(28/7/2015) – Sono passati giusto 80 anni da una delle imprese più epiche di Tazio Nuvolari: la vittoria al Gran Premio di Germania del 1935. Quel giorno, al Nurburgring, oltre 200mila sostenitori tedeschi e le autorità naziste erano pronti a festeggiare l’affermazione della superiorità teutonica, auto e piloti. Così pretendeva Hitler in persona che all’uopo aveva abbondantemente sovvenzionato le Case. La Mercedes schierava sulle sue 8 cilindri Caracciola, Fagioli, Lang, von Brauchitsch e Geyer e l’Audi era pronta a scatenare le sue 16 cilindri con Varzi, Stuck, Rosemeyer e Pietsch. E Nivola? Il mantovano, ormai 43 anni e reduce dal tremendo incidente di Alessandria, era invece alla guida della valida ma vetusta Alfa Romeo P3 progettata da Vittorio Jano: 3000 cc, 8 cilindri, 225 cv. Circa 250 in meno dei bolidi argentei. L’Alfa Bimotore era stata accantonata: troppo pesante e distruttrice di gomme era tornata buona solo per strappare proprio ai tedeschi il record di velocità sulla Firenze-Mare. Nonostante il mese stivo, l’Eifel era circondato da banchi di nebbia e una pioggerellina insidiosa rendeva vieppiù pericoloso il lungo circuito. Tutto tramava contro l’italiano ma Nuvolari era ottimista, fece un tempone in prova e annunciava la sua vittoria. Diceva di tenere pronta la bandiera italiana da issare. I tedeschi partirono a spron battuto me ben presto, man mano che la pista si asciugava, fu Nuvolari a portarsi in testa, tra lo sbigottimento del mitico capo Mercedes Sport Neubauer. Inutile dire che Nuvolari affrontò le 174 curve del circuito infernale come nessun’altro, dall’alto della sua classe e del suo sprezzo per l’incolumità personale. Un imprevisto al momento del rifornimento sembrò compromettere tutto a vantaggio dello scatenato Manfred von Brauchitsch ma l’indomito Tazio non si demoralizzò, buttandosi alla caccia dell’ultimo avversario. All’ultimo giro, von Brauchitsch dovette alzare bandiera bianca: aveva preteso tropo dagli pneumatici che saltarono. Nuvolari, sulla rossa Alfa Romeo, si presentò per primo sotto la bandiera a scacchi davanti alla tribuna ammutolita per l’esito della gara. Un’altra pagina leggendaria era stata scritta, un’altra sarebbe arrivata solo un anno dopo, in America….
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