(16/6/2015) – Mentre si celebra la vittoria del trio meraviglia Nick Tandy, Earl Bamber e Nico Hulkenberg all’ultima 24 Ore di Le Mans è oggi il caso di ricordare anche un altro successo: 30 anni fa esatti fu Paolo Barilla, in equipaggio con Klaus Ludwig e John Winter su Porsche 956 del Joest Racing, a vincere la classica di durata francese.
L’allora ventiquattrenne rampollo della nota famiglia parmense fu il primo italiano a tornare ad affermarsi a Le Mans, 21 anni dopo il successo di Vaccarella (con Guichet su Ferrari 275 P), e ci vollero altri 12 anni per rivedere un tricolore sul gradino più alto del podio, grazie ad Alboreto (con Johansson e Kristensen su Porsche), prima dell’epopea di Pirro e di Capello. Per Paolo Barilla, oggi vice presidente della Barilla Holding SpA, resta il suggello incancellabile e prestigiosissimo della sua carriera nel motorsport (formule propedeutiche tricolori, F2, F.3000 giapponese, F1 alla Minardi tra il 1989 e il 1990 e poi anche la Dakar ) nata per passione vera cullata fin da bambino. E pensare, come ha ammesso lui stesso, che le vetture a ruote coperte non erano certo nei suoi sogni. Ma con quelle si realizzò. Un’esperienza certamente indimenticabile e una corsa spossante, dove l’imperativo – ricorda – era solo e sempre di “spingere”, pur caratterizzata dalle strategie per ottemperare alla riduzione dei consumi del 15%. Alla fine le altre Porsche (la 962, tra i piloti: Ickx, Mass, Bell, Stuck) e le Lancia V8 di Cesare Fiorio furono battute – fu la “decima” per la Casa di Stoccarda – e ancora oggi Paolo Barilla merita un posto d’onore per quella affermazione già così lontana ma così splendente.