(9/10/2015) – Mathias Lauda e Freddie Hunt faranno dunque parte del team austriaco DF1 della Nascar Whelen Euro Series 2016. L’annuncio ha avuto una eco mondiale perché il binomio Lauda-Hunt è ormai quasi un brand, sempre capace di smuovere emozioni e, perché no, muovere affari. A distanza di quasi 40 anni dall’epica annata 1976 del campionato mondiale di F1, il duello fino… all’ultima goccia di pioggia tra i loro papà, il campione della Ferrari e il rivale della Mc Laren, non viene dimenticato e fatalmente è ora riflesso dai due rampolli che più degli altri figli hanno essi stessi stretto un volante. Oggi Mathias e Freddie sono compagni e si sorridono mentre Niki si professa grande amico di James, del quale afferma di aver ammirato capacità di guida e…di godersi la vita.
E’ sincero. Ma nel rush finale di quel campionato 1976 così emozionante e drammatico – a proposito la TV italiana trasmetterà mercoledì 14 ottobre il film di Ron Howard su Rai1 – quando le sentenze sull’alettone irregolare della Mc Laren in Spagna e sull’esito del Gran Premio d’Inghilterra esacerbarono gli animi e quando la vittoria si ridusse ad un affare privato tra l’austriaco reduce dall’incidente del Nurburgring e l’inglesone in grande rimonta, leggete cosa dicevano l’un dell’altro, (frasi tratte dai settimanali Autosprint dell’epoca) dopo che durante la stagione Hunt aveva già “provocato” con questa dichiarazione: “Non ho paura di Lauda, anzi se avessi la sua Ferrari andrei sicuramente più forte di lui”.
GRAN PREMIO DEL CANADA 1976 – Mosport
HUNT: “Sono qui per correre, non per fare chiacchiere con quella maledetta commissione di sicurezza” (la risposta stizzita all’invito di Lauda ad andare a discutere dei problemi del circuito, NDB).
LAUDA: “Il mio piano consiste nello stare a osservare Hunt, Peterson e Brambilla che si mettono fuori pista a vicenda”. (Hunt vincerà, Niki sarà solo ottavo, NDB)
HUNT: “Non so come Lauda abbia potuto testimoniare contro di me non sapendo nemmeno se avessi preso parte alla gara o no. Non credo sarà troppo soddisfatto di come gli è stata assegnata la vittoria ma non credo nemmeno gli faccia nessun effetto perché per lui l’importante è vincere, non importa come”. (la reazione alla notizia della vittoria al GP di Inghilterra attribuita al ferrarista, NDB)
LAUDA: “Quello (Hunt, NDB) è tutto matto, da mandare in clinica. Dopo la Spagna ho criticato Mayer (il team principal Mc Laren, NDB) non lui. Invece lui, dopo la sentenza sul GP d’Inghilterra, mi ha insultato dicendo che non sono sportivo. Dopo il mio incidente ha detto che avrebbe preferito non vincere il titolo, poi quando mi ha quasi raggiunto in classifica ha detto di volermi vedere in pista. Grazie tante: prima ha fatto punti quando io non potevo difendermi, poi mi vuole quando eravamo vicini. Crede di essere tanto furbo? Lui è cretino e basta”.
GRAN PREMIO USA EST 1976 – Watkins Glen
HUNT: “Niki è un bravo preparatore di auto. Attento, eccezionale, un computer. Ma in corsa, da pari a pari, allora siamo uomini uguali e contano altri valori, anche emotivi”.
LAUDA: “Hunt? Un buon pilota, nient’altro, che però in questo momento guida un’auto superiore perché io non ho potuto più seguire da vicino i collaudi. Oggi l’amalgama di tutto questo fa sembrare Hunt un campione ma è solo un buon pilota”.
GRAN PREMIO GIAPPONE 1976 – Fuji
LAUDA: “Un titolo usurpato. Io e la Ferrari abbiamo sempre dominato e Hunt ha vinto solo …..
perché io non ho potuto sviluppare la macchina”.
perché io non ho potuto sviluppare la macchina”.
HUNT: “Non posso rimproverare Niki di essersi fermato. Dopo il suo incidente non ci si poteva aspettare che avesse guidato in tali condizioni”.
L’AMICIZIA VERA RACCONTATA IN UN LIBRO AUTOBIOGRAFICO DEL 1985
Come si può evincere, un confronto acceso, ma dettato solo dalla enorme tensione di quel finale di stagione. E’ passato tempo, Niki vinse altri titoli e ora è Presidente non esecutivo della Mercedes AMG di Hamilton e Rosberg, James non c’è più. La verità è che i due si ammiravano. Nel 1985, nel libro “La mia storia” Lauda dedica un ponderato paragrafo all’amico-nemico con il quale condivise gli albori della carriera e, semplicemente, la ossessiva, feroce, insopprimibile voglia di affermarsi nello sport che amavano. Ecco quanto ha scritto:
“Erano i tempi della F3, quando entrambi eravamo al verde e stavamo molto assieme. Ricordo ancora James: in viaggio con il suo meccanico nel Ford Transit, con la tenda. Ho vissuto un sacco di tempo a Londra con James, in un monolocale. Da lui vi era sempre un gran bordello e un paio di ragazze in giro. Il suo hard play era pazzesco….Con tutto questo Hunt era un compagnone sincero, onesto, e un pilota fantastico. Nel 1976, l’anno in cui mi soffiò il campionato mondiale, guidò in modo tremendamente forte e verso la fine della stagione raggiunse quella forma che gli permise di recuperare il vantaggio che avevo acquisito. La cosa veramente grande fu quella di ritirarsi in tempo, quando lui o la sua vettura non era più al massimo…Riesce sempre a stupirmi”.