo la netta affermazione del 1980 in F2 con la Toleman (piloti Henton e Warwick, progettista Rory Byrne)), l’ingegnere inglese ex pilota riuscì a sfornare un motore capace di inanellare una serie di singoli exploit di tutto rispetto, non potendo certo competere quanto a sviluppo e performances con gli enormi investimenti delle Case ufficiali. Vogliamo ricordarli?
Indimenticabile la gara di Senna a Montecarlo nel 1984, quando solo la bandiera rossa impedì la clamorosa affermazione della Toleman-Hart (4 cilindri) sotto il diluvio. L’anno dopo, montato sulla Benetton, fu Teo Fabi a regalare una strepitosa quanto inaspettata pole position al Nurburgring. Tornati ai motori aspirati (V10 da 3500 cc), nel 1994 la Jordan-Hart di Rubens Barrichello fu terza al GP del Pacifico ad Aida e di nuovo davanti a tutti in qualifica al GP del Belgio a Spa. Nel 1996 altro eccezionale quanto fortunato podio con il nostro Morbidelli su Footwork al Gran Premio di Australia. Dal 1998 Tom Walkinshaw, nuovo patron della Arrows, lo convinse a fondere in essa la Brian Hart Ltd, affidandogli il compito di preparatore dei motori Yamaha. Un po’ un salto indietro, giacchè l’artigiano Brian iniziò nel 1969 proprio come preparatore di motori Cosworth FVA e Ford BDA in particolare per la F2. Ma i risultati non furono all’altezza delle ambizioni e, anzi, Brian rimase invischiato in diatribe legale per i mancati pagamenti. Amareggiato e deluso pose la parola fine a questa forse irripetibile avventura condivisa anche dalle scuderie Minardi, Force-Haas, RAM, Spirit.
(4/11/2015) – Suzuki celebra l’arrivo della nuova Swift Sport GSX-RR Tribute, la Limited Edition realizzata in omaggio agli omonimi prototipi della casa di Hamamatsu in lizza nella MotoGp, con un tester d’eccezione: Aleix Espargarò. Oltre al pilota spagnolo, il richiamo al mondo motogp è reso evidente dalla grafica della nuova compatta sportiva giapponese similare a quella della moto impegnata nel mondiale. Il risultato, a sentire Aleix, è ottimo: «Vado matto per le auto, ho sempre avuto passione per questo mondo e quando posso vado in pista anche con le quattro ruote. Ho provato a spingere continuamente, riuscendo a girare sempre più forte. È stata una soddisfazione. SWIFT è davvero divertente, ti dà un feeling spettacolare, sembra di guidare un kart!».
L’inedita interpretazione stilistica di SWIFT Sport GSX-RR Tribute – assetto sportivo, motore da 136 cv – si contraddistingue per la carrozzeria BiColor, Bianco Artico abbinato al tetto, alla parte superiore degli specchi retrovisori ed alla copertura sotto griglia frontale nella cromia BlueGP. Quest’ultimo propone anche inserti RedGP, tinta scelta anche per l’estrattore posteriore sportivo con doppio scarico ed i light stripes che corrono lungo i fianchi dell’auto. Gli accenti colorati e il logo GSX-RR Tribute trasmettono inoltre il feeling con la pista, catturando lo sguardo grazie al tocco Light YellowGP utilizzato per la parte inferiori degli specchi retrovisori e per i center caps dei cerchi in lega da 17”.
(3/11/2015) – E’ un momento molto delicato per il futuro di Daniel Ricciardo. Il pilota australiano, vera rivelazione del 2014 con le sue tre vittorie che tra l’altro misero in ombra il compagno di volante Seb Vettel, si ritrova invischiato nella diatriba sportiva e politica che sta mettendo in forse la sopravvivenza della Red Bull e sua in Formula 1. Poco tempo fa, Daniel aveva saggiamente stimato in un paio di anni il credito che l’ambiente gli avrebbe tributato grazie a quelle strabilianti affermazioni. L’attuale stagione pare ormai andata: i problemi della monoposto di Milton Keynes non sono stati risolti e da qualche gara il compagno di squadra Kvyat sembra proprio avere un passo superiore, in prova e in gara. Chris Horner ha comunque annunciato che i due sono confermatissimi. Il pilota di origini italiane sa però che le situazioni, in F1, cambiano molto velocemente. E si sta muovendo di conseguenza. Daniel si è infatti recentemente affidato ad una società di Management sportivo, l’Areté di Simon Bayliff, che in passato ha assistito per esempio il calciatore David Beckham e attualmente il ciclista Mark Cavendish. E’ fresca anche la notizia dell’offerta di un volante per le gare stradali della Nascar Xfinity Series da parte di Dale Earnhardt Junior. Di sicuro, Ricciardo, molto amato dai tifosi della Rossa, tiene inoltre d’occhio il secondo sedile della Ferrari che nel 2017 sarà di nuovo in lizza. Insomma si è davvero alla vigilia di una svolta decisiva della sua carriera per questo “assassino con la faccia d’angelo”, come lo ha definito il connazionale campione del mondo 1980 Alan Jones riferendosi alla sua determinazione in pista. “Se si mettesse un motore Mercedes su quella maledetta Red Bull – ha aggiunto – sarebbe senz’altro un concorrente nella lotta al titolo”. Intanto, c’è da concludere positivamente il campionato a Interlagos e Yas Marina; poi Daniel sarà alla Race of Champions di Londra il 21-22 novembre e guest star il 13 dicembre al Perth Speed Festival.
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FINLANDIA CONTRO
(2/11/2015) – La questione tra i finlandesi Kimi Raikkonen e Valtteri Bottas sta diventando qualcosa di più di un naturale confronto in pista. A farlo capire, dopo il nuovo incidente in Messico (Kimi colpito alla ruota posteriore destra al 22° giro) che segue l’increscioso scontro di Sochi (Kimi un po’ lungo ha colpito il connazionale causandone il ritiro e per lui una penalizzazione), è proprio il ferrarista che ha detto: “Ci sono sempre due modi diversi di vedere le cose, ognuno può avere il proprio punto di vista, ma ad essere onesti non mi aspettavo che finisse in maniera molto diversa. Le corse sono così, ma potevo immaginare che potesse accadere dopo la Russia. Non so se lo abbia fatto di proposito, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma il risultato finale non cambia e non cambierà niente per me in futuro”.
Parole nette da parte di uno che solitamente centellina all’esasperazione le sue considerazioni. In sostanza, Iceman dice che si aspettava un comportamento a dir poco rude da parte del portacolori Williams, convinto che il suo… erede si fosse legato al dito il tamponamento e il podio sfumato al GP di Russia e che presto gli avrebbe reso lo “sgarbo”. Così fosse, sarebbe grave. Cosa dice Bottas? “Peccato, ma il fatto che siamo rimasti coinvolti di nuovo noi due è solo una questione di sfortuna. Non ho nulla da dire al riguardo: stavamo battagliando e non vedo perché dovrei tirarmi indietro quando sono in lotta per una posizione. Io ero all’interno e ci siamo toccati ma non avevo spazio dove andare”. Insomma, di scuse, da un parte o dall’altra, manco a parlarne (e d’altronde la Direzione gara ha derubricato il tutto a normale incidente di gara). Tra i due, comunque, esiste indubbiamente la rivalità aggiuntiva dettata dal fatto che Valtteri, nonostante il “colpo” sia sfumato già per l’anno prossimo, è sempre sul taccuino di Maranello per la probabile sostituzione 2017 proprio del connazionale col quale ormai si contende lo scettro di sportivo di riferimento del paese delle renne.