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ANNIVERSARY / 16 OTTOBRE 2011. DAN WHELDON, COLPO MORTALE ALLA TESTA

(16/10/2014) – L’incidente di Jules Bianchi ha fatto tornare in primo piano il fattore protezione della testa dei piloti. Proprio tre anni fa, moriva Dan Wheldon, stella della IndyCar che sull’ovale di Las Vegas fu protagonista sfortunato di un pazzesco tamponamento multiplo tra le vetture. La sua monoposto decollò rovesciandosi. Come abbastanza chiaro dalle immagini (https://www.youtube.com/watch?v=xabUKkoOvTE) e come appurato dagli organizzatori della serie americana a determinare la sua morte fu proprio il violento urto contro un palo. Il rapporto finale determinò infatti quanto segue: “La scocca ha colpito un paletto lungo il lato destro della scocca, creando un significativo danno dalla pedaliera fino al cockpit e tagliando via il roll bar. L’intrusione del paletto nell’abitacolo ha generato lesioni mortali alla testa del pilota”. L’implacabile Wheldon vinse due volte la 500 Miglia di Indianapolis, nel 2005 e nel 2011. L‘ipotesi di dotare le monoposto di una cupola di protezione torna dunque di attualità perchè, a fronte degli attuali alti standard di sicurezza, la testa dei piloti, nonostante le protezioni laterali, risulta ancora troppo esposta a danni. Naturalmente molto gioca la dinamica, spesso impazzita, degli incidenti ma la casistica in aumento impone una decisione in merito. Fermo restando che quando un mezzo di soccorso entra in pista o quasi, la corsa deve essere rallentata…

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I SASSOLINI DI LUCA

(16/10/2014)– Ieri sera Luca Cordero di Montezemolo ha partecipato alla trasmissione televisiva “Porta a porta”. Non lo faceva dal 1999 ed è stata la prima apparizione pubblica dopo le dimissioni dalla Presidenza Ferrari. Il lungo, prolungato applauso che ha fatto seguito al filmato che ha ripercorso la sua epopea “in rosso”, la dice lunga sulla stima di cui continua a godere da parte della gente che probabilmente si sta ancora chiedendo perché siastato, neanche tanto gentilmente, accompagnato all’uscita. In un programma di grande ascolto, come prevedibile, l’ex “ras” di Maranello, pur sempre molto diplomatico, si è tolto qualche sassolino dalle scarpe e ha avuto un lapsus freudiano quando ha fatto diventare l’acronimo FCA Ferrari-Chrysler Automobiles. Ha trattenuto le lacrime ed è stato vago sul suo futuro ma ecco qualche frase interessante.
IL LICENZIAMENTO.“Il mio licenziamento veloce è legato alla quotazione FCA alla borsa di New York. Nel 2002 la Ferrari fu fondamentale per reperire quei fondi di cui la Fiat aveva assolutamente bisogno (Mediobanca versò circa 700 miliardi, ndb), così lo è ora in prospettiva Wall Street”.
LA FAMIGLIA AGNELLI.“Forse un grazie in più me lo sarei aspettato, ma va bene così”.
FERRARI AMERICANA?“E’ un dato di fatto. Si apre una fase nuova con FCA che è ormai una multinazionale con una grossa componente americana. Io non vorrei sembrare troppo retro ma per me la Ferrari è una parte della bandiera italiana. E’ però una fase diversa dalla mia interpretazione”.
LAUDA.“E’ un grande amico, anche se non paga mai il conto al ristorante. Non era un pilota particolarmente veloce ma aveva una grande sensibilità e sapeva interpretare la macchina e le gare come nessuno. Andò via dalla Ferrari perché venne meno un certo spirito di squadra e poi lui cercava nuove motivazioni”.
SCHUMACHER.“Quando non vinceva, era uno che non dava mai colpa alla squadra. Nel 2009, dopo l’incidente di Massa in Ungheria tentai di convincerlo a tornare alla guida. Si presentò….

tutto vestito di bianco ed avemmo un colloquio di un’ora e mezza. Per un’ora disse di no, poi accettò: “La Ferrari mi ha dato tanto, non posso tirarmi indietro”. Provò al Mugello ma quella sera stessa dovette andare dal medico perché i dolori al collo per i postumi di un incidente motociclistico erano troppo forti”.

ALONSO. “Fernando è rimasto male perché non ha vinto in questi anni. Va via dalla Ferrari perché vuole cimentarsi in un altro ambiente e perché ha un’età nella quale non può aspettare per rivincere”.
L’ADDIO A MARANELLO.“E’ stata una delle giornate più belle della mia vita e questo dimostra cosa è la Ferrari. Il mio cuore sarà sempre lì”.

PRESIDENZA ALITALIA.“Vedremo. E’ stata un’operazione molto buona e io ho dato una mano. Ma voglio riflettere”.

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PORSCHE INVESTE NEL NARDO’ TECHNICAL CENTER

(14/10/2014) Porsche rilancia nel Sud Italia, dove dal 2012 è proprietaria del Nardò Technical Center (Puglia, in provincia di Lecce), uno dei più importanti centri prove del mondo, noto in particolare per il suo anello di alta velocità lungo 12,5 km con un raggio di 4 Km. Il direttore generale di Porsche Engineering, Malte Radmann, ha annunciato nuovi investimenti per 60 milioni in base al Protocollo d’Intesa firmato con la Regione Puglia: oltre al consolidamento delle strutture esistenti, è prevista infatti la costruzione di due nuove piste, l’allestimento di un centro di sicurezza e uno medico, di una postazione dei vigili del fuoco e di un eliporto. Il tutto dovrebbe assicurare +30% di occupazione – oggi i dipendenti sono 110 – ed è un’ottima notizia. Tempo di realizzazione: entro la metà del 2015. Il Centro Prove di Nardò, datato 1975, era di proprietà della Fiat. 
Nel 1977 Niki Lauda effettuò proprio lì dei test con la Ferrari T2 dotata di pneumatici posteriori gemellati, un’idea che comunque non ebbe seguito. Le caratteristiche del circuito – anello circolare inclinato a 4 corsie e 16 mt di larghezza in grado di compensare una forza centrifuga da velocità fino a 240Km/h – sono tali da consentire test e studi di grande rilevanza. Nel 1999 l’impianto fu ceduto alla Prototipi SpA per poi essere acquisita dalla Casa di Stoccarda che, oltre per i propri modelli, lo mette a disposizione di numerose Case clienti unitamente ad un servizio di consulenza tecnica. La struttura, col tempo, si è ampliata e oggi offre un circuito di handling di 6,2 chilometri con tratti che riproducono le curve di alcuni dei più noti circuiti del mondo, circa 40 km di percorsi off-road, centri prova per le omologazioni, 16mila metri quadri di officine e percorsi per la verifica della rumorosità. (vedi anche link JOB – see link JOB too)
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STORICO MEHDI BENNANI, TUTTO IL MAROCCO E’ CON LUI

(13/10/2014) – La felicità pura a 34 anni: Mehdi Bennani non solo ha vinto Gara 2 del Wtcc a Shanghai ma è il primo pilota marocchino e più generale nordafricano ad affermarsi in una competizione titolata FIA. Mehdi ha dunque aperto una nuova era e ha intenzione di non fermarsi. Sulla Honda Civic privata del Proteam Racing dell’inossidabile Valmiro Presenzini, ora che si è sbloccato, può prendersi altre grandi soddisfazioni contando sull’entusiastica spinta di un intero popolo moderno, giovane e sportivo che lo sostiene. Anche il Re! In patria viene accolto come un eroe. Proprio la indovinata mossa di avere, dal 2009, nel calendario del Mondiale Turismo una prova sulle strade di Marrakech ha avviato tutto questo: Bennani partì da lì come ospite, ieri si è preso i complimenti della casa madre Honda, domani chissà. “E’ un sogno!”, ha detto davvero frastornato. Un anno fa, dopo dieci anni di colori BMW Presenzini decise di passare alla vettura giapponese e di puntare su Mehdi: “Siamo fermamente convinti che la nuova Honda Civic guidata dal nostro pilota Mehdi Bennani ci regalerà anni elettrizzante”, disse vedendo lungo. L’anno scorso il pilota nato a Fés il 25 agosto del 1983 fu tre volte secondo assoluto e quattro volte primo nella categoria Yokohama. Gli orizzonti, ora, sono molto più ampi.
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CHE FESTA PER LA F60 AMERICA!

(13/10/2014)Che festa per i 60 anni della Ferrari in America! Al Beverly Hills City Hall è stata una serata da mille e una notte: noti ospiti d’onore, esibizioni musicali, fuochi artificiali, un’asta, la presentazione della annunciata vettura in serie limitata (10 esemplari), la F60 America. All’evento hanno preso parte John Elkann, presidente FCA, Sergio Marchionne, amministratore delegato FCA e neo presidente Ferrari, Amedeo Felisa, amministratore delegato Ferrari, e Piero Ferrari, vicepresidente Ferrari. Contrariamente a quanto previsto, non ha partecipato Montezemolo.
Tra gli ospiti famosi, l’attrice Megan Fox, il conduttore televisivo Mario Lopez, il campione di polo Nacho Figueras e la moglie Delfina Blaquier, l’imprenditore Robert Herjavec, il regista Michael Mann, e i piloti Derek Hill e Dan Gurney. Tutto è cominciato con una serie di esibizioni musicali: il maestro Carlo Ponti Jr., che ha diretto la Los AngelesVirtuosi Orchestra, la famosa violinista Caroline Campbell e la già vincitrice del Garmmy Mary J. Blige. Il banditore d’asta David Gooding ha poi battuto il primo esemplare della nuova 458 Speciale A (aggiudicata a 900 mila dollari con proventi andati in beneficenza a Daybreak, la filiale americana di Telethon) ma l’attesa era soprattutto per la Ferrari concepita per assecondare due grandi passioni dei clienti statunitensi, il motore V12 e la guida “a cielo aperto”. La F60America dispone del potente e innovativo motore V12 anteriore-centrale e i rapporti del cambio dedicati esaltano il carattere sportivo della vettura. 
Megan Fox alla festa Ferrari
Sulla fiancata, l’innovativo disegno a diapason mentre sul frontale spicca la classica monobocca Ferrari con calandra cromata e prese aria dei freni integrate. L’impostazione asimmetrica dell’abitacolo enfatizza il lato conducente con l’utilizzo dello sportivo colore rosso, mentre il lato passeggero è in nero, ispirato alle storiche Ferrari da competizione. Ricco l’allestimento degli interni con materiali compositi per la plancia, il tunnel e i pannelli porta della zona conducente. I sedili racing sono decorati con una stilizzazione della bandiera americana nella parte centrale di seduta e schienale. Il colore della carrozzeria riprende la storica livrea del North America Racing Team. Sui parafanghi è applicato uno logo specifico commemorativo Ferrari con Cavallino e richiamo al 60° anniversario, presente anche sul tunnel centrale dell’abitacolo. Ieri le celebrazioni… (SEGUE CON ALTRE FOTO)

hanno avuto l’apoteosi con la parata di 60 vetture tra le più iconiche create da Ferrari in sfilata sulla famosa Rodeo Drive, dalla Ferrari 308 GTS (quella di “Magnum, P.I”), alla Testarossa (utilizzata in “Miami Vice”), alla Ferrari 275 GTB/4 di Steve McQueen, la 375 MM vincitrice del prestigioso “Best of Show” a Pebble Beach nel 2014 e naturalmente l’ultima nata, la F60 America.

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LA FAMIGLIA DE VILLOTA: “FUERZA JULES!”

(10/10/2014) – Tra le tante manifestazioni di vicinanza a Jules Bianchi, che giace in condizioni critiche ma stabili all’ospedale dove è stato ricoverato a seguito del gravissimo incidente nelle fasi finali del GP del Giappone, arriva dalla Spagna anche quella della famiglia De Villota. Proprio un anno fa, l’11 ottobre 2013, la tester della stessa Marussia, Maria De Villota, veniva trovata deceduta in una stanza d’albergo a Siviglia (http://motor-chicche.blogspot.com/2013/10/maria-de-villota-trovata-morta.html). Nel luglio del 2012, impegnata in una sessione di test in Inghilterra, aveva subito un drammatico incidente andando ad impattare frontalmente con il casco contro la pedana del bilico rimasta aperta. Maria rischiò la vita e perse un occhio, poi l’amaro epilogo. 
Isabel De Villota da Twitter
Il padre Emilio De Villota, ex pilota di F1 tra il 1976 e il 1982 e ora team manager in Euroformula Open e proprietario di una scuola di pilotaggio a Madrid, ricorda un incidente simile che gli capitò al Gran Premio d’Austria del 1977. Lo spagnolo uscì di pista all’ultimo giro andando a sbattere contro una gru impropriamente fuori dalla zona di sicurezza. Solo per fortuna non accadde l’irreparabile. Emilio De Villota chiede a FIA e FOM di intervenire per garantire che casi simili non si ripetano e propone l’utilizzo di gru con lunghi bracci telescopici o che i mezzi di soccorso siano carenati e comunque l’adozione di protocolli di intervento più rigorosi in caso di non ingresso della safety car. Anche la sorella di Maria, Isabel De Villota, ha voluto twittare “Rezando por Bianchi con todo el corazon. Mucha fuerza para él y su familia”. Sul social si qualifica così: “Responsable de Comunicación de IFC (Industrial Farmacéutica Cantabria) y de María de Villota, ayer, hoy y siempre”. Intanto, la famiglia Bianchi ha molto apprezzato l’iniziativa del connazionale Vergne di preparare degli adesivi di incoraggiamento per Jules distribuiti a tutti i colleghi, anche della GP2 e GP3. 


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SCHECKTER BALLA CON I BUFALI. Scheckter dances with buffalos

(9/10/2014) – Sapete cosa fa oggi Jody Scheckter? Quando nel 1980 si ritirò dalle corse, dopo aver vinto l’anno prima il suo primo e unico mondiale piloti di F1 con la Ferrari, si trasferì in America e investì i suoi profitti in una impresa di sistemi di sicurezza che gli diede parecchie soddisfazioni. Ma l’ex pilota sudafricano non è mai stato un uomo statico. Il suo nuovo impegno è ora la Laverstoke Park Farm, una apprezzata azienda di agricoltura biologica e biodinamica, con annesso ristorante: 2500 ettari nell’Hampshire inglese dove produce “cibo sano, senza compromessi” e lo vende. E’ la ricetta della nonna applicata ai giorni nostri. La salute, spiega, dipende dal cibo che i nostri animali mangiano quindi il ciclo da rispettare è questo: buon suolo = buona erba = buona qualità animali = cibo migliore da degustare = Happy People!A Laverstoke Park Farm è stato creato l’ambiente naturale ideale per gli animali e le piante ma vengono altresì utilizzate ricerca scientifica più recente e le migliori tecniche e attrezzature. Tra queste anche gli impianti per la produzione di mozzarella di bufala con la tecnologia tradizionale italiana forniti dalla ditta Dima di Modena. Sì, proprio la città della Ferrari nella quale Jody torna spesso dividendosi tra il passato a 12 cilindri, con un salto a Maranello, e il futuro a quattro zampe (i suoi amati bufali!). 

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60th FERRARI IN USA. Last Montezemolo

(9/10/2014) – Durante la conferenza stampa con Marchionne in cui annunciò le dimissioni, Montezemolo aveva anticipato la sua passerella di addio: prima al Mondial de l’Automobile di Parigi e poi negli Stati Uniti per la celebrazione del 60° anniversario della Ferrari in quel Paese. L’evento si chiamerà Race Through The Decades 1954-2014” e si effettuerà sulla mitica Rodeo Drive di Los Angeles domenica 12 ottobre. La Casa di Maranello e Ferrari North America, insieme al Ferrari Club of America, hanno organizzato il più grande raduno di Rosse mai realizzato in America. Ci saranno 60 Ferrari che faranno ripercorrere la storia di questa Casa, una miriade di Ferrari Club, tutti i clienti e i collezionisti d’oltre Oceano e prevedibilmente migliaia di appassionati del Cavallino. Per l’occasione, inoltre, sarà svelata una nuova Ferrari prodotta in soli dieci esemplari tutti già venduti solo a clienti americani al “modico” prezzo di 2,5 milioni. Il nome di questo modello davvero esclusivo non è stato ancora ufficialmente reso noto anche se si è parlato di Blue Narth (come North American Racing Team, la scuderia creata nel 1958 dal pilota italo-americano Luigi Chinetti). E’ prevista anche un’iniziativa di solidarietà. Ricordo che il Ferrari Club of America, fondato nel 1962, è il più grande del mondo con i suoi 5000 membri. Il mercato americano, infine, è il primo per la Ferrari: l’anno scorso sono state consegnate 2.035 vetture in più rispetto al 2012, con un incremento del 9%, enel primo semestre del 2014 il trend di crescita è confermato.
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MONTEZEMOLO: FOTO-CRONACA DI UN ADDIO

(8/10/2014) – Occhi rossi, lacrime, abbracci e saluti: ieri sera Luca Cordero di Montezemolo ha voluto salutare duemila dipendenti della Gestione Industriale Ferrari – dopo essersi già accomiatato dalla Gestione Sportiva prima della partenza del team per i Gran Premi di Giappone e di Russia – nella tensostruttura interna alla fabbrica. Come noto, dal 13 ottobre finisce, definitivamente, la sua storia a Maranello, da ultimo come Presidente per 23 lunghi anni ripercorsi grazie ad un video che aveva come colonna sonora la canzone di Gino Paoli “Una lunga storia d’amore”.  

Dopo due brevi interventi introduttivi del vicepresidente Piero Ferrari e dell’amministratore delegato Amedeo Felisa, Montezemolo ha elogiato i lavoratori di Maranello: “Siete voi – ha detto – la forza di questa azienda, che è la più bella al mondo. Siete voi i veri artefici dei suoi trionfi e sono orgoglioso di aver vissuto con voi questi anni meravigliosi . Siete voi la Ferrari”. Poi ha ricordato i successi in Formula 1, dove la Ferrariresta la scuderia più vincente, e delle vetture GT del Cavallino nel mondo, per concludere che “il futuro della Ferrari, che non produce vetture ma sogni, resterà luminoso perché qui ci siete tutti voi”. Non è mancato un  ricordo per Schumacher e Bianchi chje stanno vivendo momenti difficili. Alla fine, sul palco sono saliti rappresentanti delle donne e degli uomini della fabbrica, per un abbraccio simbolico e all’uscita il Presidente è stato travolto dalla gente che voleva stringergli la mano, farsi un “selfie” con lui, manifestargli affetto e stima. Un’uscita, questa, che gli sarà piaciuta.
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RUSSIAN GRAND PRIX: DALLA KHADI A SOCHI

 
(8/10/2014) – Ancora sotto choc per il terribile incidente di Jules Bianchi, il Circus della Formula 1 si è trasferito a Sochi, sulle rive del Mar Nero, dove domenica si corre il primo Gran Premio di Russia valido per il Mondiale. Il Sochi International Street Circuit è una pista di 5.853 metri – la terza più lunga dopo Spa e Silverstone – ricavata per 1,7 kmlungo le strade su cui sorgono gli impianti e gli edifici del villaggio dei Giochi olimpici invernali che si sono svolti lo scorso febbraio. Il pilota ad aver già saggiato il circuito è Vettel che dopo lo scorso GP del Belgio ha girato per la prima volta su una Infiniti in compagnia di David Coulthard. “E’ un layout interessante – disse – con un buon mix di curve e tratti tecnici. Con una F1 sarà una grande sfida”. Jean Alesi, consulente Pirelli, mette però sull’avviso: “La pista sarà molto sporca e senza informazioni precedenti è facile andare nella direzione sbagliata del set-up”. Di sicuro c’è molto interesse ma quello di domenica non è il primo Gran Premio di Russia in assoluto e da qualche anno c’è un bel movimento. Un po’ di storia con l’aiuto dell’Ufficio stampa Ferrari…
RUSSIAN RACING STORY – Nel 1913 e nel 1914 furono disputate due gare vinte dal russo Georgy Suvorin e dal tedesco Willy Scholl. La Russia è stata sempre nei pensieri di 

Ecclestone: un Gran Premio dell’Unione Sovietica venne addirittura inserito nel calendario provvisorio della stagione 1983, ma l’operazione non andò in porto a causa di insormontabili difficoltà burocratiche. La corsa tornò d’attualità a inizio anni Duemila e di nuovo una decina di anni dopo, quando, nel 2012, venne ultimato il Moscow Raceway, primo circuito permanente di Russia omologato per la Formula 1, dove però hanno corso solo altre categorie.

PILOTI E TEAM– Sotto il profilo di piloti e vetture il panorama russo è molto limitato: ricordiamo Vitaly Petrov, in F1 dal 2010 al 2012, capace anche di un podio, e Daniil Kvyat, impegnato da questa stagione con la Scuderia Toro Rosso e prossimo numero 2 alla Red Bull. Il movimento russo però è in crescita: Mikhail Aleshin gareggia in Formula IndyCar e altri piloti stanno emergendo nelle categorie Endurance, in cui molti gareggiano con le Ferrari 458 Italia GT3 nei campionati Blancpain e soprattutto nella European Le Mans Series, dove sotto le insegne del team SMP è impegnato anche il super collaudatore della Scuderia Ferrari, Andrea Bertolini. Due le scuderie di Formula 1 con licenza russa: la Midland(2005) e la Marussia. Daricordare, a titolo di curiosità, che una vettura russa di F1, a dire il vero sovietica, venne costruita per la prima volta nel 1967, in quel di Charkiv, ora Ucraina. Si chiamava Khadi 8 ma non superava i 200 km/h in rettilineo, oltre 100 inmeno delle vetture dell’epoca, e non venne mai iscritta ad una corsa. La stessa sorte toccò alla Khadi 10 quattro anni dopo.