(17/1/2015) – A metà anni ’70 il torinese Gianfranco Brancatelli, insieme a Bruno Giacomelli e Riccardo Patrese, era una delle migliori speranze dell’automobilismo italiano. Domani, 18 gennaio, sarà il suo compleanno numero 65. E’ nato, dunque, lo stesso giorno di Gilles Villeneuve. E’ sparito dalle scene ma va considerato uno degli ormai innumerevoli talenti italiani che non ha trovato adeguato sbocco. Nel 1976 contese al bresciano e al padovano il Casco d’Oro di Autosprint: quell’anno lottò fino alla fine per la conquista dell’europeo di Formula 3 ma il doppio ritiro di Pergusa e Monza compromise le sue possibilità lasciando pista libera allo svedese Andersson e a Patrese che prevalse. Il talento si evidenzia subito o non è talento: lui, dopo un anno dal debutto in monoposto, nel 1974 vinse il titolo di Formula Italia e successivamente in Formula 3 fu subito tra i migliori – nella serie continentale corse per la Novamotor e per la Scuderia Everest – per approdare quindi nel 1977 in F.2 nella scuderia di un certo Giancarlo Minardi.
Siamo alla svolta: la macchina non è competitiva ma nel 1979 arriva la possibilità di coronare il sogno e correre in Formula 1. L’occasione gliela dà il team tedesco Kaushen che si è ben comportato in F2 e realizza una monoposto attraente, ma la realtà dissiperà ogni velleità: mai qualificato per la gara nei due tentativi a Jarama e a Zolder. Terzo tentativo a Montecarlo ma sulla Merzario che il pilota comasco non potè guidare per un infortunio: anche qui nessuna chance per Brancatelli che diede così l’addio alla massima formula per ricostruirsi con le ruote coperte. Dopo il debutto vincente nel Turismo con l’Alfa Romeo (1982), corse nell’ETCC vincendo nel 1985 il titolo su Volvo 240 Turbo e la Guia Race di Macao. Altre belle soddisfazioni: secondo alla 24 Ore di Daytona del 1987, titolo italiano Turismo nel 1988 (su Alfa 75 del Jolly Club), la 24 Ore di Spa nel 1989. Nelle classiche di durata si distinse a Le Mans (secondo) e al Nurburgring (terzo), concludendo la carriera nel 1999. Che dire: detto del talento, mancò la fortuna non il coraggio…