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DECISO: TOP GEAR NEL 2016 SENZA JEREMY CLARKSON

(31/3/2015) – Niente da fare: il dissidio tra Jeremy Clarkson e la BBC non si è ricomposto e la popolare trasmissione televisiva sui motori Top Gear perde uno dei suoi celebri conduttori-animatori. Il direttore generale della BBC, Tony Hall, ha infatti confermato che il contratto di Clarkson non verrà rinnovato. E’ il risultato dell’indagine interna aperta dopo che il conduttore inglese aveva aggredito verbalmente e fisicamente il produttore Oisin Tymon colpevole, a quanto pare, di non avergli procurato un pasto caldo al termine di una giornata di registrazione. “Ciò che è accaduto ha passato un limite; non è possibile accettare violenza fisica e abusi verbali” ha dichiarato Hall, pur riconoscendo lo “straordinario contributo” dato da Clarkson nella conduzione di Top Gear. Cosa succederà ora? Intanto, Hall ha dichiarato di aver chiesto al controller del BBC Two, il canale televisivo sui cui Top Gear andava in onda ogni settimana, di trasmettere gli ultimi tre episodi della serie e di avviare quella che viene definita la “grande sfida” di un rinnovamento del programma per il 2016. Tra i protagonisti, indubbiamente, è subentrato sconcerto. Il produttore esecutivo di Top Gear, Andy Wilman, fa sapere di rimanere al suo posto ma non è chiaro se gli altri noti conduttori, James May e Richard Hammond, il cui contratto ugualmente è in scadenza, continueranno a condurre o meno lo show sui motori più seguito del mondo. Con un messaggio sul sito, Top Gear.com allontana per ora decisamente il dubbio: si va avanti. “Questo non significa sottovalutare il contributo incalcolabile di JC per aver reso Top Gear ciò che è. Lui è un grande, grande vuoto da colmare” e si aggiunge che solo nei prossimi mesi “si capirà esattamente come fare”. 
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IN & OUT / GP LONG BEACH 30 MARZO1980. Piquet prima vittoria, Regazzoni incidente da ko

(30/3/2015) – Giusto 35 anni fa, il gran premio degli Usa Ovest a Long Beach riservò due grandi e contrastanti emozioni. Quel giorno Nelson Piquet vinse il suo primo Gran Premio, ma nella stessa occasione Clay Ragazzoni fu protagonista di uno spaventoso incidente che pose fine alla sua carriera e alla sua vita abituale. Il brasiliano, allora 27 anni, confermando quanto di buono fece vedere già l’anno prima quale compagno di squadra dell’esperto Niki Lauda, sfruttò a meraviglia l’ottima Brabham BT49 B Cosworth e al quarto appuntamento stagionale conquistò pole position, giro più veloce e gara, in testa dall’inizio alla fine. Vincerà altre due gare (Olanda e Monza) e solo una grande Williams permise ad Alan Jones di vincere la volata per il titolo mondiale. 
Mentre Nelson s’involava verso la vittoria, al 50° giro su 80, Regazzoni, allora 40 anni (il più anziano del lotto), sulla mediocre Ensign, era quarto grazie a numerosi ritiri, nonostante fosse partito in ultima fila. Ma mentre affrontava a 250 Km/h la parte più veloce del tracciato cittadino californiano, il dramma: rottura dei freni. In una frazione di secondo, lo svizzero tolse i contatti del motore, tentò di scalare marce (ma il cambio si bloccò in folle), cercò di intraversare la macchina finchè rimbalzò violentemente contro la Brabham di Zunino incidentata, rimasta colpevolmente nella via di fuga, per arrestare infine la sua folle corsa contro un muretto approssimativamente protetto da pile di pneumatici. L’ex ferrarista uscì vivo dal terribile impatto ma i traumi alla colonna vertebrale (rottura della 12^ vertebra) lo costringeranno per sempre alla sedia a rotelle e a terminare, dopo 132 gran premi e 5 vittorie, la sua luminosa carriera in Formula 1. 
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VITTORIA FERRARI: MERITO DI CHI? Marchionne e Montezemolo mettono il cappello

(30/3/2015) – L’inaspettato, almeno così presto, ritorno al successo della Ferrari in Malesia con Sebastian Vettel ha dato la stura ad una serie di rivendicazioni sulla paternità tecnica e morale di questa inebriante vittoria. La Rossa non tagliava per prima il traguardo dal Gran Premio di Spagna del 2013, quando Alonso mandò in visibilio i propri tifosi. Inutile ricordare il flop del 2014 e la conseguente palingenesi che ha cambiato volto alla struttura di Maranello, a partire dalle “spinto-dimissioni” del monarca Montezemolo
Proprio quest’ultimo ha commentato così il lieto evento: “Sono molto felice. Non mi aspettavo così presto una vittoria che è un premio a un duro lavoro cominciato a Maranello nel febbraio 2014 e perfezionato da chi ha preso le redini dopo. Una vittoria di tutti gli uomini in rosso”. Dunque, secondo l’attuale presidente Alitalia c’è anche il suo zampino in questo exploit. Il suo successore, Sergio Marchionne, sembra non pensarla esattamente così poiché, a sua volta, ha dichiarato quanto segue: “Quello che abbiamo visto oggi è il risultato dell’incredibile duro lavoro degli ultimi mesi, un lavoro fatto in silenzio e con umiltà come fa una grande squadra”. 
Il Presidente parla di ultimi mesi mentre Montezemolo data l’inizio della riscossa addirittura a febbraio 2014, quando era appena scesa in pista la poi deludente F14-T della sua gestione. Infine, c’è anche il Team Principal Arrivabene, che dice: “La vettura va bene e non ha solo due o tre padri, ma mille e trecento. Tutti gli uomini che lavorano in fabbrica, grazie anche a loro“. Insomma, chi ha ragione? Di chi il merito? 
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HAPPY BIRTHDAY / GREGOR FOITEK 50 ANNI, LO SVIZZERO DA F1

(27/3/2015)Gregor Foitek compie oggi 50 anni. Buon compleanno al pilota svizzero, ha militato in Formula 1 per due anni, tra il 1989 e il 1990, senza grossi risultati. Una carriera tra divieti e idoli, quella di Gregor. Ecco perché. Nacque dieci anni dopo il divieto assoluto della Svizzera di organizzare gare automobilistiche sul proprio territorio, decisione assunta dopo lo spaventoso incidente di Le Mans che falcidiò decine di spettatori. Quando era ragazzino, c’era il ticinese Regazzoni alla Ferrari che accendeva la passione dei connazionali e che sfiorò addirittura il titolo nel 1974. Quando cominciò a correre era invece l’altro svizzero, Marc Surer, a tenere alto il vessillo racing del Paese, anche se si ritirò da lì a poco nel 1986. In più aveva lo stimolo e l’esempio di papà Karl che aveva corso a buon livello e dopo aveva aperto una concessionaria Alfa Romeo, Jaguar, Lamborghini, Maserati e Ferrari. 
L’esordio fu promettente: Gregor vinse il campionato di F3 svizzero nel 1986 e successivamente, nel 1988, vinse anche una gara di F.3000 (categoria nella quale fu coinvolto nel terrificante incidente di Herbert a Brands Hatch). C’era qualcosa di svizzero anche all’esordio in F1 con la EuroBrun, team frutto della partnership tra Walter Brun e l’italiano Pavanello. Come detto, i risultati però non arrivarono, nemmeno con i team che seguirono: Rial, Brabham e infine, nel 1990, Onyx. Quest’ultima fu partecipata al 25% dal padre che pensò bene di ritirare i finanziamenti per la scarsa competitività. 
Gregor oggi
Si ritirò anche Gregor, dedicandosi alle ruote coperte: 24 Ore di Le Mans e Sport Prototipi con appendice finale nella F. Cart nel team Foyt. Preferì però non correre alla 500 Miglia di Indianapolis: troppo rischiosa. Oggi, insieme ai fratelli Reto e Frank, prosegue l’attività paterna con una concessionaria ad Altendorf.
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ASPETTANDO RALPH DE PALMA

(26/3/2015) Il 31 maggio del 1915 – arriva dunque il Centenario – il pilota Ralph De Palma vinse la 500 Miglia di Indianapolis, primo e tuttora unico italiano a conquistare la leggendaria corsa. A poco più di due mesi dalla ricorrenza, a Biccari, in provincia di Foggia, fervono i preparativi per celebrare degnamente l’impresa di uno dei suoi figli più illustri. Motor Chicche si è già occupato della storia di questo personaggio (http://motor-chicche.blogspot.it/2013/06/ralph-de-palma-il-pilota-di-biccari.html) che, emigrato bambino dalla Capitanata oltre Oceano con tutta la famiglia, scoprì la sua straordinaria inclinazione per la velocità, centrando successi e record d’eccezione. Affidandosi al suo talento e al suo infinito coraggio, “il foggiano volante” divenne vero e proprio idolo degli appassionati americani e non, oltre che simbolo degli italiani capaci di emergere e diventare vincenti. Come detto, una simile avventura umana e sportiva non poteva non meritare il tributo della sua terra natìa e di chi lo ha, diciamo così, riscoperto. Già da tempo il Comitato Promotore, nato da un’idea di Mauro De Tullio, e il Comune di Biccari hanno avviato e realizzato diverse iniziative a suo ricordo come per esempio la mostra dedicata itinerante, un busto e un’opera pittorica, il concorso riservato agli studenti delle scuole superiori della provincia e dell’Accademia di Belle Arti, un libro di Maurizio De Tullio sulla sua storia. 
In occasione del Centenario sono ora in programma altre celebrazioni, anche se forzatamente posticipate a giugno per la concomitanza, il 31 maggio prossimo, con l’importante election day. Il clou sabato 20 giugno quando, insieme al Centro studi Diomede Associazione Onlus di Castelluccio dei Sauri, si terrà…..


un convegno incentrato sulla duplice valenza del percorso umano di Ralph De Palma: si parlerà dell’aspetto sportivo ma anche di quello sociale perché questa storia così intensa prende vita a partire da un evento traumatico ed epocale per un nucleo famigliare: l’ emigrazione verso un altro Continente per sfuggire alla povertà. Si attendono ospiti illustri: tra questi viene annunciata la presenza di Annalisa Minetti, la sportiva e cantante che ha saputo brillantemente superare i suoi problemi, e si sta inoltre cercando di coinvolgere un famoso pilota (trattative segrete in corso!). Mauro De Tullio precisa comunque che la data di maggio non passerà indenne: il componente del Comitato, Antonio D’Apote, che lavora a Chicago, deporrà infatti una corona sulla tomba di Ralph De Palma che riposa all’Holy Cementery di Culver City, vicino Los Angeles. Sarà l’occasione per sviluppare un rapporto che va oltre le imprese del concittadino: un banchetto promozionale dei prodotti gastronomici tipici dei Monti Dauni suggellerà infatti l’avvìo di un percorso comune con la Camera di Commercio Italo-Americana a Chicago, ma è in agenda anche il gemellaggio di Biccari con la città di Indianapolis e ci sono contatti con il NIASHF (National Italian American Sports) nella cui Automotive Hall of Fame figura proprio De Palma. Insomma, cento anni dopo, grazie anche a chi non dimentica, il romanzo della vita di Ralph De Palma si arricchisce di nuovi e fecondi capitoli di amicizia tra i popoli.
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CINA, DOPO LA PIRELLI LA F1!

(24/3/2015)Pirelli diventa cinese. Dobbiamo farci la precisa idea che, presto, la Cina avrà un ruolo di primissimo piano nel mondo dell’auto e anche del motorsport e della Formula 1. Il grande paese asiatico, a colpi di acquisizioni e di soluzioni di partnership, sta diventando un player di tutto rispetto. L’ultimo esempio, come detto, è l’accordo che fa della ChemChina il primo azionista di Pirelli. Una notizia di enorme rilevanza, pari a quella, nel 2010,  assegnava la proprietà della Volvo – che apparteneva alla Ford – alla cinese Geely dell’allora sconosciuto Mister Li Shu Fu. 
La Casa svedese, bisogna dire, è stata gestita con oculatezza e riserva grandi piani di espansione soprattutto in America. Anche la Qoros, che al recente Salone di Ginevra ha presentato la Sport 3 Utility City, si sta ritagliando un proprio spazio ben definito, ma ci sono altre case molto dinamiche come Great Wall, Brillance, SAIC che detiene il marchio Rover, Chery di cui si parlò in merito all’acquisizione dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, ecc. Pari ambizioni si stanno trasferendo piano piano anche nel campo delle competizioni. Questo blog se ne è già occupato, vedi http://motor-chicche.blogspot.it/2014/04/ombre-cinesi-sulla-ferrari.htmloppure http://motor-chicche.blogspot.it/2013/03/gli-anni-del-dragone-piloti-scuderie.html
L’ultima notizia riguarda Adderly Fong, 25 anni, che la Lotus F1 ha appena annunciato quale nuovo driver di sviluppo, ma alla massima formula puntano il rinomato Ho Pin Tung e il giovane Guanyu Zhou che fa parte del Ferrari Driver Academy e ha esperienza Ma Qing Hua oggi nel Wtcc. Da ricordare che dal 2013, la Weichai, uno dei maggiori produttori di veicoli e parti di automobili, è sponsor Ferrari. Il solco, insomma, è scavato.

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UNA DE TOMASO IN FORMULA E?

La Louts E23 Hybrid
(23/3/2015) – Il nuovo capitolo della storia De Tomaso potrebbe riportare alle corse la celebre Casa fondata da don Alejandro. Con l’apertura delle buste davanti al tribunale fallimentare di Torino, la De Tomaso, dichiarata fallita nel 2012, è andata ad una cordata svizzero-lussemburghese costituita da L3 Holding e dalla Genii Capital, la società lussemburghese di cui è socio fondatore Gerard Lopez e che, tra le altre partecipazioni, ha anche quella nella proprietà della Lotus F1 Team. Le prime dichiarazioni si riferiscono ad intenti industriali che prevedono la produzione annua di 4500 auto sportive di alta gamma a due posti, con telaio in carbonio, grazie a nuovi investimenti nella zona di Torino e l’assunzione, entro il 2022, di 360 lavoratori. 
L’ultima De Tomaso, la Deauville
Ma torna alla mente che, già nel 2013, proprio un fondo lussemburghese e la Genii Capital avevano già manifestato interesse per la De Tomaso potendo avvalersi della controllata Ruf Automobile, preparatore tedesco con esperienza Porsche, capace di progettare una Gran Turismo innovativa da “pubblicizzare”, questa l’idea di fondo molto probabilmente ancora viva, attraverso le corse, nel DNA De Tomaso. Già, ma in quale categoria? Nella Formula E, che continua ad attrarre investitori grazie al suo format che coniuga sport, eco-sostenibilità e tecnologia da sfoggiare nei circuiti cittadini delle più grandi capitali del mondo. Si sa che la Renault, in rotta con la Red Bull, sta cercando un team della massima formula da rilevare e si sa che valuta anche il Lotus F1 Team, del quale, tra l’altro, è stata parte integrante attraverso la fornitura di motori e una partecipazione azionaria. Alla Genii Capital farebbero certamente comodo capitali freschi da reinvestire nella nuova avventura industriale e sportiva da affrontare con un nome così altisonante e carico di suggestione. 
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TAMBAY PER UN GIORNO DI NUOVO FERRARISTA

(23/3/2015) – Poco prima del Gran Premio di Australia Patrick Tambay è stato ospite della Ferrari a Maranello. Erano 30 anni che l’ex pilota francese, 65 anni, molto amato dai ferraristi, non tornava dove è stato di casa tra il 1982 e il 1983, quando gli fu affidato il volante della Rossa all’indomani della tragedia Villeneuve – tra l’altro suo buon amico – e l’anno seguente, a far coppia con l’altro francese Rene Arnoux. Patrick, dopo aver incontrato il Vicepresidente Piero Ferrari , ha visitato alcuni reparti dell’azienda, le linee di produzione degli otto cilindri, il simulatore e la nuova sede della Gestione Sportiva. 
In Atelier, infine, ha potuto vedere da vicino prima LaFerrari e poi l’ultima nata, la 488 GTB. Al riguardo ha detto: “LaFerrari sembra nata solo per la pista, è qualcosa di incredibile e anche le prestazioni sono all’altezza della bellezza estetica. La 488 GTB ha una linea che conquista al primo sguardo. Guardandola, specie di profilo, si intuisce che nella sua progettazione si è tenuto conto anche del fatto che sarà chiamata a battersi con le vetture degli altri costruttori sulle piste di tutto il mondo”. E il nuovo corso ferrista? Ottimista: “Vettel che sa come fare squadra ma è anche estremamente veloce. Il target che il team si è dato è la vittoria in almeno una gara: io sono convinto che Seb possa riuscire a centrare l’obiettivo”. Tambay oggi è commentatore dei Gran Premi di Formula 1 alla radio francese e ha un figlio, Adrien di 24 anni, attualmente nel DTM, che cerca di ripercorrere le sue orme. Chissà se un giorno….



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AUTO D’EPOCA CHE PASSIONE. Da Milano a Verona, a Padova

(20/3/2015) – Il trend pare davvero inarrestabile: l’auto d’epoca tira e, contrariamente a qualche salone delle quattro ruote contemporanee, assicura folle di appassionati e cultori del genere. L’ultima prova è la quarta edizione di “Milano Auto Classica”, da oggi fino al 22 marzo presso Fiera Milano Rho, dove sono presenti oltre 10 tra le più importanti case automobilistiche al mondo, alcune provenienti direttamente dal Salone di Ginevra. Ma è solo l’antipasto. Ieri è stato presentato “Verona Legend Cars”, l’appuntamento tra l’8 e il 10 maggio alla Fiera di Verona che, come dicono gli organizzatori,non distingue tra auto storiche e recenti ma che si rivolge ad un mondo unico: quello della passione per l’auto”. Qui le grandi Case affiancheranno le auto più preziose dei loro registri storici alla possibilità di provare in test drive gli ultimi modelli, grazie anche all’alleanza con il Museo Nicolis di Villafranca da dove partirà la due giorni di appuntamenti dedicata alle Mille Miglia organizzata da Aci Verona. “Aspettando la Mille Miglia” porterà gli iscritti alla gara più bella del mondo in centro a Verona, al concerto all’Arena e sulle colline della Valpolicella, per le prove di regolarità che si concluderanno, per la prima volta in Italia all’interno di un contesto fieristico, a Verona Legend Cars Sabato 9 Maggio. Ad ottobre, infine, l’evento che ha rilanciato questo genere di esposizione e che macina record: “Auto e Moto d’Epoca” presso Fiera Padova. Perché tanto interesse? “Il motivo è semplice: in un periodo di crescente omologazione – hanno spiegato l’anno scorso – il settore automobilistico ha bisogno di ritrovare le radici della sua identità. Quelle radici sono i modelli che hanno fatto la storia dell’automobile attraverso i quali ribadire l’individualità e la tradizione dei prodotti attuali. Il passato diviene garanzia di qualità”. 
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LAMBORGHINI, LA FIBRA DI CARBONIO IN ESPOSIZIONE ALL’EPO DI MONACO

La presentazione all’EPO di Monaco di Baviera
(19/3/2015)Lamborghini è in posizione di avanguardia nella tecnologia dei materiali compositi in fibra di carbonio e, a testimonianza di ciò e della pluriennale attività tra la Casa di Sant’Agata Bolognese e lo European Patent Office (EPO), oggi a Monaco di Baviera ha consegnato in esposizione a quest’ultima, il rolling chassis della monoscocca in fibra di carbonio della Lamborghini Aventador LP 700-4. All’evento era presente Luciano de Oto, Head of Advanced Composite Research Center di Automobili Lamborghini. L’EPO è un organizzazione intergovernativa europea attraverso la quale Automobili Lamborghini ha depositato numerosi brevetti, tra cui quelli relativi ai processi di realizzazione dei materiali basati sul carbonio come il Forged Composite®, il CarbonSkin® e il CarbonFlex® e le altre tecnologie innovative sull’Aventador LP 700-4. La monoscocca della supersportiva Lamborghini è del tipo “integrale”. A differenza di altre soluzioni, riunisce in un’unica struttura la cellula-abitacolo, il pianale ed il tetto della vettura, assicurando una altissima rigidezza torsionale e quindi massime prestazioni in termini di comportamento dinamico e di sicurezza passiva. Il modulo monoscocca pesa solo 147,5 chilogrammi. Automobili Lamborghini, precisano dalla Casa, è l’unico costruttore automobilistico che attraverso un modernissimo processo industriale di eccellente livello qualitativo gestisce in proprio l’intero processo di lavorazione della fibra di carbonio: dalla progettazione 3D alla simulazione computerizzata, produzione, collaudo e controllo qualità e riparazione attraverso l’impiego di Flying Doctors.