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ADDIO A JACK BRABHAM, MORTE DI UNA LEGGENDA

(19/5/2014) – L’automobilismo perde una delle sue glorie più fulgide: è morto questa mattina Jack Brabham, tre volte campione del mondo nel 1959, 1960 e 1966. Aveva 88 anni (era nato il 2 aprile del 1926) e soffriva di una malattia al fegato, contro la quale ha lottato a lungo. Ad assisterlo nella sua casa sulla Gold Coast in Australia, la famiglia. Il figlio David ha dato la notizia: “E’ un giorno molto triste per tutti noi: mio padre è morto serenamente a casa stamattina. Ha avuto una vita incredibile, realizzando più sogni di chiunque altro, e continuerà a vivere attraverso l’eredità stupefacente che ha lasciato dietro di sè“. Questo ex meccanico, divenuto molto amico di un’altra icona australiana delle quattro ruote, Ron Tauranac – le sue monoposto erano infatti denominate BT, sigla rimasta anche dopo la cessione del team – resterà stabilmente nella storia per molti motivi. Il primo titolo, primizia assoluta, su una Cooper a motore Climax posteriore; il bis l’anno dopo, il tris per la prima volta su una monoposto che portava il suo nome. Pilota e Costruttore vincente, dunque, come mai successo ad altri. Una carriera lunga e di successo, quella di Black Jack, con 126 Gp disputati, 14 vittorie, 13 pole, 12 giri più veloci e 31 podi, terminata nel 1970 con l’ultimo sigillo al Gp del Sudafrica. Nella memoria, quell’anno, anche il Gp di Montecarlo quando proprio all’ultima curva arrivò lungo regalando la vittoria a Rindt (vedi su Youtube: http://www.youtube.com/watch?v=XC2v4A_y4VI). La Brabham, ceduta a Bernie Ecclestone, è stata poi una delle scuderie per la maggiore nella massima serie, con Nelson Piquet a raccogliere altri allori. I figli Geoff, Gary e David hanno rinverdito i suoi fasti in categorie diverse dalla F.1 e oggi scalpitano i nipoti Matthew e Sam. Si fa un gran parlare del ritorno della Scuderia in F1 e chissà che questa perdita enorme non acceleri un percorso auspicato da molti che è già nei fatti (vedi post: http://motor-chicche.blogspot.it/2014/04/dinasty-brabham-verso-la-f1.html

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