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ANNIVERSARY / 13 FEBBRAIO 2005. TRINTIGNANT, DIECI ANNI FA ADIEU A “PETOULET”

(13/2/2015) – Ricorre oggi il decimo anniversario della scomparsa di Maurice Trintignant, pilota francese che fece dello stile, di guida e di comportamento, una sua prerogativa caratterizzante. Non per niente fu definito il “pilota gentiluomo” e una volta appeso il casco al chiodo lo si ricorda sempre con i baffetti e in giacca doppio petto, elegante e pacato. Un vero signore. Divenne anche sindaco di Vergèze, cittadina nei pressi di Nîmes, e apprezzato viticoltore. Il vino prodotto si chiamava come l’altro suo soprannome: “Petoulet”, che significa “escremento di topo”, quello che  aveva otturato il sistema di alimentazione della sua Bugatti tenuta un fienile durante gli anni della seconda Guerra Mondiale e rimessa in strada per partecipare ad una gara al Bois de Boulogne a Parigi. Trintignant aveva cominciato a correre prima dello scoppio del conflitto, sulle orme del fratello Louis deceduto in un incidente di gara proprio su quella Bugatti. Scampato egli stesso ad un terribile incidente a Berna nel 1948, fu poi Gordini a farlo debuttare nell’appena istituito campionato mondiale di Formula 1, ma i successi arrivarono con la Ferrari
Il Drake lo considerava tra i “maggiori assi” di Francia e proprio sulla Rossa vinse nel 1954 la 24 Ore di Le Mans in coppia con Froilan Gonzales e nel 1955 conquistò il suo primo successo in F1 a Montecarlo (il gran premio durante il quale Ascari finì in mare).  Nel corso delle prove fu rilevata la mancanza di rapporti “sufficientemente bassi” ed era impossibile far arrivare in tempo da Modena i ricambi. Ferrari annota nel suo “Piloti, che gente”: “Lo invitai ad usare soltanto le prime tre delle quattro marce del cambio. Fece tutta la corsa senza mai innestare la quarta e vinse”. Si ripeté sul circuito salotto tre anni più tardi, ma su una Cooper Climax. Pilota regolare e rispettoso della meccanica, meritò la Legion d’Onore per i servigi resi alle corse automobilistiche francesi. Continuò fino al 1964, su Lotus Climax e BRM ma senza grossi acuti: la vena entusiastica e le forze si esaurirono progressivamente. Era zio del noto attore Jean Louis Trintignant.
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UN BELTOISE ANCORA IN PISTA, IL FIGLIO ANTHONY

Anthony Beltoise

(11/2/2015) – E’ passato poco più di un mese dalla improvvisa morte di Jean Pierre Beltoise, vittima di un infarto mentre si trovava in Senegal. Un brutto colpo per la Francia ancora alla ricerca di un degno erede suo e dei vari Jarier, Depailler, Pironi, Arnoux, Prost. Ma tornerò su questo aspetto. A mitigare il dolore per la scomparsa del campione ci sarà un Beltoise ancora in pista: suo figlio Anthony, che quest’anno parteciperà al campionato FFSA Gran Turismo francese e lo farà su Ferrari 458 del Team Duqueine. Con lui al volante ci saranno il titolare Gilles Duqueine e Roland Berville. Anthony, che compirà 45 anni a luglio (corre anche l’altro fratello, Julien che somiglia più alla madre, sorella del compianto Francois Cevert), é un veterano della categoria dove ha svettato già nel 2011 (su Porsche 991 GT3-R) e 2012 (su Porsche 997 GT3-R), con un totale di 12 vittorie nelle ultime quattro stagioni (ed  é  stato inoltre tre volte trionfatore della Porsche Carrera Cup France, 2005-2006-2008). 

JP Beltoise primo a Monaco 1972

Lo scorso anno ha corso su Audi R8 LMS Ultra per il Sébastien Loeb Racing, riportando una vittoria e due podi. Quest’anno avrà mille motivazioni in più per puntare nuovamente al titolo in una categoria che tramite il suo coordinatore generale Olivier Loisy ha espresso profondo cordoglio per la dipartita di Beltoise senior con parole che fanno capire quanto ancora grande fosse la sua popolarità in patria e il ricordo di quell’unica vittoria in F1 a Montecarlo nel 1972: “Resterà in eterno un grande ambasciatore dello sport automobilistico francese e il mio pensiero va alla sua famiglia che può essere fiera di avere tale padre, un simile eroe“.

Monaco 1972, vittoria su BRM sotto la pioggia
Gli eredi: Anthony a sinistra e Julien a destra (da Mon album photo)
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FERRARI LANCIA L’ALFA ROMEO. Andretti il nome giusto?

(9/2/2015) – Chissà se Enzo Ferrari, quando appose il celebre Cavallino su sfondo giallo sulla carrozzeria delle Alfa Romeo che aveva il compito di portare in pista per la neo costituita Scuderia che portava il suo nome, avrebbe mai immaginato che un giorno le parti si sarebbero in qualche modo invertite. La nuova Ferrari SF15-T, a sorpresa, sfoggia infatti su entrambe le fiancate il marchio del Biscione. Una strategia di rilancio voluta dal nuovo Presidente Marchionne che, dunque, parte forte e tocca corde emozionali ma che è solo all’inizio. 
Sì, perché accanto all’azione produttiva e commerciale che il prossimo 24 giugno troverà generoso propellente nella presentazione della nuova Giulia, o come si chiamerà, l’Ad di FCA intende riprendere il discorso sportivo, che fa parte del DNA della Casa milanese. Ci sta pensando almeno dal 2010 quando disse chiaro: “Noi abbiamo altri due marchi nel Gruppo Fiat, come la Maserati e l’Alfa Romeo, per i quali ci stiamo appunto chiedendo in che modo cominciare a coprire lo spettro dell’attività sportiva. Sarebbe imbecille non farlo, uno spreco. Si pensi solo a quello che ha fatto la Maserati con la MC 12”. Solitamente Marchionne fa quello che dice: magari passa tempo, può piacere o non piacere, ma lo fa. E questo è il momento dell’Alfa Romeo. Attenzione però, perché cinque anni fa aggiunse altro:  “Basta con le storie gloriose usate come alibi, le cavolate come i richiami a Nuvolari” e “Certo, non possiamo mandarle a fare gare, come dire di campagna. Bisogna studiarci e lavorarci attentamente”. Insomma, la gloriosa Alfa Romeo deve calarsi nei tempi moderni e tornare a vincere in un campionato prestigioso. Già, ma quale? Marchionne ha detto che il rilancio dell’Alfa Romeo – che in Europa può già vantare una fedele clientela – passa necessariamente dal mercato americano. Il marchio sulle Ferrari di F1 ovviamente da solo non basta per “sfondare” negli USA poiché la massima formula, nonostante il successo del Gp di Austin, non è al top tra le passioni degli sportivi d’oltre Oceano. Ipotesi 1: rinominare Alfa Romeo il motore….

Ferrari l’anno prossimo in dotazione al team 100% americano Haas, che magari avrà un pilota yankee? Idea suggestiva, ma che potrebbe in qualche confliggere con la Ferrari stessa. Marchionne correrà il rischio? Allora equipaggiare un team della IndyCar, categoria che vuole nuovamente espandersi? 

Mario Andretti su Alfa Romeo nel 1981
Un  nome a caso sarebbe veramente ad hoc: Andretti Autosport. Un binomio, questo, indubbiamente potente in quanto, a parte Michael, Mario (che tra l’altro corse con l’Alfa in F1 nel 1981, miglior risultato un quarto posto a Long Beach) è una vera icona, sempre celebre e apprezzato. Altre alternative? In passato, oltre ai successi in F1, l’Alfa Romeo è stata protagonista di pagine leggendarie nel Turismo (a proposito: il 18 febbraio è il 50° della GTA) e nella categoria Sport Prototipi. Tornare nel WTCC? Non sembra essere questo l’obiettivo. Il WEC? La 24 Ore di Le Mans, compresa in questo campionato,  è un vecchio sogno dei piani alti di Torino e probabilmente ora di Detroit. A suo tempo, però, si pensava più alla Maserati. Dove allora? Questo è il dilemma che forse a giugno sarà svelato. 

Alfa Romeo alla 12 Ore di Sebring del 1966

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HAPPY BIRTHDAY / NYCK DE VRIES 20 ANNI, L’ALTRO OLANDESINO VOLANTE

(6/2/2015) – Un altro olandesino si affaccia ai piani alti dell’automobilismo: è Nyck De Vries da Sneek che oggi compie 20 anni. Auguri per il compleanno e per la nuova, importante stagione! Dopo aver vinto lo scorso anno l’Eurocup F. Renault e la ALPS nel team Koiranen GP, grazie ai 500.000 € assegnati da Renault Sport Technologies, quest’anno debutterà nella World Series 3.5 col team Dams ed è osservato speciale in quanto fa già parte del Mc Laren Young Development Program. Certo, l’irresistibile ascesa del connazionale Verstappen, che debutta in Formula 1 a soli 17 anni, ha un po’ messo in secondo piano le sue gesta ma il percorso è quello e la tradizione dei piloti olandesi rampanti non si arresta. Nyck ha spopolato sui kart (vincitore della WSK, campione tedesco) cominciando proprio in Italia (adora il cibo italiano) e a 17 anni ha debuttato sulle monoposto. Tre lunghi anni di gavetta in F. Renault lo hanno comunque temprato e si è sempre messo in luce per la sua velocità e determinazione, fino ai successi che contano. “Ho lavorato duramente per raggiungere questo risultato – dice – e ora il passo più logico da fare era la Formula Renault 3.5 Series, per cui adesso mi attende un’altra sfida importante“.
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DEL PIERO ONORA SENNA CON UNA MOSTRA A TORINO

(5/2/2015)“Ayrton”: si chiama semplicemente così la mostra – evento che Alessandro Del Piero dedica al pilota brasiliano sempre amatissimo presso lo spazio espositivo ADPLOG di Torino (Via Gobetti 10, tel. 011.2307087), da oggi a domenica (ore 11 – 19) e poi dal 10 febbraio al 22 maggio (da martedì a venerdì ore 15 – 19, sabato e domenica orario continuato dalle 11 alle 19). Alla inaugurazione di ieri è intervenuta Viviane Senna (con Bruno Senna), la sorella del pilota brasiliano e Presidente dell’Istituto Ayrton Senna che si occupa di opere di assistenza a favore dei più piccoli e degli indigenti nel grande Paese sudamericano, che ha detto “Mio fratello vivrà fin quando ci saranno persone che ricorderanno il suo mito e le sue imprese. Cosa si può vedere dentro ADPLOG? In ambienti molto luminosi i tifosi e gli appassionati potranno effettuare un “viaggio” nella vita di Ayrton tra suoi oggetti personali, poi caschi, tute e guanti, tante foto scattate da Keith Sutton e due monoposto di Formula 1 guidate dall’asso scomparso il primo maggio del 1994 a Imola, come Lotus 98T con la quale vinse il suo primo Gran Premio in Portogallo e la Mc Laren MP4/8 Honda V12. Perché Senna? Perché – spiega Del Piero – è uno dei grandi miti dello sport, in assoluto. E’ un punto di riferimento, una sorta di modello perfetto di campione, un uomo nato per diventare una leggenda, per onorare la sua passione. Tutta la sua storia è attraversata da una straordinaria umanità, ed è soprattutto questo che vogliamo raccontare”. Il ricavato della vendita dei biglietti (5 euro, 3 euro per i possessori di Tessera Musei, gratuito Under 13 anni e over 65) contribuirà a sostenere le iniziative dell’Istituto fortemente voluto da Ayrton stesso.
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HAMILTON, CON NICOLE E’ (NEVER)ENDING STORY

(5/2/2015)Ci risiamo: Lewis Hamilton e Nicole Scherzinger, la coppia più glamour della Formula 1, si sono lasciati. Secondo i tabloid inglesi l’ex Pussycat ha piantato su due piedi il due volte campione del mondo e la motivazione sembra essere sempre la stessa: alla richiesta di convolare a giuste nozze il pupillo Mercedes avrebbe per l’ennesima volta risposto picche. Non è la prima volta che i due troncano il rapporto per poi riprenderlo (vedi: http://motor-chicche.blogspot.it/2013/07/hamilton-storia-finita-con-la-bella.html) e vedremo se anche questa volta il copione sarà lo stesso. Certo, la bella Nicole ha i suoi buoni motivi per pretendere un impegno più vincolante: ha cinque anni più di Hamilton e… d’altronde la natura ha le sue scadenze se si pensa anche ad un eventuale erede. Ma pare che Lewis – che a Jerez non ha minimamente commentato le voci che già circolavano – voglia ancora godersela, a 30 anni appena compiuti. La Scherzinger avrà avuto gioco facile nel far presente che molti colleghi sono passati ai fatti: si è recentemente sposato Button con la storica fidanzata Jessica e sono stati impalmati anche Grosjean (con un figlio) e Van der Garde mentre sono già papà Vettel e Raikkonen e nel paddock Felipe Massa è un inno alla famiglia. Allora, Lewis: cosa intendi fare?
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NUOVA FERRARI 488 GTB, SOMMA DI CONOSCENZE

(3/2/2015) – Ecco l‘ultima Ferrari, la 488 GTB, disegnata dal Centro Stile, che sarà presentata in anteprima mondiale a marzo, al Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra. Ma da Maranello parlano già di “un nuovo capitolo nella storia degli 8 cilindri”, a 40 anni dalla presentazione della portentosa 308 GTB, prima V8 posteriore-centrale. Pieno, come sempre, il travaso tecnologico dalle piste: la nuova berlinetta, viene spiegato, sintetizza le conoscenze – vedi affinamento dei controlli elettronici – acquisite dalla Ferrari nelle competizioni F1 e WEC dove la 458 GT è campione del mondo e trionfatrice tra l’altro delle due ultime edizioni della 24 Ore di Le Mans. In più, il nuovo modello sfrutta il know-how accumulato dai tecnici Ferrari in 10 anni di programma XX, con vetture estreme guidate da gentleman-driver.
MOTORE E CAMBIO. Il V8 turbo da 3902 cm3, ai vertici per potenza, coppia e tempi di risposta è completamente nuovo e contribuisce a fare della Ferrari 488 GTB un punto di riferimento per propulsori con questa architettura. Eroga 670 cv a 8.000 giri/min, coppia massima di 760 Nm in settima marcia, tempo di risposta di 0,8 secondi a 2000 giri/min e assicura l’eccezionale accelerazione da 0-200 km/h in 8,3 secondi. 
Il tempo di 1’23” sul giro a Fiorano è il risultato della radicale innovazione del veicolo nel suo complesso. Il cambio tilizza il Variable Torque Management che eroga la poderosa coppia in modo crescente e continuo. La specifica calibrazione dei rapporti rende la progressione con acceleratore aperto estremamente coinvolgente per gli occupanti della vettura. Come sempre grande attenzione è stata dedicata al suono e grazie agli investimenti nella ricerca è stata ottenuta una sonorità nuova, piena, pulita e assolutamente distintiva, come si richiede a ogni motore della casa del Cavallino Rampante.

AERODINAMICA. Con un’efficienza di 1,67 stabilisce il nuovo record per una Ferrari di serie. Il carico è aumentato del 50% rispetto al modello precedente riducendo contemporaneamente la resistenza all’avanzamento. La sfida è stata proprio quella di garantire questi due obiettivi e per riuscirci sono stati messi a punto elementi innovativi tra cui lo spoiler anteriore doppio, le prese d’aria laterali “base bleed” e al retrotreno l’aerodinamica attiva insieme allo spoiler soffiato. Molto sofisticato il fondo aerodinamico con generatori di vortici.

ELETTRONICA. La fruibilità di queste performance straordinarie è assicurata dai sottosistemi e dai controlli elettronici che rendono la Ferrari 488 GTB la vettura di serie più 

reattiva, con tempi di risposta ai comandi paragonabili a quelli di una vettura da pista. Il controllo elettronico evoluto dell’angolo di assetto (Side Slip Control 2 – SSC2), più preciso e meno invasivo, consente una maggiore accelerazione longitudinale in uscita dalle curve. L’SSC2 sfrutta il controllo di trazione F1-trac, il differenziale elettronico E-diff e ora anche lo smorzamento degli ammortizzatori attivi, rendendo ancora più uniforme e omogeneo il comportamento della vettura nelle manovre più complesse.

ABITACOLO. L’integrazione tra i nuovi comandi a satellite, i diffusori aria inclinati e il quadro rafforza l’effetto di un vero e proprio cockpit cucito attorno al pilota creando un’atmosfera di sportività estrema senza sacrificare il comfort. Tipici della tradizione Ferrari sono elementi quali la netta separazione tra plancia e tunnel, il volante multifunzione, il bridge comandi e i sedili avvolgenti. Completamente rivista la grafica e l’interfaccia del sistema infotainment, mentre per la prima volta la chiave vettura ispirata alla forma dei polmoni di aspirazione motore assume la funzione “keyless start”.
 FERRARI 488 GTBScheda tecnica sintetica
MOTORE
Tipo V8 – 90° Turbo
Cilindrata totale 3.902 cm3
Potenza massima * 492 kW (670 CV) a 8000 giri/min
Coppia massima * 760 Nm a 3000 giri/min in VII marcia
DIMENSIONI E PESI
Lunghezza 4568 mm
Larghezza 1952 mm
Altezza 1213 mm
Peso a secco** 1370 kg
Distribuzione dei pesi 46,5% Ant – 53,5% Post
PRESTAZIONI
0-100 km/h 3,0 s
0 -200 km/h 8,3 s
Velocità massima > 330 km/h
CONSUMI/FUEL CONSUMPTION***
11.4 l/100 km

EMISSIONI C02 ***
260 g/km
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UNA FERRARI ROLLING STONES

(2/2/2015) – La Ferrari SF 15 T, la Ferrari Rolling Stones, è partita col piede giusto: a Jerez Vettel si è tolto la soddisfazione del miglior tempo al termine della prima giornata di prove. Perché “Rolling Stones”? Beh, molti hanno parlato del nuovo muso della Rossa che effettivamente sembra una lunga lingua rossa, come il simbolo del celebre gruppo rock inglese in auge dagli anni ’60. Tocca ora agli uomini di Maranello “suonare la musica giusta” e le cose sembrano girare per il verso buono anche se lo stesso tedesco ha poi naturalmente calmato gli animi. La notizia sarebbe una Mercedes che va più piano o almeno non più veloce dello scorso anno… Ma solitamente il buongiorno si vede dal mattino e anche l’ambiente, dopo il passaggio del ciclone Marchionne, pare rasserenato e ben motivato. Questa macchina risponde bene, Allison ha fatto quel che poteva con un progetto che comunque porta anche le firme degli ex Pat Fry e Tombasiz, defenestrati in seguito. Un altro anno grigio non sarebbe tollerato perché da tempo i tifosi del Cavallino cantano “I can’t get no satisfaction”…