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HAPPY BIRTHDAY / GLI 80 ANNI DI MAURO FORGHIERI, “FURIA” FERRARI

Forghieri con Piero Ferrari alla mostra che gli fu dedicata a Modena nel 2011
(12/1/2015)Mauro Forghieri compie domani, 13 gennaio, 80 anni. Ci vorrebbero centomila post per celebrare compiutamente questo compleanno e raccontare vita e miracoli di un uomo che è  autentica icona della genialità motoristica italiana. A lui Enzo Ferrari, con mossa a sorpresa delle sue, affidò a fine 1961 la responsabilità tecnica del reparto corse del Cavallino dopo le clamorose dimissioni-licenziamento in massa di Chiti, Bizzarrini, Tavoni e altri. “Tu pensa a lavorare, al resto penso io”, proferì il Drake davanti all’umano imbarazzo del giovane laureato in ingegneria meccanica (aveva 26 anni). Aveva già frequentato Maranello per degli stage (calcolo motori in sala prove) insieme ad un certo Gianpaolo Dallara (che si occupava di telai e cambi), ma il passo era grande: Phil Hill aveva appena vinto il campionato mondiale di F1. 

Forghieri al Senna Tribute di Imola 2014
La prima auto sulla quale lavorò fu la magnifica GTO ma la storia sarebbe andata avanti fino al 1987. Occorre pensare che allora la Ferrariera impegnata praticamente a 360° nel motorsport – F1, Sport prototipi (sua la gloriosa P4: “lì i miei migliori ricordi”, dice), Can Am, F2, Tasman Cup – ma in acque economiche perennemente basse e in condizioni di lotte sindacali molto accese. Forghieri ha visto fallire “l’annessione” Ferrari alla Ford (1963) e concludersi l’accordo con la Fiat(1969) dell’avvocato Agnelli. In questo contesto ha dovuto vedersela con gli squadroni Ford e di altre case ufficiali e con gli scaltri costruttori inglesi, la Lotus di Colin Chapman in primis che sfornava monoposto-gioiello a raffica: dalla 25 alla 33 di Clark, alla 49 di Graham Hill, alla 72 di Rindt e Fittipaldi fino alla 79 di Andretti. La prima vittoria “sua” è avvenuta nel 1962, al Nurburgring, con Surtees che poi avrebbe vinto il titolo nel 1964. Da lì, anni difficili -“diedi tre o quattro volte le dimissioni ma fui sempre richiamato”, ricorda Forghieri – con la tragedia Bandini, l’illusione del titolo nel 1970, la Direzione assunta dall’ing. Colombo, il telaio fatto realizzare dalla inglese Thompson. Fino alla svolta: il Drake, ripresosi da un periodo di malessere, tornò a tutti gli effetti al timone a fine ’73. Forghieri creò prima la B3 (1974) e quindi la T (1975), il “gioiello di vettura” come la definì Lauda. Le imprese dell’austriaco sono note, compreso il ritiro del Fuji nel 1976. “Se vuoi diciamo che è un problema elettrico…”, gli disse in un orecchio un “paterno” Forghieri. 

Forghieri con  Joanna Villeneuve
L’insolita ma efficace T4 consentì a Schecketr di imporsi nel 1979 nonostante wing-car molto più spiccate come la Williams. Ma fu l’ultima affermazione prima dell’era Schumacher, 21 anni dopo. Forghieri affrontò quindi il passaggio al motore turbo – nel 1982 senza le tragedie Villeneuve e Pironi la vittoria non sarebbe certo sfuggita – e l’avvento dei materiali compositi. A fine 1984 però giunse una sentenza che non si aspettava: trasferito all’Ufficio ricerche e studi avanzati. La luna di miele con il Drake era finita, e finita era l’era del progettista tuttofare. Presto sarebbe arrivato John Barnard. “Pochi hanno fatto così bene i propri interessi come lui… Si è fatto un nome sulla stampa italiana quando le sue macchine vincevano con fior di campioni come Lauda, Prost… La Ferrari ha vinto tantissimo quando gli stranieri erano dall’altra parte ma evidentemente hanno giudicato che loro potevano risolvere i problemi…”, mi dirà in seguito in aperta polemica. Tre anni dopo, Forghieri varcò per l’ultima volta la soglia della stanza del Commendatore per…

(CONTINUA CON ELENCO – INCOMPLETO! – DI PROGETTI E IDEE FIRMATE MAURO FORGHIERI)

La Lambo del 1991: iniziativa che non ebbe seguito
comunicargli la sua decisione di fare altro (passerà alla Lamborghini Engineering, dove tentò senza fortuna l’operazione Lambo F1 nel 1991, fugacemente alla Bugatti e infine alla Oral Engineering di Baggiovara). “Io ero una persona profondamente diversa da Ferrari e forse per quello andavamo d’accordo. Lui era il potere, io, forse, la cultura. Ma da quel momento non volli più incontrarlo: non era più il Ferrari che avevo conosciuto”. I tifosi non hanno dimenticato: tra i relatori al recente Senna Tribute di Imola, l’applauso più grande è andato a lui.

L’innovativa Ferrari “spazzaneve”: non corse mai

Forghieri con l’amico Clay Regazzoni
La Ferrari T4: 21 anni per un mondiale piloti dopo di lei 
Con Jody Scheckter e Gilles Villeneuve
ELENCO (SICURAMENTE INCOMPLETO) DI PROGETTI E IDEE DI FORGHIERI:

          monoscocca con motore portante
          motore 12 cilindri orizzontali contrapposti
          sospensione posteriore con ammortizzatori in alto
          ali regolabili dall’abitacolo
          cambio trasversale
          pneumatici posteriori gemellati (test a Nardò con Lauda nel 1977)
          cambio elettro-idraulico (test con Villeneuve a Fiorano nel 1978)
          emulsionatore acqua-benzina

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