(29/5/2015) – Bill Vukovich poteva vincere anche la 500 Miglia di Indianapolis del 30 maggio 1955, come già aveva fatto nel 1953 e nel 1954, dopo aver sfiorato il successo anche nel 1952. Era già all’apice della carriera e idolo delle folle, e quella, ormai, sembrava proprio la “sua” corsa, lui così veloce e determinato. Ma 60 anni fa si fermò, a 36 anni, la corsa della sua vita: al 57° giro venne coinvolto in uno spettacolare incidente multiplo (https://www.youtube.com/watch?v=DhjCm-23pL8) insieme a Ward, Keller e Boyd e l’auto, una Kurtis Kraft Offenhauser, dopo un volo impressionante, atterrò rovesciata, procurandogli la frattura del cranio, prendendo inoltre fuoco. Non vi fu scampo. Una storia da raccontare, quella di Bill Vukovich, classe 1918, sesto di otto figli di una famiglia di origine yugoslava emigrata nel 1909 in America e stabilitasi nei pressi di Fresno. Il padre fu una delle vittime della Grande Depressione e si suicidò. Al piccolo Bill toccò abbandonare la scuola e accettare qualunque tipo di lavoro per aiutare la numerosa famiglia, compreso il meccanico negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Nel frattempo scoprì la velocità e le corse, divenendo ben presto uno dei migliori piloti delle gare Midget. Quindi l’impegno professionistico coronato di successi e la “scalata” alla 500 Miglia di Indianapolis, unico a vincerla due volte consecutive insieme a Wilbur Shaw e Mauri Rose. Fino al 1960, la classica dell’Indiana ha fatto parte del calendario della Formula 1 per cui Vukovich appare anche nelle statistiche ufficiali della massima formula con due vittorie e una pole position. Dopo di lui, hanno corso a Indianapolis il figlio e il nipote senza vincere. Quest’ultimo rimase ucciso in un incidente nel corso una gara di sprint car in California.
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