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WINTERMARATHON, IVAN CAPELLI PARTE IN TESTA

(22/1/2015) – Sarà la Volvo PV544 del 1965 guidata dall’ex pilota di F1 Ivan Capelli  – con il numero 1 sulle fiancate e navigato da Guido Ursini-  a prendere il via per prima, domani 23 gennaio alle ore 14.00 da Piazzale Brenta a Ragoli di Madonna di Campiglio, per la 27ª edizione della Winter Marathon, la manifestazione di regolarità per auto storiche tra le più importanti in Italia per numero di iscritti e qualità delle vetture partecipanti. Ai 120 equipaggi iscritti (19 le marche automobilistiche presenti, 9 le nazioni rappresentate dai conduttori, 11 le vetture anteguerra iscritte e 21 i Top Driver) le emozioni sono assicurate: una maratona di 427 km, 45 prove cronometrate e 12 ore consecutive di guida attraverso le strade e i passi dolomitici più affascinanti del Trentino Alto Adige. Vetture tutte rigorosamente prodotte entro il 1968 (vettura più anziana del lotto è una imponente Bentley 3 Litre del 1925) con l’aggiunta di alcuni modelli prodotti fino al 1976 che hanno fatto al storia dei rallies negli anni ’70, come ad esempio la Lancia Stratos del 1974 di Tonoli-Bresciani, la Renault Alpine A110 1800 del 1976 di Pasquale-Roggeri, le due Fiat 124 Abarth Rally del 1975 di Stancari-Valentini e di Simone Bertolero, la Lancia Fulvia “Fanalone” del 1970 di Lyveroulaz-Trossello. Tra le protagoniste anche la Giulia TI Super del 1963, appartenente alla collezione del Museo Storico Alfa Romeo e  appositamente preparata per affrontare questa gara con il potente 2.0 JTDM2 da 175 CV abbinato all’innovativo cambio automatico a doppia frizione “Alfa TCT”. Porsche sarà nuovamente la marca più….

Rappresentata con circa un terzo delle vetture partecipanti e Porsche Italia al via con  la RS Carrera del 1973 affidata a Felix Bräutigam (Vice Presidente Regione Europa di Porsche AG) e Pietro Innocenti (Direttore Generale di Porsche Italia). Tra i molti top driver che si sfideranno sulle strade dolomitiche ci saranno Ezio Salviato (vincitore 2012, pilota di punta della neonata Squadra Corse Ma-Fra) oltre al campione italiano 2014 Top Car Alberto Aliverti, e Armando Fontana, Mario Passanante, Gianmaria Aghem e Luca Patron. L’evento verrà trasmesso in diretta sul sito wintermarathon.tv, e si potrà interagire  attraverso le pagine ufficiali di Facebook, Twitter e Instagram con l’hashtag #WinterMarathon2015.
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CACCIA ALLA NUOVA MUSTANG: E’ IN VENDITA!

(21/1/2015) – La “caccia” è aperta: è ora ufficialmente possibile ordinare la nuova Mustang in tutta Europa, in esclusiva presso la rete dei Ford Store (l’elenco all’indirizzo http://www.forditalia.info/mustang/Mustang_Map.html), disponibile sia con motore EcoBoost 2.3 da 314 cavalli che con V8 5.0 da 418 cavalli, entrambi con cambio manuale o automatico, sia nella versione ‘fastback(prezzo di listino 36.000 euro) che ‘convertible’ (40.000 euro). Ma si potranno scoprire tutte le possibili personalizzazioni sia attraverso un’app per tablet e smartphone, sia attraverso il configuratore on-line, all’indirizzo www.ford.it/Configura/NewMustang. La app ‘Virtual Mustang‘ sarà lanciata questa settimana, sia per piattaforme iOS che per Android, e permetterà di configurare allestimenti e caratteristiche dal colore al design dei cerchi, nonché di ascoltare la riproduzione del rombo di entrambi i motori. Sarà dotata inoltre di un’affascinante modalità in realtà aumentata 3D che, attraverso la fotocamera del dispositivo, permetterà di mostrare in anteprima la propria Mustang digitale all’interno dello scenario preferito, dal proprio garage al viale di casa. Le immagini generate possono essere inviate ai propri contatti e condivisi sui social network. Tutte le Mustang europee sono dotate di serie di un performance pack che comprende i cerchi in lega da 19 pollici e i freni maggiorati. La dotazione di serie include inoltre la telecamera posteriore, gli interni in pelle, i fari automatici (sensore luce) e i tergicristalli automatici (sensore pioggia), i fari posteriori a LED e il controllo climatizzatore bizona, nonché il nuovo sistema di connettività e comandi vocali avanzati SYNC 2, con schermo touch da 8” e l’impianto audio a 9 altoparlanti.
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TORO ROSSO, DIECI ANNI DI DURA PALESTRA

(20/1/2015)La Scuderia Toro Rosso celebra il suo decennio in F1 con un logo speciale, che qui vedete. Nel 2006, quella che era la mitica Minardi e poi European veniva rilevata, factory di Faenza compresa, da Dieter Mateschitz che ne fece così una scuderia “sorella” o “cugina” (fate voi) della Red Bull, con il compito precipuo di consentire lo sbocco nella massima formula dei talenti del proprio programma Young Drivers. I primi furono il nostro Vitantonio Liuzzi e l’americano Scott Speed. Molto ha dato, la Toro Rosso, ma molto ha indisposto, soprattutto sotto la guida del ferreo Franz Tost che prese il posto, abbastanza improvvisamente dopo un paio di anni, di Gherard Berger alla conduzione del team. Alla Toro Rosso, che comunque non è la Red Bull, l’indulgenza e particolari riguardi non sono infatti previsti. Scott Speed finì l’esperienza in anticipo azzuffandosi con Tost, Liuzzi e Bourdais bocciati senza appello. Rimasero di stucco Buemi e Alguersuari, messi alla porta dall’oggi al domani alla fine del 2011 (soprattutto per lo spagnolo fu un colpo da ko). Nel 2014, nonostante un buon finale di stagione, stesso trattamento è toccato a Vergne che comunque si è consolato in Ferrari e Formula E. anche il valente tecnico Giorgio Ascanelli capì che il suo tempo era passato e si dimise. E’ anche vero che la dura palestra di Tost e di Helmut Marko ha prodotto autentici campioni. Lì Vettel è sbocciato, con la fenomenale vittoria di Monza nel 2008. E lì Ricciardo ha avuto modo di farsi apprezzare tanto da guadagnare il volante della Red Bull (e mettere in difficoltà il 4 volte iridato Vettel). La stessa strada percorsa oggi dal russo de Roma Kvyat che, al debutto, ha sorpreso positivamente. “Le cifre che contano veramente, quelle per i punti e le vittorie –è scritto nel sito della Scuderia – sono quelle di cui andremo a caccia nel 2015, iniziando tra poche settimane a Melbourne”. Verstappen e Sainz junior sono avvisati…
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LA NUOVA FORD GT GIA’ IN VIDEOGAME XBOX ONE

(19/1/2015) – La nuova Ford GT, la supersportiva da oltre 600 cavalli grazie al più potente EcoBoost di sempre (un V6 3.5) e al telaio in carbonio e alluminio, svelata al Salone di Detroit, ha già conquistato la sua prima copertina. Quella della cover di Forza Motorsport 6, nuovo capitolo della celebre saga di videogame prodotta da Microsoft e sviluppata da Turn 10. In anticipo rispetto al suo lancio globale, previsto nel 2016, i “gamer” potranno, virtualmente, mettersi al volante di questo superlativo modello. Forza Motorsport è una delle simulazioni di guida più apprezzate al mondo, e il sesto capitolo della saga sarà disponibile esclusivamente per Xbox One, la console di nuova generazione di Microsoft. “Se con la nuova GT Ford stabilisce un nuovo punto di riferimento nel mondo delle auto sportive, con Forza Motorsport 6, la simulazione tecnologicamente più avanzata di sempre, noi faremo lo stesso nel mondo dei videogiochi” dice Dan Greenawalt, direttore creativo di Turn 10 Studios. 

Gli appassionati di automobilismo devono aspettarsi nuove pagine entusiasmanti da quella che viene definita “l’espressione più elevata ed esclusiva del DNA sportivo dell’Ovale Blu”. La nuova Ford GT affiancherà la Focus ST, la Focus RS e la Mustang nella gamma di auto globali ad alte prestazioni Ford Performance, ed entrerà in produzione alla fine del prossimo anno per celebrare il 50° anniversario della leggendaria 24 Ore di Le Mans del 1966, in cui tre Ford GT occuparono tutti i gradini del podio.



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HAPPY BIRTHDAY / BRANCATELLI 65 ANNI, ENNESIMO TALENTO ITALIANO SPRECATO

(17/1/2015) – A metà anni ’70 il torinese Gianfranco Brancatelli, insieme a Bruno Giacomelli e Riccardo Patrese, era una delle migliori speranze dell’automobilismo italiano. Domani, 18 gennaio, sarà il suo compleanno numero 65. E’ nato, dunque, lo stesso giorno di Gilles Villeneuve. E’ sparito dalle scene ma va considerato uno degli ormai innumerevoli talenti italiani che non ha trovato adeguato sbocco. Nel 1976 contese al bresciano e al padovano il Casco d’Oro di Autosprint: quell’anno lottò fino alla fine per la conquista dell’europeo di Formula 3 ma il doppio ritiro di Pergusa e Monza compromise le sue possibilità lasciando pista libera allo svedese Andersson e a Patrese che prevalse. Il talento si evidenzia subito o non è talento: lui, dopo un anno dal debutto in monoposto, nel 1974 vinse il titolo di Formula Italia e successivamente in Formula 3 fu subito tra i migliori – nella serie continentale corse per la Novamotor e per la Scuderia Everest– per approdare quindi nel 1977 in F.2 nella scuderia di un certo Giancarlo Minardi.  
Siamo alla svolta: la macchina non è competitiva ma nel 1979 arriva la possibilità di coronare il sogno e correre in Formula 1. L’occasione gliela dà il team tedesco Kaushen che si è ben comportato in F2 e realizza una monoposto attraente, ma la realtà dissiperà ogni velleità: mai qualificato per la gara nei due tentativi a Jarama e a Zolder. Terzo tentativo a Montecarlo ma sulla Merzario che il pilota comasco non potè guidare per un infortunio: anche qui nessuna chance per Brancatelli che diede così l’addio alla massima formula per ricostruirsi con le ruote coperte. Dopo il debutto vincente nel Turismo con l’Alfa Romeo (1982), corse nell’ETCC vincendo nel 1985 il titolo su Volvo 240 Turbo e la Guia Race di Macao. Altre belle soddisfazioni: secondo alla 24 Ore di Daytona del 1987, titolo italiano Turismo nel 1988 (su Alfa 75 del Jolly Club), la 24 Ore di Spa nel 1989. Nelle classiche di durata si distinse a Le Mans (secondo) e al Nurburgring (terzo), concludendo la carriera nel 1999. Che dire: detto del talento, mancò la fortuna non il coraggio…

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HAPPY BIRTHDAY / AJ FOYT 80 ANNI, PIU’ CHE MAI QUESTIONE DI CUORE

(16/1/2015) – Tanti auguri di buon compleanno a Anthony Joseph Foyt, A.J. Foyt per tutti. Compie oggi 80 anniquesto roccioso, robusto e per qualcuno burbero pilota americano, texano di Houston, sposato con Lucy, che è l’unico ad aver vinto la 500 Miglia di Indianapolis (per quattro volte, nel 1961, 1964, 1967 e 1977), la 24 Ore di Le Mans (nel 1967 su Ford MK IV in coppia con il connazionale Dan Gurney) e la Daytona 500. Oltre a innumerevoli campionati di quella che ora è la IndyCar. Un autentico pioniere dell’automobilismo ruggente. Gli è mancata la Formula 1, ma A.J. Foyt ha sempre prediletto the american way of life. 
Gurney-Foyt vincitori a Le Mans 1967
Ricordo una frase molto esemplificativa della sua visione genuina dell’essere pilota: “L’automobilismo è uno degli sport più veri: quando sei al box tutta la squadra lavora per te, ma poi in pista sei solo e tutto dipende da te”. Si capisce che è una considerazione di molti anni fa. Oggi i piloti fanno molta meno fatica in macchina e vengono sostanzialmente teleguidati dai box. Qualcuno debutta a 17 anni in F.1… Ok, altri tempi. A.J. Foyt oggi cerca di guidare il suo cuore ballerino. Lo scorso mese di novembre è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di triplo bypass nella sua Houston e dimesso il 2 dicembre, ma una settimana dopo è stato nuovamente ricoverato per complicanze post-operatorie e gli è stato detto di prendersela calma. 
 

Lui freme, c’è un campionato IndyCar alle porte (Takuma Sato e Jack Hawckworth i suoi piloti 2015) e per ora è in stretto contatto con il figlio più giovane Larry. “Questa cosa mi ha preso di sorpresa ma non vedo l’ora di essere con i ragazzi”. Buon compleanno e buon 2015!
Winner a Indy 
AJFoyt Racing
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WSK GRAN GALA, CHE TALENTI !

(13/1/2015) – Il Palaeventi dell’Adria International Raceway ha ospitato, lo scorso 10 gennaio, il WSK Gran Gala ha riunito per l’occasione 250 invitati, tra i quali sono stati protagonisti i primi tre classificati delle Serie WSK della passata stagione, festeggiati da importanti figure del Motorsport internazionale. A introdurre la serata è stato il Presidente WSK Luca De Donno, che nello stesso tempo ha dato il via alla decima stagione di attività di WSK Promotion. Al suo primo decennale, l’organizzazione con sede a Maglie, in provincia di Lecce, sarà nuovamente impegnata sia nel karting che nelle monoposto, in un calendario di eventi che, oltre alle Serie WSK, comprende anche il Mondiale e l’Europeo CIK-FIA e l’Italian F.4 Championship powered by Abarth. 
I piloti premiati.
A essere premiati sono stati i primi tre delle classifiche finali, che in WSK Champions Cup hanno visto prevalere in KZ2 Ben Hanley (GB), in KF Karol Basz (PL), in KFJ Enaam Ahmed (GB) e in 60 Mini Abdul Muizzudin (MAL). Premiati sul podio anche i rispettivi team vincitori: Art Grand Prix (KZ2), Tony Kart Racing Team (KF), Ricky Flynn Motorsport (KFJ) e Gamoto Kart (60 Mini). Uguale cerimonia per la WSK Super Master Series, che ha festeggiato i trionfatori della KZ2 Marco Ardigò (BS), della KF Callum Ilott (GB), della KFJ Enaam Ahmed e della 60 Mini Nicola Abrusci (BA), con consegna dei premi anche ai rispettivi team vincitori Tony Kart Racing Team (KZ2), Zanardi Strakka Racing (KF), Ricky Flynn Motorsport (KFJ) e Baby Race (60 Mini). Premiati anche i re della recente WSK Final Cup, che ha inaugurato lo scorso mese di novembre il nuovo circuito di Adria: in KZ2 Marco Ardigò, in KF Karol Basz, in KFJ Presley Martono (RI) e in 60 Mini Dmitrii Bogdanov (RUS)

Da sx, Boccolacci e Amhed
Enaam Ahmed è il nuovo talento WSK dell’anno.
Il karting di WSK Promotion ha tenuto nuovamente a evidenziare il migliore talento espresso dalla stagione 2014: per la prima volta, sia il titolo di WSK Talent Driver che di WSK Driver of the Year è stato attribuito allo stesso pilota: si tratta….

dell’inglese del Ricky Flynn Motorsport Enaam Ahmed, che ha trionfato in entrambe le serie WSK Champions Cup e Super Master Series in KFJ, prima di diventare Campione del Mondo CIK-FIA nella stessa categoria. A premiare Ahmed è stato il francese Dorian Boccolacci, WSK Talent Driver 2013 e in procinto di debuttare nella prossima stagione nell’Europeo FIA Formula 3.
Importanti personalità riunite a Adria.
Spiccavano tra i presenti Luca Baldisserri (Direttore Ferrari Driver Academy), Patrizia Capuzzo (Fiduciaria Delegazione Csai Veneto), Orazio Manni (responsabile sicurezza Commissione Karting), Giancarlo Minardi (Presidente Commissione Aci Csai Velocità), lo sponsor Giuseppe Pandinelli per BetItaly, Franz Schreiner (Commissione Circuiti e Sicurezza FIA) e Roberto Vallardi, editore del book WSK 2014, che raccoglie immagini e risultati dell’intera stagione. Il legame di WSK Promotion con l’automobilismo e la F.4 è stato rappresentato da Raffaele Giammaria, Direttore della Scuola Federale Aci Csai, presente alla serata con il coordinatore Cristiano Del Balzo e l’istruttore Andrea Piccini. A fare gli onori di casa insieme a Luca De Donno era presente la famiglia proprietaria del grande impianto polesano, che con Giuliano e Mario Altoè ha dato ulteriore impulso all’attività, affiancando il nuovissimo Karting Raceway al già noto circuito automobilistico..
Pronte le sfide per il 10° anno di WSK Promotion.

WSK Promotion è già pronta ad avviare la sua stagione numero 10, con un calendario di 9 eventi ospitati dai maggiori impianti italiani. Si parte già nel weekend del 1. febbraio, con il primo dei due appuntamenti che a La Conca (LE) assegneranno la WSK Champions Cup.
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HAPPY BIRTHDAY / RON TAURANAC 90 ANNI, “FATALE” L’INCONTRO CON JACK BRABHAM

(13/1/2015) – Nello stesso giorno di Forghieri, compie gli anni un altro leggendario e brillante tecnico: Ron Tauranac, 90 anni. Fior di progettista, balzò agli onori delle cronache grazie alla feconda unione con Jack Brabham: ne vennero fuori auto innovative e mondiali di F.1. tra cui il primo di un pilota su una macchina che portava il suo nome (nel 1966).  Ronald Sidney Ron Tauranac è inglese di Gillingham ma la famiglia – il padre era di origine francese – si trasferì quando lui aveva solo 4 anni in Australia a causa della depressione, stabilendosi a Fassifern, tra Newcastle e Sydney. Nel 1946, insieme al fratello Austin Lewis, cominciò a realizzare vetture da corsa, che chiamarono Ralt dalle iniziali dei loro nomi, e a frequentare il mondo delle gare automobilistiche. 

Fu in questo ambito che avvenne l’incontro del destino con Jack Brabham: rivali per il cronometro ma subito collaborativi a livello tecnico. A un certo punto “Blackjack” gli chiese di seguirlo in Europa.  Ron non si sarebbe più fermato: oltre la F.1 (fu lui a cedere infine la Brabham ad Ecclestone), rispolverò la Raltche divenne la monoposto di tanti giovani e talentuosi piloti impegnati nei più disparati campionati. Ordini di vetture e successi si sono susseguiti in Formula 2 e in  Formula 3 dove, tra l’altro, il connazionale Larry Perkins si affermò nell’europeo 1975. Piquet, Senna, Warwick, Damon Hill, tra gli altri, hanno vinto e si sono svezzati sulle sue macchine. Anche la Honda MotorSport si affidò alla sua sapienza. “Il giusto equilibrio tra teoria e applicazione pratica”: questo è stato il credo di Ron e in questo ha eccelso. Nel 2002 è stato insignito dell’Ordine di Australia, paese nel quale è infine tornato.

Il libro dedicato alla storia di Ron Tauranac

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HAPPY BIRTHDAY / GLI 80 ANNI DI MAURO FORGHIERI, “FURIA” FERRARI

Forghieri con Piero Ferrari alla mostra che gli fu dedicata a Modena nel 2011
(12/1/2015)Mauro Forghieri compie domani, 13 gennaio, 80 anni. Ci vorrebbero centomila post per celebrare compiutamente questo compleanno e raccontare vita e miracoli di un uomo che è  autentica icona della genialità motoristica italiana. A lui Enzo Ferrari, con mossa a sorpresa delle sue, affidò a fine 1961 la responsabilità tecnica del reparto corse del Cavallino dopo le clamorose dimissioni-licenziamento in massa di Chiti, Bizzarrini, Tavoni e altri. “Tu pensa a lavorare, al resto penso io”, proferì il Drake davanti all’umano imbarazzo del giovane laureato in ingegneria meccanica (aveva 26 anni). Aveva già frequentato Maranello per degli stage (calcolo motori in sala prove) insieme ad un certo Gianpaolo Dallara (che si occupava di telai e cambi), ma il passo era grande: Phil Hill aveva appena vinto il campionato mondiale di F1. 

Forghieri al Senna Tribute di Imola 2014
La prima auto sulla quale lavorò fu la magnifica GTO ma la storia sarebbe andata avanti fino al 1987. Occorre pensare che allora la Ferrariera impegnata praticamente a 360° nel motorsport – F1, Sport prototipi (sua la gloriosa P4: “lì i miei migliori ricordi”, dice), Can Am, F2, Tasman Cup – ma in acque economiche perennemente basse e in condizioni di lotte sindacali molto accese. Forghieri ha visto fallire “l’annessione” Ferrari alla Ford (1963) e concludersi l’accordo con la Fiat(1969) dell’avvocato Agnelli. In questo contesto ha dovuto vedersela con gli squadroni Ford e di altre case ufficiali e con gli scaltri costruttori inglesi, la Lotus di Colin Chapman in primis che sfornava monoposto-gioiello a raffica: dalla 25 alla 33 di Clark, alla 49 di Graham Hill, alla 72 di Rindt e Fittipaldi fino alla 79 di Andretti. La prima vittoria “sua” è avvenuta nel 1962, al Nurburgring, con Surtees che poi avrebbe vinto il titolo nel 1964. Da lì, anni difficili -“diedi tre o quattro volte le dimissioni ma fui sempre richiamato”, ricorda Forghieri – con la tragedia Bandini, l’illusione del titolo nel 1970, la Direzione assunta dall’ing. Colombo, il telaio fatto realizzare dalla inglese Thompson. Fino alla svolta: il Drake, ripresosi da un periodo di malessere, tornò a tutti gli effetti al timone a fine ’73. Forghieri creò prima la B3 (1974) e quindi la T (1975), il “gioiello di vettura” come la definì Lauda. Le imprese dell’austriaco sono note, compreso il ritiro del Fuji nel 1976. “Se vuoi diciamo che è un problema elettrico…”, gli disse in un orecchio un “paterno” Forghieri. 

Forghieri con  Joanna Villeneuve
L’insolita ma efficace T4 consentì a Schecketr di imporsi nel 1979 nonostante wing-car molto più spiccate come la Williams. Ma fu l’ultima affermazione prima dell’era Schumacher, 21 anni dopo. Forghieri affrontò quindi il passaggio al motore turbo – nel 1982 senza le tragedie Villeneuve e Pironi la vittoria non sarebbe certo sfuggita – e l’avvento dei materiali compositi. A fine 1984 però giunse una sentenza che non si aspettava: trasferito all’Ufficio ricerche e studi avanzati. La luna di miele con il Drake era finita, e finita era l’era del progettista tuttofare. Presto sarebbe arrivato John Barnard. “Pochi hanno fatto così bene i propri interessi come lui… Si è fatto un nome sulla stampa italiana quando le sue macchine vincevano con fior di campioni come Lauda, Prost… La Ferrari ha vinto tantissimo quando gli stranieri erano dall’altra parte ma evidentemente hanno giudicato che loro potevano risolvere i problemi…”, mi dirà in seguito in aperta polemica. Tre anni dopo, Forghieri varcò per l’ultima volta la soglia della stanza del Commendatore per…

(CONTINUA CON ELENCO – INCOMPLETO! – DI PROGETTI E IDEE FIRMATE MAURO FORGHIERI)

La Lambo del 1991: iniziativa che non ebbe seguito
comunicargli la sua decisione di fare altro (passerà alla Lamborghini Engineering, dove tentò senza fortuna l’operazione Lambo F1 nel 1991, fugacemente alla Bugatti e infine alla Oral Engineering di Baggiovara). “Io ero una persona profondamente diversa da Ferrari e forse per quello andavamo d’accordo. Lui era il potere, io, forse, la cultura. Ma da quel momento non volli più incontrarlo: non era più il Ferrari che avevo conosciuto”. I tifosi non hanno dimenticato: tra i relatori al recente Senna Tribute di Imola, l’applauso più grande è andato a lui.

L’innovativa Ferrari “spazzaneve”: non corse mai

Forghieri con l’amico Clay Regazzoni
La Ferrari T4: 21 anni per un mondiale piloti dopo di lei 
Con Jody Scheckter e Gilles Villeneuve
ELENCO (SICURAMENTE INCOMPLETO) DI PROGETTI E IDEE DI FORGHIERI:

          monoscocca con motore portante
          motore 12 cilindri orizzontali contrapposti
          sospensione posteriore con ammortizzatori in alto
          ali regolabili dall’abitacolo
          cambio trasversale
          pneumatici posteriori gemellati (test a Nardò con Lauda nel 1977)
          cambio elettro-idraulico (test con Villeneuve a Fiorano nel 1978)
          emulsionatore acqua-benzina

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ANNIVERSARY / 11 GENNAIO 2005. MUORE FABRIZIO MEONI, LA SOLIDARIETA’ VINCE ANCORA

(10/1/2015)Domani dieci anni: Fabrizio Meoni, uno dei “re” della Parigi – Dakar, è morto infatti l’11 gennaio del 2005 mentre, secondo in classifica, in sella alla sua amata KTM correva l’ennesima e ultima maratona africana. Era mattina: in Mauritania, nei pressi di Kiffa, un salto, la bruttissima caduta, la rottura di due vertebre cervicali, l’arresto cardiaco. Inutili i primi e ripetuti soccorsi, disperate le lacrime del suo incredulo avversario e compagno di squadra, il francese Cyril Despres. Lasciava la moglie Elena e i figli  Gioele e Chiara. Meoni, toscano di Castiglion Fiorentino, aveva 47 anni e una passione sconfinata per le due ruote e per l’enduro. Quasi scontato che, un giorno, avrebbe affrontato il classicissimo e durissimo banco di prova rappresentato dalla Parigi – Dakar, che vinse nel 2001 e 2002. Frequentando l’Africa – aveva corso anche in Tunisia e in Egitto – si era impegnato anche in iniziative di solidarietà e aveva creato l’Associazione “In buone mani” raggiungendo l’obiettivo di far costruire una scuola (l’Ecole Meoni & Amici d’Italia”) proprio a Dakar che avrebbe dovuto visitare il giorno dell’arrivo. 
Quel prezioso embrione di solidarietà non si è esaurito. Grazie alla Fondazione che oggi  porta il nome del centauro e insieme all’Associazione Oltre i confini Onlus di Milano, è già nata la terza scuola intitolata “Fabrizio e Cyril” – Despres non ha dimenticato –  sempre a Dakar. La congregazione dei Padri e delle Suore missionarie mariste di Padre Antonio Burusti, legatissimo a Fabrizio, si occupa inoltre del recupero dei ragazzi senza dimora. L’anno scorso è stato inaugurato, per la Congrezione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, anche un nuovo reparto di maternità presso l’ospedale di Itigi, in Tanzania. Domenica 11, in occasione dell’anniversario della scomparsa, la pilota Julia Schrenk visiterà le tre scuole che portano il nome di Meoni e consegnerà materiale scolastico. Per maggiori informazioni su iniziative e sostegni: info@fondazionefabriziomeoni.it