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Mese: Dicembre 2014
(30/12/2014) – L’anno nuovo aprirà con un compleanno “eccellente”: l’1 gennaio l’ex pilota belga di Formula 1 e molto altro, Jacky Ickx compirà 70 anni. “Monsieur Le Mans”, come viene chiamato, tra gli altri appellativi, in virtù delle sue sei vittorie alla classica di durata francese, è davvero una delle ultime leggende del motorsport. Non per niente nel 1996 è stato inserito nella International Motorsport Hall of Fame e recentemente Autosprint gli ha consegnato il primo Casco Legend che celebra i miti delle corse. A lui e Eddie Merckx, altro superlativo sportivo belga che compirà 70 anni a giugno, è stata dedicata una mostra allestita presso il Centro Esposizioni Trade Mart di Bruxelles che si può visitare fino al 21 giugno. Per l’occasione è stato realizzato anche un video, visionabile su YouTube, dove i due campionissimi mettono in scena una sfida impossibile su bici e su…una Porsche! Ickx ha guidato e vinto dappertutto e con tutto: in questo sta la sua grandezza. Certi aspetti del suo carattere, non a genio a tutti e che possono anche aver inciso sullo sviluppo delle macchine a lui affidate, passano tutto sommato in secondo piano.
Merzario lo chiama sarcasticamente “il Principe delle Ardenne”, il grande progettista Ron Tauranac ricorda il suo “vizio di fare la prima donna”. In compenso, era molto stimato da Enzo Ferrari che lo volle fortemente con sé nel 1968 e nel suo “Piloti, che gente” lo tratteggia così: “Ickx, un connubio di ardimento e di calcolo… Qualche suo atteggiamento, che gli valse fra i miei collaboratori l’appellativo di Pierino il terribile non mi ha cancellato il ricordo di un ragazzo cresciuto in fretta e l’impressione di quella sua guida fine e temeraria sotto la pioggia”. Il palmares di Ickx va assolutamente citato perché rende l’idea della…
sua classe e del suo talento, sbocciato fin da giovanissimo – era figlio di un giornalista – prima sui Trial e quindi, passando alle quattro ruote, nel 1965 a 20 anni sulle vetture Turismo con una Lotus Cortina e alla 24 ore di Spa con una Bmw 2000 Ti.
E’ stato il primo vincitore del campionato di Formula 2 nel 1967. In F.1 ha vinto 8 gare (118 gp disputati, 13 pole e 13 gpv) e per due volte è stato vice campione nella massima formula. Nel 1969 (su Brabham) si arrese solo a Stewart e nel 1970, sulla ottima Ferrari 312B, per un soffio (e qualche errore di troppo della squadra) non fece suo il titolo andato invece postumo a Jochen Rindt. Lasciò il Cavallino, in piena crisi, nel corso del 1973, proprio alla viglia della rinascita. Si è consolato ampiamente a Le Mans – di cui dal 2000 è cittadino onorario – con questo curriculum: primo nel 1969 (Ford GT 40), 1975 (Gulf GR 8), 1976 (Porsche 936), 1977 (Porsche 936), 1981 (Porsche 936 /81) e 1982 (Porsche 956). Curioso l’episodio del ’69: contrario alla “partenza tipo Le Mans”, entrò e partì per ultimo in macchina… ma vinse lo stesso! Sulle ruote coperte è esploso: nel 1979 è stato campione della serie Can Am con la Lola nel 1982 e 1983 campione del mondo Sport Prototipi e nel 1983 si è imposto perfino alla Parigi-Dakar su mercedes 280 G (nel 2000 ci è tornato con la figlia Vanina). Non si è fatto mancare una 6 Ore di Daytona (1972), e la 12 Ore di Sebring (1969 e 1972).
Capitolo spaventi: fuoco a Jarama nel 1970 ma ne uscì indenne, co-protagonista dell’incidente con i prototipi a Spa che è costato la vita a Stefan Bellof nel 1985 (qualcosa del genere avvenne anche al Gp di Germania del 1966 quando la sua Matra di F2, allora ammessa, urtò la Brabham di John Taylor che perì in seguito per le ustioni riportate). Oggi è uomo appagato, ambasciatore Vollkswagen (una casa di orologi gli ha dedicato una collezione) e icona di un automobilismo che fu.
(30/12/2014) – Tony Kanaan, compie 40 anni l’ultimo dell’anno, domani 31 dicembre. Brasiliano di Salvador cominciò nel suo fertile paese motoristico prima con i kart e poi in F. Ford e F. Chevrolet. E’ persona gradevole e simpatica, sposato con Lauren, un amico dell’Italia con tanti amici, Alex Zanardi in primis. Il primo titolo lo ha vinto proprio da noi: era il 1994 – anno dell’approdo in F1 di Senna – quando si aggiudicò il campionato di Formula Alfa Boxer ma nonostante ulteriori legami italici attraverso la RC Motorsport e la Tatuus nel campionato di Formula 3, il destino lo doveva portare – dopo una parentesi anche in Formula Opel Euroseries – di nuovo oltre Oceano, in America. Prima nella Indy Light (vinta) e quindi sulle monoposto al top del nuovo continente dove il suo talento ha trovato giusto palcoscenico – al debutto, nel 1998, fu subito rookye of the year – e dove è pilota ambito e rispettato.
Il 2004 l’anno d’oro: titolo (che gli valse un test Formula 1 con la Bar Honda purtroppo senza seguito) e un record: completò tutti i giri di tutte le gare di campionato! Nel 2013 ha bevuto il latte: sì, vinse la 500 Miglia di Indianapolis! Potrebbe bastare per appagare l’ego di un pilota ma Tony non sembra avere intenzione di appendere il casco al chiodo. Dopo aver corso per la Mo Nunn Racing, soprattutto per l’Andretti Green (8 anni), e il suo team, la KV Racing – che nel 2012 ha offerto un volante al grande amico e connazionale Rubens Barrichello – è approdato quest’anno ancora ben carico al Chip Ganassi Racing Team. Si è dovuto ambientare e la vittoria è arrivata solo all’ultima gara, a Fontana, ma al culmine di una fase in netto crescendo che lascia molto ottimisti per il 2015 (suo compagno sarà Scott Dixon). Disputerà quindi la sua 18a stagione nella Formula Indy dove finora ha colto 17 vittorie e 15 pole; 118 volte si è classificato nella top-five e 186 nella top-ten. E’ pilota accorto e determinato: da Portland 2001 ha corso 233 gare consecutive. Buon compleanno e buon 2015!
(29/12/2014) – In queste ore, un anno fa, Michael Schumacher sciava sulle nevi della località francese di Meribel. Poi l’incidente: una caduta rovinosa e l’esistenza dell’ex ferrarista, sette volte campione del mondo di Formula 1, è cambiata. I timori per la sua vita, il coma, il risveglio, il lento recupero. Oggi è nella sua casa svizzera di Gland dove, in una stanza attrezzata, una equipe di circa 15 medici lo assistono al meglio. Ma come sta, veramente? E’ delle ultime ore l’esternazione, non proprio ottimistica, dell’ex pilota di F1 Philippe Streiff – paraplegico dopo l’incidente del 1989 – che al quotidiano Le Figaro ha riferito di sapere quanto segue: Michael riconosce i suoi cari ma non parla, ha comunque problemi di memoria e problemi motori. “A lungo termine potrebbe sperare in un passeggiata con le stampelle”, ha aggiunto precisando di essere in contatto con la moglie Corinna. A stretto giro, però, è arrivata la piccata smentita della famiglia che ha fatto sapere di non avere rapporti con Streiff… Meglio, molto meglio allora fare riferimento a quanto affermato ad ottobre dal grande amico e molto altro Jean Todt: “Penso che Michael possa riprendere una vita relativamente normale entro un breve periodo di tempo ma bisogna avere pazienza e lasciargli tutta la tranquillità necessaria. Sta combattendo e la sua condizione migliora. Tutto questo è positivo come pure il fatto che ora è a casa con la sua famiglia”.La Ferrari, intanto, non dimentica i gloriosi trascorsi insieme al tedesco e oggi, allegando una foto trionfale, scrive: “Nel corso degli anni Michael, con le sue gare appassionanti e le sue vittorie, ha dimostrato una forza e una determinazione straordinarie e ha conquistato un posto speciale nella storia della Scuderia e soprattutto nel cuore di tutti i suoi tifosi. Così oggi, 12 mesi dopo quel giorno terribile, la Ferrari e i suoi appassionati non smettono di fare il tifo per lui, sono vicini alla moglie Corinna e al resto della sua famiglia e lo spronano a continuare a progredire lungo la strada della ripresa”. Keep fighting, Michael!
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IN DIFESA DI MARCO MATTIACCI
(23/12/2014) – Marco Mattiacci se ne stava tranquillamente in America. Lavorava e curava al meglio gli affari della Ferrari in una parte di mondo importantissima per il Cavallino. Mercato storico, auto mitiche, clienti facoltosi, glamour a go-go. Credo si godesse la vita. All’improvviso, ad aprile, una telefonata: in alto, avevano pensato a lui quale successore del dimissionario Stefano Domenicali. Montezemolo? Marchionne? Non si capisce ancora bene a chi imputare la scelta, certo particolare. Praticamente impossibile rifiutare. La Ferrari, in crisi nera, ricorreva urgentemente a questo romano di 43 anni per avviare un nuovo e vincente corso. Ok. era a digiuno di corse e gli affiancarono Antonello Coletta, perché un minimo di cognizione di causa era comunque necessario. Poi i mesi sono trascorsi, i miglioramenti in pista non si sono assolutamente visti, sono saltati il Presidente Montezemolo e il pilota di punta Alonso (hai detto niente!), la squadra si è disunita, è stata annunciata la prossima quotazione in borsa del 10% del Cavallino.
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Da sx. Arrivabene e Marchionne |
Finalmente, è il caso di dire, il campionato è finito ma la rivoluzione è continuata. Perché rievoco tutto questo? Perché anche Marco Mattiacci è stato impietosamente giubilato, travolto dal “nuovismo” ritenuto un po’ tardivamente essenziale per rifondare la Scuderia. E’ out. Ieri, durante la conferenza stampa di fine anno, il nuovo Presidente Marchionne, con al fianco il sostituto Maurizio Arrivabene, si è espresso su di lui così: “ Ho grandissimo rispetto per Mattiacci, commercialmente ha fatto un ottimo lavoro. La F1 è però campo completamente diverso, di cui Arrivabene conosce tutti gli attori. E’ la persona ideale per portarci avanti mentre per Marco era troppo imparare un mestiere e far ripartire la squadra”. Un ragionamento che indubbiamente può filare ma che poteva e doveva essere fatto sette mesi fa. Perché messa così vien da dire che forse alla Ferrari bisogna rivedere e curare anche l’aspetto delle relazioni umane.
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La vittoria Ford a Le Mans nel 1966 |
(22/12/2014) – La Ford starebbe pensando di tornare a cimentarsi molto seriamente e direttamente nelle competizioni. Nei mesi scorsi si è parlato addirittura di una power unit per la Formula 1 ma ora, secondo il sito autoweek.com, un primo e reale passo sarà compiuto il prossimo 12 gennaio durante il North American International Auto Show di Detroit, dove la casa dell’ovale blu presenterà un modello per ora denominato “GT”. Sì, proprio come le mitiche vetture che sbancarono Le Mans (in lavorazione anche il film sulla sfida con le Ferrari, vedi: http://motor-chicche.blogspot.it/2014/05/al-cinema-la-sfida-tra-ford-e-ferrari.html), anche se non si tratterebbe di un restyling. Un anno di “rodaggio” nella USCC, affidandosi al team Chip Ganassi Racing, e poi, udite-udite, nel 2016 il gran ritorno a Le Mans, 50 anni dopo la prima vittoria Ford con la GT40 MK II di Chris Amon e Bruce Mc Laren. Una strategia ben delineata che trova riscontri anche nella produzione di serie.Ford ha infatti appena annunciato il ritorno della Focus RS, la versione più performante del brand auto più venduto al mondo.
Per lo sviluppo dei modelli globali ad alte prestazioni ha inoltre creato il nuovo team Ford Performance, nel quale confluiranno Ford SVT, Team RS e Ford Racing. La nuova Focus RS farà parte di una gamma di oltre 12 auto globali ad alte prestazioni da lanciare entro il 2020. “Uno degli impegni di Ford – dice Raj Nair, Vice Presidente Sviluppo Prodotti Globali di Ford – è apportare innovazione anche al segmento delle auto sportive. Attraverso il nuovo team globale Ford Performance, che unisce le esperienze di gruppi che hanno ottenuto grandi successi sia con modelli ad alte prestazioni che nei reparti corse, porteremo in tutto il mondo nuovi modelli e accessori che affascineranno anche quei clienti che amano scatenare in pista i cavalli della loro auto”. Il nuovo team globale Ford Performance……………
guidato da Dave Pericak, Direttore Global Ford Performance, sarà un laboratorio per la produzione di innovazione che si avvantaggerà dell’esperienza maturata negli anni dagli ingegneri Ford di tutto il mondo, specializzati nello sviluppo di auto sportive e da corsa, e nella produzione di accessori e componenti.
Oltre che nei circuiti di tutto il mondo – prosegue il comunicato ufficiale Ford – il team seguirà lo sviluppo dei nuovi modelli nei centri di ricerca Ford presenti in tutti i continenti, nonché nella nuova struttura Ford di Charlotte, nel North Carolina, città particolarmente celebre tra gli appassionati che seguono il campionato NASCAR.
Infine la conclusione: prestazioni e competizioni in pista sono parte integrante del DNA dell’Ovale Blu, sin da quando, 113 anni fa, Henry Ford vinse la Sweepstakes Race gareggiando contro Alexander Winton, uno dei più grandi piloti americani dell’epoca. Henry Ford fondò la Ford Motor Company 18 mesi dopo quella leggendaria vittoria, coinvolgendo alcuni degli imprenditori di Detroit che avevano assistito al successo. “Ford gareggia in pista, oggi, per gli stessi motivi per i quali Henry Ford corse nel 1901: dimostrare la superiorità di prodotti e tecnologie, gareggiando contro i migliori avversari”, conclude Nair. “Il team Ford Performance continuerà a lavorare allo sviluppo di innovazione, per assicurare che i veicoli ad alte prestazioni Ford siano sempre i più desiderabili dagli appassionati di tutto il mondo”.
(22/12/2014) – Bebeer: può interessare anche gli appassionati di motori l’ interessante novità presentata per l’appunto al recente Motor Show di Bologna. Conoscere in autodromo i tifosi dello stesso team o dello stesso pilota preferiti oppure entrare in direttamente contatto con gli altri appassionati della Ferrari ai raduni (ipotesi alla quale ci confermano si sta lavorando)? E’ possibile grazie al real life network Bebeer, “a placet o meet”, il nuovo “social dei luoghi”. Si tratta di una “evoluzione” dei social che consente di “conoscersi dal vivo in tempo reale”. In sostanza: ci sono luoghi o locali “bebeer” – una giraffa verde è il segnale che li contraddistingue – dove, una volta scaricata la app, sarà possibile vedere sul proprio smartphone tutte le persone della community bebeer in quel luogo, leggere i loro profili personali e professionali e quindi contattarli con un messaggio per conoscersi lì, subito! “Non più a distanza o davanti a un freddo schermo ma con Bebeer puoi vedere ed essere visto e conoscere, per fun e business”, dicono gli entusiasti ideatori made in Italy, di Modena. Una rete reale di persone, dal vivo: questa è la novità! Per maggiori notizie www.bebeer.biz.
(19/12/2014) – C’è chi aspetta (e spera) il rilancio sportivo dell’Alfa Romeo e c’è chi passa all’azione. Nel 2015, anno del Centenario dell’acronimo Alfa (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili), il Team Giudicirompe gli indugi e vara un progetto che vuole riportare nell’agone sportivo il leggendario marchio del Biscione oggi colpevolmente in naftalina. Nella factory brianzola si stanno alacremente allestendo due Giulietta Quadrifoglio Verde 1.7 Turbo che verranno schierate nella Vln, l’endurance racing championship tedescoche prevede dieci appuntamenti tutti sul mitico Nordschleife. Non è finita: uno dei piloti sarà niente meno che quel Nicola Larini che proprio 20 anni fa annichilì le armate teutoniche a quattro ruote trionfando nel DTM al volante della mitica
Il quarto pilota? Giudici lo dice chiaro: “Mi piacerebbe che si unisse a noi Raffaele Raimondi”. Il pilota modenese completerebbe il quadro per l’appunto “modenese” dell’operazione, sostenuta anche da due sponsor storici della capitale dei motori:
(18/12/2014) – Fernando Alonso ha una nuova fidanzata, si chiama Lara Alvarez. La notizia viene diffusa dagli informatissimi media spagnoli per cui il nuovo pilota della Mc Laren Honda avrebbe rotto il rapporto con la compagna modella russa Dasha Kapustina, 25 anni lo scorso 13 dicembre, che durava dal 2012, trovando subito consolazione nella bella giornalista sportiva e conduttrice TV sua connazionale (un ritorno, dopo l’unione con Raquel del Rosario dalla quale si è separato). La Alvarez, infatti, è di Gijon ed ha 28 anni. Avrebbe già accompagnato il due volte campione mondiale di F1 al recente incontro di Maranello per gli auguri natalizi, ultimo atto in veste ferrarista per Alonso. Come si vede dalle foto, la Alvarez è molto diversa dalla ultima fiamma di Vladivostok: Lara è di carnagione scura, prorompente nella sua corporatura esuberante e di carattere certamente mediterraneo. E’ stata fidanzata con il calciatore del Real Madrid Sergio Ramos ed è impegnata nel settore televisivo con la conduzione di programmi sportivi,
compresa la MotoGP.
compresa la MotoGP.
Viene annunciata come nuovo volto di Mediaset Spagna, ma di sicuro se la storia è seria e vera sarà tra le più seguite nel paddock della Formula 1 2015!
(18/12/2014) – John Booth compie oggi 60 anni. Inglese di Sheffield, figlio di un macellaio, è stato in prima fila con Ayrton Senna – erano i tempi della Formula Ford, anni ‘80 – ma messa da parte ogni velleità da pilota, nel 1990 ha creato uno dei team inglesi più competitivi (F. Renault, Euro F3, F3 inglese) e prolifici di campioni, come la Manor Motorsport. Tra i drivers che gli devono qualcosa, Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton. Poi le sirene della F1, dove proprio non gli è andata bene. Si è affacciato nella massima formula insieme a Nick Wirth con ruoli nelle sfide lanciate da Campos, USF1 e Lotus, notoriamente non proprio felici. Nell’ultimo periodo è stato il Team principal prima della Virgin e quindi della Marussia: tante speranze ma alla fine operazioni che si sono rivelate prive di risultati. Non solo: Booth ha vissuto sulla sua pelle gli incidenti di Maria De Villota e più recentemente di Jules Bianchi che probabilmente rappresenteranno il suo cruccio in queste ore di festa. Peccato, perché a Montecarlo erano finalmente arrivati i primi punti iridati della Marussia proprio grazie a Jules, ma nulla è poi riuscito a risollevare la scuderia stabilmente dalle ultime file e posizioni, fino al repentino defilamento dei russi proprietari, sopraffatti dai costi ingenti. Il materiale è ora all’asta (Haas ha fatto sapere di essere interessato anche alla factory inglese), ma forse John ha ancora qualche sorpresa in serbo… La Manor c’è ancora. Buon Compleanno!
(17/12/2014) – Sei doppi appuntamenti ciascuno su circuiti tra i più prestigiosi al mondo: è il succo del Lamborghini Blancpain Super Trofeo 2015, con i suoi campionati Europa, Asia e Nord America e gran finale mondiale a Sebring, il 21 e 22 novembre, sede anche dell’ultimo round. La grande novità sarà l’esordio, in tutte e tre le Serie, della Lamborghini Huracán LP 620-2 Super Trofeo che andrà ad affiancare la Lamborghini Gallardo LP 570-4 Super Trofeo. Inoltre, dalla prossima stagione, anche in Asia e Nord America verrà introdotta, oltre alle già esistenti categorie PRO-AM e AM, anche la PRO, già entrata in vigore in Europa nella stagione 2014. Già a partire dall’inizio di quest’anno il Young Drivers Program ha consentito ai migliori piloti al di sotto dei 26 anni, che hanno corso nelle tre Serie del Lamborghini Blancpain Super Trofeo, di essere selezionati per partecipare ai programmi di test di Lamborghini Squadra Corse. Sulla scia del successo riscosso, dal 2015 verrà sviluppato in parallelo il Formula Junior Program che avrà l’obiettivo di supportare team selezionati, sia in Europa sia in Asia, nella ricerca di nuovi giovani talenti nelle categorie “Formula. Vediamo un po’ più nel dettaglio.
EUROPA. La Serie europea 2015 si affiancherà come di consueto ai cinque appuntamenti della Blancpain Endurance Series, organizzata dal partner SRO (Stéphane Ratel Organization). Il “via” da Monza (Italia), nel fine settimana dell’11-12 aprile. A seguire le trasferte di Silverstone (GranBretagna), il 23-24 maggio, e Le Castellet (Francia), il 20-21 giugno. Il 25-26, luglio sarà poi la volta di Spa-Francorchamps, in abbinamento nello stesso weekend con la prestigiosa 24 Ore belga. Sul circuito tedesco del Nürburgring, il quinto appuntamento, in programma il 19-20 settembre, quindi l’ultimo round a Novembre negli Stati Uniti.
A SEGUIRE ASIA E NORD AMERICA…
ASIA. La quarta stagione della serie asiatica si aprirà in Giappone, con le due trasferte del Fuji (20-21 giugno) e Motegi (11-12 luglio). Il calendario proseguirà in Malesia (8-9 agosto), dove c’è grande attesa per la prima street race che si correrà proprio nel centro di Kuala Lumpur. Il quarto e quinto round si correranno rispettivamente a Sentul, in Indonesia (5-6 settembre) e a Shanghai, in Cina (17-18 ottobre), per poi giungere all’ultimo appuntamento in concomitanza con le World Final a Sebring.
NORD AMERICA. Per i protagonisti della serie Nord America, giunta alla sua terza stagione, la prima gara si svolgerà a Laguna Seca, in California (2-3 maggio). A seguire gli appuntamenti di Watkins Glen, New York (27-28 giugno) e Alton, in Virginia (22-23 agosto). Il 18 e 19 settembre il Lamborghini Blancpain Super Trofeo approda per la prima volta in Texas sul circuito di Cota, per poi proseguire a Road Atlanta, Georgia (1-3 ottobre), e concludersi a Sebring, in Florida.